Samia
Una volta mi disse
Il mio Eufrate è d’oro
Si chiama Barada,
ed è una collana che scorre qui,
sui nostri capi e sulle nostre anime.
«Dove si trova? Cercala con me!»
«Nei nostri occhi», risposi.
«In noi, dove la fontana del ritorno si è ormai prosciugata».
Torneremo, noi ritorneremo.
«Quando tornerai», mi disse: «dà un bacio a Barada da parte mia».
Le risposi: «Una volta a casa, tornerò di nuovo bambina».
di Lynn Adib cantautrice siriana di musica araba moderna e jazz.
Lynn ha iniziato a cantare all’età di 6 anni nel coro al-Farah (“La gioia”) di Padre Elias Zehlaoui, sacerdote della chiesa Nostra Signora di Damasco. Laureata al conservatorio nazionale siriano in fluato traverso, si è poi spostata in Francia nel 2009 per continuare i suoi studi musicali (all’American School of Modern Music e al Conservatoire à Rayonnement Régionale di Parigi) e laurearsi in scienze farmaceutiche.
Il suo per ora unico album (2018), rigorosamente in arabo, è il chiaro frutto dell’elaborazione di un forte dramma personale amplificato in qualche modo da quello nazionale. S’intitola Youmma (“Mamma”) ed è stato registrato insieme ai suoi compagni di conservatorio (tra cui anche l’italiano Maurizio Congiu). Musicalmente, è qualcosa di unico. Ogni canzone è carica di quella spiritualità che da sempre caratterizza il suo rapporto con la musica, la sua volontà di trasformare l’oscurità in luce e di celebrare la vita nonostante tutto. Definito un ibrido incantesimo terapeutico, nel quale si mescolano la libertà e l’improvvisazione del jazz, la musica tradizionale siriana e in particolare quella sacra degli inni religiosi bizantini, contiene non inaspettatamente una stupenda Ode a Maria fianco a fianco a uno stupendo mix di jazz e oud per la figlia (Titi) e a un puro e struggente canto a Damasco, Hamam (“Colomba”).
Oggi vi lasciamo però a un’altra canzone, che parla di esilio: Barada, dal nome del principale fiume della capitale siriana.
https://www.oasiscenter.eu/it/lynn-adib-ha-in-bocca-un-dolore-la-perla-piu-scura