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giovedì 30 luglio 2020

Siria resiliente: Sfidare Cesare.

Reuters segnala che mercoledì gli Stati Uniti hanno imposto nuove sanzioni "per tagliare i fondi per il governo del presidente siriano Bashar al-Assad" e hanno avvertito che chiunque intrattenga rapporti commerciali con Damasco rischia di essere inserito nella lista nera. Si distingue il grottesco inserimento nelle sanzioni anche del figlio adolescente di Assad, Hafez, di altre 4 persone e 10 entità, tra cui un'unità dell'esercito siriano.
In realtà sono gli stessi siriani ad affrontare il peso delle sanzioni e della crisi economica che impedisce la ricostruzione delle infrastrutture e il mantenimento dei posti di lavoro.
Per questo ci sembra molto interessante il racconto della coraggiosa iniziativa di intrapresa 'dal basso' qui raccontata.
OpS

Conferenza delle piccole imprese 
per combattere le sanzioni 
e la 'Caesar Act USA'
di Vanessa Beeley . Traduzione Gb.P. OraproSiria

Due settimane fa, ho partecipato a una conferenza di due giorni a Damasco, in Siria. L'iniziativa nasce da un'idea di un uomo d'affari e imprenditore siriano, il dott. Hani Barakat, che ha riunito un gruppo di uomini d'affari giovani e intraprendenti per discutere gli ostacoli che devono affrontare i giovani siriani quando provano a intraprendere qualsiasi tipo di iniziativa commerciale.
Il loro percorso verso il successo è stato duramente influenzato dalle sanzioni illegali della Coalizione degli Stati Uniti (e le precedenti sanzioni contro la Siria del 1979) e ulteriormente influenzato dalla recente e punitiva Legge Cesare - una svolta barbara delle sanzioni economiche da parte degli Stati Uniti sulla base di un rapporto fraudolento di "tortura nelle carceri siriane".
Durante i due giorni, gli ostacoli logistici e burocratici sono stati discussi apertamente. Le critiche al governo e agli elementi all'interno del settore commerciale sono state ascoltate ed esaminate e analizzate in modo costruttivo. Alla fine delle due giornate, il team guidato dal dott. Barakat ha redatto un riassunto completo delle problematiche sollevate ed ha proposto soluzioni per accelerare l'avviamento delle piccole imprese.
Il dott. Barakat intende portare la conferenza in tutte le principali città della Siria per approntare una relazione riguardo alle problematiche per regione e per settore. Il contingente di Aleppo era presente a Damasco ed è in attesa dell'incontro di Aleppo che seguirà nei prossimi mesi.
Il dott. Hani Barakat alla conferenza di Damasco "Sfidare Cesare". Foto: Vanessa Beeley

Durante il discorso introduttivo il dott. Barakat, ha toccato anche i seguenti punti:
Sarebbe meglio regalare tutto piuttosto che svendere il Paese come hanno fatto alcuni. Se potete aiutare questo Paese, non dovreste esitare a farlo. La vittoria in campo economico significa sicurezza e stabilità per tutti nel Paese ".
Voi (la piccola comunità imprenditoriale) siete la nostra speranza, siete l'esercito siriano contro il terrorismo economico. L'eroica vittoria dell'Esercito Arabo Siriano contro il terrorismo militare è la nostra vittoria, ma è anche una vittoria per il mondo intero. Abbiamo tutti un debito enorme nei confronti dell'Esercito arabo siriano il cui sacro sangue è stato versato per difendere la Siria e il suo grande popolo. Siete un popolo con pazienza, dignità, onore e resistenza. Il mondo intero vi è stato contro ma non vi siete arresi. Ora non è il momento di arrendersi alla paura e all'illusione seminate dalla quinta colonna, specialmente sui social media. "
Il nostro comandante, il presidente Bashar Al Assad, ha guidato il Paese in salvo dopo gli attacchi alla nostra gente. Non abbiamo mai abbandonato il Paese durante i periodi più bui e non lo faremo ora. Combatteremo la guerra economica con lo stesso coraggio.
Questa organizzazione si paga tutto da sola, non c'è corruzione, solo etica, morale e scienze politiche. C'è gente che sta ostacolando questa iniziativa perché intendo combattere la corruzione.
Il motivo principale per cui ho avviato questa iniziativa è per ridurre la sofferenza del popolo siriano. Voglio offrire reali opportunità di lavoro e incoraggiare attivisti e giovani a creare le proprie piccole imprese. Siamo una candela in un tunnel molto buio ma ci sono persone che tornano da fuori della Siria per aiutare a ricostruire. Voglio che la prossima generazione possa guardare indietro e ringraziare questa generazione per non aver abbandonato questo Paese nel momento del bisogno. Se l'esperimento funziona qui a Damasco, trasferiremo in ogni altra grande città della Siria lo stesso concetto.”