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giovedì 3 maggio 2012

Messaggio dei Vescovi siriani sulla situazione del Paese

Relazione finale dell'Assemblea della Gerarchia Cattolica in Siria
Arcidiocesi maronita di Aleppo - 25 aprile 2012

L'Assemblea della Gerarchia Cattolica in Siria ha tenuto la sua riunione ordinaria primaverile ad Aleppo presso la sede dell'Arcivescovo maronita il 25 aprile 2012, presieduta dal suo Presidente, patriarca greco-cattolico melchita Gregorios III. Inoltre vi hanno preso parte il patriarca siro-cattolico Ignatius Joseph III (Younan), l'arcivescovo Mario Zenari, Nunzio Apostolico in Siria e Vescovi cattolici in Siria.

I Padri hanno esaminato la situazione in Siria alla luce degli attuali eventi dolorosi. Hanno discusso dei problemi pastorali riguardanti la vita e la missione sociale della Chiesa nelle difficili condizioni in cui versano alcune regioni del paese. Hanno rilasciato la seguente dichiarazione:
1-    Noi siamo a fianco del nostro popolo siriano, nella ricerca di una vita dignitosa, dell' unità nazionale, della solidarietà fra tutti i diversi gruppi che costituiscono le realtà sociali, religiose e nazionali, nel perseguire un diffuso, efficace processo di riforma che deve essere effettuato sul campo, nei servizi e nella sfera politica, sociale e culturale, coordinando gli sforzi di tutti i siriani - governo, partiti, opposizione costruttiva, specialisti - nel quadro di unità nazionale e partecipazione attiva al dialogo nazionale (assolutamente indispensabile per qualsiasi riforma e senza il quale essa rimarrebbe una speranza vana), riconoscendo che questo è il modo migliore per sfuggire al ciclo della violenza e della repressione. Lo Stato ha chiamato al dialogo e noi invitiamo tutti i partiti nazionali, in patria e all'estero, a costruire una nuova multi-partitica democratica Siria.  Noi incoraggiamo inoltre tutti a partecipare pienamente alle elezioni libere ed eque per l'Assemblea Nazionale il 7 maggio prossimo, per esprimere la volontà popolare.
2-    Il Signore Dio stesso ha iniziato il dialogo con l'umanità attraverso la rivelazione divina nella Sacra Scrittura, chiamandola a partecipare alla vita. Gesù Cristo è venuto su questa terra "perchè essi (uomini e donne) abbiano la vita, e possano averla in abbondanza." Perciò la Chiesa parimenti chiede la riconciliazione e il dialogo tra lo Stato e tutti gli elementi del paese,  per ricostruire la fiducia, l’ apertura agli altri e il rispetto per le diverse  opinioni di carattere politico, religioso e intellettuale.
3-    La violenza ha superato ogni limite. Possiamo solo fare un appello forte e con enfasi a tutte le persone di coscienza di tornare alla propria ragionevolezza e abiurare tutto ciò che è distruttivo della vita umana e nazionale. Condanniamo fermamente ogni tipo di violenza da qualunque parte provenga. Chiediamo ai civili pacifici di non essere coinvolti in conflitti politici, che il popolo non sia intimidito e terrorizzato da sequestri di persona, stragi, estorsioni e demolizione di case, il sequestro dei beni e l'imposizione di autorità con la forza e l'oppressione. Noi sosteniamo la missione dell'inviato delle Nazioni Unite Kofi Annan, in particolare nel suo aspetto umanitario per ritiro delle armi pesanti dai centri abitati. Ci battiamo per accelerare il ritorno dei rifugiati e degli sfollati alle loro case e il risarcimento delle vittime; ristabilire lo stato di diritto ed impiegare ogni sforzo per risolvere la crisi; l'impegno a intraprendere concrete riforme di governo e combattere la corruzione, in modo da garantire la partecipazione e la parità di diritti e doveri per tutti i cittadini.
4-    Siamo solidali con il dolore e la sofferenza di tutti i cittadini, siano essi civili o militari, colpiti dagli eventi e dal ciclo doloroso della violenza in diverse parti del paese nei tredici mesi passati. E 'naturale per noi avere in mente soprattutto i nostri fedeli Cristiani, che sono stati costretti a lasciare le loro case e le città o villaggi. A volte essi sono stati usati come scudi umani e i loro quartieri come campi di battaglia. Siamo al loro fianco nella loro situazione e assicuriamo loro che faremo del nostro meglio per tendere loro una mano soccorritrice, in particolare attraverso Caritas Siria e tutte le nostre istituzioni, per cercare di soddisfare i loro bisogni materiali, pastorali, sanitari e sociali. In realtà le Chiese hanno già avviato i loro programmi di soccorso. Vogliamo ringraziare in modo particolare il Santo Padre, Benedetto XVI per il suo gesto paterno nel contribuire attraverso Cor Unum alle necessità delle vittime degli eventi sanguinosi nel nostro paese. Ringraziamo anche gli individui e le istituzioni locali che hanno sostenuto questo servizio umanitario della Chiesa.
5-    Chiediamo la trasparenza delle informazioni a livello locale, così come abbiamo bisogno che i media internazionali siano obiettivi e fedeli nel riportare eventi e non distorcere i fatti. Facciamo anche appello alla comunità internazionale ed Araba a sostenere gli sforzi intrapresi per il processo di pace in Siria e nella regione nel suo complesso.
6-    Infine ci rivolgiamo ai nostri amati concittadini in Siria e soprattutto ai nostri fedeli Cristiani, esortandoli alla solidarietà, alla mutua assistenza e alla forza spirituale, per superare la crisi, sostenuti da sentimenti di speranza e di fiducia nella capacità  del nostro popolo di trovare soluzioni adeguate per la costruzione di una rinnovata Siria: volgendo in amore e fratellanza e facendo sentire il discorso della ragione al di sopra dello scontro e del tintinnio delle armi. Auguriamo loro, nella gioia della celebrazione della Risurrezione di nostro Signore Gesù Cristo, di essere rafforzati dalla resurrezione nel loro cuore e attraverso di loro di essere testimoni di questa risurrezione.
Assemblea della Gerarchia Cattolica in Siria, 25 aprile 2012
http://www.pgc-lb.org/english/News3_final-repport-25april2012.html