Lettera di Padre Daniel
Mar Yakub, 8 settembre 2017
Uno strano senso di sicurezza
La
catena montuosa dei Monti anti-Libano, i nostri vicini incrollabili e
impressionanti, è sempre stata testimone silenziosa della nostra
vita quotidiana. Ai piedi dei Monti i nostri compaesani avevano i
loro alberi da frutto. Le ciliegie di Qara erano conosciute in tutto
il Medio Oriente per la loro qualità superiore. Questo paradiso è
andato subito perduto appena i terroristi vi hanno fatto la loro
tana. Tutto è stato distrutto, e da allora la nostra vita quotidiana
minacciata. Infatti da quel momento il ritornello quotidiano era:
"oggi non si può andare al campo grande", "oggi non
si può lavorare in giardino", "oggi per la sicurezza è
meglio non mangiare fuori”... Dalla scorsa settimana, i terroristi
e ISIS provenienti dalla regione di confine e in tutto il Qalamoun sono
stati cacciati via. Ci sono alcuni soldati presenti per togliere le
mine e per controllare le frontiere, ma sono finite le sparatorie, i
colpi di cannone, nelle vicinanze o nelle lontananze, e sono finiti
anche i movimenti di truppe. Uno strano silenzio. È come ci mancasse
qualcosa. Invece no, dobbiamo adattarci di nuovo a quella deliziosa
pace e armonia siriana che abbiamo conosciuto prima della guerra.
E
all'improvviso la situazione è di nuovo come prima della guerra. Già
due gruppi vogliono visitarci durante il weekend. Sono 70 persone,
uomini e donne. Solo che al momento non ci sono camere disponibili
nel nuovo edificio, tutto è pieno di aiuti umanitari che escono ed
entrano continuamente. E' vero che abbiamo ampi spazi e che abbiamo
tanti materassi e possiamo liberare qualche camera. Possiamo
provarci, tutti sono benvenuti se accettano le limitazioni della
situazione. Tutto è preparato al meglio. All'ultimo momento tuttavia
i 2 gruppi decidono di aspettare e di rimandare la loro visita.
Accipicchia.
Nel frattempo, in Deir Ezzor c’è già un'atmosfera di festa dopo la liberazione repentina, ma allo stesso tempo c'è un urgente bisogno di aiuto. Viene caricato un camion con aiuti umanitari e i nostri due confratelli partono mercoledì mattina per diversi giorni per aiutare la popolazione martirizzata di Deir Ezzor.
Nel frattempo, in Deir Ezzor c’è già un'atmosfera di festa dopo la liberazione repentina, ma allo stesso tempo c'è un urgente bisogno di aiuto. Viene caricato un camion con aiuti umanitari e i nostri due confratelli partono mercoledì mattina per diversi giorni per aiutare la popolazione martirizzata di Deir Ezzor.
Allo
stesso tempo, si lavora non-stop nelle piccole “imprese” di Qâra.
Le 35 donne che hanno iniziato lavoretti con l’uncinetto e la
maglia, producono oggi vestiti creativi. I loro prodotti sono
distribuiti all’estero. Anch'io porto ogni volta una borsa piena,
quando possibile. Alcuni dicono che è stupido perché ci sono tanti
negozi con bei capi a buon prezzo. Eppure noi continuiamo la
distribuzione in modo legale. Infatti regaliamo tutto ai nostri
amici e benefattori, e loro ci donano liberamente un po’ di soldi:
alla fine abbiamo abbastanza soldi per poter pagare queste donne. La
prossima volta potrete leggere sul nostro sito internet commoventi
testimonianze di donne che hanno perso tutto e talvolta anche i loro
mariti e che ora vivono in Qâra con i loro genitori o suoceri, e
possono sopravvivere solo grazie a questo loro lavoro a maglia
creativo.
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La
miseria in cui queste persone sono sopravvissute per anni ci fa porre
la domanda: perche’ noi ci preoccupiamo di tante cose così futili?
(trad. A Wilking )