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martedì 15 marzo 2022

Cade oggi l’undicesimo anniversario della 'guerra per procura' siriana, cominciata il 15 marzo del 2011

 

A Idlib siamo chiusi dentro una gabbia – ci dice il frate siriano Hanna Jallouf – manca davvero tutto, zucchero, olio riso… Inoltre viviamo sempre nel timore di qualche ritorsione da parte dei gruppi ribelli nella regione, ma negli ultimi due anni i combattimenti si erano notevolmente ridotti”. Ora lo spettro della guerra torna a tormentare le speranze delle piccole comunità cristiane dei villaggi di Knaye e Yacoubiehdove l’accordo tra il governo di Bashar Al-Assad, l’alleato russo e la Turchia garantivano, per quanto possibile in una situazione di questo tipo, una certa stabilità. Vi preghiamo di non dimenticarvi di noi – dice – che siamo ancora in balia di questa sporca guerra, in balia di persone che vogliono eliminarci! Non dimenticate le 210 famiglie di Kanye e Yacoubieh, intrappolate in una condizione drammatica”.  (Pro Terra Sancta)

Siria, c’è ancora speranza dopo 11 anni di guerra civile? Le parole di padre Ibrahim

Carissimi amici,
Pace e bene.

Oggi si fa memoria dell’inizio della crisi siriana. Ormai sono passati undici anni, mentre noi continuiamo a sperare in un giorno dove la pace illumini il nostro paese ferito. Mi vengono in mente tutti i terribili scenari di questa guerra e dei suoi risultati, specialmente la tappa del Covid e dell’embargo iniziato nel 2019 e che continua ancora oggi e si manifesta attraverso un deterioramento severo nelle condizioni di vita, continuando a lasciare le sue ombre sulla vita di ogni persona che vive ad Aleppo.
Un freddo che “morde” senza nessuna possibilità per riscaldarsi, una fame dovuta all’inflazione e all’aumento di prezzi, specialmente degli alimentari. La nostra è una vita nel buio dove abbiamo nella città due ore di elettricità che non bastano a tirare l’acqua alle abitazioni…
Per noi era quasi impossibile per giorni e giorni fare la doccia, pulire i panni e risciacquarli e stirare i vestiti…
Una realtà dura, ho detto, che continua fino ad oggi.

Con la guerra in Ucraina, si aprono di nuovo le nostre ferite… e le lacrime tornano agli occhi, perché in Ucraina si ripete il dramma del male nel mondo, si crea un focolaio nuovo, come da noi, per la sofferenza e la morte…
Seguiamo con dolore il processo nero della guerra mentre stiamo vivendo il nostro processo, di morte lenta… molto lenta…
Nella preghiera per l’Ucraina preghiamo per un mondo disordinato che perde la sua bussola e va verso la sua autodistruzione. Fra tanti risultati, la guerra in Ucraina ne ha tanti sulla vita dell’uomo in tutto il mondo, si immagini allora quali potrebbero essere le sue ripercussioni sulla vita dell’uomo che vive in Siria, in modo particolare ad Aleppo.
Alcuni giorni già prima della guerra, la farina è scomparsa dal mercato di Aleppo. Con il suo inizio, un salto severo ed improvviso di aumento di prezzi degli alimentari, ha lanciato l’uomo già battuto sulla via della morte, per un altro deterioramento, con la quale non si può più parlare di una vita degna della persona umana.

La luce nella realtà più buia

In questa situazione, ecco che un “grembiule” marrone che ha l’odore di santità di S. Francesco, che continuano a sperare contro ogni speranza… continua a lavare i piedi dei fratelli cittadini diventati tutti poveri. Davanti al peggioramento della situazione da tutti i punti di vista, se non arriva la luce, le nostre ginocchia piegate in preghiera la implorano e con il servizio umile, creativo e disinteressato, la rendono presente nella vita di ogni aleppino.

Arriva la luce, carissimi, perché Cristo è risorto; arriva perché la carità è presente ed è molto forte ed efficace;
Il Mattino c’è perché il cammino della Chiesa è un “camminare insieme” e perché siamo tutti insieme a pregare gli uni per gli altri e perché ci aiutiamo insieme a continuare questa missione ad Aleppo…  Buona continuazione nel cammino di Quaresima;
buona continuazione nel cammino di totale donazione a Dio e ai fratelli feriti della guerra;
e buona continuazione nel cammino della carità, manifesta nella preghiera e nelle donazioni generose…

Per favore, non dimenticate la Siria, per favore, in mezzo a tante preoccupazioni, non dimenticate l’uomo lasciato nella periferia esistenziale del mondo, qua ad Aleppo…Vi auguro ogni bene nel Signore.


fr. Ibrahim