Segnaliamo due toccanti articoli di Giorgio Bernardelli : dove la pietas cristiana si china con rispetto sugli aspetti meno conosciuti del dramma della popolazione
Nomi e volti dal dramma siriano
Non ci sono più parole per descrivere lo strazio della tragedia della Siria. Ma proprio perché non ci sono parole, il rischio è sempre più quello di abituarsi al massacro e alle sofferenze quotidiane, quasi fossero una fatalità. Per questo è fondamentale tenere davanti agli occhi dei volti, che ci ricordino come non sia di numeri o di equilibri geopolitici ma di persone in carne ed ossa che stiamo parlando.
Pensavo a tutto questo guardando sul blog dell'amico Andres Bergamini - fratello della famiglia religiosa della Visitazione, che vive a Gerusalemme - le fotografie di suor Rima. Da un paio d'anni, d'estate, Andres promuove un corso di iconografia con un piccolo gruppo di persone che si vuole avvicinare a questa forma d'arte che è anche spiritualità. L'estate scorsa a Gerusalemme da Aleppo era arrivata anche suor Rima, delle Suore maestre di santa Dorotea. Nella città siriana - dove lei stessa è nata quarant'anni fa - gestisce insieme a una consorella un pensionato per ragazze che si trova vicino all'università. Sì, proprio quell'università, sventrata lo scorso 15 gennaio da due sanguinose esplosioni. Da allora chiunque la conosce vive nell'angoscia, perché non si hanno più notizie di lei. L’ultimo a vedere suor Rima - ha raccontato ad AsiaNews il nunzio apostolico a Damasco mons. Giovannni Zenari - è stato il giardiniere del convento delle suore carmelitane, anch’esso situato a poche decine di metri dall’università. L’uomo stava conversando con la religiosa quando i due sono stati investiti da un muro di fuoco. Una volta riaperti gli occhi il giardiniere, rimasto ferito, ha visto intorno a sé solo macerie. È anche questo oggi Aleppo: l'angoscia per un volto amico che a più di una settimana di distanza da un'esplosione non sai ancora con certezza che fine abbia fatto.
Altri volti sono quelli di cui parla un articolo di Al Monitor che mi ha lasciato di stucco: quelli dei profughi palestinesi che si trovavano in Siria e che nella loro fuga sono arrivati fino a Gaza.
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continua a leggere su:
http://www.terrasanta.net/tsx/articolo.jsp?wi_number=4754&wi_codseq= &language=it
Pensavo a tutto questo guardando sul blog dell'amico Andres Bergamini - fratello della famiglia religiosa della Visitazione, che vive a Gerusalemme - le fotografie di suor Rima. Da un paio d'anni, d'estate, Andres promuove un corso di iconografia con un piccolo gruppo di persone che si vuole avvicinare a questa forma d'arte che è anche spiritualità. L'estate scorsa a Gerusalemme da Aleppo era arrivata anche suor Rima, delle Suore maestre di santa Dorotea. Nella città siriana - dove lei stessa è nata quarant'anni fa - gestisce insieme a una consorella un pensionato per ragazze che si trova vicino all'università. Sì, proprio quell'università, sventrata lo scorso 15 gennaio da due sanguinose esplosioni. Da allora chiunque la conosce vive nell'angoscia, perché non si hanno più notizie di lei. L’ultimo a vedere suor Rima - ha raccontato ad AsiaNews il nunzio apostolico a Damasco mons. Giovannni Zenari - è stato il giardiniere del convento delle suore carmelitane, anch’esso situato a poche decine di metri dall’università. L’uomo stava conversando con la religiosa quando i due sono stati investiti da un muro di fuoco. Una volta riaperti gli occhi il giardiniere, rimasto ferito, ha visto intorno a sé solo macerie. È anche questo oggi Aleppo: l'angoscia per un volto amico che a più di una settimana di distanza da un'esplosione non sai ancora con certezza che fine abbia fatto.
Altri volti sono quelli di cui parla un articolo di Al Monitor che mi ha lasciato di stucco: quelli dei profughi palestinesi che si trovavano in Siria e che nella loro fuga sono arrivati fino a Gaza.
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Le voci delle vittime dei sequestri di persona nel caos di Damasco. La paura e la fede di fronte al rischio di morire. «Ma il Vangelo continua a rinascere anche in mezzo alla sofferenza»
Non ci sono solo i morti nei bombardamenti e negli attacchi delle milizie nella tragedia della Siria. Un dramma nascosto in questa situazione ormai totalmente fuori controllo sono i rapimenti a scopo di estorsione. Il sito dell'Oeuvre d'Orient, una storica realtà francese attiva nell'aiuto ai cristiani d'Oriente, ha raccolto una serie di testimonianze di alcuni cristiani che hanno vissuto questo incubo e fortunatamente sono poi stati rilasciati. «È una pratica - spiegano all'Oeuvre d'Orient - che aumenta giorno per giorno, facendo crescere l'inquietudine tra le famiglie, gli amici, le parrocchie e la popolazione civile, anche nelle zone finora risparmiate dai combattimenti. Si ha paura di uscire di casa da soli anche solo per andare al lavoro, a scuola, in chiesa. Una volta rilasciate le vittime di solito si rifugiano nel silenzio. Noi invece abbiamo potuto raccogliere qualche testimonianza discreta».
Qui sotto MISSIONLINE propone una traduzione del testo integrale pubblicato sul sito francese.
RINASCERE NELLA SOFFERENZA
B.T. 42 anni, padre di cinque figli, commerciante di legumiÈ stato rapito una sera, davanti al suo negozio, è stato bendato e chiuso nel bagagliaio di una macchina ... Ha trascorso quattro giorni senza vedere il sole, alimentato solo a pane e acqua.
Si preparava a morire e ha trascorso il tempo a pregare e a pensare a Gesù abbandonato sul Monte degli Ulivi. Dal suo rilascio B.T. è sempre più convinto dell'importanza della fede cristiana. Non lascia più la chiesa, invita tutti al pentimento e alla meditazione della Sacra Scrittura, ha sempre il Rosario in mano.
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http://www.missionline.org/index.php?l=it&art=5273