Distrutta con esplosivo la storica chiesa evangelica di Aleppo
http://www.fides.org/aree/news/newsdet.php?idnews=40281&lan=itaLa piaga dei sequestri, oltre 1.700, nel conflitto siriano: appello per un reporter americano
http://www.fides.org/aree/news/newsdet.php?idnews=40279&lan=ita
Gli sforzi della Chiesa per liberare i cristiani sequestrati e per assistere gli sfollati
http://www.fides.org/aree/news/newsdet.php?idnews=40266&lan=ita
Il villaggio cristiano di Ras el-Ain invaso da 1500 mercenari armati.
Venerdì, 9 novembre 2012 - Apprendiamo ora, da persone attualmente in fuga, che il villaggio cristiano di Ras Al-Ain (22.000 ha.), situato alla frontiera turca, è stato occupato questa mattina da 1500 mercenari armati di obbedienza wahabbita.
Alcune famiglie cristiane sono riuscite a fuggire verso Hassakeh, ma altre sono state prelevate. La Chiesa Siriaco-ortodossa del villaggio è stata saccheggiata e distrutta.
Inoltre ci giunge notizia che nel villaggio cristiano di Ghassanieh, a una decina di chilometri da Jisr-el-Chougour, le case sono state evacuate a forza e sono ormai occupate dalle bande degli integralisti
http://www.leveilleurdeninive.com/p/special-syrie.html#raselainenvahi
Des détails sur le détournement de la liaison par bus
Beyrouth-Alep
La bande armée qui a procédé à l'enlèvement visait
manifestement les chrétiens ; des éléments de cette bande ont déclaré à notre
frère chrétien de rite grec catholique, que "le tour des chrétiens est arrivé ;
on va assassiné les prêtres, les moines, violer les religieuses et détruire les
églises".
Nous rapportons ces paroles qui ont été clairement exprimées; il ne s'agit pas d'une manipulation ou d'une volonté de semer haine et discorde.
http://www.leveilleurdeninive.com/
Nous rapportons ces paroles qui ont été clairement exprimées; il ne s'agit pas d'une manipulation ou d'une volonté de semer haine et discorde.
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Il card.
Sarah "un padre" per i profughi siriani musulmani e cristiani
Asia News 09/11/2012
Il presidente del Pontificio consiglio Cor Unum ha visitato
ieri i campi profughi della valle della Bekaa. P. Simon Faddoul presidente di
Caritas Libano racconta ad AsiaNews la commozione dei rifugiati, in maggioranza
musulmani. Una madre con un figlio di quattro mesi ha chiesto al cardinale di
adottare il bambino per salvarlo da questa situazione terribile. Nelle tendopoli
mancano acqua, elettricità cibo. L'appello agli occidentali : "Aprite i vostri occhi, le vostre orecchie e il vostro cuore alla sofferenza dei vostri fratelli siriani".
http://www.asianews.it/notizie-it/Il-card.-Sarah-un-padre-per-i-profughi-siriani-musulmani-e-cristiani-26309.htmlAleppo: il dramma della popolazione, vittima del conflitto fra esercito e ribelli
Asia News 09/11/2012
Scossa dal 20 luglio scorso da combattimenti violenti e intensi fra le forze del regime siriano e le fazioni del Free Syrian Army (Fsa), Aleppo è in una condizione di estrema criticità. Questa guerra ha causato in pochi mesi la morte di molti civili e procurato danni ingenti, minando in modo particolare il notevole patrimonio storico e artistico classificato dall'Unesco.
A oggi la città è divisa in due: da una parte, i quartieri passati sotto il controllo dei ribelli (tra il 55 e il 60% concentrato nelle zone a est, a sud e a nord) e dall'altra, quelli rimasti fedeli al regime di Assad (tra il 45 e il 50%, raggruppati nelle aree a ovest di Aleppo e nel centro). Accedere al cuore della città diventa sempre più difficile: molte strade sono interrotte; i militari siriani e le truppe ribelli hanno creato delle barriere artificiali lungo i percorsi; controlli sempre più serrati regolano il transito, in ingresso e in uscita, fra i due settori "nemici".
L'aeroporto di Aleppo è ancora nelle mani delle forze governative, ma non si può raggiungere la città senza dover fare un lungo giro per evitare le zone teatro di combattimenti. Il rischio è maggiore o minore a seconda che si transiti di giorno o durante la notte, e varia pure in base all'intensità dei combattimenti al momento del passaggio. La zona sotto il controllo dell'Fsa è accessibile attraverso la Turchia e le aree "liberate" nel nord della Siria. Le zone controllate dal regime sono invece accessibili da ovest, attraverso la via di Damasco.
In prima linea, dove infuriano i combattimenti, le condutture idriche e le infrastrutture che forniscono energia elettrica sono andate completamente distrutte. La maggior parte degli edifici è deserta, i danni materiali sembrano assai significativi, anche se non è possibile valutare l'estensione dell'area, essendo ancora molto pericolosa e di conseguenza impraticabile.
Senza riflettere alcuna affiliazione politica pro o contro il regime siriano, la popolazione civile che abitava quelle zone è fuggita spontaneamente nelle zone controllate dall'esercito ribelle o nel settore controllato dai soldati fedeli a Damasco, entrambi considerati "relativamente" più sicuri. Il passaggio da un settore all'altro è molto pericoloso. Qualunque civile cerchi di varcare la linea di confine è subito oggetto di pesanti sospetti: per i ribelli, egli viene considerato subito un funzionario pubblico o un militare in abiti borghesi; dal regime, esso viene bollato come un membro o un sostenitore dell'opposizione.