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martedì 24 luglio 2012

INCONTRO CON UNA TESTIMONE D'ECCEZIONE

Incontro con Madre Agnes-Mariam de la Croix, testimone della tragedia siriana. Roma, 25 luglio, ore 18. ALLA SALA METODISTA, VIA FIRENZE... 38
 
La Rete No War ROMA, a sostegno dell'iniziativa siriana MUSSALAHA (Riconciliazione dal basso), sta organizzando per il 25 luglio, la visita a Roma di madre Agnès-Mariam de la Croix, religiosa palestinese che vive con religiosi di dieci paesi nel monastero Deir Mar Yacoub a Qara (governatorato di Homs) e da mesi aiuta le vittime civili del conflitto e la causa del negoziato e della pace. Ha anche fondato nell'ambito della diocesi di Homs un centro di informazione, Vox Clamantis.
La Madre, come molti altri religiosi, non si schiera politicamente. ma certo è impegnata sia contro la fortissima propaganda mediatica, sia per il cessate il fuoco. Sostiene l'iniziativa di riconciliazione dal basso Mussalaha che a Homs ha ottenuto la liberazione di molte famiglie e che in altre città - ora anche in Damasco - organizza incontri contro la violenza, per la riconciliazione e perché i cittadini siriani possano esprimersi sul proprio futuro, senza ingerenze e pressioni da parte di Paesi stranieri.

Adesso sembrano parlare solo le armi, degli uni e degli altri.

Fonte: Rete No War

Per denunciare la situazione dei Cristiani in Siria e la difficile temperie, ignorata a livello mediatico, che quel paese sta attraversando.
Madre Agnès-Mariam de la Croix, è una religiosa Carmelitana che respinge ogni violenza, sia che provenga dal regime siriano o dagli insorti. “Se continua così, temo il peggio” non fa che ripetere. Intanto la Lega araba ha deciso al Cairo di continuare e rafforzare la missione degli osservatori, mentre ogni giorno si segnalano morti e scontri fra gruppi armati.
Questa donna coraggiosa ha scelto di battersi sui due fronti. Cerca di denunciare sia la disinformazione grave di cui si rendono colpevoli alcuni media, che informano sulla rivoluzione, e la barbarie del sistema che i siriani cercano di rovesciare. Questa neutralità è una posizione difficile da mantenere, e Agnès-Mariam è accusata da alcuni di fare il gioco della dittatura, accusa che rigetta totalmente.

Lei prevede un avvenire piuttosto cupo. Vuole credere che grazie al vento delle riforme ufficiali che soffia, qualche cosa possa muoversi. Ma ciò di cui è testimone adesso è la tormenta. Dopo aver accompagnato più di 16 giornalisti un po’ dappertutto in Siria, dopo aver visitato l’inferno di Homs, dove ha passato una nottata nei quartieri sunniti del centro, ostaggio delle bande armate, teme il peggio. La religiosa, che si dice “la voce di quelli che non hanno né voce né padrini internazionali” si rattrista perché il biasimo internazionale si dirige solo a una delle parti in conflitto e trascura l’altra. La violenza non è unilaterale, vuole sottolineare. “Questa violenza barbara e cieca che colpisce il popolo siriano è il primo nemico della rivoluzione e la migliore alleata di ogni dittatura”.
http://chiesaepostconcilio.blogspot.it/2012/07/cristianofobia-islamista-in-siria-madre.html



Photo: Incontro con MadreAgnes-Mariam de la Croix,testimone della tragedia siriana.Roma,25 luglio, ore 18.

SIRIA. MADRE AGNES-MARIAM DE LA CROIX, SUPERIORA DI QARA, TESTIMONE DIRETTA, 
A ROMA IL 25 LUGLIO, ORE 18 
ALLA SALA METODISTA, VIA FIRENZE 38


La Rete No War ROMA, a sostegno dell'iniziativa siriana MUSSALAHA (Riconciliazione dal basso), sta organizzando per il 25 luglio, la visita a Roma di madre Agnès-Mariam de la Croix, religiosa palestinese che vive con religiosi di dieci paesi nel monastero Deir Mar Yacoub a Qara (governatorato di Homs) e da mesi aiuta le vittime civili del conflitto e la causa del negoziato e della pace. Ha anche fondato nell'ambito della diocesi di Homs un centro di informazione, Vox Clamantis. 

La Madre, come molti altri religiosi, non si schiera politicamente. ma certo è impegnata sia contro la fortissima propaganda mediatica, sia per il cessate il fuoco. Sostiene l'iniziativa di riconciliazione dal basso Mussalaha che a Homs ha ottenuto la liberazione di molte famiglie e che in altre città - ora anche in Damasco - organizza incontri contro la violenza, per la riconciliazione e perché i cittadini siriani possano esprimersi sul proprio futuro, senza ingerenze e pressioni da parte di Paesi stranieri. 

Adesso sembrano parlare solo le armi, degli uni e degli altri.

La Madre vorrebbe chiedere all'Italia - popolazione e governo - di aiutare questo sforzo siriano di riconciliazione anziché appiattirsi sulle posizioni statunitensi che mirano ad obiettivi geostrategici e non alla vera pace.

La Madre, che organizzò la visita a Homs del giornalista Gilles Jacquier, ucciso poi da un obice dell'opposizione (come da indagine del governo francese), si è recata più volte in luoghi oggetto di scontri e combattimenti. E' una testimone di prima mano. 

Fonte: Rete No War

martedì 17 luglio 2012

“I pericoli sono anarchia, armi, interferenze; le urgenze sono dialogo e riconciliazione”: nuovo appello del Patriarca Gregorio III Laham

Mentre la crisi siriana si aggrava, di fronte a quella che è stata ormai definita una “guerra civile”; mentre “prevale il linguaggio della violenza e la voce della moderazione si indebolisce” “urge uno sforzo di dialogo e di riconciliazione”: è quanto afferma S.B. Gregorio III Laham, Patriarca dei greco-melkiti di Damasco, in una nota inviata in esclusiva all’Agenzia Fides.
Il Patriarca, confidando nello spirito del popolo siriano, afferma: “I siriani, grazie alla loro lunga storia, possono risolvere questa crisi pericolosa aiutandosi a vicenda, attraverso l’amore e il perdono. Lanciamo un appello urgente per il dialogo, la riconciliazione, la pace: questa è una delle lingue più rare, che molti non vogliono ascoltare. Noi cristiani, ai quali è stato affidato il Vangelo della pace, ci sentiamo chiamati a promuoverla”.
Analizzando la crisi siriana, il Patriarca nota: “I pericoli maggiori in Siria oggi sono l'anarchia, la mancanza di sicurezza e l'afflusso massiccio di armi da molte parti. La violenza genera violenza, che raggiunge tutti i cittadini, senza distinzione di razza, religione o colore politico”. In tale contesto “i cristiani vivono gli stessi pericoli, ma sono l'anello più debole. Indifesi, sono i più vulnerabili allo sfruttamento, all’estorsione, al sequestro di persona, agli abusi. Nonostante questo, non vi è alcun conflitto tra cristiani e musulmani. Non ci sono persecuzioni e i cristiani non sono presi di mira in quanto tali, ma sono tra le vittime del caos e della mancanza di sicurezza”.
Fra gli elementi negativi, a detta del Patriarca, vi è “l'interferenza di elementi stranieri, arabi e occidentali, che portano armi, denaro e informazioni a senso unico. Questa interferenza è dannosa anche alla cosiddetta opposizione, e danneggia l'unità nazionale, in quanto indebolisce anche la voce della moderazione”.
Sull’atteggiamento delle Chiese, il Patriarca Gregorio III Laham afferma: “Le Chiese cattoliche in Siria, di tutte le confessioni, hanno alzato la loro voce, chiedendo riforme, libertà, democrazia, lotta contro la corruzione, sostegno allo sviluppo, libertà di parola. Oggi chiediamo di fermare il ciclo di uccisioni e distruzione, soprattutto contro i civili in difficoltà, di tutte le fedi, che in realtà sono le vere vittime. La Chiesa ha sempre rifuggito il settarismo, evitando di schierarsi, e puntando ai valori etici ed evangelici”. Per questo, nota, va respinta una certa “campagna condotta contro i Pastori delle Chiese in Siria”, accusati di collusione con il regime, ribadendo “la credibilità, la trasparenza, la fedeltà e la oggettività dei Pastori che sono in costante contatto con sacerdoti, monaci, suore, laici”. Essi, aggiunge la nota, “promuovono l'invito al dialogo e alla riconciliazione, il rifiuto della violenza. Lavorano per salvaguardare la sicurezza dei civili inermi nel conflitto in corso, in modo da non esporli al pericolo, per non diventare bersagli di attacchi di una fazione o dell'altra”.
Il Patriarca esprime, infine, “molte speranze nelle iniziative della società civile per rafforzare la cordialità e i legami fra i siriani, che il conflitto ha distrutto. Preghiamo per il successo del movimento Mussalaha , in cui sono attivi delegati di tutte le Chiese, per portare l'unità e l'amore nei cuori di tutti. Questo è ciò che pone le basi per soluzioni efficaci al tragico conflitto”.
In quest’opera, conclude, “abbiamo bisogno del sostegno del Papa e ci auguriamo che la prossima visita del Papa in Libano sarà un aiuto particolare per la Siria, perché il conflitto possa cessare e il paese rifiorire. Per questo chiediamo l’aiuto di tutti i nostri fratelli cristiani, in Medio Oriente e in tutto il mondo”. (Agenzia Fides 17/7/2012)
 http://www.fides.org/aree/news/newsdet.php?idnews=39542&lan=ita

L'appello e i chiarimenti di Gregorios III in versione completa:
http://centroculturalelugano.blogspot.it/2012/07/appello-del-patriarca-cattolico-greco.html

Siria, Damasco brucia. L'Unicef: muore un bambino al giorno. Le parole di una suora
Testimonianza di suor Marcella delle Salesiane di Maria Ausiliatrice, che gestiscono l’unico ospedale privato della città e che continuano, nonostante tutto, l’apostolato e il servizio. L’intervista è di Gabriella Ceraso:RealAudioMP3
http://www.radiovaticana.org/it1/Articolo.asp?c=605324