di
BRUNO GUIGUE
20
settembre 2017
Dinanzi
all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, lei ha trattato il signor
Bachar al-Assad come un "criminale" ed ha dichiarato che
egli dovrà rendere conto alla "giustizia internazionale".
Infliggendo una smentita a coloro che insistevano nel vedere un punto
di svolta nella sua politica, ha pronunciato questa gravissima accusa
contro il legittimo Capo di Stato di uno Stato membro dell'ONU. Quale
giurisdizione, sig. Macron, l'ha autorizzata a emettere dei mandati
di arresto contro leader stranieri che, al proposito, potrebbero
avere qualcosa da dirle? Con quale diritto un capo di Stato europeo,
che rappresenta l'ex potere coloniale in Siria (1920-1946), si
permette di rilasciare certificati di buona o cattiva condotta ai
suoi omologhi del Medio Oriente?
Questa
ingerenza è ancora più spaventosa in quanto, come i suoi
predecessori, lei persevera nel compiacere quelle petromonarchie a
cui vende armi che servono a massacrare il coraggioso popolo
Yemenita. Lei denuncia i crimini che imputa al presidente siriano, ma
distoglie lo sguardo da quelli dei tagliatori di teste, questi ricchi tanto cari all'Occidente. I 10.000 morti, i 500.000 bambini malnutriti
dello Yemen, l'epidemia terribile di colera causata dai bombardamenti
sauditi non la disturbano, non le causano alcun rimorso, e lei
vorrebbe che prendessimo sul serio la sua indignazione contro la
Siria?
Che
il dramma siriano abbia causato migliaia di vittime innocenti, che
questo bagno di sangue sia durato troppo a lungo e che debba essere
trovata una soluzione politica una volta che il conglomerato
terroristico sarà eliminato, tutti lo sanno. Mentre lei parla, i
Russi, gli Iraniani e i Turchi radunati ad Astana ci lavorano. Ma
quando imputa crimini al presidente Assad, di cosa sta parlando? A partire dalla primavera del 2011, le proteste contro il
governo sono state inquinate da ribelli che hanno aperto il fuoco
sulla polizia. La Missione degli Osservatori Arabi in Siria è andata
sul posto dal 24 dicembre 2011 al 18 gennaio 2012 su richiesta della
Lega Araba. Nonostante le pressioni saudite, la loro relazione
denuncia la violenza condotta da entrambe le parti. In Siria non ci
sono né buoni né cattivi, signor Macron. Il mito di una
"rivoluzione pacifica" ha fatto il suo tempo, e sarebbe ora
di dire addio a questa versione romanzata.
Premeditata
dagli sponsor dell'opposizione, questa guerra è il risultato di un
tentativo di sovvertire lo Stato siriano. Il regime Baathista avrà
avuto i suoi difetti, ma la Siria era un paese senza debito,
produttivo, dove coesistevano popolazioni e confessioni di origini
diverse. Le maggiori manifestazioni nel 2011 erano a favore del
governo e delle riforme. Addossare la responsabilità della guerra a
un governo che ha affrontato un'insurrezione armata sostenuta da
stranieri è distorcere la realtà. È sostenere certi fatti perché
servono alla narrazione che si vuole difendere. La smetta, sig.
Macron, di stravolgere i fatti così come lo fa con le vittime! Crudele
come tutte le guerre, questa ha conosciuto la sua quota di esazioni.
Ma chi sono i responsabili, se non coloro che volevano prendere
Damasco per stabilirvi la sharia Wahhabita con l'aiuto degli Stati
Uniti, della Francia, della Gran Bretagna e dei re del petrolio?
Anche
nei bilanci pubblicati dall'OSDH, organizzazione vicina
all'opposizione, il 40% delle vittime, a partire dall'estate 2011,
apparteneva alle forze di sicurezza, il 35% ai gruppi armati e il
25% ai civili stretti nella trappola di combattimenti generalizzati.
Se una guerra potesse risparmiare i civili, questo si saprebbe. La
guerra che la Francia supporta in Yemen non lo fa, come non lo fanno
i bombardamenti occidentali su Mosul o Raqqa. Ma accusare l'esercito
siriano di aver deliberatamente commesso crimini contro la propria
popolazione è un insulto al buon senso. Questo esercito è un
esercito fatto di coscritti che difendono il proprio territorio
nazionale dalle orde di fanatici. Mentre lei sproloquia all'ONU, sig.
Macron, "i soldati di Assad" attraversano l'Eufrate per
regolare i conti con Daech.
Naturalmente,
come carta principale in questo gioco di illusionisti, le rimane
sempre la "false -flag" chimica per far girare le
rotative della manipolazione. Sfruttando questa telenovela made in
CIA, lei ha persino preteso di fissare una "linea rossa"!
Che poi un esperto del prestigioso MIT abbia dimostrato che l'attacco
del 21 agosto 2013 avrebbe potuto provenire solamente dalla zona ribelle,
a lei non importa affatto. Che gli stessi esperti americani abbiano
denunciato la vacuità del fascicolo accusatorio contro Damasco
riguardo all'attacco di Khan Cheikhoun (aprile 2017), non la turberà
ulteriormente. Né ha letto le notevoli indagini pubblicate dal
miglior giornalista americano, Seymour Hersch, che demolisce la
versione dell'attacco chimico siriano.
Attento,
signor Macron, perché questa farsa chimica, vero mantra della
propaganda occidentale, finisce per dare la nausea. Spodesta nella classifica delle menzogne di Stato quella precedente
di Colin Powell, che brandiva la sua fialetta al Consiglio di
sicurezza delle Nazioni Unite. Ogni giorno che passa, perde la sua
forza d'incantesimo. Coloro che ancora ci credono sono quelli che
vogliono credervi, o quelli che pensano che i governi occidentali non
mentono mai. Ma la maggioranza del popolo siriano non ci crede, e
questo è l'essenziale. Quando un'area viene liberata dall'esercito,
i rifugiati vi ritornano, la vita riprende, la speranza rinasce.
Agitare le sue piccole braccia dal podio delle Nazioni Unite non
cambierà nulla, e questo chiacchiericcio inutile si sta già
perdendo nel brusio dei media. Il suo "gruppo di contatto",
Sig. Macron, è un gadget nato-morto di cui non si parlerà più fra
otto giorni.
Ma
perché sto ancora ascoltando il presidente francese? Questa
presidenza, a prescindere da chi ne sia il titolare, che dal 2011 ha
demonizzato il governo siriano, che ha portato alle stelle i
traditori del loro paese mascherati da oppositori, che ha sostenuto
l'opposizione armata violenta, che ha incoraggiato la partenza dei
terroristi verso la Siria, che ha chiuso il Liceo francese a Damasco,
che ha rifiutato la cooperazione per la sicurezza con i servizi
siriani, che ha fornito armi ai gruppi estremisti, che ha rifiutato
di combattere contro Daech quando Daech combatteva Damasco, che ha
auspicato l'assassinio di un legittimo capo di Stato, che ha inflitto
al popolo siriano un embargo sui medicinali, questa presidenza che ha
violato il diritto internazionale ed è tornata al peggiore dei
neocolonialismi, chi ancora la ascolta? Scegliendo di interferire
negli affari di altri, la Francia si è posta fuori gioco. Lasci
perdere, signor Macron, lei è "fuori"!
(trad. Gb.P.)