Relazione finale dell'Assemblea
della Gerarchia Cattolica in Siria
Arcidiocesi maronita di Aleppo - 25
aprile 2012
L'Assemblea della Gerarchia
Cattolica in Siria ha tenuto la sua riunione ordinaria primaverile ad Aleppo
presso la sede dell'Arcivescovo maronita il 25 aprile 2012, presieduta dal suo
Presidente, patriarca greco-cattolico melchita Gregorios III. Inoltre vi hanno
preso parte il patriarca siro-cattolico Ignatius Joseph III (Younan),
l'arcivescovo Mario Zenari, Nunzio Apostolico in Siria e Vescovi cattolici in
Siria.
I Padri hanno esaminato la
situazione in Siria alla luce degli attuali eventi dolorosi. Hanno discusso dei
problemi pastorali riguardanti la vita e la missione sociale della Chiesa nelle
difficili condizioni in cui versano alcune regioni del paese. Hanno rilasciato
la seguente dichiarazione:
1- Noi
siamo a fianco del nostro popolo siriano, nella ricerca di una vita dignitosa,
dell' unità nazionale, della solidarietà fra tutti i diversi gruppi che costituiscono
le realtà sociali, religiose e nazionali, nel perseguire un diffuso, efficace
processo di riforma che deve essere effettuato sul campo, nei servizi e nella
sfera politica, sociale e culturale, coordinando gli sforzi di tutti i siriani
- governo, partiti, opposizione costruttiva, specialisti - nel quadro di unità
nazionale e partecipazione attiva al dialogo nazionale (assolutamente
indispensabile per qualsiasi riforma e senza il quale essa rimarrebbe una
speranza vana), riconoscendo che questo è il modo migliore per sfuggire al
ciclo della violenza e della repressione. Lo Stato ha chiamato al dialogo e noi
invitiamo tutti i partiti nazionali, in patria e all'estero, a costruire una
nuova multi-partitica democratica Siria. Noi incoraggiamo inoltre tutti a partecipare
pienamente alle elezioni libere ed eque per l'Assemblea Nazionale il 7 maggio
prossimo, per esprimere la volontà popolare.
2- Il
Signore Dio stesso ha iniziato il dialogo con l'umanità attraverso la
rivelazione divina nella Sacra Scrittura, chiamandola a partecipare alla vita.
Gesù Cristo è venuto su questa terra "perchè essi (uomini e donne) abbiano
la vita, e possano averla in abbondanza." Perciò la Chiesa parimenti
chiede la riconciliazione e il dialogo tra lo Stato e tutti gli elementi del
paese, per ricostruire la fiducia, l’ apertura agli altri e il rispetto per
le diverse opinioni di carattere politico,
religioso e intellettuale.
3- La
violenza ha superato ogni limite. Possiamo solo fare un appello forte e con
enfasi a tutte le persone di coscienza di tornare alla propria ragionevolezza e
abiurare tutto ciò che è distruttivo della vita umana e nazionale. Condanniamo
fermamente ogni tipo di violenza da qualunque parte provenga. Chiediamo ai civili
pacifici di non essere coinvolti in conflitti politici, che il popolo non sia
intimidito e terrorizzato da sequestri di persona, stragi, estorsioni e
demolizione di case, il sequestro dei beni e l'imposizione di autorità con la
forza e l'oppressione. Noi sosteniamo la missione dell'inviato delle Nazioni
Unite Kofi Annan, in particolare nel suo aspetto umanitario per ritiro delle
armi pesanti dai centri abitati. Ci battiamo per accelerare il ritorno dei
rifugiati e degli sfollati alle loro case e il risarcimento delle vittime;
ristabilire lo stato di diritto ed impiegare ogni sforzo per risolvere la
crisi; l'impegno a intraprendere concrete riforme di governo e combattere la
corruzione, in modo da garantire la partecipazione e la parità di diritti e
doveri per tutti i cittadini.
4- Siamo
solidali con il dolore e la sofferenza di tutti i cittadini, siano essi civili
o militari, colpiti dagli eventi e dal ciclo doloroso della violenza in diverse
parti del paese nei tredici mesi passati. E 'naturale per noi avere in mente
soprattutto i nostri fedeli Cristiani, che sono stati costretti a lasciare le
loro case e le città o villaggi. A volte essi sono stati usati come scudi umani
e i loro quartieri come campi di battaglia. Siamo al loro fianco nella loro
situazione e assicuriamo loro che faremo del nostro meglio per tendere loro una
mano soccorritrice, in particolare attraverso Caritas Siria e tutte le nostre
istituzioni, per cercare di soddisfare i loro bisogni materiali, pastorali,
sanitari e sociali. In realtà le Chiese hanno già avviato i loro programmi di
soccorso. Vogliamo ringraziare in modo particolare il Santo Padre, Benedetto
XVI per il suo gesto paterno nel contribuire attraverso Cor Unum alle necessità delle vittime
degli eventi sanguinosi nel nostro paese. Ringraziamo anche gli individui e le
istituzioni locali che hanno sostenuto questo servizio umanitario della Chiesa.
5- Chiediamo
la trasparenza delle informazioni a livello locale, così come abbiamo bisogno
che i media internazionali siano obiettivi e fedeli nel riportare eventi e non
distorcere i fatti. Facciamo anche appello alla comunità internazionale ed
Araba a sostenere gli sforzi intrapresi per il processo di pace in Siria e nella
regione nel suo complesso.
6- Infine
ci rivolgiamo ai nostri amati concittadini in Siria e soprattutto ai nostri
fedeli Cristiani, esortandoli alla solidarietà, alla mutua assistenza e alla
forza spirituale, per superare la crisi, sostenuti da sentimenti di speranza e
di fiducia nella capacità del nostro
popolo di trovare soluzioni adeguate per la costruzione di una rinnovata Siria:
volgendo in amore e fratellanza e facendo sentire il discorso della ragione al
di sopra dello scontro e del tintinnio delle armi. Auguriamo loro, nella gioia
della celebrazione della Risurrezione di nostro Signore Gesù Cristo, di essere
rafforzati dalla resurrezione nel loro cuore e attraverso di loro di essere
testimoni di questa risurrezione.
Assemblea della Gerarchia
Cattolica in Siria, 25 aprile 2012http://www.pgc-lb.org/english/News3_final-repport-25april2012.html