di un abitante cristiano e operatore umanitario di Aleppo, che preferisce mantenere l'anonimato
Ecco, noi di Aleppo siamo diventati come Idlib, sotto il regime degli islamisti. Sono ormai dappertutto in città, anche nella cittadella. Nella notte hanno occupato tutti i quartieri di Aleppo, i palazzi governativi, abbandonati poche ore prima dalle istanze governative. Hanno occupato la sede del governatore, del capo della polizia, il tribunale militare, le carceri, e tutti i quartieri. Stamattina sono sulle strade principali. Ai pochi passanti, alle poche auto in giro dicono che non vogliono fare del male a civili, di qualunque religione siano. Si spara ancora e l'aviazione siriana ha iniziato a intervenire con raids sulla città.
Il governo siriano dice che manderà rinforzi, ma avrebbero dovuto bloccarli prima della loro entrata ad Aleppo; in aperta campagna sarebbe stato facile, con l’aviazione e l’artiglieria, ma in città, con la popolazione, non si può fare.
Secondo me anche se arriveranno i rinforzi, non li sloggeranno da Aleppo. Non so che cosa accadrà.
A Idlib al tempo avevano chiesto ai cristiani di evacuare la città in 24 ore… Molte persone stanno fuggendo da Aleppo, non via autostrada che è bloccata, ma per strade secondarie, ci vogliono 11-12 ore per arrivare a Homs vista la quantità di traffico. E’ la stessa che abbiamo utilizzato per anni al tempo della guerra.
Abbiamo interrotto le nostre attività sociali. Non vogliamo andare via - per il momento. Ma non sappiamo cosa accadrà.