Siria, nuove sanzioni Ue contro Assad: Il consiglio dei ministri degli Esteri dell’Unione ha varato un nuovo pacchetto di misure contro Aleppo,
il 19imo dall’inizio delle ostilità.
http://www.lastampa.it/2012/10/15/esteri/siria-nuove-sanzioni-ue-contro-assad-distrutta-la-grande-moschea-di-aleppo-VMsPL1yWjHEwUePDa003RL/pagina.html
Due sole cose vorremmo sottolineare: la prima, l’urgente
necessità di rivedere il sistema delle sanzioni internazionali, in generale, ed
in particolare di quelle applicate ora alla Siria. Un’arma davvero iniqua,
utilizzata dai governi cosiddetti democratici per non sporcarsi le mani, ma che
colpisce duramente i più poveri e distrugge la vita, e la speranza di vita. Occorre
che questa palese ingiustizia sia messa
in discussione da chi ha i mezzi per farlo.
La seconda: la necessità di fermare, impedire, l’arrivo nel
paese di armi e gruppi armati (che sono già ad un livello
quantitativo e qualitativo inimmaginabile). Non è tollerabile che dei paesi
possano apertamente ed impunemente dichiarare di voler fornire materiale
bellico, e che lo facciano di fatto, fornendo anche addestratori ed esperti
militari (e kamikaze). Speriamo che si levino sempre più voci, e che
l’indignazione si trasformi in azioni efficaci, per disarmare una guerra civile
che è già innescata.
Intanto le sanzioni
pesano, i prezzi sono triplicati anche per i generi di immediato necessità, la
gente non ha più lavoro, non c’è commercio, non c’è ovviamente turismo; mancano
gasolio, gas, generi alimentari. Non ci sono i mangimi per l’allevamento… o sono
importati e costano carissimi: la vendita del latte non rende, perché si
guadagna meno di ciò che si spende in alimenti per le bestie. I pozzi di acqua
lavorano un giorno su tre, perché non c’è gasolio per farli funzionare…e quindi
si fa fatica anche a coltivare… In campagna, ancora ancora la gente ce la fa,
con un po’ di coltivazioni, qualche mucca…ma in città? la bombola del gas
costava 300, 400 lire. Ora, in città, 2000. E anche così non si trova. Sapete
quant’è la paga giornaliera di un nostro operaio? 800 lire (ed è una buona
paga). Fate un po’ il conto. E noi almeno diamo ancora lavoro, a qualcuno. Ma
poco a poco tutto si ferma.
Ciò che era un movimento interno al paese (rivendicazioni e
proteste legittime per una maggiore libertà e democrazia), si è trasformato in
uno scacchiere internazionale, dove si gioca a più mani un gioco sporchissimo,
che nulla ha a che vedere con il bene della Siria e dei siriani, e che a questo
punto rischia non solo di metter in ginocchio il paese e il suo governo, ma
anche di vanificare le aspirazioni pacifiche dei veri dimostranti, in una
logica di violenza, intolleranza e guerra civile che passa sopra la testa (e
attraverso il sangue versato) di tutti.
Troppi interessi in gioco, troppa informazione unilaterale
che circola in Occidente.
Si aggiunge ora il terrorismo fondamentalista, con le
esplosioni devastanti che conoscete, e che si preannuncia lungo a sconfiggere,
dato l’appoggio logistico ed ideologico che riceve da Arabia Saudita, Qatar, e
non solo.
Cos’altro si può fare? coltivare la speranza vuol dire anche
continuare con fedeltà nei propri compiti. Lasciando tutto nelle mani di Dio.
“Bi eyn Allah “, come continuano a dire qui…siamo sotto gli occhi di Dio).
La cosa più difficile, per noi ma anche per tutta la gente,
è lo stato di incertezza, di sospensione… Il continuo non sapere come evolvono
le cose. Per qualche giorno la speranza che la situazione stia migliorando. E
poi di colpo un altro giorno di scontri, l’uccisione di qualcuno, un
attentato…E poi l’aumento della violenza, della criminalità ; i furti, i rapimenti per estorsione, le strade
sempre più insicure. E le violenze senza motivo, vere barbarie e vessazioni.
E dall’estero, continue condanne, sanzioni che hanno reso la
vita difficilissima. Più viene chiesto dai paesi occidentali che il regime si
ritiri, più i civili hanno paura e si armano, e con armi anche pesanti, per
proteggere le proprie famiglie, i propri villaggi.
Ormai la situazione si deteriora di giorno in giorno, grazie
anche alla presenza massiccia di Al Qaida nel paese…La stampa internazionale,
da quanto ci dicono, è sempre univoca. O meglio, cominciano da un po’ a girare
notizie alternative, ma incredibilmente quasi nessuno le raccoglie. Una cosa è
certa: appare sempre più evidente che la vera preoccupazione non è la libertà e
la democrazia dei siriani (e ancor meno la situazione dei cristiani), ma un
grande giro di interessi che ormai si gioca fra le varie “potenze” mondiali.
Qualcun altro dice che non si deve sempre fare “dietrologia”, ma ormai non è
più necessario: è una “davantilogia” talmente evidente…
E noi? Continuiamo la nostra vita.
Come vi dicevamo, questi avvenimenti, vissuti con i nostri
vicini, ci hanno legato molto alla gente. Con loro condividiamo l’attesa,
l’incertezza, la stanchezza, la pazienza. Portiamo nella preghiera il desiderio
di pace per tutti, e cerchiamo di essere un segno di speranza. Piantare fiori,
migliorare le costruzioni, pensare al domani vivendo semplicemente l’alternarsi
della preghiera, del lavoro, del servizio, ... questa è la nostra speranza,
cioè la certezza che in tutto questo la Pasqua del Signore non è vana, anzi…
Sì, ne siamo certi:
Cristo è davvero risorto. Tu, Re vittorioso, donaci la tua salvezza.
arcobaleno su Aleppo, 11 ottobre 2012 |