Di
seguito riportiamo l'intero comunicato stampa dei Patriarchi Ortodossi, pubblicato il 22
aprile, anniversario del loro rapimento.
Trad. Gb.P. per OraproSiria
Amati
fratelli e figli spirituali,
Cristo
è risorto! In verità, è risorto!
Fratelli
miei, vi inviamo il saluto di Pasqua, condividendo le vostre
preghiere nelle vostre case piegando con voi le ginocchia del cuore
davanti a Cristo, che è stato crocifisso per noi, che è risorto dai
morti e ci ha portato alla vita con la sua luce divina, asciugando la
polvere dei tempi amari, le ceneri della desolazione e della
disperazione delle nostre anime.
Tuttavia,
la luminosità della Pasqua rimane imperfetta a causa in particolare
della scomparsa dei nostri due fratelli, i vescovi di Aleppo, il
metropolita Paul Yazigi e Youhanna Ibrahim, rapiti il 22 aprile 2013.
Oggi ci stiamo rivolgendo a voi con tutto il cuore e al mondo intero,
per dirvi che i cristiani di questo Medio Oriente, così come di
altre comunità, continuano a pagare il pedaggio del terrorismo e
della violenza con le loro vite e le loro persone: sfollamenti,
rapimenti, omicidi e molte altre avversità. Nonostante tutto ciò,
rimangono fedeli alla loro promessa d'amore per Gesù Cristo, come il
Signore che li ha redenti sulla Croce e li ha stabiliti in questa
regione dell'Est duemila anni fa, al fine di trasmettere la luce del
suo Vangelo.
Dal
loro rapimento fino ad oggi, le migliaia di tentativi e gli
innumerevoli sforzi fatti per ottenere informazioni sul destino dei
due vescovi sono stati vani. Tutto questo in mezzo a masse di dati,
indizi, analisi e sondaggi che spesso complicano e scompigliano tutte
le prospettive.
Da
allora sono trascorsi 2.557 giorni e non abbiamo risparmiato alcuno
sforzo per portare a buon fine la questione e, in definitiva,
raggiungere la tanto desiderata liberazione dei due vescovi, che
speriamo possano essere presto di nuovo tra noi. Non abbiamo
risparmiato percorsi locali, regionali o addirittura internazionali
per chiedere a governi, organizzazioni, figure influenti e poteri
politici di portare all'attenzione questa vicenda su più forum
globali. Questo, tra gli altri sforzi. Ringraziamo sinceramente tutti
coloro che hanno dato il loro aiuto e contribuito a livello
umanitario, mediatico, diplomatico, di sicurezza o politico, sia
ufficiale che personale. Queste persone hanno portato una luce di
speranza in questa notte buia e dolorosa quando la negligenza e il
silenzio della comunità internazionale hanno affossato questa
importante ed essenziale causa umanitaria, minando ogni tentativo di
trovare soluzioni.
Oggi,
dopo aver posto davanti ai nostri occhi l'immagine dei due vescovi, i
nostri fratelli che sono in costante preghiera per tutti noi,
chiediamo a tutti i fedeli, ovunque si trovino, di pregare per loro
in questa settimana speciale. Chiediamo loro di pregare per i due
vescovi e per ogni persona rapita, scomparsa e sfollata, per chiunque
sia stato intrappolato in una situazione drammatica, ma che ha
trovato speranza e consolazione nella Croce di Cristo, ed è stato
fortificato dalla sua Risurrezione gloriosa e vittoriosa.
Il
valore dell'essere umano in questo Oriente non è inferiore a quello
degli altri umani. Questa pandemia che sta devastando il mondo -
possa Dio preservarci da essa - è una chiara prova che in tutte le
circostanze, al di là di ogni considerazione di razza, religione o
nazione, siamo tutti fratelli nell'umanità, tutti sulla stessa barca
in questo Oriente e nel mondo intero.
Se
solo gli uomini potessero esserne consapevoli! Se solo i politici e
coloro che si occupano di affari mondiali potessero rendersi conto
che gli esseri umani sono della stessa natura e condividono la stessa
dignità, indipendentemente dalle loro differenze di Paese, di
patria, di lingua, di civiltà e di religione! Nonostante la sua
amarezza, l'epidemia è arrivata a dirci che condividiamo
un'esistenza comune e la stessa fraternità umana in questo vasto
mondo. Se solo fosse chiaro agli occhi e alla coscienza di coloro
che violano la dignità del loro fratello, senza sapere che questa
follia si ribellerà contro di loro e che alla fine la loro stessa
dignità sarà sminuita! Soprattutto, dobbiamo tutti difendere la
vera dignità umana; dobbiamo essere consapevoli che la dignità, la
vita e l'esistenza dei nostri simili fanno parte del nostro cuore,
della nostra stessa esistenza e del nostro essere.
Come
cristiani del Levante, siamo profondamente radicati qui fin dai tempi
antichi. Le nostre radici non appassiranno mai. Da queste radici
scaturisce la vasta oasi che è la presenza cristiana di Antiochia in
Oriente e in tutto il mondo, un'oasi fiorente profumata dalla
testimonianza della fede cristiana verso il glorioso Signore Gesù
Cristo e dall'amore per il prossimo proveniente da ogni punto
dell'orizzonte. La storia ha insegnato a tutti noi che non abbiamo
bisogno della protezione di nessuno e che non cerchiamo la protezione
di nessuno. Siamo una componente essenziale di questo Oriente con
tutti i suoi meandri e ramificazioni. Dato il nostro ruolo, la logica
della minoranza in opposizione alla maggioranza scompare e viene
sostituita dalla logica dell'incontro e del dialogo, nonché dal
ruolo pionieristico guidato da cristiani e da altri. Non siamo e non
saremo mai una carta da giocare per gli scopi di nessuno. Piuttosto,
costituiamo una testimonianza di esistenza e autenticità, un ponte
di dialogo e incontro tra Oriente e Occidente, tra il Cristianesimo e
altre religioni.
Preghiamo
oggi per i nostri due fratelli vescovi e per tutti coloro che sono
stati rapiti, ricordando che non risparmieremo alcuno sforzo per
difendere questa causa e condurla al risultato desiderato, tanto
atteso da tutte le anime cristiane, da tutto il popolo del Levante e
da tutte le persone di buona volontà. Dicendo questo, attestiamo che
la Via Crucis si è conclusa con un'alba di Risurrezione.
Oggi
preghiamo Gesù Cristo, il Signore della Risurrezione e il sovrano
della vita, che rotoli la pietra tombale con la sua Croce e faccia
gioire i nostri occhi della luce della Risurrezione. Preghiamo per la
pace nel mondo che sta soffrendo l'epidemia. Preghiamo per questo
Oriente che in tutti i suoi territori cerca l'alba della risurrezione
dal Golgota e dalla Croce. Preghiamo per i nostri figli di Aleppo, ai
quali in particolare trasmettiamo la pace di Pasqua, chiedendo al
Signore della Resurrezione di far rinascere la speranza nei loro
cuori e nei nostri.
Con voi, fratelli, le nostre anime si inchinano in preghiera, i nostri cuori sono accesi come tante lampade ad olio negli angoli delle nostre case davanti al Signore Gesù Cristo che è risorto dalla tomba. Preghiamo per la pace nel mondo e per il ritorno di tutti gli ostaggi, mentre illuminiamo i nostri cuori e le nostre anime con la speranza pasquale, cantando: "Cristo è risorto dai morti, con la morte Egli ha fatto cadere la morte, a quelli che sono nelle tombe Egli ha dato la vita ”.
Damasco,
22 aprile 2020
Sua
Santità Mor Ignatius Aphrem II°, Patriarca di Antiochia e di tutto
l'Oriente e Capo supremo della Chiesa siro-ortodossa
Sua
Beatitudine Giovanni X°, Patriarca di Antiochia e dell'intero
Oriente della Chiesa greco-ortodossa
https://orthodoxie.com/sept-annees-se-sont-ecoulees-depuis-la-disparition-des-deux-eveques-dalep/
Testimonianza di S.B. Ignace Youssef III Younan , Patriarca siro-cattolico di Antiochia dei Siria
trasmessa in streaming lunedì 20 aprile durante la recita mensile del Rosario per i Cristiani Perseguitati promossa dal Comitato Nazarat