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venerdì 24 luglio 2015

Lettura della 'Laudato si': il 'bene comune' in Medio Oriente


lettera di Padre Daniel


Il nostro Papa è il primo Papa con il nome “Francesco”. Dopo tre anni, lo stile unico francescano - gesuita si evidenzia ancor più chiaramente nella sua enciclica
“Laudato si” del 24 maggio 2015. E' la prima enciclica sull'ecologia integrale e contro una società consumistica materialistica, che corrode la dignità dell'uomo. E’ vero che i suoi predecessori hanno già ampiamente trattato temi connessi alla dottrina sociale della Chiesa: il bene comune, la destinazione universale dei beni della terra, la solidarietà, la sussidiarietà e la cura per i poveri.
Sì, il mondo è la nostra casa comune. Come famiglia umana abbiamo la stessa origine, condividiamo la stessa vita e lo stesso futuro. Tutto è dato all’uomo come un puro dono per vivere e da godere. L'uomo è chiamato ad essere il direttore d'orchestra e a lodare e onorare il Creatore per la sinfonia della creazione. Non possiamo elevarci al livello di creatori, proprietari o "dominatori". E' nostro dovere l'essere buoni amministratori. 
E quello che facciamo ha un impatto sulla vita degli altri. I popoli più poveri, che hanno una voglia di vivere, vivranno, e l’Occidente ricco con la sua superiorità tecnica e militare continuerà di estinguersi. Politica, tecnologia ed economia senza etica, sono un attentato alla dignità umana. Risolvere la povertà nel mondo e allo stesso tempo continuare a sostenere le organizzazioni internazionali nei loro vari programmi di limitazione delle nascite e di riduzione della popolazione mondiale, non è solo non-efficiente, ma anche contro la dignità dell'uomo (n. 50). Ogni lotta per l'ambiente o per l'equilibrio naturale è una ipocrisia finché le nostre leggi sull'aborto resteranno in vigore (n. 120). Natura e vita devono essere protetti, ma la vita umana deve essere custodita e i più vulnerabili messi al primo posto
.
Sui tre temi principali di questa enciclica, voglio proporre qualche considerazione personale e tutto questo nel contesto dalla nostra situazione in Medio Oriente. I tre temi sono: l'unità, il dono e la vulnerabilità.

L’unità
Tutto è collegato a tutto. La vita di ogni essere umano è correlata a quella di altre persone, alla natura, all'universo e in modo finale con il cielo, con Dio. E con una società in cui tutti vivono bene, e questo non è solo fondato su una economia prospera e su una politica sana, ma tale società è soprattutto fondata su valori umani sani, che alla fine porteranno frutti solo se tutto è fondato su valori cristiani. Un uomo non può essere veramente felice quando il suo prossimo si trova in difficoltà. Un paese non può tutelare i suoi interessi in modo dignitoso senza riconoscere la sovranità degli altri paesi e senza aiutarli. Una democrazia occidentale, che ora si presenta con eccessi dittatoriali cattivi, non ha il diritto in modo arbitrario e arrogante di imporre questo tipo di democrazia: in tal modo esporterà il suo caos. Il disprezzo per i poveri nel proprio paese porta all’ oppressione delle nazioni più povere. Il sovra-consumismo e la cultura dell'usa e getta del ricco Occidente sono problemi più grandi della povertà nel Sud . Mentre la crescita economica in molte zone è stagnante, l'industria delle armi invece, e il traffico della droga, la pornografia e la prostituzione in Occidente vivono una crescita esplosiva. E’ proprio quello che causa il massacro di tanti popoli e la destabilizzazione di tanti paesi. Quello che serve al dominio occidentale, diventa 'legale' e quello che ostacola il dominio occidentale viene condannato come "contro le regole internazionali".

Il dono
La vita è il dono più prezioso e gratuito per tutti. E tutto è dono. Il Concilio Vaticano II ha applicato questo sulla dottrina del matrimonio. Il matrimonio è un dono e un bambino è un dono. Il dono reciproco e libero tra i coniugi è il cuore della loro unione matrimoniale. Questo non è stato ( neanche oggi ) notato da molti teologi occidentali e quindi questi teologi non sono riusciti a comprendere che cosa significa in realtà la contraccezione artificiale nel matrimonio. Paolo VI invece l’aveva capito e metteva nella sua enciclica “Humanae Vitae” (1968) giustamente che la contraccezione artificiale impedisce questo dono reciproco di se stesso e quindi non è accettabile. Ma il successo commerciale doveva e poteva continuare con l'appoggio dei teologi. Per mezzo secolo, la cultura occidentale contraccettiva ha contagiato quasi tutto il mondo e ha eliminato la responsabilità personale dell'uomo in molte aree. Questo è drammatico perché la responsabilità è al centro della vita umana. Oggi, il ripristino di una ecologia "umana" integrale è urgentissimo.

L’aria
L'aria, l’acqua, la terra e la sua fertilità appartengono ai doni più preziosi della creazione per l'intera famiglia umana. La natura e la terra ci offrono abbastanza per soddisfare ampiamente i bisogni fondamentali di tutti, cioè : cibo, vestiti, un tetto sopra la testa e l'istruzione primaria. Ci sono cibo, attrezzature, conoscenze e tecnologie sufficienti a disposizione per permettere a tutti di vivere come in un modesto albergo a 3 stelle. Tuttavia, la terra fornisce abbastanza per soddisfare i capricci eccentrici e l'avidità di un piccolo gruppo. Affinché pochi potessero vivere in un hotel a 5 stelle, tanti altri sono costretti a condurre un’ esistenza da schiavo. Non è anormale che ci sia una differenza tra gli individui e tra i popoli. La ricompensa per un uomo con molta responsabilità può essere più grande di quella di un operaio, ma quest’uomo deve rendersi conto che la sua festa può solo continuare grazie al lavoro del semplice operaio. Se un occidentale richiede un stipendio di 50 volte maggiore di un abitante del Mali, allora quest’occidentale è un ladro malvagio. Quando nei paesi Africani, con grandi ricchezze naturali, vivono con una popolazione poverissima, sono poi i ricchi paesi occidentali che provocano guerre solo per poter rubare le ricchezze africane. E quando il popolo palestinese riceve quattro volte meno acqua e per questo deve pagare cinque volte di più del suo occupante sionista, allora questo implica un'ingiustizia terribile.

Vulnerabilità.
Ogni cosa ha il suo ritmo che va rispettato, altrimenti l'equilibrio è rotto. Nell'uomo c’è una unità di corpo e di mente, che lo incita al lavoro fisico e mentale. C'è una alternanza di giorno e notte. Nell’anno ci sono le stagioni, ognuna con le sue caratteristiche uniche. Tutto ha le sue proprie regole. Con una sega da legno non si può segare il ferro e con pezzi di ferro non si può accendere la stufa. I requisiti generali per godersi la vita e la natura sono: la semplicità, l'umiltà, la sobrietà, la solidarietà, l'ammirazione, la gratitudine e la quiete. 
Il grande economista inglese E. F. Schumacher, che mezzo secolo fa ha lanciato una svolta economica approfondita sotto lo slogan "small is beautiful", avrebbe interpretato questa Enciclica di Francesco indubbiamente come una protesta legittima contro la società consumistica e contro l'illusione che tutto deve diventare sempre più grande, più alto e più veloce. Nel frattempo, riceviamo già i frutti amari di questo delirio di onnipotenza, sotto forma di terrore e di caos, causando masse di persone in fuga, gente che muore di fame o di miseria. In tutte le città occidentali, civili innocenti vengono quotidianamente derubati, accoltellati o uccisi. Perché? Lo stesso Occidente sta strangolando il popolo siriano, che  già ha sofferto e soffre ancora pesantemente, con sanzioni politiche, economiche, finanziarie e tecniche. Perché? La causa delle immense deforestazioni che disturba a fondo l’equilibrio e causa deserti, alla fine non trova le sue origine nelle macchine, ma nel cuore dell'uomo, che a sua volta è diventato un deserto. In effetti, in una ecologia globale, la preoccupazione o la cura per l'ambiente è necessariamente collegata alla giustizia sociale e questa esige in primo luogo una conversione/svolta del cuore. 
In altre parole, una pre-occupazione/cura ambientale globale consiste solo nella ricerca di essere un vero cristiano.

P. Daniel
(traduzione dal fiammingo di A. Wilking)