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mercoledì 27 settembre 2017

Né Guerra né Pace: da Aleppo il racconto dei Maristi Blu


Lettera da Aleppo n. 31 (24 settembre 2017)

  Né Guerra né Pace. È così che posso definire la situazione attuale in Siria in questo settembre 2017, sei anni e mezzo dopo gli eventi che hanno causato la morte di più di 350.000 persone, distrutto gran parte del Paese, sfollato un terzo della popolazione, spinto all'esilio oltre 3 milioni di persone e distrutto i sogni e il futuro dei giovani e di più generazioni di Siriani.
Attualmente, tutte le parti (governo siriano e poteri mondiali) hanno un solo obiettivo: sradicare Daech in Siria dopo averlo sconfitto in Iraq. Gli ultimi bastioni di Daech sono due città a Est: Raqqa, la capitale del sedicente Stato Islamico in Siria e Deir El Zor dove metà della città, la sua gente e la sua guarnigione furono circondati dai jihadisti per oltre 3 anni e riforniti dell'essenziale con ponti aerei. La prima è stata per metà liberata dalle truppe kurde sostenute dagli Stati Uniti. La seconda è sul punto di esserlo; l'esercito siriano, nonostante le pesanti perdite, è riuscito a liberare la città e villaggi nella provincia di Deir El Zor e ha rotto l'assedio della città raggiungendo gli abitanti circondati. I Siriani delle altre città siriane hanno prematuramente manifestato la loro gioia per la liberazione di Deir El Zor, che però non lo è ancora del tutto. Tuttavia, quando Daech sarà definitivamente battuto in queste due città e nei villaggi circostanti, sarà la sua fine in Siria.
Nel resto della Siria, non è "né guerra né pace". Sotto l'egida della Russia e della Turchia e dell'Iran, ad Astana dove si sono svolti negoziati per molti mesi, sono stati conclusi diversi accordi per l'evacuazione dei ribelli dalle enclaves da loro occupate in varie regioni e permesso il loro trasporto nella provincia di Idlib, bastione di Al Nosra. Inoltre, diversi accordi di de-escalation hanno consentito di fermare i combattimenti e congelare la situazione in varie regioni: Damasco, Homs, Idlib ...
I Siriani, pur felicitandosi per la cessazione dei combattimenti qua e là, prendono atto che il congelamento della situazione non durerà e porterà a un caos prolungato, alla divisione o alla suddivisione in aree di influenza, se il congelamento non è accompagnato da importanti progressi nei negoziati per raggiungere un accordo politico definitivo del conflitto.
Quello che ci rende un po' ottimisti è che la maggior parte dei governi arabi, occidentali e turco, che fin dall'inizio hanno sostenuto, finanziato e addirittura armato i ribelli, per la maggior parte terroristi, finalmente hanno capito che il governo siriano non sarà rovesciato dalle armi come pensavano e desideravano, e che una soluzione politica può esistere solo confermando al potere il presidente , largamente sostenuto dalla popolazione, dall'esercito siriano e dall'alleato russo. Da qui le mutate dichiarazioni di alcuni leaders del mondo occidentale indicanti la loro priorità a combattere Daech e il terrorismo (cosa sempre ripetuta dal governo siriano da 6 anni a questa parte) e non la caduta del regime.
Ad Aleppo, dalla fine del 2016 (data dell'evacuazione degli ultimi terroristi verso Idlib e della liberazione della città), la situazione a tutti i livelli è notevolmente migliorata. Come prima del luglio 2012, non esistono più una Aleppo Est e una Aleppo Ovest, ma una sola città: l'Aleppo multimillenaria. Alcune parti di Aleppo, quelle più occidentali, continuano purtroppo a ricevere proiettili di mortaio quotidianamente lanciati dai ribelli installati a 10 km dalla città sul lato di Idlib.
Ma la stragrande maggioranza dei quartieri è sicura e gli Aleppini possono circolare e vivere senza la paura di un obice o del proiettile di un cecchino. Uno straniero che avesse seguito gli avvenimenti e il martirio di Aleppo, se venisse a trovarci adesso, sarebbe stupito dalla densità del traffico, dall'illuminazione degli incroci, dai bar affollati, dalle strade prima chiuse e ora riaperte al traffico, dai giardini pubblici pieni di bambini che giocano, dagli autobus per il trasporto scolastico in funzione, dai marciapiedi liberati delle migliaia di bancarelle che funzionavano come negozi e per la riapertura di molti negozi chiusi durante la guerra. L'acqua corrente ci viene nuovamente fornita almeno due giorni alla settimana e l'elettricità è fornita 12 o 15 ore al giorno.
(foto Pierre Le Corf)
Tuttavia, il quadro non è poi così roseo. Questa situazione "né di guerra né di pace" non incoraggia le centinaia di migliaia di Aleppini, rifugiati o sfollati, a tornare. L'Organizzazione Internazionale per la Migrazione (IOM) ha affermato di recente che 600.000 persone, la maggior parte della provincia di Aleppo, sono tornate nelle loro case. Questo numero deve essere un po' sfumato perché la maggior parte di queste persone erano sfollati interni che si erano trasferiti in un'altra zona della città o in un'altra città siriana. Questa situazione non aiuta nemmeno la ricostruzione -perché ricostruire se non c'è pace?- nè la ripresa economica, perchè gli investitori restano in attesa. Il costo della vita e la disoccupazione sono ancora molto alti e perciò la povertà. La maggioranza delle famiglie degli Aleppini ha ancora bisogno di aiuto per sopravvivere.
Di fronte a questa situazione e a questi nuovi sviluppi, noi Maristi Blu vogliamo favorire la ricostruzione, concentrarci sullo sviluppo umano e lavorare per ricostruire il futuro dei Siriani e della Siria. Dall'inizio del conflitto, nei momenti peggiori della guerra di Aleppo, quando i programmi di soccorso assorbivano le nostre risorse umane e materiali, abbiamo mantenuto i nostri progetti educativi e ne abbiamo iniziato di nuovi. E ora, pur continuando i nostri progetti di soccorso, abbiamo deciso di rafforzare i nostri programmi di sviluppo umano. Crediamo fermamente che far crescere l'umano contribuisca ad implementare la pace e a preparare il futuro. Tuttavia, non intendiamo fermare i nostri programmi di soccorso, la gente ne ha ancora bisogno.
In quest'ottica abbiamo iniziato un nuovo progetto che abbiamo chiamato JOB, Job per lavoro in inglese e Job (Giobbe) per il profeta famoso per la sua pazienza, qualità necessaria per il successo del nostro progetto. Esso implica l'individuazione di posti di lavoro per i nostri giovani, favorire la creazione di piccoli progetti e incoraggiare la formazione professionale; ciò per rendere le famiglie finanziariamente indipendenti dagli aiuti ricevuti ormai da più di 5 anni e che un giorno dovranno naturalmente finire, per incoraggiare i giovani a rimanere nel paese e, infine, per partecipare alla ricostruzione della Siria. Un team di volontari è responsabile del progetto. Redige gli elenchi delle offerte e delle richieste di impiego e fa in modo che offerta e richiesta s'incontrino. Aiuta i giovani a immaginare e a realizzare i propri progetti di lavoro e li supporta finanziariamente. Forma altri giovani ai mestieri, inviandoli a nostre spese a centri di apprendistato e infine crea dei workshop di produzione per creare posti di lavoro garantendo la redditività dell'impresa. In questa ottica inizieremo presto una bottega di riciclaggio di abiti usati che fornirà lavoro a una dozzina di donne.
Il nostro centro di istruzione per adulti, M.I.T., inaugurato alla fine del 2013, ha celebrato i suoi 4 anni di esistenza due settimane fa con un incontro a cui abbiamo invitato tutti i responsabili delle associazioni caritative e per lo sviluppo di Aleppo. In 4 anni abbiamo organizzato 77 workshop di 3 giorni ciascuno con 1404 persone guidate da 28 istruttori. Inoltre, abbiamo organizzato due sessioni di 100 ore per insegnare a 35 giovani adulti "come avviare il tuo progetto". Abbiamo sostenuto finanziariamente i 6 migliori progetti in termini di fattibilità e creazione di posti di lavoro. Continueremo queste lunghe sessioni sullo stesso tema per dare al maggior numero possibile di giovani la possibilità di imparare a creare la propria attività e, quando necessario, li finanzieremo.
In collaborazione con il Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo (UNDP), apriremo un laboratorio di abbigliamento per bebè e bambini che fornirà lavoro a 24 persone, laboratorio guidato da un Marista Blu. Per due mesi, su richiesta dell'UNDP, condurremo anche tre progetti con l'obiettivo di rinnovare i legami, spesso problematici e tesi e talvolta spezzati dalla guerra, tra le varie parti della popolazione di Aleppo, per guarire le ferite e per riparare il tessuto sociale della Siria di domani.
Tutti gli altri progetti educativi continuano. I due progetti per i bambini dai 3 ai 6 anni "Imparare a crescere" e "Voglio imparare" riprendono le loro attività con i bambini il 2 ottobre, dopo che le 24 insegnanti hanno trascorso tutta l'estate creando i nostri programmi educativi. La squadra di "Skill School" per gli adolescenti ha lavorato duramente per preparare il programma per l'anno. "Taglio e cucito" continua con le mogli, le madri e le figlie, "Lotta contro l'analfabetismo", "Speranza" e "Douroub" riprenderanno presto le loro attività.
Stiamo provando con tutti questi programmi ad emancipare le persone, preparare il loro futuro e dare loro strumenti per avere un'attività professionale che permetterà loro di vivere.
I nostri programmi di soccorso continuano. Riteniamo, dopo una profonda riflessione e un dialogo all'interno del nostro team, che sia sempre necessaria l'assistenza alla popolazione e che il momento per ridurre il volume del nostro aiuto o per fermarlo non sia ancora arrivato. Soprattutto perché molte delle nostre famiglie sono di nuovo senza risorse, perchè il marito è stato richiamato a servire la patria come riservista.
  Continuiamo a distribuire pacchi alimentari e sanitari ogni mese a circa 1000 famiglie. Aiutiamo le famiglie sfollate a pagare l'affitto delle loro case, distribuiamo l'acqua a chi ne ha bisogno. All'inizio dell'anno scolastico, abbiamo dato a tutti i bambini delle nostre famiglie buoni per l'acquisto di materiale scolastico. Il nostro programma "Goccia di latte" è al suo 29°mese di distribuzione del latte ai bambini di età inferiore ai 10 anni.
 Per quanto riguarda i nostri due programmi medici, siamo lieti di annunciare che il progetto "Civili Feriti di Guerra" è, grazie a Dio, rallentato per la diminuzione dei feriti dopo la liberazione di Aleppo.  Viceversa, il nostro programma medico per aiutare i malati finanziariamente incapaci di prendersi cura di se stessi o di farsi operare si amplia moltissimo, visto il numero delle persone in grande difficoltà.   
   [ N.D.R.: A questo proposito, ricordiamo ai lettori italiani che il progetto 'Aiutiamo Mahmoud' promosso dai Maristi di Aleppo ha ottenuto tramite la trasmissione Tv LE IENE pieno successo: il piccolo Mahmoud ha le sue due gambette nuove e un ortopedico gli fa riabilitazione per le protesi 3 giorni alla settimana; da ottobre anche Mahmoud al mattino potrà partecipare al progetto dei Maristi Blu 'Voglio imparare' ed inserirsi in un percorso scolastico]
In estate abbiamo organizzato nel nostro Centro un club estivo dove le famiglie e i loro figli sono venuti nei pomeriggi per rilassarsi, giocare e trascorrere momenti piacevoli sorseggiando un caffè o una bibita con i loro amici.
Negli ultimi 6 anni abbiamo attraversato periodi diversi che abbiamo dovuto gestire con mezzi differenti. La situazione attuale di "Né guerra né pace" è una delle più difficili, perché le nostre risposte alla situazione non sono scontate. E' un momento che richiede a noi riflessione e adattamento costante alle nuove esigenze, e alle famiglie beneficiarie una rieducazione alla pace tanto desiderata. Vogliamo seminare la Speranza tra le persone e vederla espandersi nella fiducia, nella serenità e nell'amore.
I Fratelli Maristi, nostri partner in seno ai Maristi Blu, il cui carisma e spiritualità condividiamo, in Colombia stanno tenendo attualmente il loro 22° Capitolo Generale, durante il quale i fratelli partecipanti definiranno gli orientamenti della congregazione per gli anni a venire ed eleggeranno la nuova dirigenza. La scelta di tenere il Capitolo in Colombia, al posto di tenerlo presso la casa generalizia di Roma dove si è sempre fatto, è significativa della volontà della congregazione di aprirsi verso "nuovi orizzonti" e di sottolineare la pace che si sta preparando in quel Paese, vittima di una guerra che dura da decenni.
Anche noi, i Maristi Blu, sogniamo di andare verso nuovi orizzonti, verso un nuovo inizio di un tempo da costruire, da realizzare nella convivenza, la concordia, la cittadinanza responsabile e la Pace.
"Né guerra né pace" era il titolo di questa lettera da Aleppo n. 31. Che la n. 32 tra 3 mesi vi possa dire: Nessuna guerra ma una pace vera.
Aleppo, 24 settembre 2017
Nabil Antaki,   per i Maristi Blu

    ( trad. dal francese : Gb.P.)
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