Un
ragionamento importante che serve la verità.
Ho
tradotto una parte, ma consiglio la lettura integrale dell'articolo.
Condivido il punto di vista di Ghassan Kadi e ritengo questa analisi
utile per un discorso che travalichi clichés o narrazioni agghindate
ad hoc.
Maria
Antonietta Carta
di
Ghassan
Kadi per The Saker blog
Negli
ultimi anni, e da quando è iniziata la "Guerra contro la
Siria", abbiamo ascoltato molti esprimere il loro fervido
entusiasmo sulla Siria prima della guerra. Magari non erano mai stati
in Siria, principalmente occidentali, eppure invariabilmente
raccontavano di un Paese "perfetto", dove tutti vivevano in
pace, armonia e onestà. Certo, alcuni di questi aspetti sono in
parte veritieri e la società è civile ed etica, ma la Siria non è
mai stata perfetta, e quando i patrioti siriani l'hanno difesa non
l'hanno fatto, e non lo fanno, perché è perfetta, ma piuttosto per
preservare la sua unità, indipendenza, secolarismo e integrità...
...
A
nessuno piace parlare di corruzione del proprio Paese, per timore che
sia percepito come un discredito sull'intera comunità. Ciò sarebbe
molto ingiusto, perché i Siriani hanno principi elevati,
patriottismo e dignità.
Ma
affrontiamo il tema: senza corruzione i terroristi non sarebbero
stati in grado di portare in Siria un'enorme quantità di materiale
militare prima dell'inizio della guerra, e non sto parlando delle
frontiere fuori controllo di Turchia, Giordania e Libano da cui sono
entrati anche convogli di carri armati. Parlo del periodo in cui
ancora si viveva in pace, e una certa quantità di armi e
combattenti, sufficiente per accendere la miccia, fu infiltrata nel
Paese...
Scrivere
questo articolo è doloroso, ma ignorare il problema e far finta che
non esista né aiuta a sradicarlo né a servire la verità. Ciò che
rende tutto questo più straziante è il pensiero che decine di
migliaia di membri dell'esercito che hanno perso la vita, centinaia
di migliaia di cittadini in lutto e milioni che hanno patito sono
persone dignitose, orgogliose e integre. È sempre una cattiva
minoranza che può infliggere il danno, proprio come hanno fatto i
jihadisti. Ma a differenza dei jihadisti, che è possibile
identificare dal loro armamentario, i corrotti non si distinguono e
possono essere in agguato in qualsiasi luogo, in qualsiasi
dipartimento governativo e in qualsiasi angolo di strada.
Non
sarei sorpreso se alcuni lettori pensassero che con questo articolo
stia accusando di corruzione l'intero apparato del governo siriano e
perciò mi urge sottolineare che, se nel governo della Siria la
stragrande maggioranza di uomini e donne non fossero onesti e
incorruttibili, il Paese sarebbe andato perso. Dobbiamo fermarci qui
per un momento e fare un elogio speciale alle missioni diplomatiche a
cui sono state offerte alte somme di denaro per tradire, ma senza
successo. E non bisogna dimenticare le decine di migliaia di soldati
che si sono rifiutati di lasciare le fila dell'Esercito Siriano
benché gli siano stati offerti salari molto più alti e posizioni di
rilievo nel nuovo Stato se la guerra fosse stata vinta. Per non
parlare delle centinaia di migliaia, anzi milioni di persone, che
hanno rifiutato di lasciare le loro case nelle situazioni più
terribili. Sono quei patrioti solidi e la saggia guida al loro fianco
che ha vinto la guerra. Sfortunatamente però, bastano poche mele
marce per rovinare tutto e se un ministro ha anche un unico esperto
corrotto che controlla il flusso di informazioni,può essere
facilmente pregiudicato il buon lavoro di un intero ministero.
Bisogna
ribadire chiaramente che senza gli elementi corrotti, i nemici della
Siria non sarebbero stati in grado di far entrare sufficienti 'micce
detonanti' per incendiare il Paese. Sarebbe quindi incomprensibile e
imperdonabile chiudere gli occhi sulla corruzione dopo la fine delle
battaglie terrestri, specialmente quando vediamo azioni quali
l'assassinio del prof. Isber.
Se
la Siria vuole evitare ulteriori disastri, deve dichiarare aperta la
stagione contro la corruzione. Quanto prima meglio sarà.