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lunedì 11 febbraio 2013

UN PAESE SULLA CROCE

Nuove proteste dei cristiani contro la piaga dei rapimenti

Sequestrati due Sacerdoti di Aleppo


Notizia giunta l' 11 febbraio : "On vient d'apprendre l'enlevement de 2 pretres a Alep : P. Michel Kayyal et P. Maher Mahfoud. Prions pour leur liberation"

da Aleppo:
"La connessione a Internet per qualche  momento è tornata, ma negli ultimi 3 giorni Aleppo è senza elettricità e ci aspettiamo che ciò persista a causa dei combattimenti che infuriano tra l'esercito siriano "Libero", che tenta di occupare la parte orientale della città e l'esercito arabo siriano che difende la posizione in quanto è in questa zona che sono situate la centrale e le fabbriche sotto il Ministero della Difesa.
Ieri, due sacerdoti che si dirigevano da Aleppo a Beirut sono stati sequestrati da elementi di al-Forsat- Nosra. Sono i Sacerdoti Michel Kayyal, cattolico di rito armeno, e Maher Mahfouz, di rito greco ortodosso. Un terzo sacerdote salesiano, Padre Charbel è stato rilasciato.
Le famiglie dei due sacerdoti sono ancora senza notizie, i rapitori non hanno preso contatto.
Sembra che siano le irriducibili fazioni dissidenti di al-Forsat Nosra che sono all'origine del rapimento, l'intenzione sarebbe quella di ammazzarli.
Stiamo lanciando un SOS a tutte le anime di buona volontà perché spieghino intorno a loro che sostenere i ribelli è un errore. Nulla di buono può uscire da questa cosiddetta sanguinosa ribellione in corso in Siria.
Più in generale, la situazione in città è molto tesa. Scontri si verificano in tutto il quartiere cristiano siriano al-Jadideh nel centro storico e in quello ad Est. L'esercito siriano ha inviato 20.000 uomini per liberare la regione. Queste lotte non impediranno ai rifugiati dalle città di Raqqa e Tabqa di venire a cercare "scampo" in Aleppo.
Pregate per noi"


Cari amici
Ieri hanno rapito  uno dei giovani che vengono a Messa tutti i giorni alla cattedrale. Vi chiediamo di ricordarlo nelle vostre preghiere.
Grazie.
Missionari in Aleppo-Siria






Hassakè - Agenzia Fides 4/2/2013

Nella provincia di Jazira, nell'alta Mesopotamia siriana, l'aumento esponenziale dei rapimenti – effetto collaterale del conflitto siriano – continua a flagellare le popolazioni civili anche nelle aree non interessate dagli scontri tra ribelli e esercito governativo. L'ultimo rapito in ordine di tempo è un farmacista cristiano sequestrato domenica, per il quale è stato richiesto un ricatto di un milione di lire siriane (quasi 11mila euro). “Per i banditi di tutte le specie – riferisce all'Agenzia Fides l'Arcivescovo Jacques Behnan Hindo, titolare della arcieparchia siro-cattolica di Hassaké-Nisibi – questo è un momento buono per fare i soldi”.
Venerdì scorso, decine di cristiani hanno improvvisato un blocco stradale bruciando copertoni a un incrocio della città di Hassaké per protestare contro il rapimento lampo del rettore dell'Università statale di Al-Furat, il cristiano Jack Mardini, sequestrato in pieno giorno da sicari armati e liberato dopo due ore. Nel suo caso, dietro il rapimento non c'era un tentativo di estorsione, ma questioni legate al funzionamento dell'Ateneo. Sintomo che ormai si ricorre alla prassi criminale dei sequestri per risolvere col sopruso i conflitti d'interesse personali e sociali.
Nelle ultime settimane, nella sola città di Hassaké ci sono stati una cinquantina di rapimenti, e quasi la metà sono avvenuti a danno di cristiani. “Molti di loro sono medici, avvocati e professionisti – nota mons. Hindo – ma ormai cominciano a rapire anche i poveri”. Nondimeno, l'Arcivescovo siro-cattolico smentisce che la pratica dei sequestri abbia i cristiani come target privilegiato: “Negli ultimi giorni – racconta mons. Hindo – alcuni sequestrati musulmani hanno cercato di richiamare i rapitori al senso di pietà, raccontando del pellegrinaggio compiuto alla Mecca. I banditi, per tutta risposta, hanno cominciato a bestemmiare il nome di Allah e a maledire il Profeta Mohammad, dicendo che il loro unico interesse è il denaro”.

http://www.fides.org/aree/news/newsdet.php?idnews=40927&lan=ita

Oremus pro Pontifice nostro Benedicto: Dominus conservet eum et vivificet eum et beatum faciat eum in terra et non tradat eum in animam inimicorum eius

Tutta la Chiesa d'Occidente e di Oriente si raccoglie in preghiera per Benedetto XVI

11 febbraio 2013: Nostra Signora di Lourdes

شكرا لكم، أيها الأب الأقدس، البابا بنديكت السادس عشر، من قبل الكنيسة كاملة من الغرب والشرق




Siria: le reazioni alla dimissioni del Papa dell'arcivescovo greco-melchita di Aleppo



"Benedetto XVI è stato un uomo coraggioso - afferma mons. Jean-Clément Jeanbart, arcivescovo di Aleppo per la Chiesa greco-melchita - che non ha avuto paura di difendere la verità di fronte al mondo. 
È stato il primo e per molti mesi l'unico a lanciare appelli per una fine della guerra in Siria, attraverso il dialogo e la diplomazia. Noi siamo molto grati per quello che ha fatto per la nostra Chiesa e per la nostra popolazione martoriata dal conflitto. La sua visita in Libano è stata un esempio emblematico della sua sincera vicinanza. Ci dispiace molto che abbia presentato le dimissioni, ma abbiamo fede nella sua saggezza e nella sua profonda spiritualità che lo ha portato a questa scelta. Negli anni di pontificato - afferma il presule - lui ha sempre mostrato un amore alla Chiesa e a Gesù Cristo senza mezze misure. Egli è stato un Papa straordinario in un momento molto difficile per il mondo e per i cattolici. Ha saputo esprimere ciò che la Chiesa  pensava. La volontà di Dio senza timidezza ed esitazione, anche con espressioni semplici e forti di verità, chiarezza e trasparenza. 
Nel suo discorso a Regensburg si è rivolto per la prima volta ai musulmani indicando la strada dei valori fondamentali e della ragione per un vero dialogo fra le fedi in grado di contrastare il dilagare del fondamentalismo islamico. 
Oggi, l'estremismo di cui parlava il Papa è diventata una realtà non più isolata. Esso dilaga e rischia di distruggere i Paesi del Medio Oriente, in particolare la Siria. Io ho avuto la fortuna di conoscerlo - afferma mons. Jeanbart - e di parlare insieme a lui in privato una volta sola. Avevo scritto un libro sulla vita di Giovanni Paolo II in arabo ed ero giunto a Roma per donarglielo. Sono stato commosso di essere ricevuto da lui, nonostante ci fossero dietro di me molti vescovi e persone importanti. Ricordo ancora con commozione quei momenti e soprattutto la sua capacità di ascoltare. 
In questi anni - conclude l'arcivescovo greco-melchita di Aleppo - egli è stato un vero padre e un pastore per tutti i vescovi e i sacerdoti, soprattutto per i cristiani del Medio Oriente". (R.P.)

Testo proveniente dalla pagina http://it.radiovaticana.va/news/2013/02/11/siria:_le_reazioni_alla_dimissioni_del_papa_dell'arcivescovo_greco-mel/it1-663969
del sito Radio Vaticana