Traduci

giovedì 15 novembre 2012

IL JOKER

"A Doha le diverse formazioni dell'opposizione in Siria hanno firmato un accordo per la creazione di una "Coalizione nazionale" mirata a unire le forze e rovesciare il regime di Bashar al Assad, dopo quattro giorni di riunioni sotto gli auspici del Qatar e della Lega Araba. Ecco i punti principali:

- Le parti firmatarie convengono di operare per la caduta del regime e di tutti i suoi simboli e pilastri, per lo smantellamento dei suoi organi di sicurezza, perseguendo tutti coloro che sono implicati nei crimini contro i siriani.
- La Coalizione si impegna a non portare avanti alcun dialogo o negoziati con il regime.
- Sostiene l'unificazione dei consigli militari rivoluzionari sotto la supervisione del Consiglio militare supremo.
- Si dota di una commissione giuridica nazionale e di commissioni tecniche e specializzate.
- Procedera', dopo aver ottenuto un riconoscimento internazionale, alla formazione di un governo provvisorio.
- Convoca un congresso generale nazionale dal momento della caduta del regime.
- La Coalizione e il governo provvisorio saranno dissolti, su decisione della Coalizione, dopo la tenuta del Congresso generale nazionale e la formazione di un governo di transizione.
- Questo accordo entrera' in vigore dopo essere stato approvato dalle istanze di riferimento di ciascuna delle parti contraenti."
http://www.rainews24.rai.it/it/news.php?newsid=171374

 
15 novembre 2012, Sant’Alberto Magno

Era un passaggio de “Il cavaliere oscuro”, secondo film della trilogia di Batman di Cristopher Nolan.

Non ricordo la frase, ma ne ricordo il senso “Se tu dai via libera al Joker, che ti aspetti dopo, se non il Joker?”.

 

E’ una cosa tanto ovvia. Se, per i tuoi scopi, ti servi di terroristi, finita la storia cosa pensi che accada? Che i terroristi si pongano come mammolette a servizio del proceduralismo democratico?

Se dai via libera ai terroristi, avrai il terrore. L’avrai durante la guerra civile e l’avrai dopo. L’avrai soprattutto contro i buoni e gli innocenti, quelli che per loro formazione interiore non sono idonei a difendersi sparando.

Tutto questo non è ragionamento, è realtà. Girate la testa dalla Siria alla Libia e vedrete il ripetersi di un film. Anche l’ambasciatore Stevens pensò di poter gestire il Joker: “usiamo un po’ di Al Qaeda per abbattere Gheddafi, poi riprendiamo il controllo”. Ma il controllo lo prenderanno altri, perché Stevens ci ha già lasciato le penne in questa sporca vicenda.

 

Doha sta in Qatar. A Doha le opposizioni siriane si sono “unificate” per abbattere il regime. Dopo di che un proconsole del Qatar si installerà a gestire la Siria.

“Il Qatar è una monarchia assoluta, retta dalla famiglia reale Al Thani, alla quale appartiene circa il 40% della popolazione autoctona. Secondo la costituzione del 1970, il potere esecutivo viene esercitato dal Consiglio dei ministri (Shura), i cui membri vengono nominati dal capo di stato, l'emiro, che svolge anche le funzioni di capo del governo. Il sistema giudiziario è composto da corti civili e penali; le corti, amministrate secondo la legge islamica della Shari'a, sono dotate di giurisdizione limitata. Per le spese militari viene stanziato circa un quarto del bilancio dello Stato.” (Wikipedia)

 

A gente di questo tipo noi affidiamo il proceduralismo democratico della Siria: non si può nemmeno chiamare “sonno della ragione”, perché questa è ormai lucida follia.

 

“Le parti firmatarie convengono di operare per la caduta del regime e di tutti i suoi simboli e pilastri, per lo smantellamento dei suoi organi di sicurezza, perseguendo tutti coloro che sono implicati nei crimini contro i siriani”. 

Detto in parole semplici, si chiama “epurazione”. E verrà gestita da una giustizia in stile “nuova Libia”.

 

“Che la situazione della giustizia in Libia sia lungi dall’essere ‘normale’ lo dimostra la vicenda dell’avvocato di Saif [Gheddafi] e di altri tre funzionari della Cpi [Corte Penale Internazionale], arrestati in giugno per 26 giorni subito dopo la visita al detenuto. […] Mentre le autorità di Tripoli si sforzano di rassicurare i giudici internazionali delle loro competenze e capacità, le organizzazioni per la difesa dei diritti umani non smettono di puntare il dito contro i maltrattamenti cui i vincitori sottopongono i fedeli del regime abbattuto, e non solo. Torture, processi sommari senza garanzia per la difesa, detenzioni in condizioni disumane sono all’ordine del giorno”. (Luciano Ardesi, Nigrizia, novembre 2012)

 

Buffo che anche qui mi venga in mente Batman, la corte penale del terzo Batman “Il cavaliere oscuro – il ritorno”: terroristi a gestire la giustizia.

 

E non sarà la foglia di fico di George Sabra, ex comunista nato da una famiglia cristiana, a cambiare la sostanza della coalizione anti Assad.

Con buona pace di padre Dall’Oglio, del nunzio Zenari, di Pierferdinando Casini che invitò Sabra in settembre per prendere parte all'Internazionale Democratica di Centro, affermo che la pianificazione della caduta di Assad è stata affidata al Joker.

 

E quando comanda il Joker sono dolori inenarrabili. Per la Siria, per la minoranza cristiana in Siria, e per la salute mentale dell’occidente cosiddetto “democratico”.

Giovanni Lazzaretti

Aleppo: Morto d'infarto il Direttore delle Pontificie Opere Missionarie.

"Che la sua morte sia un’offerta per la pace e per la riconciliazione in Siria, per l’avvenire della comunità cristiana in Siria, per il trionfo della carità in Siria e in Medio Oriente”.


Aleppo 15/11/2012 (Agenzia Fides) – E’ deceduto ieri a mezzogiorno, in seguito a un improvviso attacco cardiaco, P. Jules Baghdassarian, 55 anni, Direttore nazionale delle Pontificie Opere Missionarie (POM) in Siria, incarico che ricopriva dal 2003. P Jules era un sacerdote greco cattolico (melkita) e risiedeva ad Aleppo. I funerali saranno celebrati sabato prossimo nella chiesa di San Giorgio di Aleppo, da Sua Ecc. Mons. Jean-Clément Jeanbart, Arcivescovo greco cattolico della città.
P. Jules aveva sofferto molto per la tragica situazione del conflitto siriano, giunto fino al cuore di Aleppo. Negli ultimi mesi, data la grave situazione umanitaria di migliaia di rifugiati nella città, si era dedicato anima e corpo alle attività caritative, all’assistenza, alla sistemazione di famiglie sfollate, all’organizzazione degli aiuti, alla risoluzione dei tanti problemi che sorgevano in quest’opera. Probabilmente – riferiscono a Fides dall’Ufficio delle POM ad Aleppo – le preoccupazioni, la situazione di stress psico-fisico, l’ansia e la fatica gli sono state fatali.
Il Patriarca greco cattolico S. B. Gregorios III Laham, esprimendo all’Agenzia Fides il suo cordoglio alla famiglia di p. Baghdassarian e alla comunità greco cattolica di Aleppo, lo ricorda con queste parole: “Era un grande amico dei poveri, era animato da grande zelo per la carità. I suoi verbi erano amare e servire”. “Speriamo – aggiunge – che la sua morte sia un’offerta per la pace e per la riconciliazione in Siria, per l’avvenire della comunità cristiana in Siria, per il trionfo della carità in Siria e in Medio Oriente”.
http://www.fides.org/aree/news/newsdet.php?idnews=40327&lan=ita

Le parole di Padre Baghdassarian

" La gente non vuole la guerra e la violenza: il mondo ci aiuti a ritrovare la pace!”: è l’accorata testimonianza rilasciata all’Agenzia Fides da p. Jules Baghdassarian, sacerdote greco-cattolico di Aleppo e Direttore nazionale delle Pontificie Opere Missionarie (POM) in Siria.
Il Direttore dice a Fides: “I combattenti dell’Esercito Libero Siriano vogliono prendere il cuore di Aleppo e nel cuore ci sono le chiese e le case dei cristiani. Le bande armate rivoluzionarie sono in prevalenza islamiste, abbiamo testimoni oculari di ciò, e i cristiani hanno paura di subire violenze. La gente di Aleppo non vuole la rivoluzione, ama la pace. Famiglie cristiane e musulmane sono stanche della violenza, perché la vita è diventata molto dura nell’ultimo anno”.

Pensiamo che la politica debba fare qualcosa per la pace e la riconciliazione. Come cristiani, la nostra speranza è la riconciliazione. Chiediamo alla comunità internazionale e all’Unione Europea di aiutarci a ritrovare la pace, non di fomentare la guerra!”
http://www.fides.org/aree/news/newsdet.php?idnews=39594&lan=ita