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lunedì 25 luglio 2022

Al-Suqaylabiyah: brutale attacco terroristico durante l'inaugurazione della chiesa di Santa Sofia

 

it.abouna.org :

Un civile è stato ucciso e altri 12 sono rimasti feriti in un attacco di droni da parte di organizzazioni terroristiche durante un affollato raduno popolare nella città di Suqaylabiyah, nella campagna di Hama, domenica 24 luglio. 

L'agenzia di stampa siriana (SANA) ha riferito che un drone equipaggiato con esplosivi ad alto potenziale ha attaccato una folla di civili che celebrava l'apertura della chiesa di Santa Sofia. 

L'attacco terroristico ha causato anche danni materiali al luogo.

Il governo siriano aveva iniziato a costruire una replica della Basilica di Santa Sofia  che funzionerebbe come una cattedrale ortodossa, in segno di protesta contro la mossa del governo turco di convertire l'iconica struttura di Istanbul in una moschea. Un legislatore russo ha affermato che Mosca avrebbe fornito finanziamenti per il progetto per mostrare l'importanza del "dialogo pacifico" tra le fedi. 

La Russia ha contribuito alla costruzione della piccola  Hagia Sophia nella città di Al Suqaylabiyah per mostrare l'importanza del "dialogo pacifico" tra le fedi, ha riferito il Moscow Times.  

Al-Suqaylabiyah è una città greco-ortodossa a maggioranza cristiana nella provincia siriana centrale di Hama

( Vanessa Beeley su Twitter: Il leader di al-Qaeda in Siria, Abu Mohammad al-Jolani, ha promesso oggi di "liberare" Hama e raggiungere Damasco. L'attacco terroristico a civili, bambini, famiglie e  dignitari siriani è avvenuto durante un discorso tenuto da un rappresentante siriano sunnita dell'istituto religioso Al Waqf durante una cerimonia cristiana. I proxi turchi non sopportano di vedere unità e convivenza in Siria.)

I molti volti belli e coraggiosi di Al Skeilbiyyeh e Mhardeh nel nord di Hama: https://oraprosiria.blogspot.com/2019/05/sulla-linea-del-fronte-di-idlib-le.html

sabato 4 maggio 2019

Sulla linea del fronte di Idlib, le città cristiane si preparano con coraggio e fede alla sfida del terrorismo

I molti volti belli e coraggiosi di Al Skeilbiyyeh e Mhardeh nel nord di Hama. 
di VANESSA BEELEY

Trad. Gb. P. OraproSiria

Sono appena tornata a Damasco dopo aver trascorso quasi 4 giorni nelle città cristiane siriane di Al Skeilbiyyeh e Mhardeh. Durante la mia permanenza ad Al Skeilbiyyeh, la città è stata attaccata da Hayat Tahrir Al Sham (già Fronte al Nusra / Al Qaeda). Il 24 aprile, 16 missili Grad lanciati dai terroristi hanno preso di mira case di civili nella città, causando ingentissimi danni materiali, ma per fortuna niente martiri o feriti.
Le Forze di Difesa Nazionale (NDF) hanno risposto vigorosamente e le mie foto mostrano il successo dei bersagli sulle enclavi terroristiche nella Cittadella di Madiq - l'edificio bianco più alto (una ex fabbrica di grano e centro di stoccaggio) è ora occupato da una combinazione di Elmetti Bianchi e Fronte Al Nusra, secondo i soldati delle NDF.
Più tardi nella stessa notte, gli attacchi si sono intensificati considerevolmente, le forze terroriste del Fronte Al Nusra si sono avvicinate a meno di 200 metri dalla città e ci è stato chiesto di tornare in luoghi riparati. Il lancio di missili da parte delle NDF è stato un suono gradito, conoscendo la vicinanza del Fronte Al Nusra ai civili di questa città risoluta e resiliente. Un razzo del Fronte Al Nusra è esploso a meno di 10 metri da dove mi trovavo, secondo i soldati (e il suono dell'esplosione). Mentre le NDF intensificavano il loro fuoco difensivo sulle posizioni terroristiche, un caro amico, Wissam Sliman, mi ha inviato i seguenti messaggi che era riuscito a raccogliere tra i combattenti terroristi: Primo terrorista: "Giuro su Dio, senti come se la terra si spezzasse con ogni razzo che atterra". Secondo terrorista: "Bastardi! Loro (NDF) stanno sparando 4 o 5 proiettili simultaneamente".
La strategia determinata dal comandante delle NDF, Nabel Alabdalla, era quella di mirare agli avvicinamenti di Al Nusra verso la città di Al Skeilbiyyeh, per respingere i terroristi che avanzavano e costringerli a rientrare nelle loro tane nella Cittadella di Madiq. Le NDF hanno avuto successo: dopo alcune ore di scambi di fuoco, divenne chiaro che i vigliacchi terroristi si erano ritirati, sopraffatti dal superiore coraggio e dall'intelligenza delle forze delle NDF che hanno difeso la loro città e il loro popolo negli ultimi otto anni. I terroristi non sono mai stati in grado di entrare a Skeilbiyyeh durante tutto questo tempo.
La mattina seguente, i jet russi Sukhoi si potevano udire sopra la testa, e un certo numero di aree occupate dai terroristi a Hama e Idlib sono tutt'ora il loro obiettivo.
Il giorno seguente era il Venerdì Santo e i civili si sono riversati nelle strade di Al Skeilbiyyeh per la processione della bara di Gesù Cristo. La chiesa era gremita, le persone in piedi nei corridoi per la cerimonia, nonostante il pericolo che avevano appena affrontato. La fede in Nabel Alabdalla e nei suoi soldati è qualcosa che viene espressa da tutti i cittadini di questa città, le persone si sentono al sicuro perché sanno che saranno protetti da ogni tipo di male che possa minacciarli, da questi giovani uomini e donne coraggiosi senza paura. 
Abdullah Elias Farouh, 99 anni, il più vecchio abitante
di Al Skeilbiyyeh. 
(Photo: Vanessa Beeley)

Dal più vecchio cittadino, il novantanovenne Abdullah Elias Farouh (fotografato con Nabel Alabdalla), al più giovane, tutti si sono riuniti nella chiesa, nelle strade e poi nei ristoranti in questo giorno di lutto per la morte di Cristo.

L'immagine può contenere: cielo, erba, natura e spazio all'aperto
Abbiamo trascorso del tempo prezioso nella campagna di Al Skeilbiyyeh, tra i campi di grano ora incolti, gli uliveti, i pistacchi che si estendono tutti in lontananza dove le montagne incombono sui campi verdeggianti e sui paesaggi assolati.

Cavalli che pascolano liberamente sul ciglio della strada sotto il forte sole primaverile. Un momento di natura sublime tra il caos e il disordine creato dall'Occidente che ha infranto la pace e la semplicità di questa antica terra e della sua gente.
 Nabel Alabdalla si è fermato sul ciglio della strada per salutare Umm Firdaus, vestita tradizionalmente nelle foto. Umm Firdaus ha manifestato un profondo amore e ammirazione per Nabel mentre conversavano: il suo viso avvolto di sorrisi e di gioia.
Maha Assaad con la figlia disabile di 25 anni, Amal. Foto: Vanessa Beeley
L'arazzo multicolore di cui è fatta la Siria si riflette nelle città di Skeilbiyyeh e Mhardeh: la diversità, l'unità, la solidarietà sono espresse attraverso la parola e l'azione senza esitazione. Quando ho riferito riguardo al razzo che aveva preso di mira la casa di Maha Asaad e la sua figlia disabile di 25 anni, Amal, la risposta è stata immediata, la gente ha iniziato a chiamare i funzionari della città e a chiedere cosa potevano fare per aiutare. Il razzo era entrato dal tetto dell'edificio in una stanza dove Maha e sua figlia e altri due civili si stavano riposando, miracolosamente nessuno è rimasto ferito. In una città in cui la comunità è così importante, nessuno sarà lasciato senza aiuto o supporto. Questa è la Siria.
The funeral of the martyrs in Mhardeh. (Photo: Mhardeh Facebook page)
A Mhardeh ho intervistato le famiglie dei martiri più recenti, uccisi durante gli attacchi terroristici missilistici: Yousef Habib Najjar di 42 anni, padre di due figli, e il 22enne Majed Monif Qiddeeseh. Pubblicherò queste interviste a breve. Era straziante condividere il dolore e la perdita di queste famiglie, ma la luce della resistenza bruciava ancora così intensamente nelle loro parole, nei loro occhi e nella loro determinazione a rimanere nella loro terra e nel loro rifiuto di permettere che il lutto li portasse a lasciare le loro case. Mi sono sentita profondamente umile davanti alla fermezza che queste persone gentili e generose mostrano attraverso le loro lacrime e i ricordi di un figlio o di un padre / fratello / marito che non avrebbero mai dovuti essere loro rubati.
La nonna di Majed mi ha detto che lui rideva e scherzava sempre, che l'avrebbe abbracciata ogni giorno rassicurandola che l'avrebbe tenuta al sicuro durante gli attacchi terroristici.
L'immagine può contenere: 7 persone, persone che sorridono, persone sedute
Con la famiglia del martire di 42 anni,
 padre di 2 figli, Yousef Habib Najjar, a Mhardeh.
Foto: Vanessa Beeley
Il fratello di Yousef, Dr. Noni, è un neurochirurgo. Quando Yousef è stato ferito dalle schegge del missile che ha anche preso la vita di Majed, è stato il Dr. Noni che ha dovuto operare il proprio fratello. La scheggia era entrata nel cervello di Youssef dalla nuca e nonostante tutti gli sforzi del dottor Noni per salvare la vita di suo fratello, non è stato in grado di farlo.
A volte mi sento sopraffatta dal dolore e dalla sofferenza che queste persone eroiche devono sopportare, ma è la loro resistenza e dignità che dovrebbe incoraggiarci tutti a combattere più fortemente per loro, a negare ai nostri governi la vittoria che stanno cercando - spezzare gli animi di queste persone nobili con tutti i mezzi a loro disposizione, militari, economici, psicologici - ... Queste persone non meritano queste tenebre, meritano di essere lasciate vivere in pace.
L'immagine può contenere: 1 persona, in piedi e spazio all'aperto
I residenti di Al Skeilbiyyeh ripuliscono il pavimento
dopo che un razzo di Al Qaeda ha preso di mira la loro casa.
 Foto: Vanessa Beeley.
Ho voluto scrivere solo queste parole stasera, perché sono fresche nella mia mente e nel mio cuore. Ne aggiungerò altre molto presto, ma per ora vi lascio con queste immagini di questa bellissima regione e della sua bella gente. Dio li benedica tutti, li protegga e porti loro la vittoria contro la peste terrorista che è stata portata loro dai mostri in Occidente e dai tiranni loro alleati che sono la Turchia, gli Stati del Golfo e Israele.

martedì 19 marzo 2019

La battaglia quotidiana di MHARDEH



La notte cade sulla Siria . A nord della città di Hama, una pioggia gelida spazza la piccola città di Mhardeh. In macchina, sono accompagnato da Salem, un cristiano damasceno che ha combattuto per più di cinque anni per difendere questa città, che è diventata un simbolo della resistenza siriana al terrorismo internazionale.  I controlli militari si intensificano fino a quando arriviamo all'ufficio del signor Simon, capo della Forza nazionale di difesa a Mhardeh Siamo attesi, i soldati aprono il grosso portone. Uscendo dalla macchina, la pesante atmosfera della guerra svanisce e sentiamo le tipiche frasi di accoglienza siriana, quelle che ti fanno sentire subito a casa. Accompagnati da tre soldati armati, iniziamo a radunarci davanti all'albero dei martiri: cento ritratti in memoria di coloro che sono caduti sotto le bombe che hanno ferito la città per più di sette anni. Ho notato quello di un adolescente, a malapena uscito dall'infanzia, con gli occhi color blu scuro. Ci raccogliamo alcuni momenti.
Il signor Simon ci accoglie nel suo ufficio a braccia aperte. Istintivamente, quest'uomo ispira immenso rispetto, senza essere inaccessibile, al contrario. In mezzo al collo, la cicatrice di un proiettile che non riuscì a ucciderlo impressiona. Il suo sorriso cancella istantaneamente queste stigmate della guerra. Il signor Simon è sopravvissuto a tre tentativi di omicidio. Organizza personalmente la difesa della sua terra, della sua città, della sua casa, delle famiglie di Mhardeh.  Ci parla semplicemente della sua vita di soldato, delle prove che comporta, delle difficoltà materiali, dell'addestramento dei suoi uomini. Ci mostra, divertito, il modo in cui parlano di lui nei media filo-jihadisti, i cosiddetti massacri di cui è accusato, il modo in cui viene infangato. Sembra che sia incrollabile. Nei momenti peggiori della battaglia di Mhardeh , alcuni anni fa, il signor Simon ha tenuto duro dove persino l'esercito russo voleva ritirarsi.
mhardeh siria difesa nazionale sos christian or
In seguito parliamo con i soldati. Studenti, macellai, fornai, ingegneri. La guerra ha preso la loro vita per renderli soldati. Costretto all'eroismo del campo di battaglia. È forse proprio questo attaccamento alla loro città, alla loro professione, ai loro sogni che dà loro la forza di combattere.
Il signor Simon ci porta poi a casa. Sua moglie ci accoglie come se fossimo dalla sua famiglia. Diverse donne in città sono qui, vengono a cercare conforto e sostegno da colui che è diventato, di fatto, l'eroe della città. Il signor Simon prende in braccio suo nipote, che porta il suo nome. Il piccolo ha nove mesi, cresce dolcemente al suono di attacchi missilistici e mortai, ma nel bel mezzo di una famiglia amorevole e forte. È una festosa atmosfera, il ritorno dell'eroe a casa. Il comandante della battaglia ritorna al suo ruolo di nonno e si lascia andare alla tenerezza col "piccolo Simon". E con noi evoca la sua preoccupazione: perché ha resistito, i suoi figli e i suoi nipoti saranno sempre sotto la minaccia di una vendetta.  Nella casa, nascoste agli occhi dei bambini, ci sono le armi che richiamano il guerresco quotidiano. E se non bastasse, le incessanti chiamate radio o telefoniche ricevute dal comandante militare sarebbero sufficienti. Risponde a ciascuno di loro, senza lasciare dalle braccia suo nipote.
La nostra successiva giornata a Mhardeh sarà punteggiata dai bombardamenti sulla città e sui suoi dintorni. I boati sono a volte assordanti e lunghi, a volte brevi e molto forti. Facciamo il lavoro per il quale siamo venuti. La moglie del capo ci conduce dalle famiglie bisognose che aiutiamo nel miglior modo possibile attraverso le donazioni. Ogni viaggio deve essere veloce, devi spesso rifugiarti al riparo.  Nessun colpo cadrà nelle nostre vicinanze e attendiamo le autorizzazioni della moglie del signor Simon, informata in diretta, per passare da un punto all'altro. Ci rendiamo conto degli effetti della pesante atmosfera della guerra su questi civili. Nel tardo pomeriggio, ci rallegriamo con i soldati vedendo da lontano il fuoco missilistico che la Forza di difesa nazionale invia per contrastare gli attacchi jihadisti. Dietro questa collina, all'orizzonte, ci sono le posizioni dei terroristi.
vergine mhardeh sos christian orientÈ un giorno senza morti a Mhardeh , ma i danni materiali sono pesanti. Una o due volte alla settimana, i terroristi violano il cessate il fuoco che loro stessi hanno chiesto.  Dipendendo dalle decisioni oscure prese dalla comunità internazionale, Mhardeh resiste. Per difendere il suo modo di vivere, la sua comunità, la sua città e la sua famiglia, il cristiano deve prendere le armi e, se necessario, dare la sua vita. La guerra è ancora molto presente in Siria.
Rientriamo il giorno dopo a Damasco, con il cuore a questa città e ai suoi difensori. Il nostro passaggio è stato l'occasione per valutare un po' meglio i bisogni e permetterci di tornare con un aiuto più concreto ai civili e ai soldati di Mhardeh. Combattendo il terrorismo internazionale sul loro territorio, difendono anche tutti coloro che lo hanno di fronte, compresi gli europei. Il nostro debito è enorme, anche la nostra gratitudine.
Sotto assedio da 7 anni, 20.000 cristiani sono bombardati dai terroristi. Nessun media parla di loro. Sono soli a combattere per sopravvivere. Impotenti, hanno visto passare i convogli degli jihadisti trasferiti verso Idlib.
160 Martiri. Civili innocenti, padri e adolescenti, famiglie in lutto.
La lotta di Mhardeh è la nostra. La tua donazione, un'arma per la pace.

                                                 trad Oraprosiria 

lunedì 18 febbraio 2019

Da Idlibistan bombardamenti sulle città cristiane in risposta agli accordi del vertice a Sochi tra Russia, Turchia e Iran per la definizione delle aree di influenza


Sabato 16 febbraio tre civili sono rimasti feriti a causa di attacchi con missili sulla città cristiana greco-ortodossa di Mhardeh e la centrale elettrica nella campagna settentrionale di Hama.
 Gruppi terroristici posizionati nel castello di al-Madiq hanno anche sparato colpi di razzo sui quartieri residenziali nella città cristiana di al-Sqailbieh nella campagna settentrionale di Hama, ferendo tre civili e causando danni materiali alle case. Qalaat al-Madiq è il sito dell'antica città di Apamea, le cui rovine si trovano appena ad est della città. La fortezza moderna, che ha dato il nome alla città, fu costruita durante il dominio musulmano nel 12 ° secolo. È ancora abitata da cittadini civili, ed ora occupata da gruppi affiliati ad Al-Nusra.
Gruppi terroristici posizionati nella valle di al-Anz a ovest di Kafr Zita hanno preso di mira la città di Salhab con lanci di razzi, causando danni materiali a proprietà private e a infrastrutture.

Lunedì 18 febbraio due cittadini sono stati uccisi e molti altri sono rimasti feriti in un attacco terroristico con colpi di mortaio nella città di Sheizar. Nello stesso giorno, altri due civili sono rimasti feriti quando gruppi terroristici hanno preso di mira con una serie di missili al-Sqeilbiya, 48 km a nord-ovest della città di Hama, in una nuova violazione dell'accordo di de-escalation della zona di Idleb.
Gli attacchi su Mhardeh provengono sempre da Ltamenah, ancora occupata dal takfiri affiliati all'Arabia Saudita, "Jaish al Ezza".

 Notizie tratte da Agenzia S.A.N.A. e da Syrianews

AGGIORNAMENTO da SOS Chrétiens d'Orient: 

...."Il signor Simon e io arriviamo a casa alla stessa ora. Ho appena distribuito cibo e lui i missili. Ridendo, mi fa ascoltare una registrazione da una conversazione intercettata tra terroristi dove sentiamo:
"Colpisci le chiese, colpisci le chiese, questi maiali di cristiani sono nelle chiese" ...
  Dall'estate 2018, un cessate il fuoco è stato ufficialmente decretato dai russi e dai turchi su richiesta dei terroristi ... I turchi che si trovano all'interno delle posizioni terroristiche hanno allestito numerosi centri di osservazione. Per quanto riguarda i russi, circondano la tasca di Idleb dal lato del governo con i soldati dell'esercito arabo siriano.  Tuttavia, questo accordo di pace viene costantemente interrotto da ripetuti attacchi di al-Nusra e dei loro affiliati che si abbattono vigliaccamente sui civili con granate, razzi e missili ...
Altrove nel paese, la pace è tornata, la vita ha ripreso il suo corso, il peggio è ormai alle spalle ma per gli altri, l'inferno continua ed è quotidiano ...   Abituato a vivere in una Siria ritornata serena, avevo dimenticato le sensazioni di un tale clima di paura e ansietà. Avevo dimenticato questa atmosfera di morte. Lo conoscevo bene durante le mie regolari visite ad Aleppo tra il 2015 e il 2017, al culmine di quella lunga battaglia fino alla sua liberazione. L'avevo conosciuto bene anche in altre circostanze, come durante quelle ore di strade spaventose che attraversavano il paese, toccando le aree detenute da ISIS e Al Nusra.   Anche a me capita di dimenticare che sfortunatamente molti sono quelli per cui nulla è finito!
Non mi rivolgo a voi per incolparvi ma perchè vi indigniate con me. Il silenzio dei media è travolgente, soprattutto quando ci dice che tutto è finito in Siria! In realtà qui si continua a uccidere in silenzio, nessuno è lì a riferire i fatti.  
Non aspettate che i media si destino, per parlare solo dei civili nella regione di Idleb, per interessarvi a Mhardeh. Non commettete lo stesso errore delle battaglie di Aleppo e Damasco! Dovete  capire che Mhardeh sta morendo lentamente ...  Oggi i nostri fratelli muoiono in silenzio e solo voi potete aiutarci ad alleviare le loro sofferenze. Abbiamo bisogno di voi, delle vostre preghiere, del vostro aiuto. Aiutateci a sostenere Mhardeh! Aiutateci a sostenere i suoi abitanti!
Alexandre Goodarzy, capo della missione in Siria.