Una preghiera per la pace in Siria
Nella loro esortazione di giovedì 19 luglio 2012, i vescovi europei si sono dichiarati contrari alla scalata di violenza che sta scuotendo la Siria: «Questo conflitto non può portare che dolore, distruzione e gravi conseguenze per il popolo siriano. La guerra è una via senza uscita. La felicità non può che essere raggiunta insieme, e mai attraverso la prevaricazione degli uni contro gli altri».
Inoltre, nella sua dichiarazione, il Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa sottolinea quanto segue: «La nostra fede ci spinge a sperare che sia possibile una soluzione del conflitto giusta e costruttiva, rispettosa degli interessi di tutti. È necessario trovare, ora più che mai, lo spazio per un dialogo di pace; non è mai troppo tardi per capirsi l’un l’altro, per negoziare e costruire insieme un avvenire comune».
Nel corso delle ultime settimane, in seguito al profilarsi della catastrofe umanitaria, Aiuto alla Chiesa che Soffre ha assegnato alla Caritas Siriana ed ai cristiani di Homs un aiuto economico d’emergenza di importo pari a 130.000 euro. Sono inoltre previste altre misure d’aiuto.
http://acs-italia.org/notizie-dal-mondo/una-preghiera-per-la-pace-in-siria/
Agenzia Fides 21/7/2012
Una suora di Damasco: “Preghiamo che tutto finisca, non abbiamo fiducia nella rivoluzione”
I profughi continuano a bussare alla porta del Santuario di Tabbaleh, dedicato alla Conversione di San Paolo, a Damasco. I frati francescani della Custodia di Terrasanta e le Suore Francescane Missionarie del Cuore Immacolato di Maria, che gestiscono la Chiesa, hanno accolto stabilmente otto famiglie e provvedono al sostentamento di altre 45 famiglie, cristiane e musulmane. Sono i rifugiati di Damasco, i civili vittime degli scontri fra forze dell’esercito regolare e gruppi rivoluzionari che negli ultimi giorni hanno messo a ferro e fuoco la città.
“Camminiamo con speranza e cerchiamo di consolare tutti, in queste ore tragiche”, dice a Fides p. Romualdo Fernandez OFM, Rettore del Santuario, informando che una folla di persone viene ogni giorno a pregare nella Chiesa, e si formano spontanei cenacoli di cristiani e musulmani che pregano insieme per la pace e chiedono la protezione a Dio e alla Vergine Maria.
Suor Yola, siriana, una delle religiose francescane che ogni giorno aiutano le famiglie dei profughi, racconta a Fides: “Stiamo facendo del nostro meglio per aiutare la famiglie di sfollati. La gente piange e spera in tempi migliori. Il costo della vita è altissimo, non si trovano medicinali, l’impatto dell’embargo che subiamo è tutto sulla popolazione civile e sui più poveri. Speriamo e preghiamo perché questa sofferenza finisca presto. Non abbiamo alcuna fiducia in questi cosiddetti ‘rivoluzionari”. Quali sono i rivoluzionari che fanno del male al popolo? Hanno danneggiato tutti, cristiani e musulmani, tante famiglie che hanno perso tutto”.
“In queste azioni armate e in questa sofferenza – prosegue la suora – la religione non c’entra. Con i musulmani abbiamo sempre vissuto fianco a fianco e continueremo a farlo. Il governo siriano finora è stato laico, ha garantito alla Siria sicurezza e stabilità. Oggi abbiamo solo disordine, insicurezza, caos, sofferenza. E cosa sarà domani? Ma sappiamo, come cristiani, che Dio ci protegge e la nostra speranza è viva. E, come cristiani, abbiamo una certezza: non abbandoneremo mai la Siria”.
http://www.fides.org/aree/news/newsdet.php?idnews=39570&lan=ita