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domenica 13 maggio 2012

QUELLO CHE SUCCEDE IN SIRIA: Madre Marie Agnes de la Croix ci scrive

Qara, provincia di Damasco, 11 maggio 2012
traduzione dal francese di Mario Villani

I Cristiani di Qara sono tra i fondatori del paese e sono circa 500 su una popolazione di 25.000 (gli altri sono sunniti). Malgrado siano una minoranza godono di notevole rispetto ed hanno sempre vissuto in armonia con i loro fratelli musulmani anche in forza del fatto che molte famiglie musulmane derivano da famiglie cristiane che hanno abbracciato l'Islam ai tempi dei Mamelucchi.

Dopo la caduta di Bab Amro e di altri quartieri di Homs e della sua provincia, molte famiglie di confessione sunnita si sono rifugiate a Qara dove gli elementi rivoluzionari le hanno alloggiate nei locali pubblici (scuole, moschee o centri culturali) o in abitazioni private. L'Igumena del Monastero di San Giacomo il Mutilato ha visitato queste famiglie e ne ha censite almeno seicento, almeno un terzo delle quali conta dei combattenti all'interno dell'“ Esercito Libero siriano”.

La presenza di queste famiglie “combattenti” ha rapidamente cambiato la gradevole quotidianità del villaggio di Qara. Sono stati commessi furti ed addirittura rapimenti per ottenere un riscatto, una “moda” che si sta diffondendo in tutta la Siria sia per rimpinguare le casse vuote della “rivoluzione” si per riempire le tasche di ex contrabbandieri che attualmente non possono proseguire i loro traffici illeciti a causa della vigilanza dell'esercito regolare. Questo è il caso dei villaggi che circondano quello dove ci troviamo: Yabrud, Nebek, Deir Attieh. Bande armate rapiscono i cittadini e voglio un riscatto per liberarli. Sono i capi dell'opposizione locale che fanno da intermediari tra i rapitori ed i famigliari delle vittime. Il riscatto varia da molti milioni di lire siriane (tra i venti e i quarantamila dollari) per i cristiani ad alcune centinaia di migliaia di lire siriane (tra i mille e i cinquemila dollari) per i musulmani. I rapitori appartengono a tribù bellicose dei villaggi di Flitta, Baqaa, Maret Yabrud o Yabrud. Spesso scoppiano risse armate tra di loro per la divisione del bottino o per conquistare la supremazia nella zona.

Noi abbiamo inoltre rilevato la presenza di persone straniere con un comportamento sospetto a Qara. Automobili con i vetri oscurati e senza targa circolano sia di notte che di giorno. I responsabili dell'opposizione sono divenuti più autoritari. Sembrano ormai armati ed hanno ricevuto divise nuove fiammanti dell'”Esercito Libero siriano”. Fanno il bello ed il brutto tempo. Dichiarano scioperi, decidono il coprifuoco o l'organizzazione di manifestazioni. Guai a quelli che non collaborano. Possono decidere di ucciderli come è successo ad un colonnello sunnita che è stato abbattuto a sangue freddo e di cui hanno proibito i funerali. Dicono che agiscono per proteggere la popolazione civile, come se fossero forze dell'ordine. In realtà creano un vuoto nella sicurezza che lascia spazio a banditi e terroristi.

Nonostante le dichiarazioni tranquillizzanti dei capi dell'opposizione locale abbiamo dovuto fronteggiare più volte dei tentativi di rubare i nostri raccolti o di far penetrare abusivamente delle mandrie nei terreni del convento per approfittare dei nostri pascoli. Ogni volta le risposte fornite dagli autori di queste prepotenze erano: “le cose non sono più come prima” o “le forze dell'ordine non possono darvi alcun aiuto, noi possiamo fare quello che vogliamo”. Molte discussioni sono state necessarie per dissuaderli dalle loro velleità. Un giorno però è arrivata la vendetta messa in atto per dispetto.  La nostra coltivazione di pioppi è stata completamente distrutta. Una mattina queste grandi e belle piante erano a terra tagliate. Dopo qualche mese la stessa sorte è stata riservata agli alberi della riserva naturale di cui noi ci occupiamo con il Ministero dell'Agricoltura. La ragione di questi gesti fornita dall'opposizione è stata: “il popolo non vuole che piantiate alberi dove deve portare a pascolare le greggi. Ora, la pianura intorno al paese ha milioni di ettari liberi per tutti.

Non abbiamo detto niente ed abbiamo pensato: “altri soffrono ben peggio di noi” .

Tuttavia la confusione in materia di sicurezza è arrivata al colmo proprio oggi. Appena ripresi dalla notizia dell'orribile attentato del 10 maggio che è costata la vita a decine di cittadini ed ha fatto centinaia di feriti ( il nostro fratello Jean Badouin che si recava proprio quel giorno all'aeroporto è passato sul posto appena prima dell'attentato e l'autobus della scuola greco-cattolica qualche minuto dopo) ecco che ci è arrivata la grave notizia dell'aggressione al caro Padre Georges Luis, parroco della Parrocchia greco cattolica di san Michele, nel centro di Qara.

All'alba dell'11 maggio uomini armati con il volto coperto sono entrati dal Padre Louis che dormiva in parrocchia. lo hanno minacciato con le pistole ed hanno chiesto le chiavi per ispezionare il luogo. Temendo che volessero introdursi nella chiesa il sacerdote ha cercato di negoziare pacificamente. Lo hanno legato e gli hanno ordinato di consegnare le chiavi. Di fronte alle sue esitazioni uno degli aggressori lo ha colpito alla testa con una bottiglia di vetro che si è rotta provocando a Padre Louis un grande taglio che sanguinava copiosamente. Uno degli aggressori lo ha deriso dicendo: “ti abbiamo impresso una croce sulla testa!”. La ferita infatti aveva la forma di una croce. Il sacerdote ha cercato di ragionare, ma ha ottenuto solo un violento pugno che gli ha spezzato un dente. Dopo aver rubato la cassa della Chiesa e il portafogli del prete, i banditi lo hanno obbligato con disprezzo a entrare nella stanza da bagno dove lo hanno bloccato sulla tavola del WC, gli hanno chiuso la bocca con nastro adesivo ed hanno cercato di strangolarlo con una canna per l'acqua, ma, come rispondendo ad un segnale, si sono allontanati prima di terminare l'opera. Il Padre ha impiegato più di due ore a liberarsi, poi, con le mani ancora legate ha potuto chiamare in aiuto uno dei parrocchiani. Questo lo ha portato da un chirurgo che ha suturato la ferita con cinque punti.

Un simile incidente sarebbe stato impensabile qualche mese prima. Gli slogan confessionali lanciati dalle catene televisive saudite e qatariote hanno finito con il trasformare i Cristiani – prima rispettati in forza del diritto alla protezione delle minoranze- in facili bersagli. Povera Siria. Gruppuscoli compaiono un poco dappertutto sapendo che, in forza della congiuntura attuale, le loro azioni resteranno impunite. Quando la notizia dell'aggressione si è diffusa il villaggio si è stretto intorno al Parroco. I responsabili religiosi e civili, cristiani e musulmani, hanno condannato l'aggressione. I capi dell'opposizione sono attesi domani in municipio per un incontro con l'Igumena del monastero. E' necessario evitare la rottura confessionale.

Sua Beatitudine Gregorio III Laham, Patriarca greco melchita d'Antiochia e dell'Oriente ci ha telefonato per esprimerci la sua profonda tristezza e paterna solidarietà. Dopo gli attentati criminali della vigilia che a Damasco hanno fatto una sessantina di morti e quattrocento feriti, sua Beatitudine, già scosso, si è molto emozionato informandosi dei dettagli dell'aggressione subita da Padre Louis. In questa occasione il nostro Patriarca ha dichiarato che “ il dramma nella nostra amata Siria è la dissoluzione della società, il banditismo e la mancanza totale di sicurezza. Questo è il sentimento della grande maggioranza dei cittadini siriani che non sanno più quale è un luogo sicuro per rifugiarsi. La violenza cieca e selvaggia colpisce ovunque. Gli elementi che costituiscono un pericolo per tutti, ma specialmente per i Cristiani e per le altre minoranza, sono il caos insidioso, l'opposizione incontrollabile ed armata fino ai denti e il banditismo. Sono tutti elementi che indeboliscono lo Stato e creano una situazione di paura e di terrore, condizioni psicologiche gravissime,  nella popolazione. In qualunque momento siamo nell'insicurezza totale. Oggi in Siria non è più una questione di rottura tra governo e popolazione. C'è anche un terzo elemento: il banditismo che regna e approfitta della situazione, che si nasconde dietro l'opposizione e sfrutta l'assenza delle forze dell'ordine e degli osservatori delle Nazioni Unite.”

Commentando il dettaglio della croce fatta dai malfattori, Sua Beatitudine ha detto: “Devo dirvi francamente che non ho paura dei musulmani, non ho paura degli islamisti, non ho paura del salafismo. Me la posso cavare con loro perchè so cosa devo fare. Ma davanti al banditismo sono completamente privo di ogni difesa”.

Abbiamo rivelato al Patriarca che le Forze dell'Ordine, contattate da dignitari sia cristiani che musulmani, esitano a venire a Qara perchè, come ogni venerdì c'è una manifestazione davanti alla grande moschea (situata a qualche metro dalla parrocchia), manifestazione inquadrata da uomini armati. Le Forze dell'Ordine non vogliono venire per non provocare uno spargimento di sangue tra la popolazione civile affrontando i miliziani.

Sua Beatitudine ha risposto: “Fin che il governo c'è deve governare: c'è una regola internazionale. Non si può impedire ad un governo di governare. Non si può impedire ad un governo di proteggere i cittadini. E il governo non può rinunciare a questa incombenza. La rivoluzione, mettendo l'opposizione contro il governo lo ha paralizzato. Si dirà che non c'è più un governo. Il governo siriano è legato e imbavagliato a causa della politica internazionale a causa di accuse continue, formulate senza alcuna inchiesta seria, di perpetrare massacri e bombardare la popolazione civile, quando invece gli atti barbari commessi dagli insorti sono passati sotto silenzio. Per questa ragione la gente chiede soccorso. Domandano che qualcuno l'aiuti. C'è un governo, un governo legittimo e deve governare. Si deve aiutare il governo. Se un giorno cadesse il governo non ci sarebbe niente da fare. In quel vuoto ci sarebbe un'alternativa vivibile? Sfortunatamente noi vediamo una volontà internazionale di esacerbare le differenze e provocare conflitti in Siria. Armando e appoggiando in diversi modi delle forze incontrollabili si spinge il paese verso una ancor maggiore violenza, ancor maggiore terrorismo, ancor maggiore spargimento di sangue. Io mi rivolgo alla comunità internazionale: salvate la Siria. Salvate questo esempio di convivenza tra Cristiani e Musulmani. Per quelli a cui essa è preziosa io grido: salvate la presenza cristiana in Siria. I drammatici avvenimenti spingono i Cristiani all'esodo per la paura del caos e del banditismo.”

Sua Beatitudine ha terminato con una preghiera: “Damasco, la più antica capitale del mondo, ha accolto il persecutore Saulo. Tra le sue mura si è trasformato in Paolo, Apostolo delle Nazioni. Damasco è il luogo dell'incontro con la Persecuzione. Con l'aiuto del Cielo, di Colui che è risuscitato dai morti e non ha mai accettato la nostra rovina, Damasco può ridivenire il luogo della conversione, della trasformazione interiore e della grande riconciliazione. Signore guardaci dal Cielo è agisci spinto dalla Misericordia. Tu, l'Amico degli uomini

Questi avvenimenti devono far riflettere tutti gli uomini di buona volontà: un Paese è destabilizzato da insorti che accettano tra le loro fila banditi e terroristi. Essi instaureranno uno Stato di non diritto con conseguenze disastrose e drammatiche per la popolazione civile. Come restare a braccia conserte?

 Centro Cattolico d'Informazione Vox Clamantis Diocesi greco-cattolica di Homs