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domenica 23 giugno 2013
LA CIVILTA' CATTOLICA: Soluzione politica per "Dare un futuro alla Siria"
Quasi 100mila vittime; 1 milione e mezzo di rifugiati all’estero ma la stima è certamente in difetto; 4 milioni e mezzo di sfollati interni; 7 milioni di bisognosi di assistenza umanitaria.
È la fotografia della Siria martoriata dal conflitto, rilanciata da padre Luciano Lavinera in un articolo nell’ultimo numero della rivista dei gesuiti “La Civiltà Cattolica”, dal titolo “Dare un futuro alla Siria”.
Lavinera richiama i ripetuti appelli di Papa Francesco a trovare una soluzione politica della crisi, e l’invito dell’arcivescovo Silvano Maria Tomasi, osservatore permanente della Santa Sede all’Onu, lo scorso 29 maggio, a un immediato cessate-il-fuoco, oltre ad altre iniziative tra cui la riunione di “Cor Unum” del 4 e 5 giugno, e il costante impegno del Jesuit Refugee Service.
“Per la Santa Sede - spiega il gesuita - la priorità è mettere a tacere i cannoni” e far sì che “i combattenti rispettino il diritto umanitario”. Di qui il suo sostegno a una Conferenza di pace nel Paese, la cosiddetta “Ginevra II” lanciata da Russia e Usa sotto l’egida delle Nazioni Unite. Il punto di riferimento di dialogo e negoziati, prosegue Lavinera, “deve essere il bene del popolo siriano e non la ricerca di posti di potere”. Per questo i cristiani sono chiamati a essere “artefici di pace e riconciliazione” portando con sé “quei valori che possono far evolvere la società in senso più democratico”.
Ai membri delle opposizioni, si legge ancora nell’analisi di Lavinera, la richiesta di prendere le distanze dai gruppi estremisti “emarginandoli e contrastando il terrorismo”.
La soluzione politica sostenuta dalla Santa Sede, spiega il gesuita, è quella uscita dalla precedente Conferenza di Ginevra (Ginevra I) e punta in sostanza alla smilitarizzazione del conflitto, all’indipendenza e all’integrità territoriale, alla creazione di un governo di transizione con pieni poteri esecutivi che permetta l’accesso delle organizzazioni umanitarie e predisponga una riforma costituzionale. Occorre però che “Onu, Russia e Usa definiscano un’intelligente strategia per tappe e obiettivi preliminari e intermedi, affinché Ginevra I parta e prosegua”.
Una soluzione diplomatica è necessaria perché, avverte Lavinera, “l’alternativa di puntare a una vittoria militare sarebbe catastrofica e barbarica” e aprirebbe “alla pulizia etnica”.
“La posta in gioco - conclude - è epocale: la sicurezza e i nuovi equilibri geopolitici in Medio Oriente”.
http://www.agensir.it/sir/documenti/2013/06/00263987_la_civilta_cattolica_soluzione_politica_p.html
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