Una Presenza da ascoltare |
Girando per il cantiere alla mattina, si vive il dono di tutta la bellezza della Presenza che ti parla. Carissimi, Ma questo attentato è stato un colpo molto duro: non solo per le vittime e il dolore causato, ma perché altre minacce sono state formulate per altre chiese, con tanto di manifesto sui social, e nomi delle comunità minacciate. Mai una comunità era stata colpita nel cuore di una funzione religiosa... Perché i soldati del governo che facevano guardia all’esterno della chiesa hanno lasciato entrare gli attentatori?.. Questo, aldilà di ogni altra considerazione, rende vane le parole di rassicurazione delle autorità. Se ci saranno altri episodi di questo tipo, l’esodo dei cristiani sarà inarrestabile. Dappertutto ci sono state veglie di preghiera, fiaccolate dei Cristiani a cui si sono uniti - si deve dire - anche tanti musulmani... A Damasco cantavano: “con lo Spirito e con il sangue rispondiamo alla tua chiamata, o Cristo”. Anche nel nostro villaggio gli scout hanno organizzato una fiaccolata, alla quale abbiamo partecipato anche noi. La sorella di Hilhem, una delle donne del villaggio che lavora con noi, era a Messa a Damasco, nella chiesa dell’attentato. È sopravvissuta, ma è stata operata d’urgenza all’addome ed è ferita a un piede. Tanti altri della valle dei Cristiani, qui vicino a noi, hanno avuto qualche parente morto o ferito, in particolare giovani, perché i ragazzi cristiani che studiano a Damasco vivono perlopiù in quel quartiere... Se i Cristiani sono preoccupati - ed ora anche arrabbiati - ancor più difficile è per gli Alauiti, che stanno subendo una vera e propria pulizia etnica: tanti nostri vicini raramente dormono la notte, spaventati dalle incursioni dei “barbuti”, che a volte solo girano per spaventare, ma altre volte entrano nelle case, rubano ed anche uccidono. Noi, come dicevo, siamo rispettate, ma la notte quando cominciano a sentirsi spari e raffiche nei villaggi vicini, tanto tranquille non siamo. Siamo rispettate anche dai soldati del nuovo governo, voglio dire. Di più: salvo qualche eccezione, sono tutti gentili, persino sorridenti con noi, ci chiedono se abbiamo bisogno di aiuto. Ma come possiamo non pensare che accanto a noi altri invece vengono vessati ed anche uccisi? |
La gente è inquieta, nessuno si sente sicuro; bastano poche persone fuori controllo, armate - e impunite - per fare una strage. E se dovessimo dire che molti dei Sunniti che conosciamo sono sereni, diremmo una menzogna; più sicuri, certo, perché ora la forza è dalla loro parte. Ma contenti con questa situazione, no di certo. Non era questa la nuova Siria che si aspettavano.
C’è come una cappa di incertezza e oppressione che non si era mai sentita, neppure durante gli anni più pesanti della guerra. Perché non si vede un orizzonte, con un Occidente che ora sembra indifferente o, quasi peggio, disposto ad un sostegno acritico a questa realtà. Oltretutto, economicamente è tutto fermo e tanta gente è alla fame.
Facciamo fatica a trovare il modo di parlare di questa situazione. Perché anche all’interno delle Chiese sentiamo discorsi che talvolta ci lasciano perplesse. ”Bisogna avere pazienza, è normale che ci sia un periodo di incertezza, le cose vanno comunque meglio...”. Così ci chiediamo se non stiamo sbagliando, se non dobbiamo anche noi coltivare uno sguardo più positivo sulla situazione... Forse dipende anche dalla zona dove si vive e dalle componenti etniche che la abitano.. Ma le perplessità sono tante.
Se poi affrontiamo il discorso della situazione internazionale.. che cosa si vuol fare del Medio Oriente? Questa è la vera domanda. Tutto è deciso “da fuori”. Ancora una volta si è voluta indebolire la componente Siriana in vista di politiche favorevoli a interessi estranei a quelli della popolazione locale... Come evolveranno nel futuro prossimo questi equilibri ?
“E dunque voi cosa fate in questa situazione? I lavori vanno avanti? Possono andare avanti?”. Continuiamo a lavorare, come si può, e questo è importante per la gente della nostra zona.
La vita va avanti, sì. Tutto quello che possiamo fare, lo facciamo. La preghiera diventa più intensa: meno verbosa e più accorata. I lavori continuano, là dove è possibile. I cementi armati sono ormai tutti finiti, tranne la parete sopra l’abside (che si sta facendo direttamente in pietra). Stiamo facendo i cordoli esterni per appoggiare i rivestimenti di pietra e realizzando qualche pilastro che ancora manca per i cancelli. I muratori stanno facendo gli ultimi riempimenti delle pareti con i blocchetti. Lavoriamo sui vari muretti esterni della proprietà, ultimando la sistemazione dei terreni, delle coltivazioni. Abbiano risistemato i container arrivati con i pannelli solari grazie al Banco delle Cose e all’aiuto di Stefano e di altri amici, portandoli vicino ai depositi, e organizzando così degli spazi di magazzino per il lavoro più ordinati.
Riusciremo ora ad affrontare i lavori di finitura, impianti idraulici, elettrici, pavimenti e così via? Non lo sappiamo. Stiamo raccogliendo i fondi necessari, almeno per terminare una parte che ci permetta di trasferirci e vivere nel nuovo complesso. E ovviamente questa è la prima urgenza. Ma poi ci sarà la capacità e la possibilità per le squadre di lavoro di venire in zona e assumere gli appalti? Fino ad ora abbiamo potuto fare tutto con operai dei villaggi vicini (che sono stati bravissimi), ma ora dobbiamo ricorrere a manodopera di altre zone e la sicurezza è un grosso punto interrogativo. Anche investire soldi nel materiale - che in larga parte si deve pagare anticipatamente - è un rischio. Se succede qualcosa o qualcosa va perduto, non c’è nessuna assicurazione... Occorre fare tutto con molta attenzione.
Vi mandiamo questa lettera oggi, avendo celebrato da poco il Sacro Cuore di Gesù. A Lui affidiamo la nostra comunità, la nostra gente, la Siria, ma anche voi, l’Italia e tutta l’umanità, perchè davvero si riveli come Cristo è il vero cuore del mondo, il solo in cui vi sia speranza per l’uomo e pienezza di vita. Il Cuore di Cristo è la pienezza della sua umanità, e allo stesso tempo è la porta perché anche noi possiamo entrare pienamente nella vita Divina. Per Cristo al Padre, con la forza dello Spirito. Con la forza della preghiera stessa di Gesù: “perchè conoscano Te...”
Tutto il resto passa, è solo parte del cammino...
M. Marta Fagnani, Luglio 2025
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