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venerdì 16 febbraio 2018

Il Papa e la Comunione con la Chiesa sofferente in Siria

Papa Francesco, vicino con il cuore e la preghiera alle comunità cristiane sofferenti in Medioriente, ha rivolto parole di incoraggiamento ai membri del Sinodo Greco Melkita, ricevuti in Vaticano.

Beatitudine, cari Fratelli nell’Episcopato,
Vi ringrazio per la vostra visita. La felice occasione è data dalla manifestazione pubblica della Comunione Ecclesiastica, che avrà luogo domani mattina durante la Celebrazione eucaristica e che ho già avuto modo di accordare a Vostra Beatitudine nella Lettera del 22 giugno scorso, dopo la Sua elezione a Patriarca, Pater et Caput, da parte del Sinodo dei Vescovi.
Allora, come oggi, caro Fratello, Le assicuro la mia costante vicinanza nella preghiera: che il Signore Risorto Le sia vicino e La accompagni nella missione affidataLe. È una preghiera che non può essere dissociata da quella per l’amata Siria e per tutto il Medio Oriente, regione nella quale la vostra Chiesa è profondamente radicata e svolge un prezioso servizio per il bene del Popolo di Dio. Una presenza, la vostra, che non si limita al Medio Oriente, ma si estende, ormai da molti anni, a quei Paesi nei quali tanti fedeli greco-melkiti si sono trasferiti in cerca di una vita migliore. Anche a questi fedeli in diaspora e ai loro Pastori vanno la mia preghiera e il mio affettuoso ricordo. 
In questo difficile periodo storico tante comunità cristiane in Medio Oriente sono chiamate a vivere la fede nel Signore Gesù in mezzo a molte prove. Auspico vivamente che, con la loro testimonianza di vita, i Vescovi e i sacerdoti greco-melkiti possano incoraggiare i fedeli a rimanere nella terra dove la Provvidenza divina ha voluto che nascessero. Nella menzionata Lettera di giugno ricordavo che «mai come in questi momenti i Pastori sono chiamati a manifestare, davanti al popolo di Dio che soffre, comunione, unità, vicinanza, solidarietà, trasparenza e testimonianza». Vi invito fraternamente a proseguire su questa strada. Come sapete, ho indetto, per il 23 di questo mese, una giornata di preghiera e digiuno per la pace. In quella occasione non mancherò di ricordare, in maniera speciale, la Siria, colpita in questi ultimi anni da sofferenze indicibili.

Giungete pellegrini a Roma, presso la tomba dell’Apostolo Pietro, a conclusione della vostra ultima Assise sinodale, che si è svolta in Libano nei primi giorni del mese. Si tratta sempre di un momento fondamentale, di cammino comune, durante il quale Patriarca e Vescovi sono chiamati a prendere decisioni importanti per il bene dei fedeli, anche attraverso l’elezione dei nuovi Vescovi, di Pastori che siano testimoni del Risorto. Pastori che, come fece il Signore con i suoi discepoli, rianimino i cuori dei fedeli, stando loro vicini, consolandoli, scendendo verso di loro e verso i loro bisogni; Pastori che, al tempo stesso, li accompagnino verso l’alto, a “cercare le cose di lassù, dov’è Cristo, non quelle della terra” (cfr Col 3,1-2). Abbiamo tanto bisogno di Pastori che abbraccino la vita con l’ampiezza del cuore di Dio, senza adagiarsi nelle soddisfazioni terrene, senza accontentarsi di mandare avanti quello che già c’è, ma puntando sempre in alto; Pastori portatori dell’Alto, liberi dalla tentazione di mantenersi “a bassa quota”, svincolati dalle misure ristrette di una vita tiepida e abitudinaria; Pastori poveri, non attaccati al denaro e al lusso, in mezzo a un popolo povero che soffre; annunciatori coerenti della speranza pasquale, in perenne cammino con i fratelli e le sorelle. Mentre sarò lieto di accordare l’Assenso Pontificio ai Vescovi da voi eletti, vorrei poter toccare con mano la grandezza di questi orizzonti.
Beatitudine, Eccellenze, rinnovo di cuore la mia gratitudine per la vostra fraterna visita. Quando farete ritorno alle vostre Sedi e incontrerete i sacerdoti, i religiosi, le religiose e i fedeli, ricordate loro che sono nel cuore e nella preghiera del Papa. La Tutta Santa Madre di Dio, Regina della pace, vi custodisca e vi protegga. E mentre ho la gioia di dare a voi e alle vostre comunità la mia Benedizione, vi chiedo, per favore, di non dimenticarvi di pregare per me. Grazie.

Riportiamo di seguito le brevi parole che il Santo Padre ha rivolto nel corso della Messa e la traduzione in lingua italiana delle parole di ringraziamento del Patriarca al Papa:

Parole del Santo Padre
Questa Messa con il nostro fratello, patriarca Youssef, farà la apostolica communio: lui è padre di una Chiesa, di una Chiesa antichissima e viene ad abbracciare Pietro, a dire “io sono in comunione con Pietro”. Questo è quello che significa la cerimonia di oggi: l’abbraccio del padre di una Chiesa con Pietro. Una Chiesa ricca, con la propria teologia dentro la teologia cattolica, con la propria liturgia meravigliosa e con un popolo, in questo momento gran parte di questo popolo è crocifisso, come Gesù. Offriamo questa Messa per il popolo, per il popolo che soffre, per i cristiani perseguitati in Medio Oriente, che danno la vita, danno i beni, le proprietà perché sono cacciati via. E offriamo anche la Messa per il ministero del nostro fratello Youssef.

Ringraziamento del Patriarca al Santo Padre
Santità,
Vorrei ringraziarLa per questa bella Messa di comunione, a nome di tutto il Sinodo della nostra Chiesa greco-melkita cattolica. Personalmente, sono veramente commosso dalla Sua carità fraterna, dai gesti di fraternità, di solidarietà che ha dimostrato alla nostra Chiesa, nel corso di questa Messa. Le promettiamo di tenerLa sempre nei nostri cuori, nel cuore di noi tutti, clero e fedeli, e ricorderemo sempre questo evento, questi istanti storici, questo momento che non riesco a descrivere per quanto è bello: questa fraternità, questa comunione che lega tutti i discepoli di Cristo. Grazie, Santità.

martedì 18 marzo 2014

I Vescovi cattolici siriani: “Noi dichiariamo il nostro rifiuto di ogni forma di estremismo, takfirismo, omicidio ed estorsione”



DICHIARAZIONE DELL’ASSEMBLEA  DELLA GERARCHIA CATTOLICA DI SIRIA  

12 –3- 2014

L'Assemblea della Gerarchia Cattolica di Siria ha tenuto la sua sessione primaverile nel corso di un giorno, il 12 marzo 2014. A causa delle condizioni di viaggio difficili all'interno della Siria, l'Assemblea si è tenuta presso la residenza patriarcale melchita greco-cattolica in Rabweh (Antelias, Libano.)
L’Assemblea era presieduta da S.B. Gregorios III, in presenza S.B. Ignatius Youssef III Younan, Patriarca di Antiochia dei Siro-Cattolici e di S.E. Mons Mario Zenari Nunzio Apostolico in Siria e delle Eccellenze  membri dell’Assemblea.
L'Assemblea ha affrontato il programma preparato dal corepiscopo Mounir Sakkal, Segretario dell'Assemblea. Alla fine della riunione, l'Assemblea ha pubblicato il seguente comunicato stampa:

1 - La crisi siriana è ormai al suo quarto anno. La nostra situazione può essere descritta con le parole di Costituzione pastorale Gaudium et Spes del Concilio Vaticano II: "Le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d'oggi, soprattutto quelli che sono poveri o in qualsiasi modo soffrono, sono le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo. Infatti, non vi è nulla di genuinamente umano che non trovi eco nel loro cuore ".

2 - Preghiamo per il riposo di tutte le vittime. Noi preghiamo per la guarigione di tutti i malati, per i feriti, i disabili e per gli emarginati ed in difficoltà. Ricordiamo i rapiti, in particolare i nostri due fratelli vescovi , Youhanna Ibrahim e Boulos Yazagi, i due preti, Michael Kayyal e Ishaq Mahfouz, e molti altri figli e figlie delle nostre parrocchie.

3 - Noi dichiariamo il nostro rifiuto di ogni forma di estremismo, takfirismo , omicidi ed estorsione, e di tutti gli attacchi contro le persone e gli edifici. Condanniamo gli attacchi ai luoghi di culto, siano chiese o moschee. Il numero di chiese danneggiate o distrutte di tutte le confessioni è oggi circa un centinaio.

4 – Affermiamo la nostra solidarietà con il nostro amato paese, la Siria, popolo e  governo. Sosteniamo tutti gli sforzi verso una soluzione pacifica, giusta e rapida alla crisi, in particolare attraverso una continuazione dei colloqui di Ginevra. Noi vogliamo una Siria unita, libera, democratica e pluralista , con gli stessi criteri di cittadinanza per tutti, e vogliamo una vita degna per tutti i componenti della società siriana, qualunque sia il loro partito.

5 - In occasione della Grande e Santa Quaresima, invitiamo i nostri figli e figlie a digiunare e dar prova di solidarietà, carità e collaborazione per alleviare le sofferenze delle persone sfollate, internamente ed esternamente al Paese. Abbiamo bisogno della grazia di digiuno, della preghiera, della forza dello spirito, della fede, della speranza e della carità. Non dobbiamo soccombere a sentimenti di disperazione, di frustrazione e  paura, nonostante la nostra tragica, terribile sofferenza che aumenta ogni giorno . Ascoltiamo  la voce del Santo Padre Francesco e lo ringraziamo per il suo sostegno, l'amore e le preghiere per la Siria. Egli ci dice: "Cerchiamo di non perdere mai il coraggio della preghiera!” . Dice anche: "Non dobbiamo mai lasciare che la fiamma della speranza si spenga nei nostri cuori!". Chiediamo a tutti di far sì che durante la Grande Quaresima,  nell'intera Siria specialmente  tra i  cristiani,  tante mani siano alzate in preghiera. Che la Quaresima susciti in noi  i sentimenti e la forza della speranza !

6 - Noi supplichiamo il Signore di  condurre il nostro cammino di croce tragico e cruento  verso l'alba e la gioia della Santa Resurrezione. Che  la Siria torni al suo antico stato, alla pace, la sicurezza, l'amore, la gentilezza, la comunicazione, la comunione, il rispetto reciproco, la convivenza, e una vita degna per tutti i cittadini.

7 - Ci appelliamo a tutti i cittadini, chiedendo loro di lavorare per la pace con tutti i mezzi, sia a livello locale che internazionale,  insistendo  sul cessate il fuoco, il dialogo, la riconciliazione e la ricostruzione. Noi tutti abbiamo la responsabilità di lavorare seriamente per la pace.

8 – Rivolgiamo un particolare ringraziamento  a Sua Santità Papa Francesco  e gli rivolgiamo le nostre  felicitazioni per il primo anniversario del suo pontificato. Ringraziamo anche tutte le  istituzioni internazionali (soprattutto cattoliche) per il sostegno offerto con l'obiettivo di alleviare le sofferenze di tutti i cittadini siriani.

Che la Vergine Maria, Nostra Signora di Damasco e Nostra Signora di  Saidnaya, e di tutti gli altri luoghi mariani di pellegrinaggio, tenga  la Siria sotto la sua protezione: sia Lei a diffondere la pace e l'amore in tutto il paese. Facciamo appello alla coscienza di tutti i popoli, e in particolare quei paesi in grado di giocare un ruolo decisivo nella crisi siriana, di trovare un modo per porre fine alla crisi.

Con la Chiesa noi preghiamo, "Commemorando la nostra santissima, purissima, la  beatissima e gloriosa Signora, la Madre di Dio e sempre Vergine Maria, con tutti i Santi, affidiamo noi stessi e gli uni gli altri e tutta la nostra vita a Cristo nostro Dio ".

Con il Signore diciamo ai figli e alle figlie delle nostre parrocchie:
"Non temere, piccolo gregge!
Sii luce, sale e lievito! "

+ Gregorios III
Patriarca di Antiochia e di tutto l'Oriente, di Alessandria e di Gerusalemme


Presidente dell'Assemblea della Gerarchia Cattolica di Siria. 


“Un pace giusta!”: profonda solidarietà della Chiesa indiana con il popolo della Siria


Agenzia Fides - 12/3/2014
New Delhi – “Tre anni di conflitto in Siria hanno letteralmente devastato e distrutto la vostra vita e i vostri sogni. E’ stato pagato un tributo di oltre 100.000 vite, migliaia di mutilati e feriti muoiono di fame, milioni di persone sono dovute fuggire dal paese. Il nostro cuore va a voi, a tutta la popolazione civile, in particolare alle donne, ai bambini e agli anziani che sono le vittime più vulnerabili della violenza. Nel bel mezzo di questa violenza cieca, i vostri cuori siano speranza e desiderio di pace. E’ per questo che noi, in profonda solidarietà con voi, preghiamo sinceramente”: così recita l’appello accorato diffuso dalla Commissione per la Giustizia, la pace e lo sviluppo, della Conferenza Episcopale dell'India, inviato all’Agenzia Fides. 

Il testo, firmato da p. Charles Irudayam, ricorda l’esortazione di pace pronunciata da Papa Francesco, durante la veglia di preghiera per la Pace in Siria, il 7 settembre 2013. 
La Chiesa indiana esorta a “sostituire il linguaggio della morte”, che è la violenza, “con il linguaggio dell'amore e della vita”, che è quello parlato da Gesù Cristo, vincitore del peccato e della morte. “La sua risurrezione conferma la nostra speranza che la vita trionferà sulla morte, e la pace sulla guerra”, nota l’appello giunto a Fides. 
Invocando “una pace giusta per la Siria”, il testo conclude: “Possano tutti coloro che sono responsabili dell'attuale situazione, compiere scelte di pace! Possano tutti gli attori in campo rendersi conto che la pace vale più di ogni cosa. Dio, autore e fonte della vera pace, guidi i cuori dei leader perchè è giunto il momento di rinunciare alla violenza e di dare una possibilità alla pace”. 

http://www.fides.org/it/news/54789-ASIA_INDIA_Un_pace_giusta_profonda_solidarieta_della_Chiesa_con_il_popolo_della_Siria#.UyCm9kaYbwp

giovedì 6 marzo 2014

La Chiesa sofferente e orante di Damasco riceve la Grande Quaresima




Damasco , 3 marzo 2014



La Chiesa che soffre di Damasco ha celebrato, il 3 Marzo 2014, l'inizio della Grande e Santa Quaresima, nel primo giorno chiamato "Lunedi del Monaco".
 Infatti, i cristiani  un tempo salutavano  i monaci che erano presso di loro e che, in quel giorno, lasciavano i villaggi per recarsi nei deserti e grotte della regione, per fare ritorno il Sabato di Lazzaro e celebrare la Domenica delle Palme e Settimana Santa.       
Diverse parrocchie hanno celebrato questo "Lunedi del Monaco" intorno a mezzogiorno, consumando insieme il piatto popolare chiamato Moujadara (lenticchie e riso), cotto in enormi recipienti.       

Sua Beatitudine il Patriarca Gregorios III ha celebrato il "Lunedi del Monaco" nel villaggio Jdeidit Artouz, vicino a Damasco, dove si sono rifugiate  persone di diverse regioni della Siria, molte delle quali suoi parenti di Daraya. Il parroco, padre Dott. Abboud  Chehade ha invitato i suoi parrocchiani ad accogliere il Patriarca, che ha presieduto la celebrazione della Ora sesta (Sesta), in ricordo della Passione di Cristo, che continua nella sofferenza del popolo siriano.       
Nel suo sermone, il Patriarca ha presentato la sua lettera di Quaresima, intitolata "La grazia del digiuno." Poi, Sua Beatitudine ha visitato la scuola materna della parrocchia e poi ha condiviso il pasto tradizionale quaresimale con i parrocchiani: insalate e Moujadara.
       Molte parrocchie hanno celebrato questo "Lunedi  del Monaco", allo stesso modo, offrendo la  Moujadara a circa 5.000 persone.       
Al Patriarcato, SER Kyr Joseph Absi, arcivescovo vicario patriarcale, ha presieduto una breve preghiera e il pasto di Moujadara offerto da IMAC (presieduto da Ghassan Talab) a circa 500 bambini e giovani.        

Vale la pena ricordare gli ingredienti cucinati nelle pentole giganti: Lenticchie  (50 kg), riso (45 kg), cipolle (20 kg), olio d'oliva (16 litri), olio di girasole (16 litri), cavolo (40 kg), limoni (  20 kg) .
  
Lunedì sera, nelle nostre parrocchie si è  iniziato a celebrare il bell' Ufficio quaresimale della  Grande Compieta, che è conosciuto sotto il nome di una delle sue invocazioni: " Dio Potente, sii con noi".

Ringraziamo il Signore che la Chiesa sofferente di  Damasco diventi la Chiesa orante  per 40 giorni, culminando nella Settimana Santa.  Siamo orgogliosi  che la Chiesa di Damasco si distingua per la sua partecipazione agli Uffici durante la Santa Quaresima. Quasi ogni giorno, quasi tutte le nostre chiese sono pressochè piene.      
 La Chiesa sofferente a Damasco si trasforma in migliaia di mani in preghiera che invocano il Signore per le vittime della guerra, della violenza e del terrore, la pace, la sicurezza, la riconciliazione, l'amore, la stabilità e la fine delle sofferenze di milioni di sfollati, disabili, di feriti, di coloro che sono in lutto.       

Così la Chiesa di Damasco e la Chiesa di tutta la Siria continuano il loro cammino di croce, senza lasciare che  la fiamma della speranza si spenga nei cuori e nelle anime dei loro fedeli, come raccomandato da Sua Santità Papa Francesco, chiamandoci a mantenere "il coraggio della preghiera."       
La Chiesa di Damasco e di tutta la Siria avanza  con coraggio, fede, speranza e carità per la sua strada di croce durante questa Santa Quaresima, nella speranza che risplenda su tutti  i suoi cittadini, in tutte le regioni, l'alba della pace e della risurrezione, e augura a tutti una buona e santa Quaresima.       

 Sua Beatitudine ha elaborato un piano di visite alle parrocchie dell'Eparchia Patriarcale di Damasco durante questo tempo di Quaresima, per incontrare i  sacerdoti e i fedeli. Ad ogni visita, il Patriarca pronuncerà un sermone sulla Quaresima.       
Rapporti e fotografie di queste visite quaresimali saranno pubblicati per accompagnare i parrocchiani nelle loro speranze e dolori, le loro preghiere per la pace nella nostra amata Siria, in Terra Santa, nel Medio Oriente e nel mondo.

http://www.pgc-lb.org/fre/news_and_events/view/Damascus-suffering-and-praying-Church-begins-Great-and-Holy-Lent

giovedì 3 maggio 2012

Messaggio dei Vescovi siriani sulla situazione del Paese

Relazione finale dell'Assemblea della Gerarchia Cattolica in Siria
Arcidiocesi maronita di Aleppo - 25 aprile 2012

L'Assemblea della Gerarchia Cattolica in Siria ha tenuto la sua riunione ordinaria primaverile ad Aleppo presso la sede dell'Arcivescovo maronita il 25 aprile 2012, presieduta dal suo Presidente, patriarca greco-cattolico melchita Gregorios III. Inoltre vi hanno preso parte il patriarca siro-cattolico Ignatius Joseph III (Younan), l'arcivescovo Mario Zenari, Nunzio Apostolico in Siria e Vescovi cattolici in Siria.

I Padri hanno esaminato la situazione in Siria alla luce degli attuali eventi dolorosi. Hanno discusso dei problemi pastorali riguardanti la vita e la missione sociale della Chiesa nelle difficili condizioni in cui versano alcune regioni del paese. Hanno rilasciato la seguente dichiarazione:
1-    Noi siamo a fianco del nostro popolo siriano, nella ricerca di una vita dignitosa, dell' unità nazionale, della solidarietà fra tutti i diversi gruppi che costituiscono le realtà sociali, religiose e nazionali, nel perseguire un diffuso, efficace processo di riforma che deve essere effettuato sul campo, nei servizi e nella sfera politica, sociale e culturale, coordinando gli sforzi di tutti i siriani - governo, partiti, opposizione costruttiva, specialisti - nel quadro di unità nazionale e partecipazione attiva al dialogo nazionale (assolutamente indispensabile per qualsiasi riforma e senza il quale essa rimarrebbe una speranza vana), riconoscendo che questo è il modo migliore per sfuggire al ciclo della violenza e della repressione. Lo Stato ha chiamato al dialogo e noi invitiamo tutti i partiti nazionali, in patria e all'estero, a costruire una nuova multi-partitica democratica Siria.  Noi incoraggiamo inoltre tutti a partecipare pienamente alle elezioni libere ed eque per l'Assemblea Nazionale il 7 maggio prossimo, per esprimere la volontà popolare.
2-    Il Signore Dio stesso ha iniziato il dialogo con l'umanità attraverso la rivelazione divina nella Sacra Scrittura, chiamandola a partecipare alla vita. Gesù Cristo è venuto su questa terra "perchè essi (uomini e donne) abbiano la vita, e possano averla in abbondanza." Perciò la Chiesa parimenti chiede la riconciliazione e il dialogo tra lo Stato e tutti gli elementi del paese,  per ricostruire la fiducia, l’ apertura agli altri e il rispetto per le diverse  opinioni di carattere politico, religioso e intellettuale.
3-    La violenza ha superato ogni limite. Possiamo solo fare un appello forte e con enfasi a tutte le persone di coscienza di tornare alla propria ragionevolezza e abiurare tutto ciò che è distruttivo della vita umana e nazionale. Condanniamo fermamente ogni tipo di violenza da qualunque parte provenga. Chiediamo ai civili pacifici di non essere coinvolti in conflitti politici, che il popolo non sia intimidito e terrorizzato da sequestri di persona, stragi, estorsioni e demolizione di case, il sequestro dei beni e l'imposizione di autorità con la forza e l'oppressione. Noi sosteniamo la missione dell'inviato delle Nazioni Unite Kofi Annan, in particolare nel suo aspetto umanitario per ritiro delle armi pesanti dai centri abitati. Ci battiamo per accelerare il ritorno dei rifugiati e degli sfollati alle loro case e il risarcimento delle vittime; ristabilire lo stato di diritto ed impiegare ogni sforzo per risolvere la crisi; l'impegno a intraprendere concrete riforme di governo e combattere la corruzione, in modo da garantire la partecipazione e la parità di diritti e doveri per tutti i cittadini.
4-    Siamo solidali con il dolore e la sofferenza di tutti i cittadini, siano essi civili o militari, colpiti dagli eventi e dal ciclo doloroso della violenza in diverse parti del paese nei tredici mesi passati. E 'naturale per noi avere in mente soprattutto i nostri fedeli Cristiani, che sono stati costretti a lasciare le loro case e le città o villaggi. A volte essi sono stati usati come scudi umani e i loro quartieri come campi di battaglia. Siamo al loro fianco nella loro situazione e assicuriamo loro che faremo del nostro meglio per tendere loro una mano soccorritrice, in particolare attraverso Caritas Siria e tutte le nostre istituzioni, per cercare di soddisfare i loro bisogni materiali, pastorali, sanitari e sociali. In realtà le Chiese hanno già avviato i loro programmi di soccorso. Vogliamo ringraziare in modo particolare il Santo Padre, Benedetto XVI per il suo gesto paterno nel contribuire attraverso Cor Unum alle necessità delle vittime degli eventi sanguinosi nel nostro paese. Ringraziamo anche gli individui e le istituzioni locali che hanno sostenuto questo servizio umanitario della Chiesa.
5-    Chiediamo la trasparenza delle informazioni a livello locale, così come abbiamo bisogno che i media internazionali siano obiettivi e fedeli nel riportare eventi e non distorcere i fatti. Facciamo anche appello alla comunità internazionale ed Araba a sostenere gli sforzi intrapresi per il processo di pace in Siria e nella regione nel suo complesso.
6-    Infine ci rivolgiamo ai nostri amati concittadini in Siria e soprattutto ai nostri fedeli Cristiani, esortandoli alla solidarietà, alla mutua assistenza e alla forza spirituale, per superare la crisi, sostenuti da sentimenti di speranza e di fiducia nella capacità  del nostro popolo di trovare soluzioni adeguate per la costruzione di una rinnovata Siria: volgendo in amore e fratellanza e facendo sentire il discorso della ragione al di sopra dello scontro e del tintinnio delle armi. Auguriamo loro, nella gioia della celebrazione della Risurrezione di nostro Signore Gesù Cristo, di essere rafforzati dalla resurrezione nel loro cuore e attraverso di loro di essere testimoni di questa risurrezione.
Assemblea della Gerarchia Cattolica in Siria, 25 aprile 2012
http://www.pgc-lb.org/english/News3_final-repport-25april2012.html