Alla Roaco il Pontefice torna a denunciare la drammatica situazione dei cristiani in Medio oriente
Aleppo, 18 giugno 2015 |
In Medio Oriente c’è bisogno di uno sforzo «per eliminare quelli che appaiono come taciti accordi per i quali la vita di migliaia e migliaia di famiglie — donne, uomini, bambini, anziani — sulla bilancia degli interessi sembra pesare meno del petrolio e delle armi».
È quanto ha affermato Papa Francesco rivolgendosi ai partecipanti alla ottantottesima Riunione delle opere per l’aiuto alle Chiese orientali (Roaco), ricevuti lunedì mattina 15 giugno, nella Sala Clementina.
Nel ricordare il viaggio compiuto in Terra santa nel maggio 2014 e il successivo incontro di preghiera svoltosi in Vaticano alla presenza dei presidenti israeliano e palestinese, il Pontefice ha constatato che in questi mesi non tutti i frutti di riconciliazione sperati si sono realizzati. «Altri eventi che hanno ulteriormente sconvolto il Medio oriente, da anni segnato da conflitti, ci fanno sentire il freddo di un inverno e di un gelo nel cuore degli uomini che sembra non finire».
Quella terra, ha aggiunto, «è solcata dai passi di quanti cercano rifugio e irrigata dal sangue di tanti uomini e donne, tra i quali numerosi cristiani perseguitati a causa della loro fede».
Quella terra, ha aggiunto, «è solcata dai passi di quanti cercano rifugio e irrigata dal sangue di tanti uomini e donne, tra i quali numerosi cristiani perseguitati a causa della loro fede».
Pur riconoscendo che negli ultimi tempi il mondo ha avuto «un sussulto di coscienza» di fronte a questo dramma, Francesco ha invitato a «un ulteriore sforzo», chiedendo alla Roaco di intensificare «il servizio della carità cristiana» e di continuare a «denunciare ciò che calpesta la dignità dell’uomo».
Il Papa ha fatto cenno anche alla situazione di Etiopia, Eritrea e Armenia — all’ordine del giorno dei lavori dell’assemblea — raccomandando di «aiutare queste antichissime comunità cristiane a sentirsi partecipi dalla missione evangelizzatrice e ad offrire, soprattutto ai giovani, un orizzonte di speranza e di crescita». Senza questo impegno, ha ribadito, «non potrà arrestarsi il flusso migratorio che vede tanti figli e figlie di quella regione mettersi in cammino per giungere alle coste del Mediterraneo, a rischio della vita».
QUI IL DISCORSO DEL PAPA: http://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/
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Il
messaggio di sostegno di Madre Agnès-Mariam de la Croix, superiora
del monastero Saint-Jacques le Mutilé a Qara, alla manifestazione del 20 giugno a Parigi in
sostegno dei Cristiani d' Oriente
Cari
amici che parteciperete alla manifestazione,
con
tutto il cuore vi ringrazio per la vostra solidarietà con le genti
perseguitate del Medio Oriente, e particolarmente le più fragili:
quelli che sono morti per odio alla fede o per disprezzo verso la
loro umanità; quelli che sono stati scacciati, spogliati di ogni
cosa, malmenati, ridotti in schiavitù, venduti come bestiame,
violentati o ridotti a oggetto di godimento bestiale.
Famiglie
intere hanno dovuto prendere il cammino dell'esilio
nell'insicurezza, la paura, la penuria.
Ci
si domanda: perché?
Il
patrimonio più prezioso dell'umanità è consegnato a delle orde del
terrore. È la terra di Abramo, quel patriarca obbediente e così
amato da Dio. La nostra regione invece di essere un'oasi di pace, una
riserva di spiritualità in cui regnano la pace e la concordia, ecco
che diviene il campo di battaglia della più crudele delle
aggressioni che cerca di distruggerla ed instaurarvi il terrore.
Che
i martiri, morti in odio alla Fede, intercedano per noi: quelli della
Palestina, del Libano, dell'Iraq, dell'Iran, di Siria, di Egitto, di
Turchia, di Cipro, della Libia, della Nigeria, del Sudan, eccetera.
Come
mai guerre sofisticate lanciate con un grande rinforzo mediatico
contro il terrorismo producono l'effetto contrario: non vi è mai
stato maggiore terrore che nei nostri giorni?
I
dirigenti del 'mondo libero' dicono una cosa e fanno il contrario.
Si
appicca un fuoco e si annuncia che lo si spegnerà ed esso non
diviene altro che più forte!
È
tempo di domandare ai responsabili che uniscano gli atti alle loro
parole e che essi facciano passare la dignità della persona umana
-creata a immagine di Dio- e la salvaguardia delle risorse dei popoli
davanti ai loro interessi materiali.
Senza
la loro sovranità i popoli non esistono e non possono optare per la
pace nè lavorare al bene comune. E allora, che sia salvaguardata la
sovranità dei popoli.
Da
quando il Medio Oriente e l'Africa del Nord sono distrutti, la terra
è meno bella, più inospitale.
Io
so che molti dei nostri fratelli ebrei e musulmani sono solidali con
noi perché cessino la discriminazione religiosa e l'uso della
religione come un mezzo di dividere per regnare.
Insieme
diciamo:
Fermate
il flusso di armi e di jihadisti in Siria, in Iraq e ovunque altrove.
No
a una coalizione con quelli stessi che finanziano il terrore.
No
a quelli che hanno aperto il vaso di Pandora nel Medio Oriente e
altrove: esso ha spruzzato il sangue fino al cuore di Parigi.
No
ai pompieri piromani.
No
a quelli che dicono una cosa e ne fanno un'altra.
No
alla disinformazione.
No
all'espulsione.
No
al primato degli interessi economici sulla vita e sulla dignità
delle creature di Dio.
Grazie
per la vostra solidarietà e perché voi non avete paura di dire NO!
Mère
Agnès-Mariam de la Croix
(traduz. FMG)