Sta arrivando, certamente, il tempo che tutte le fazioni,
comprese le potenze esterne, si calmino
e cerchino la strada della riconciliazione e della pace, cioè, la “mussalaha”.
Noi supportiamo pienamente questo movimento.
Mar Yakub
mercoledì 28 giugno – venerdì 5 luglio 2013
Dopo i bombardamenti sul monastero della scorsa settimana, parliamo un
po’ a tavola di come ognuno in Comunità ha trasformato in modo originale il suo rifugio in un nido.
Infatti, usiamo tanti materassini di spugna, che prima erano usati per
gli ospiti. Adesso, ognuno ne prende due
e eventualmente ancora un altro a
destra e a sinistra. Altri materassi ci coprono in caso che crollano pezzi …. Quando sentiamo il rumore di un elicottero,
ci copriamo tutti con i materassi. Nel frattempo, la piccola Fadia, la bebè della famiglia sunnita rifugiata presso di noi, porta gradita distrazione alle suore: sostituisce la sveglia .
Sabato si celebra nell' Oriente e
nell’Occidente la festa degli Apostoli Pietro e Paolo. Pietro e Paolo sono morti per
martirio durante l’impero di Nerone. Pietro ha fondato la chiesa di Antiochia in
Siria (adesso Antakia in Turchia) dove è stato Vescovo per 7 anni, prima di
andare a Roma. In Antiochia la Chiesa era UNA nella sua diversità, con credenti
circoncisi e credenti delle nazioni dei gentili. Qui sono stati chiamati per la prima volta “cristiani”. Per la
restaurazione di questa Unità, si
impegna uno dei più promettenti movimenti mondiali e cristiani dei nostri
tempi : Sulla strada del Secondo
Concilio… (vedi : www.tjcii.be ). La visione di Paolo
nei Romani 11 si sta attuando, perché ci sono sempre più Ebrei che riconoscono
Gesù come il Messia, il Figlio di Dio e il Salvatore del Mondo. Questo è anche un nuovo compito sia
per i cristiani sia per i credenti del popolo ebraico. Paolo ha vissuto la sua
conversione in Damasco e ha organizzato le sue missioni da Antiochia. In
Antiochia ha incontrato la Chiesa che era UNA nella sua diversità. La nostra comunità è nata proprio come “L' Ordine
dell’unità di Antiochia” e per quello vogliamo pregare, vivere e lavorare.
Questa domenica c’è un atmosfera
pacifica irreale.
Sembra un bellissimo posto di vacanza. Sopra di noi un sole splendente in un cielo di un blu eccezionale. C’è un grande silenzio. Da una parte c’è
la montagna Anti-Libano e dall’altra parte il villaggio splende nel sole e
dietro ci sono di nuovo montagne. Intorno agli edifici del monastero si estende
un' oasi di verde con alberi e verdure. Adesso evitiamo di prendere la piccola
colazione nell’atrio, come anche di
godere la vista dalla terrazza della torre Romana . Noi camminiamo il minimo possibile negli spazi aperti. Diamo tutta l’attenzione alla
parola di Gesù che dice nel Vangelo di oggi: “
Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro, è adatto per
il regno di Dio».
Facciamo di tutto per
la nostra sicurezza e intanto restiamo
fedeli al nostro impegno: testimoniare l’Amore di Dio per suo Figlio Gesù
Cristo in questo luogo per tutta la popolazione. Che il Regno della Pace possa
venire presto, anche in Siria!
Oggi è
domenica e siccome per tutta la giornata c’è silenzio nel cielo, noi restiamo più
a lungo nella ricreazione serale prima di ritornare ai nostri rifugi. Ci ha fatto
molto bene l' essere stati tutti insieme. Appena siamo nei nostri rifugi, alle
ore 22.16 sentiamo un elicottero che fa due giri sopra di noi e dopo quattro
bombardamenti un po’ più lontano. Dopo c’è di nuovo silenzio.
Durante la settimana, ricominciamo la
nostra vita normale e lavoriamo.
Dobbiamo ancora pulire tanto le parti del Monastero lesionate. Viviamo con tante
limitazioni, sempre pronti e all'erta, ma proviamo a vivere il più lietamente possibile. Abbiamo lunghe serate per approfondire
le nostre conoscenze su Origene e altri temi interessanti. Ogni
sera sentiamo i bombardamenti, ma apparentemente i piloti si sono perfezionati nel
leggere le mappe. Qualunque cosa
succederà a questa comunità e a questo
monastero costantemente minacciato, noi saremo grati di ciò che abbiamo realmente vissuto,
sofferto e pregato con il popolo Siriano.
Ancora una storia, vera e anche umoristica. Un giornale turco in lingua inglese annuncia che qualcuno ha tagliato
un pomodoro in due e ha scoperto che il cuore del pomodoro aveva una chiara
forma di croce (accompagnato da una foto bellissima). Una visione spiegava che apparentemente i pomodori sono cristiani e che perciò
“altri credenti” nei paesi arabi
non li possono mangiare. Non è un'idea, di attribuire a questa persona - per
questa scoperta mondiale fantastica e scioccante - il premio Nobel per la biologia,
accompagnato da un grande ricevimento sulla prossima asta di verdure e frutta,
dove gli invitati si possono bombardare liberamente con pomodori?
Con tutto il Cuore,
P. Daniel(traduzione A.Wilking)