Damasco (AsiaNews/ Agenzie) - Vi è al-Qaeda dietro gli attentati che lo
scorso 10 maggio hanno colpito Damasco facendo 55 morti e 372 feriti. Lo ha
affermato Ban Ki-moon, segretario generale dell'Onu durante. "Alcuni giorni fa -
ha sottolineato - è avvenuto un potente e pericoloso attacco terroristico a
Damasco. Credo che debba esserci al-Qaeda dietro questi fatti. E questo è un
serio problema". Ban ha anche espresso preoccupazione per i due attacchi in cui
sono stati coinvolti nei giorni scorsi due convogli delle Nazioni Unite, che
mostrano la volontà di fomentare la violenza nel Paese.
La conferma dell'attività degli estremisti di al-Qaeda in Siria, dà peso alle
dichiarazioni fatte nei mesi scorsi dal presidente Bashar al- Assad sulla
presenza di jihadisti fra le fila delle varie armate ribelli. A inizio maggio il
leader siriano ha presentato all'Onu una lista di 26 cittadini stranieri
sospettati di avere contatti con l'organizzazione terrorista islamica. Secondo
il governo, almeno 20 sono entrati in Siria varcando il confine con la Turchia.
Dopo un anno di scontri, il bilancio della guerra fra regime siriano e Free
Syrian Army è di 9mila vittime e decine di migliaia di sfollati, secondo dati
Onu. Il governo Assad sostiene invece che i morti sono 3.838: 2.493 civili e
1.345 fra militari e forze di sicurezza.
Oggi, il gen. Robert Mood, responsabile del team di osservatori Onu, ha fatto
notare che il peso della forza di pace scende di giorni in giorno. Ribelli ed
esercito continuano a non rispettare il cessate il fuoco in vigore dallo scorso
12 aprile. Mood ha sottolineato che senza la volontà delle due parti, i 372
osservatori non possono fare nulla di concreto per migliorare la situazione,
soprattutto se vi sono Paesi stranieri contrari al dialogo.
Nei giorni scorsi il Washington Post ha pubblicato un'analisi in cui
accusa Qatar, Arabia Saudita e Stati Uniti di fornire ai ribelli armi molto
sofisticate che nel tempo potrebbero portare a una sconfitta delle forze di
Assad sul campo. A tutt'oggi gli Stati Uniti rifiutano le accuse, mentre i due
Stati arabi, principali interlocutori del mondo musulmano sunnita, hanno
ridimensionato il loro ruolo guida dell'opposizione armata siriana. In risposta
alle accuse del Washington Post, al- Jazeera, nota emittente di
proprietà dell'emiro del Qatar, ha pubblicato ieri un servizio dove accusa
l'Iran di finanziare il continuo traffico di armi verso il regime di Assad
attraverso il confine con il Libano. L'articolo cita un rapporto di alcuni
funzionari Onu incaricati di verificare il rispetto delle sanzioni da parte
della repubblica islamica.
http://www.asianews.it/notizie-it/Ban-ki-Moon:-La-mano-di-al-Qaeda-dietro-il-duplice-attentato-di-Damasco-24792.html
Altro articolo : In Siria la “terza forza” è la più pericolosa
I recenti sanguinosi attentati nelle principali città siriane indicano che una terza forza si sta insinuando in Siria, forse dall’Iraq, dal Libano o dalla Giordania; essa è probabilmente armata dagli Stati del Golfo – sostiene il giornalista palestinese Abdel Bari Atwan
Mentre l’opposizione siriana è attraversata da differenze profonde, che rischiano di minarne la tenuta e di distruggere l’idea che essa rappresenti la maggioranza del popolo siriano e che costituisca un’alternativa al regime o quanto meno un suo interlocutore, sul terreno inizia a comparire una terza forza, armata, che forse porterà a rimescolare le carte e ci farà riconsiderare molti postulati che hanno dominato la scena politica dallo scoppio della rivolta siriana.
continua su: http://www.medarabnews.com/2012/05/21/in-siria-la-%e2%80%9cterza-corrente%e2%80%9d-e-la-piu-pericolosa/
Altro articolo: KOSOVO: Ecco dove si addestrano i ribelli siriani
I miliziani del Consiglio Nazionale Siriano, in arabo al-Majlis al-Watani al-Suri, che si oppongono al regime di Bashar al Assad verranno addestrati in Kosovo. Rivela l’Associated Press che il giorno 26 aprile, di ritorno dagli Stati Uniti, una delegazione del CNS ha fatto tappa a Pristina per prendere accordi in merito col governo kosovaro. Fulcro delle consultazioni è come impiegare in Siria le conoscenze apprese dall’Esercito di Liberazione del Kosovo, più noto come UCK, durante la guerra contro la Serbia negli anni dal ’96 al ’99. Afferma in proposito Ammar Abdulhamid, nato in Siria ma in esilio negli USA dal 2005, “attivista dei diritti umani” e capo delegazione “Siamo venuti qui per imparare. Il Kosovo ha già compiuto questo cammino e possiede un’esperienza che potrebbe esserci molto utile, soprattutto vorremmo sapere in che modo gruppi armati sparsi si sono infine organizzati nell’UCK. Abbiamo un bisogno vitale di azioni congiunte come coalizione di opposizione”.
..... http://eastjournal.net/2012/05/23/kosovo-ecco-dove-si-addestrano-i-ribelli-siriani/