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martedì 24 maggio 2016

Partecipiamo al dolore di tutto il popolo siriano


Osservando quel che sta accadendo in Siria in queste ore, sarebbe legittimo aspettarsi un'indignazione almeno pari a quella degli attentati di Parigi e di Bruxelles, ma gli almeno 148 morti degli attentati perpetrati ad Aleppo, Latakia, Jableh, Tartous (che non sono 'roccaforti del regime' ma città plurietniche e recentemente rifugio di sfollati interni da luoghi invivibili), come pure il massacro della scorsa settimana degli inermi cittadini di al-Zara, non toccano le nostre coscienze allo stesso modo.

Del resto, perché aspettarselo?  Questo Occidente così attento ad occuparsi di pseudodiritti e a fare astratti proclami sulla pace e sulla fratellanza, non si accorge che tanta gente muore proprio per i propri errori e la propria insipienza nella gestione di questa guerra tra i Siriani e il resto del mondo.
Si ribadisce, anche nel documento  emesso ieri dal Consiglio Europeo, che si tratta di 'guerra civile' e che c'è un regime “che perpetra attacchi contro il suo stesso popolo”, ma quello che è sotto gli occhi di tutti è altro: c' è il Male che ormai è incontenibile, basti pensare al martellamento costante dei mortai dei terroristi sui quartieri cristiani di Aleppo, ai due missili jihadisti sulla casa di riposo per anziani nel Collegio di Terra Santa dei Francescani, alle 7 autobombe detonate da suicidi assassini, alla donna che fingendosi incinta ricorre al pronto soccorso e si fa esplodere.... 

Questo Male in ogni caso non nasce per una guerra di liberazione e aneliti di giustizia da parte di un popolo vessato e schiacciato da 'un regime criminale'. 
Come sovente denunciato da Patriarchi e Vescovi siriani, nasce per disegni geopolitici che sono altrove, calcoli e progetti che hanno favorito la nascita di Daesh e dei mille altri gruppi più o meno 'moderati', ma accomunati nel loro progetto di conquista e sottomissione e la conseguente estromissione dei Cristiani dalla Siria e dall'Iraq.

Davanti a tutto questo ci si aspetterebbe da parte della UE un soprassalto di coscienza che lenisca le sofferenze della popolazione siriana, abolendo le sanzioni comminate alla Siria già da 5 anni. Lo vorremmo con tutto il cuore ma non ci speriamo. La politica UE semplicemente non esiste, e la UE ed i suoi "governanti" forse si limitano ad eseguire ordini...
  In questo quadro tragico e oscuro, i cristiani continuano a ribadire cosa ci si aspetta dall'Occidente.  Questi pastori continuano a restare tra la propria gente adoperandosi in ogni modo per costruire un Medio Oriente più umano, più giusto, rispettoso e comprensivo delle identità.

Un lavoro incessante che ci verrà testimoniato anche in questi giorni da Fra  Ibrahim Alsabagh, Parroco nella parrocchia di San Francesco ad Aleppo, nel suo giro di testimonianze in Italia ( calendario in aggiornamento alla pagina Appuntamenti e Incontri ..... )
la Redazione di Ora pro Siria 

Fra Ibrahim: L’attacco al Collegio francescano per colpire civili, seminare caos e terrore

L’obiettivo dei missili “era proprio quello di centrare la zona in cui sorge” il Collegio di Terra Santa, nei pressi del quale vi è anche “una caserma per giovani reclute” dell’esercito governativo. I gruppi jihadisti “vogliono colpire la popolazione e seminare il panico fra la gente”. Così p. Ibrahim Alsabagh, 44enne francescano, guardiano e parroco della parrocchia latina di san Francesco ad Aleppo, la “capitale del Nord” della Siria da settimane teatro di violenti combattimenti, descrive ad AsiaNews l’attacco al Collegio di Terra Santa ad Aleppo. È un messaggio in puro “stile terroristico”, avverte il sacerdote, in cui si vuole “colpire gli innocenti per lanciare un messaggio: o con noi jihadisti, altrimenti è la morte”. È evidente il proposito di alimentare “caos e terrore” fra la popolazione, “terrorizzando la gente: o con noi, oppure facciamo fuori tutti. E colpiscono gli innocenti prima dei militari”. 
La sera del 21 maggio scorso due missili lanciati dai jihadisti hanno colpito il Collegio di Terra Santa dei francescani ad Aleppo, causando un morto e due feriti gravi tra gli anziani che si erano rifugiati in questo luogo. La vittima, racconta il sacerdote, “è una donna di 94 anni che aveva cercato accoglienza” nel centro, per “sfuggire alle violenze della guerra”. Anche le altre due persone ferite “sono due donne, di circa 80 anni, ospiti” della Casa di riposo del Collegio dopo aver abbandonato nell’aprile 2015 il Centro di San Vincenzo de Paoli “quando è finito sotto attacco”. “Le anziane pensavano di essere al sicuro - commenta p. Ibrahim - e di morire in pace all’interno della Custodia, ma non è stato così”. 
Finora il centro, la scuola e il grande parco che la circonda erano stati uno dei luoghi più sicuri della città, risparmiati almeno in parte dalla violenza cieca di una guerra che ha causato in cinque anni 280mila morti. Nel Collegio vivevano una ventina di persone anziane che avevano le loro case bombardate. Era considerata “la zona quasi più sicura di Aleppo”, dove in cinque anni “erano caduti solo due o tre” razzi, prosegue p. Ibrahim, su un terreno “molto grande che prima fungeva da scuola” ed era “la più prestigiosa” di tutta la città. Nel tempo i militari governativi hanno requisito una parte per “costruire una caserma per giovani reclute”; tuttavia la zona “continuava a essere considerata tranquilla”, una sorta di “polmone verde di Aleppo”, l’unico spazio in cui le famiglie “potevano riunirsi e far respirare aria buona ai bambini”.  Un posto, aggiunge il sacerdote, dove andare per fare un campeggio, in cui “avevamo avviato lavori di restauro” per “accogliere” altre famiglie della città. Ad Aleppo i francescani hanno tre centri: la parrocchia san Francesco d’Assisi, colpita una volta, il convento di Er Ram, colpito già cinque volte, e il collegio di Terra Santa. “Ora - racconta p. Ibrahim - non vi è un solo centro ad essere stato risparmiato dalle bombe e dai missili”.
Nell’ultimo attacco i jihadisti hanno usato “un missile di un metro e mezzo”, non un semplice colpo di cannone, a conferma “della crescita del potenziale bellico” a disposizione dei movimenti estremisti filo-islamici. Il loro obiettivo, avverte il sacerdote, è colpire “le aree di Aleppo ovest” [sotto il controllo governativo], dove “si trovano le comunità cristiane”. 
Oggi, intanto, due città costiere siriane, Tartus e Jableh, nella provincia di Latakia, sulla costa mediterranea, roccaforte del governo di Damasco, sono state teatro oggi di una serie di attentati in simultanea, che hanno provocato almeno 100 morti, e oltre 120 feriti. Dietro gli attacchi vi sarebbero i miliziani dello Stato islamico (SI), che hanno rivendicato la carneficina attraverso l’agenzia di stampa Amaq, vicina al movimento jihadista. Obiettivo delle violenze gli “assembramenti di alawiti” delle due città; si tratta della stessa confessione islamica, minoritaria nel Paese, di cui fa parte anche lo stesso presidente siriano Bashar al-Assad.
La zona colpita, racconta p. Ibrahim, non vi sono solo alawiti ma pure cristiani, sunniti, sciiti. E poi vi è anche “la base russa sul Mediterraneo”, ecco perché questi attacchi sembrano più “un messaggio a Mosca che a Damasco”. I miliziani vogliono far capire che “possono arrivare dappertutto e seminare il caos”, grazie anche ad armi “sempre più sofisticate” a disposizione. Il dramma, conclude il sacerdote, è che “a pagare il prezzo”, degli attacchi bomba come dell’embargo e delle sanzioni, è sempre “la povera gente innocente”. 

domenica 22 maggio 2016

Missile jihadista colpisce casa di riposo per anziani nel Collegio di Terra Santa ad Aleppo

Riceviamo:
"Verso le ore sei di sera di sabato 21 maggio un missile ha colpito il collegio di Terra Santa dei frati francescani ad Aleppo, convento tanto caro ed amato da tutti gli aleppini, in particolare dalle famiglie che si recano qui numerose ogni giorno per prendere un'aria pulita e recuperare le energie che la guerra in atto ha sciupato... Una donna anziana e malata è stata uccisa.. Altre due ferite gravemente! Un panico e terrore ha colpito le altre venti donne che il convento aveva ospitato dopo che la loro casa di ricovero è stata bombardata un anno fa... ora non sappiamo nè come nè dove sistemarle!!!
... Ad Aleppo purtroppo non vi è più un luogo tranquillo al cento per cento...
Il Signore abbia pietà di noi e ci benedica con la Sua Pace... 

Padre Eduardo ed io stiamo pregando per la defunta e per tutte le persone innocenti che sono vittime del conflitto odioso in Siria... 
Vorremmo che vi associaste alla nostra preghiera per tutti affinché cessi il male, e al posto dell'odio regni la pace e l'amore!" 
fra Firas da Aleppo 






venerdì 20 maggio 2016

Younan: "Dovete alzare la voce per dire ai vostri governi: si partecipa a un genocidio delle minoranze"


"L'Occidente sta alimentando le tragedie catastrofiche che si svolgono davanti ai nostri occhi. Abbiamo ripetuto molte volte che incitare alla violenza in Siria porta solo il caos; e il caos porta alla guerra civile, o viceversa. Il caos è il più grande nemico delle minoranze, in particolare della minoranza cristiana in Siria e in Iraq ".
Queste sono le dure parole che il Patriarca di Antiochia e della Chiesa siro-cattolica, Ignace Youssef III Younan, ha pronunciato in una recente intervista con  Aleteia.

Da:   L'Antidiplomatico

- Patriarca Younan, qual è la situazione attuale in Siria? Qual è l'esperienza della Chiesa in questa fase del conflitto?
- Il conflitto continua. Tutte le parti coinvolte hanno le loro armi e il loro sostegno.
 
Ma c'è una grande differenza tra le forze governative, che non sono del "regime", dal momento che la Siria ha un governo riconosciuto ed è membro delle Nazioni Unite, che vogliono difendere la loro gente, e le altre forze di opposizione, ribelli o rivoluzionari -come vogliamo fare riferimento a loro, che, purtroppo, stanno distruggendo il paese.

Pochi giorni fa, ho trascorso qualche tempo in Al-Qaryatain e Palmira e ho visto con i miei occhi la distruzione che si stava svolgendo in queste due città.
 
Sono andato a Al-Qaryatain perché lì ci sono due comunità, uno siro-ortodossa e la  parrocchia cattolica. Avevamo anche il monastero di San Elian, ora completamente distrutto. Entrambe le chiese, soprattutto quella ortodossa, sono state praticamente rase al suolo.
Poi sono andato a Palmyra, dove abbiamo avevamo una piccola chiesa che è stata distrutta insieme con la canonica.
 
Ora la comunità internazionale è preoccupata per i monumenti archeologici di Palmira, che sono famosi in tutto il mondo, ma per più di cinque anni, l'interesse per le vittime innocenti è stato piuttosto limitato.
Soprattutto ora, visto quello che sta accadendo ad Aleppo, è un fatto che ci rattrista molto.

 
- L'esodo che si sta sviluppando rappresenta una situazione molto difficile. La vostra comunità vede alcuna possibilità di rimanere lì o ...?
  - 
Questa è una ingiustizia non solo per la mia comunità, ma per tutti i siriani. È vero che i cristiani sono una minoranza. Abbiamo sofferto persecuzioni, abusi e le morti, come gli altri, ma siamo i più deboli e non abbiamo nemici, né nello Stato né fra i ribelli. Non simpatizziamo con coloro che stanno distruggendo il Paese e uccidendo il suo popolo.
 
Allo stesso tempo, consideriamo loro complici tutti coloro che hanno incitato queste bande terroristiche e i presunti ribelli , dal momento che, secondo la legge penale, chiunque incita all'omicidio deve essere incriminato, e subire la punizione.
 
E così ho detto di recente durante un incontro a Torino, dove ho parlato della complicità dei politici occidentali.
 
Chiaramente sapevano che incitare alla violenza per i benefici derivanti dalla vendita di petrolio e di armi avrebbe comportato la distruzione del paese.
  Presto mi recherò a Homs [ovest della Siria] per l'ordinazione del nostro nuovo vescovo. La situazione è stabile lì e si può andare perché la zona è sotto il controllo del governo, ma più ci si avvicina ad Aleppo, più le cose diventano difficili.
E noi non sappiamo che cosa accadrà nel prossimo futuro.

 
- Di fronte a questa tragedia, i nostri lettori ci chiedono cosa possono fare.
Se i vostri cari lettori in Occidente credono che i Paesi in cui vivono sono paesi democratici, allora dovete alzare la voce per dire ai vostri governi: state partecipando a un genocidio delle minoranze, in particolare la minoranza cristiana.
 
Perché il genocidio non significa solo l'uccisione di tutti i membri di una comunità, ma anche costringerli a fuggire dal loro Paese in altre parti del mondo, sradicandoli dalla patria dei loro antenati e distruggendo una cultura, una società e una tradizione religiosa.
 
Siamo Chiese sui iuris, cioè, radicate con una nostra storia, anche se non siamo molto grandi. La situazione è orrenda.
 
Quindi, i vostri lettori devono capire che non dovrebbero accettare ciò che dicono i mass media o i politici che abusano del loro potere.
Non è più accettabile o ammissibile che si chiudano gli occhi davanti alle  atrocità che vengono consentite nel XXI secolo. Perché l'indifferenza ci rattrista e ci fa soffrire ancora di più.

-
Bisogna riconoscere l'intervento di Putin?
 
- I russi hanno preso molto più seriamente l'aiuto alla Siria, in difficoltà e divisa da molto tempo. Quando sono stato a Palmira, erano i russi che difendevano i siti archeologici.
 C
iò che ha fatto la Russia nel mese di settembre vale molto di più di quello che l'Occidente ha fatto negli ultimi due anni.
 
Abbiamo un altro esempio di ciò in Iraq, che, secondo gli USA e gli altri occidentali, è un paese che si sta muovendo verso la democrazia. Ma allora, perché non aiutare veramente a sconfiggere il sedicente Stato Islamico?
 
Essi hanno parlato di fermare o eliminare questo califfato del  terrore. In effetti, l'opportunismo dilagante esistente è ora palese. E solo noi cristiani indifesi, siamo intrappolati nel mezzo tra Daesh e l'opportunismo occidentale.

 
- I nostri lettori, soprattutto perché la nostra edizione è in arabo, ponevano questa domanda:  Molte persone non hanno capito il gesto di Papa Francesco di portare 12 musulmani a Roma il suo volo di ritorno dalla Grecia. Molti dei nostri lettori ci hanno detto: "Siamo cristiani e nessuno ci aiuta" ... Come rispondiamo?
 
- Capisco la posizione di queste persone e la loro ansia, e capisco che ci sono momenti in cui la carità cristiana non si comprende del tutto.
 
Per me, Papa Francesco è il successore di Pietro, il capo della Chiesa cattolica universale e, sollecitato dalla carità del Vangelo, ha voluto mostrare al mondo che il cristianesimo non discrimina a causa della  religione, razza o colore della pelle.
 
D'altra parte, posso capire perfettamente coloro che si chiedono circa i motivi di quanto accaduto, e se incontrassi  il Papa gli direi: "Santo Padre, tirar fuori 12 siriani tra tutti quelli che annegano nella sofferenza non risolve il problema. Preferiamo che Sua Santità prenda una decisione vera e propria".
 
Credo che il Papa abbia incontrato il Vice Presidente degli Stati Uniti, Joe Biden. Il Papa deve dire chiaramente che le politiche adottate dai politici occidentali sono assolutamente ingiuste e vanno contro la carità e la giustizia.

Avrebbero potuto gradualmente riformare i sistemi di governo. Non è possibile esportare quelle che sono chiamate "democrazie occidentali" in Paesi in cui c'è ancora un amalgama di religione e Stato.
Questa fusione esiste in tutti i paesi del Medio Oriente, ad eccezione del Libano, e significa che non si avrà mai una vera democrazia, continuando questa fusione di religione e Stato, perché sappiamo che nell'Islam il Corano viene letto e interpretato letteralmente.
Pertanto, alcuni dicono "questa è la nostra religione", ma non dimenticate che ci sono versi intrisi di violenza e di incitamento alla violenza.  E in aggiunta, ogni gruppo comprende questi versi come ritiene, perché non c'è nessuna autorità religiosa definitiva per impedirlo.
Qui ci troviamo di fronte un problema di esegesi, e ci sono alcune cose che devono essere comprese correttamente.
E così, un risultato è che ci troviamo di fronte un autonominato Stato Islamico che continua a commettere atrocità nel nome dell'Islam. Interpretano la religione come vogliono.

Non tutti i musulmani sono terroristi, ma per disgrazia, finora i terroristi del XXI secolo sono musulmani. Dobbiamo dirlo con chiarezza, chiediamo ai nostri fratelli musulmani di essere vigili. Personalmente, ho sempre detto che i discorsi nelle moschee dovrebbero essere appelli per la coesistenza e la pace, e non accuse di infedeltà rivolte alle altre religioni.
...
  è possibile continuare la lettura dell'intervista (in spagnolo)  qui: 

martedì 17 maggio 2016

UNA FIRMA per abolire le sanzioni ai siriani

Lo scopo della petizione ''Basta Sanzioni alla Siria'' lanciata sulla piattaforma 'Change.org' è attirare l'attenzione dell'opinione pubblica e della politica sul problema dell'embargo. Le sanzioni potrebbero essere rinnovate lunedì 23 maggio quando si riunirà il Consiglio Europeo con rappresentanti dei governi, ministri o sottosegretari.  E' sufficiente che un solo membro si opponga al rinnovo perché le sanzioni vengano sospese.
La guerra e le sanzioni non lasciano altro scampo ai siriani che la fuga. Lo spiega l'appello delle religiose e dei religiosi siriani, impegnati ogni giorno a soccorrere le popolazioni, i superstiti di Aleppo come i milioni di sfollati interni: essi chiedono una possibilità dignitosa di restare nella propria terra.

Vi invitiamo dunque a firmare e a diffondere tra tutti i vostri conoscenti la petizione, che trovate qui:

Nel 2011 l’Unione Europea, varò le sanzioni contro la Siria, presentandole come “sanzioni a personaggi del regime”, che  imponevano al Paese l’embargo del petrolio, il blocco di ogni transazione finanziaria e il divieto di commerciare moltissimi beni e prodotti. Una misura che dura ancora oggi, anche se, con decisione alquanto inspiegabile, nel 2012 veniva rimosso l’embargo del petrolio dalle aree controllate dall’opposizione armata e jihadista, allo scopo di fornire risorse economiche alle cosiddette “forze rivoluzionarie e dell’opposizione”.
In questi cinque anni le sanzioni alla Siria hanno contribuito a distruggere la società siriana condannandola alla fame, alle epidemie, alla miseria, favorendo l’attivismo delle milizie combattenti integraliste e terroriste che oggi colpiscono anche in Europa. E si aggiungono a una guerra, che ha già comportato 250.000 morti e sei milioni di profughi.
La situazione in Siria è disperata. Carenza di generi alimentari, disoccupazione generalizzata, impossibilità di cure mediche, razionamento di acqua potabile, di elettricità. Non solo, l’embargo rende anche impossibile per i siriani stabilitisi all’estero già prima della guerra di spedire denaro ai loro parenti o familiari rimasti in patria. Anche le organizzazioni non governative impegnate in programmi di assistenza sono impossibilitate a spedire denaro ai loro operatori in Siria. Aziende, centrali elettriche, acquedotti, reparti ospedalieri sono costretti a chiudere per l’impossibilità di procurarsi un qualche pezzo di ricambio o benzina.
Oggi i siriani vedono la possibilità di un futuro vivibile per le loro famiglie solo scappando dalla loro terra. Ma, come si vede, anche questa soluzione incontra non poche difficoltà e causa accese controversie all’interno dell’Unione europea. Né può essere la fuga l’unica soluzione che la comunità internazionale sa proporre a questa povera gente.
Così sosteniamo tutte le iniziative umanitarie e di pace che la comunità internazionale sta attuando, in particolare attraverso i difficili negoziati di Ginevra, ma in attesa e nella speranza che tali attese trovino concreta risposta, dopo tante amare delusioni, chiediamo che le sanzioni  che toccano la vita quotidiana di ogni siriano siano immediatamente tolte. L’attesa della sospirata pace non può essere disgiunta da una concreta sollecitudine per quanti oggi soffrono a causa di un embargo il cui peso ricade su un intero popolo.
Non solo:  la retorica sui profughi che scappano dalla guerra siriana appare ipocrita se nello stesso tempo si continua ad affamare, impedire le cure, negare l’acqua potabile, il lavoro, la sicurezza, la dignità a chi rimane in Siria.
Così ci rivolgiamo ai parlamentari e ai sindaci di ogni Paese affinché l’iniquità delle sanzioni alla Siria sia resa nota ai cittadini dell’Unione Europea (oggi assolutamente ignari) e diventi, finalmente,  oggetto di un serio dibattito e di conseguenti deliberazioni.
 FIRMATARI
Padre Georges Abou Khazen – Vicario apostolico dei Latini ad Aleppo
Padre Pierbattista Pizzaballa  - Emerito Custode di Terrasanta
Padre Joseph Tobji  - Arcivescovo maronita di Aleppo
Padre Boutros Marayati- Vescovo armeno di Aleppo
Suore della Congregazione di San Giuseppe dell'Apparizione dell'Ospedale “Saint Louis” di Aleppo
Comunità Monache Trappiste in Siria
Dottor Nabil Antaki – Medico, ad Aleppo, dei Fratelli Maristi
Suore della  Congregazione del Perpetuo Soccorso - Centro per minori e orfani sfollati di Marmarita
Padre Firas Loufti - Francescano
Monsignor Jean-Clément Jeanbart - Arcivescovo greco-cattolico di Aleppo  
Monsignor Jacques Behnan Hindo – Vescovo siro-cattolico di Hassakè-Nisibi

Padre Mtanios Haddad – Archimandrita della chiesa Cattolica-Melchita e Procuratore patriarcale

Mons. Hilarion Capucci – Arcivescovo emerito della Chiesa greco-cattolico melchita

S.B. Ignace Youssef III Younan Patriarca di Antiochia dei Siri

Mgr.Georges Masri, Procuratore presso la Santa Sede della Chiesa Siro-cattolica

S.B. Gregorio III Laham – Patriarca dei Melchiti

domenica 15 maggio 2016

Consacrazione della città martire Aleppo al Cuore Immacolato di Maria

Venerdì 13 maggio,  nella parrocchia latina di san Francesco si è svolta  “la solenne consacrazione della Siria e, in particolare di Aleppo, al Cuore immacolato di Maria”. I capi delle diverse comunità cristiane, vescovi, sacerdoti e fedeli, si sono riuniti alle 5.30 in chiesa per il rosario e, alle 6, per la messa solenne, con la consacrazione a Maria.


"Nostra santa Madre tu che hai offerto il tuo cuore puro per accogliere Dio il Verbo Incarnato, eccoci ci affidiamo a te. Ti affidiamo tutta la nostra vita, tutto quello che possediamo, tutto quello che noi amiamo, tutte le nostre prove. Ti offriamo i nostri corpi per purificarli,  i nostri cuori e le nostre anime per benedirli. Ti offriamo il nostro presente e futuro, le nostre case e le nostre famiglie, la nostra patria per ricolmarla attraverso la Pace di Cristo.
Ti affidiamo tutto quello che c'è in noi e intorno a noi ricevendo la tua protezione e benedizione materna. Che questa consacrazione dia i suoi frutti e permanga. Noi ti supplichiamo santa Madre di offrirci a tuo figlio Gesù perchè ci colmi della sua grazia che ci aiuti a vivere una vita divina. 

Rinnoviamo ai tuoi piedi le nostre professioni di fede. 
Noi ti promettiamo di testimoniare con coraggio le verità della nostra Santa Fede Cristiana, e vivere il comandamento di Dio specialmente la carità. Senza dimenticare di partecipare all'Eucaristia divina,  la Santa Comunione, al sacramento della riconciliazione e vivere le virtù cristiane. 
Infine noi ti promettiamo di diffondere ovunque la consacrazione al tuo Cuore puro per anticipare il ritorno del regno del Sacro Cuore di tuo Figlio nei nostri cuori, i cuori di ogni uomo, nella nostra città di Aleppo, il nostro paese, la Siria e in tutto il mondo come in cielo così in terra, 
amen."

Tradotto dall'arabo da Claude Zerez

mercoledì 11 maggio 2016

Le sanzioni uccidono e spingono alla fuga il popolo siriano: l'Italia le rinnoverà?


La Nuova Bussola Quotidiana
di Robi Ronza

 L’urgenza di porre termine alle sanzioni contro la Siria, imposte dalle potenze occidentali tra cui l’Italia, è drammaticamente emersa l’altra sera dalla testimonianza a Milano del Vicario apostolico di Aleppo dei latini, mons. Georges Abou Khazen.
 Al pubblico che gremiva l’auditorium “Giorgio Gaber” non è però sfuggita l’assurdità di tali sanzioni di cui ancora una volta fa le spese la gente comune, e non il governo che così si vorrebbe colpire. Mentre per definizione il traffico clandestino di armi non ne viene affatto frenato, a causa di esse l’interscambio di beni indispensabili si deforma passando dal legittimo commercio al contrabbando, e la solidarietà familiare e civile viene costretta all’illegalità. Alcuni esempi: a seguito del conseguente blocco dei trasferimenti di denaro verso la Siria, per posta o a mezzo banca, i siriani stabiliti all’estero già da prima dell’inizio della guerra, tra cui non mancano professionisti qualificati e imprenditori di successo, non possono spedire denaro ai loro parenti in patria. Per questo motivo può accadere che a dei figli o nipoti residenti in Europa o negli Usa sia impedito di dare sostegno a genitori anziani o nonni bisognosi di cure e di assistenza. Un gran numero di giovani, che frequentavano università europee o americane grazie a borse di studio offerte dal governo o da altri enti siriani, hanno poi dovuto interrompere gli studi perché tali borse sono state bloccate. 

Si potrebbe continuare l’elenco aggiungendo che ad esempio le organizzazioni non governative impegnate in programmi di assistenza non possono più spedire legalmente denaro ai loro operatori in Siria; e che alle missioni archeologiche occidentali, già attive in Siria, non è più possibile stipendiare collaboratori e custodi che altrimenti avrebbero potuto contrastare il saccheggio degli scavi e dei musei. Senza poi dimenticare che le sanzioni contro la Siria (come anche quelle contro la Russia) colpiscono in modo molto specifico l’export dell’Italia. Per fare un esempio che riguarda la Siria, l’industria tessile della regione di Aleppo, spazzata via da degli insorti che erano in pratica forze di invasione, lavorava molto spesso avvalendosi di assistenza tecnica italiana e di macchinari importati dall’Italia. 

Quella che in Occidente è presentata come una guerra contro il regime di Assad per buoni motivi viene vista da molti siriani come una guerra contro il loro Paese, la sua società e la sua economia. Nel vuoto ostile che si è aperto ha buon gioco la Russia, che molti vedono come l’unica grande potenza che, sia pure anche per suoi interessi, sta realmente puntando a una soluzione non catastrofica della crisi. Nel suo discorso mons. Abou Khazen ha poi pure sottolineato quanto ai tanti professionisti e tecnici siriani che si sono laureati in Europa, e che perciò bene ne conoscono lingue e culture, dispiaccia tra l’altro la rottura delle relazioni non solo diplomatiche ma anche culturali con i Paesi dove hanno vissuto e studiato: sono state chiuse infatti non solo le ambasciate, ma anche gli istituti di lingua e cultura ad esse collegati. “Con la chiusura del consolato d’Italia ad Aleppo, erede di una rappresentanza diplomatica che la Repubblica di Venezia aveva aperto nella città già nel secolo XVI,” ha osservato mons. Abou Khazen, “si è interrotta una presenza secolare”. 

Tanto più tenendo conto di come stanno adesso le cose, a nostro avviso le sanzioni contro la Siria vanno sospese. E’ una decisione che si può prendere a prescindere dai negoziati di pace in corso, con i quali non interferisce. Rinnovate per un anno dal Consiglio Europeo nel maggio 2015, tali sanzioni scadono il 1° giugno prossimo. E’ dunque il momento di ricominciare a parlarne. 
E’ troppo augurarsi che il nostro governo prenda posizione contro il loro rinnovo dimostrando, non solo a parole ma anche con i fatti, la sua conclamata volontà di impegnarsi per la pace e lo sviluppo dei Paesi del Mediterraneo? Una pace e uno sviluppo che sono tra l’altro nel pieno interesse dell’Italia.

http://www.lanuovabq.it/it/articoli-e-giunta-lora-di-rimuovere-le-sanzioni-alla-siria-15994.htm


Al link di seguito il comunicato che informa che le sanzioni del maggio 2015 sono rinnovate fino al 1 giugno 2016:

Riceviamo questo messaggio:
Il 1° giugno scadono le sanzioni alla Siria e probabilmente saranno rinnovate  quando si riuniranno i rappresentanti degli esteri, ambasciatori o ministri, dei paesi dell' Unione europea. Per rinnovarle dovrebbe essere necessaria l' unanimità, per cui l'Italia se volesse potrebbe impedire nuove sanzioni. L' embargo alla Siria determina ulteriori sofferenze a un popolo che vive già una situazione tragica. Ogni retorica sui migranti che scappano dalla guerra siriana è ipocrita e falsa se nello stesso tempo cerchiamo di affamare, impedire le cure, negare il riscaldamento a chi rimane in Siria. 
Non so se in questi 15 giorni riusciremo a mettere in piedi qualche iniziativa per chiedere l' abolizione delle sanzioni: sarebbe giusto, utile e necessario. Sicuramente anche ognuno di noi, da solo, può far girare le notizie sull' embargo, sul web ma anche a voce con amici e parenti.  
E' giusto fare il possibile, fare poco è comunque meglio di non fare niente. 
Marco Palombo



LEGGI ALTRE TESTIMONIANZE E APPELLI A  RIMUOVERE L'EMBARGO CONTRO IL POPOLO  SIRIANO:

"Così si uccide la speranza, la dignità, e anche la vita fisica di un popolo"  Testimonianza delle Monache Trappiste dalla Siria lacerata dal conflitto  http://oraprosiria.blogspot.it/2013/02/crudele-ipocrisia-delle-sanzioni-la.html

Quei bimbi siriani uccisi  dall' embargo  http://www.avvenire.it/Mondo/Pagine/bimbi-siriani.aspx

 Pierre Merjaneh commenta la situazione: "parlano di sanzioni economiche, ma sono in realtà sanzioni umanitarie "… 

Le Monache siriane: "Vi chiediamo, operate per la cessazione delle inique sanzioni che uccidono la nostra gente"  http://oraprosiria.blogspot.it/2015/07/le-monache-siriane-vi-chiediamo-operate.html

«La speranza non si uccide solo con il fucile, ma anche con le sanzioni» 

-  SPEZZIAMO L'EMBARGO L’Italia abbia coraggio, per i siriani  http://www.avvenire.it/Commenti/Pagine/spezziamo-embargo-siria.aspx

Il Patriarca Younan: "Le sanzioni alla Siria sono peggio di una guerra"  https://it.zenit.org/articles/le-sanzioni-alla-siria-sono-peggio-di-una-guerra/

-  «Mandate alimenti e vestiti ma firmate l’embargo contro la Siria. Denunciate le violenze dei jihadisti e poi li armate»  http://www.tempi.it/occidente-deve-fermare-la-guerra-in-siria-agendo-sulle-cause-non-curarne-gli-effetti-nei-suoi-confini#.VzM-RoSLSM9

-  La ricetta dell’Italia per la Siria, sanzioni e fornitura di armamenti ai ribelli?  http://www.vietatoparlare.it/la-ricetta-dellitalia-per-la-siria-sanzioni-e-fornitura-di-armamenti-ai-ribelli/

L’embargo internazionale impedisce l’esportazione, i prezzi dei prodotti venduti sul mercato nero sono schizzati alle stelle...  
 http://www.proterrasancta.org/it/lappello-del-custode-di-terra-santa-emergenza-siria/

sabato 7 maggio 2016

“Per te preghiamo, Aleppo”: 8 maggio 2016 giornata mondiale di preghiera per Aleppo


Pray for Aleppo   08/05/2016
صلِّ من أجل حلب 
Prions pour Aleppe 
Preghiamo per Aleppo 
Carissimi amici, La situazione ad Aleppo in questi ultimi tre giorni e' un poco piu' calma. Ho visitato i feriti e le case distrutte negli ultimi attacchi: che pena e dolore!  
Abbiamo indetto Domenica una giornata di preghiera per Aleppo e per la pace in Siria 
Per favore, unitevi a noi. 
Saluti da Aleppo.
+Georges Abou-Khazen


“Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio” (MT 5,9).
Un invito a tutti i giovani del mondo e del mondo salesiano a partecipare alla giornata di preghiera per la città di ALEPPO, l’8 maggio 2016

“Per te preghiamo, Aleppo”.
Preghiamo per tutti i bambini, i giovani e gli anziani, sui quali si aggira l'ombra della morte:

O Regina della Pace, prega per noi.

O Principe della Pace, dona a noi la Pace.

mercoledì 4 maggio 2016

"L'ultimo pediatra"?? I Cristiani di Aleppo e l’informazione unilaterale

Aleppo - La disinformazione continua. 

da Nabil Antaki, dei fratelli Maristi



Abbiamo chiesto al Dr. Nabil Antaki se le informazioni riportate da una settimana sulla situazione in Aleppo corrispondono a quello che accade lì.  Ecco la sua risposta:

A tal proposito, ultimamente mi rendo conto che i media continuano a mentire per omissione. Dall'inizio della guerra in Aleppo 4 anni fa, essi non riportano tutti i fatti nel loro complesso.
 Aleppo è bombardata quotidianamente dal 2012 da parte di gruppi terroristici che provocano morti e feriti. Nessuno se ne è mai curato; se non per felicitarsi per il "buon lavoro che fanno" [riferendosi alla dichiarazione di Laurent Fabius].  E' tempo che l'Occidente si svegli e smetta di sostenere i terroristi.
 Noi in Aleppo siamo disgustati dalla mancanza di imparzialità e obiettività dei mezzi di comunicazione.  Parlano solo di sofferenza e perdita di vite umane nella parte orientale della città, controllata da al-Nosra, gruppo terrorista affiliato ad al-Qaeda, che hanno sempre chiamano "ribelle", il che è un modo per renderlo più rispettabile. E passano sotto silenzio le perdite e la sofferenza quotidiana nei nostri distretti occidentali di Aleppo dovuti ai bombardamenti lanciati da questi terroristi. Non parlano neanche circa il blocco e i tagli totali di acqua ed elettricità che quelli infliggono a noi ...
 I media non dicono nulla dei bombardamenti continui e della carneficina che ha avuto luogo la scorsa settimana, nella parte occidentale della città [dove il dottor Nabil vive], dove nessun quartiere è stato risparmiato e dove ci sono ogni giorno decine di morti. Queste omissioni sono tanto più scioccanti in quanto questi nostri distretti rappresentano il 75% della superficie di Aleppo e hanno 1,5 milioni di persone - contro 300.000 nella parte orientale occupata dai gruppi terroristici.
 Questa informazione monca insinua che i terroristi che ci attaccano sono le vittime. Peggio ancora, i media hanno sviato la nostra richiesta "SAVE ALEPPO" suggerendo che questo appello chiedeva la cessazione delle ostilità da parte delle "forze di Assad". Il che è falso. Inoltre, non ci sono "forze di Assad": ci sono le forze dell'esercito regolare siriano a difesa dello Stato siriano.
Essi [i media tradizionali] potrebbero almeno avere la decenza di parlare della carneficina causata dagli attentati terroristici che hanno mietuto molte vittime. Come è successo di nuovo venerdì scorso, quando uno dei loro colpi ha colpito una moschea nell'ora della preghiera causando 15 morti e 50 feriti tra i civili. Gli attacchi e le perdite che soffriamo vengono presentati [dai media] in modo da lasciare il pubblico nell'incertezza su chi è il vero responsabile di questi crimini.
 Da tre giorni i media stanno accusando il "regime di Assad" e i russi di aver bombardato e distrutto un ospedale sostenuto dalla ONG Medici senza frontiere  ad est della città.  Essi sostengono che "l'ultimo pediatra di Aleppo" è stato ucciso nel bombardamento. Abbiamo ancora molti pediatri in Aleppo.  Ciò dimostra molto bene che, per i media, conta solo la parte orientale occupata dai ribelli, e che i tre quarti della città di Aleppo amministrati dallo stato siriano, dove praticano ancora molti pediatri, non contano.
 L'ospedale MSF menzionato non è nella lista degli ospedali siriani stabilita prima della guerra da parte del Dipartimento della Salute. Quindi, se c'è, è stato installato in un edificio dopo la guerra.  Io non credo che le forze governative o un aereo russo abbiano deliberatamente bombardato un ospedale. Non è nel loro interesse.
 Abbiamo constatato la stessa parzialità, quando il più grande ospedale di Aleppo  Al-Kindi , è stato colpito dai missili terroristici di al-Nosra e intenzionalmente bruciato nel 2013. I media non hanno prestato attenzione a questo atto criminale. Siamo disgustati e rivoltati da questa disinformazione in corso.
Nabil Antaki, 30 aprile 2016 

http://arretsurinfo.ch/alep-linformation-mensongere-continue-par-nabil-antaki/


  Il Vescovo di Aleppo Monsignor Jeanbart :
L’ULTIMO PEDIATRA? ...  Monsignor Jeanbart ha anche criticato l’informazione unilaterale: «Il governo sta cercando di liberare la città dopo che per mesi gli aleppini sono stati bombardati [dai ribelli]. Ovviamente è triste che un ospedale sia stato distrutto. Ma Medici senza frontiere ha dichiarato che l’ultimo pediatra è stato ucciso. Non è vero, ce ne sono molti altri dove più di un milione di persone vivono. Quando sentite parlare delle sofferenze di Aleppo, spesso si parla del regime che attacca i civili controllati dai ribelli. Ma è quasi sempre vero l’opposto. Non sto scusando il regime di Assad, ma non posso permettere che le menzogne continuino a informare il mondo. (…) Noi abbiamo più libertà di coloro che vivono nell’altra [metà di Aleppo]. Fino a quando non attacchi i soldati del governo, puoi anche criticare il governo e non ti succede niente. Ma se fossimo dall’altra parte, verremmo obbligati a convertirci all’islam e saremmo cittadini di serie B, senza diritti».

Missili e razzi lanciati dalla zona sotto il controllo dei ribelli ieri hanno colpito l’ospedale di Dabbi’t, centrando il reparto di ostetricia e uccidendo 17 bambini, oltre che donne e uomini.
    Padre Ibrahim, francescano:
BOMBE SUI CIVILI. ... «È il momento peggiore di Aleppo da sempre», spiega padre Ibrahim. «Abbiamo appena avuto la notizia che un ospedale è stato bombardato: si parla già di 17 vittime. Ma da mercoledì scorso a oggi le bombe cadono sulle moschee, sulle chiese, sulle case, in tutte le zone di Aleppo ovest».
È da anni che la situazione è questa, spiega il francescano, ma ora l’intensità degli attacchi è aumentata. Chi spara? «Sicuramente qui nella parte ovest, chi ci colpisce non è l’esercito, che ci difende, ma sono le milizie che non hanno accettato la pace». Si tratta «sicuramente» di un «bombardamento fondamentalista e terrorista: sono bombardamenti non contro obiettivi militari, protetti, ma contro obiettivi civili indifesi come scuole, chiese, ospedali. Un modo di terrorizzare la gente e usare questo terrore come carta da giocare nelle trattative».
STRUMENTALIZZAZIONI. Sui media internazionali è stata data la notizia che è stato colpito un ospedale pediatrico da missili russi o dell’esercito di Assad. È vera questa notizia? Cosa è accaduto? Padre Ibrahim ammette di non avere certezze sull’accaduto, di certo, sottolinea, «quando viene colpito un ospedale con bambini e donne ricoverate, questo non può essere che un crimine di guerra a cui siamo al cento per cento contrari». Quel che può dire il francescano è che si tratta di quella parte della città «dove ci sono i miliziani di al-Nusra (il nome locale di al Qaeda, ndr): si è detto che era un ospedale da campo dove curavano i terroristi feriti in azione di guerra». La Chiesa, prosegue, è contro ogni tipo di bombardamento su civili innocenti, «ma sappiamo che ci sono diverse strumentalizzazioni delle informazioni».

i Salesiani di Damasco donano il sangue per Aleppo
   Il vescovo di Aleppo, monsignor Audo:
... Eccellenza, qual è la situazione ad Aleppo? La settimana scorsa il bombardamento degli ospedali, ogni giorno nuovi attacchi...  «La situazione è drammatica: la città divisa in due, a ovest i governativi e a est i ribelli asserragliati nella città vecchia. L'80% della popolazione è senza lavoro. E i bombardamenti durano da mesi. Ma sull'ospedale vorrei dire una cosa: bisogna fare attenzione, i media occidentali parlano di Siria solo quando attacca l'esercito di Assad. Quando sparano i ribelli non ne parla nessuno. Venerdì scorso i gruppi armati dell'opposizione hanno bombardato una moschea facendo 250 fra morti e feriti. Ne avete sentito parlare?» 
Ci sono due pesi e due misure? «Certo: per l'Occidente Assad uccide i bambini e i pediatri, mentre i ribelli islamisti sono degli angeli» 
Chi paga per tutto questo? «I soldi vengono dall'Arabia Saudita, i miliziani sono armati e addestrati in Turchia».
Quindi la coalizione che combatte Isis in realtà finanzia la jihad?   «Esattamente. Questa guerra è organizzata per interessi economici e strategici ad alti livelli da Usa e Israele, secondo un accordo ben orchestrato. Ma sono loro dietro tutto: hanno i loro interessi, che difendono tramite intermediari come la Turchia, l'Arabia, il Qatar»
Sono parole molto pesanti.  «Eppure sono rapporti geopolitici chiari. I nodi sono due: la volontà di Israele di sopravvivere e quella statunitense di imporre la propria supremazia economica. Questi obiettivi sono intrecciati e per raggiungerli si punta a dividere gli avversari. Guardi cosa hanno fatto con Saddam e cosa hanno provato a fare con Assad».