Onu:
alla Siria nessun aiuto per la ricostruzione se Assad non verrà
rimosso
di
Patrizio Ricci
Recentemente
sono stati diffusi alcuni documenti interni delle Nazioni Unite riguardanti la Siria. Questa informazione non era destinata alla
pubblicazione, dal momento che le istruzioni contenute nelle linee
guida interne stilate sotto forma di direttiva interna,
contraddicevano direttamente l’etica dell’organizzazione.
La
suddetta direttiva prevede che la ricostruzione del paese dovrà
iniziare solo quando in Siria sarà sostituito il governo attuale con
uno gradito alle potenze occidentali. In altre parole, la
ricostruzione potrà avvenire solo in caso di un colpo di stato,
ovvero su precise indicazioni degli aggressori. Ancor più
chiaramente: non è prevista la possibilità che un voto democratico
possa far risultare ancora Assad come la scelta preferita dei
siriani.
La
notizia dell’esistenza di questo ‘memorandum’ è stata
resa nota dal ministro degli Esteri russo Sergei
Lavrov.
Il responsabile del dicastero degli esteri di Mosca ha definito
questo documento un esempio di come i paesi occidentali
manipolano le organizzazioni internazionali. Il testo del documento è
stato pubblicato sulla rivista russa Kommersant.
Un
passaggio della direttiva dice chiaramente che “Le Nazioni Unite,
con l’attiva partecipazione del Segretario Generale, cercheranno di
garantire il maggior flusso possibile di aiuti umanitari in Siria,
anche direttamente, per garantire la non interferenza nelle sue
operazioni, secondo le operazioni di supporto previste nel Piano
della risposta umanitaria (UNCHR)” ma gli aiuti saranno limitati
agli aiuti umanitari, “solo dopo l’effettiva e completa
transizione politica del potere, le Nazioni Unite saranno pronte a
promuovere la ricostruzione”.
Secondo
il quotidiano “Kommersant”, l’autore della direttiva – è
l’ex sottosegretario permanente delle Nazioni Unite per gli affari
politici Jeffrey Feltman , che ha cessato di ricoprire il suo
incarico la scorsa primavera. Gli Stati Uniti hanno ripetutamente
sottolineato che la ricostruzione della Siria sarà impossibile senza
una soluzione politica gradita all’occidente.
Ciò
vuol dire che è irrilevante che si addivenga semplicemente ad
una soluzione democratica , condivisa e gradita al popolo siriano ma
che tale scelta dovrà essere conforme agli interessi degli USA e a
quelli dei principali alleati.
Se da un
lato queste evidenze rivelano l’estrema dipendenza dell’Onu
dall’occidente, certe dinamiche – secondo un punto di vista
estremamente disincantato – non sorprendono: sono i paesi
occidentali che pagano l’Onu per la maggior parte del bilancio e
tra una soluzione legittima e l’aiuto alla Siria amica della Russia
e dell’Iran, preferiscono una soluzione illegittima, laddove il
prolungare la sofferenza del popolo siriano è solo un tragico
effetto collaterale , addirittura auspicabile se serve ad accelerare
il raggiungimento degli obiettivi prefissati (leggesi ‘sanzioni’
e ‘terrorismo’).