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martedì 30 maggio 2023

Aleppo. Il racconto dopo il terremoto. A che punto è la notte?



In una città determinata a sopravvivere, dopo anni di guerra e i devastanti terremoti del 6 febbraio, fra Bahjat Karakach, parroco francescano della chiesa cattolica latina, racconta come la comunità sta reagendo

da Eco di Terrasanta - maggio giugno 2023 

La nostra gente ha vissuto una tragedia dopo l'altra; portando la croce e percorrendo la via del calvario, la croce della paura e della povertà, la croce dell'incertezza di ciò che riserva il futuro. Non c'è dubbio che la vita ad Aleppo sia cambiata radicalmente a causa dei due terremoti. È un'esperienza forte, potente e violenta che richiederà del tempo per essere superata”.

Fra Bahjat Elia, francescano della Custodia di Terra Santa e, da pochi mesi, parroco della comunità cattolica latina della più grande città siriana, racconta la situazione di Aleppo in una lettera che prima di Pasqua ha indirizzato ad amici e sostenitori.

Dopo le sofferenze di 12 anni di conflitto e la pandemia, è stata la volta delle due fortissime scosse di terremoto del 6 febbraio, con epicentri in territorio turco, ma che hanno interessato tutta la Siria nord occidentale.

Le vittime sono state oltre 57.000, di cui almeno 7000 in Siria, e 120.000 in tutto i feriti. 

Per questo, come osserva fra Bahjat, sembra che ad Aleppo sia impossibile vivere senza ansia e paura. “Oggi la città sta gradualmente tornando alla normalità, ma molte famiglie sono ancora sfollate perchè innumerevoli case sono diventate invivibili e molte scuole, perfino gli edifici universitari, hanno subito danni. Quindi la prima sfida è ricostruire e riparare questi edifici. Le Chiese di Aleppo hanno lanciato un'iniziativa unitaria e congiunta per restituire case e pace alle loro famiglie”.

Fra Bahjat spiega che sono stati invitati tecnici e ingegneri dall'Italia per aiutare a valutare lo stato degli edifici dopo il sisma. Quattro di loro sono stati ospitati nel convento francescano, hanno fatto i sopralluoghi, anche in collaborazione con le autorità cittadine.

Nella parrocchia di San Francesco ad Aleppo, dopo aver messo in sicurezza la chiesa, sono riprese le celebrazioni e i momenti di preghiera. Sono state riavviate le attività della confraternita che raccoglie gli anziani, dei gruppi scout, il catechismo, il doposcuola, eccetera. 

Un aiuto viene dato alle famiglie musulmane povere che abitano nella parte orientale di Aleppo: “ Cerchiamo di fornire loro un sostegno psicologico e un po' di materiale di prima necessità, attraverso i quattro centri di assistenza francescani lì presenti”.

Continua poi l'attività della mensa di beneficenza “ cinque pani e due pesci”, che fornisce pasti quotidiani a tutti i bisognosi della nostra città.

Ad Aleppo, conclude fra Bahjat, all'approssimarsi della Pasqua crediamo che il Signore non ci lascerà, anzi tenderà la sua mano attraverso voi verso di noi, verso ogni persona sofferente e addolorata, povera e affamata, sola e senza speranza, e insieme aiuteremo Aleppo a rialzarsi in piedi, rispolverando le sue macerie, per risorgere di nuovo con la forza di Cristo “.

martedì 23 maggio 2023

Le sette porte di Damasco rimarranno aperte, dopo anni di guerra ingiusta, ai visitatori di tutto il mondo

 

Damasco, SANA

 Damasco, che è considerata la città abitata più antica del mondo, è stata al centro dell'attenzione degli invasori nel corso dei secoli, quindi i fattori di difesa e protezione hanno reso necessario circondarla con un muro di enormi pietre in cui le porte venivano aperte per l'entrata e l'uscita, e questo all'inizio dell'era greca.

Il ricercatore, Kamal Al Imam, ha affermato che la costruzione del muro di Damasco e delle sue porte ebbe luogo durante l'era dell'Impero Romano e rimase la stessa dopo che gli arabi musulmani entrarono in città nell'anno 14 H, 635 d.C., così che Damasco iniziò ad espandersi all'esterno delle mura per la prima volta nell'era degli Omayyadi.

In epoca romana le mura furono mantenute e apparvero sette porte in relazione ai sette pianeti conosciuti all'epoca, e i simboli di questi pianeti furono scolpiti sulle porte perché si credeva proteggessero la città.

Parti del muro furono distrutte nel 749 d.C. dagli Abbasidi e il muro iniziò a crollare. Quindi fu fortificato nel 1174 d.C. durante il regno di Nur al-Din al-Zanki e furono aperte nuove porte, tra cui Bab al-Faraj e Bab al-Nasr.
Quanto alle porte principali di Damasco, sono solo sette; Bab Touma, Bab al-Salam e Bab Al-Fradis, Bab Al-Jabiya, Bab Al-Saghir, Bab Kisan e Bab Sharqi.
Molti storici, come Ibn Asaker, Hassan Al-Badri e Muhammad Ezz Al-Din Al-Sayadi, descrivono le antiche porte di Damasco e la loro relazione con i pianeti, e che le sette porte di Damasco sono collegate ai sette pianeti.

Bab Sharqi è associata al Sole, Bab Touma è associata a Venere, il Porta della Pace ( Bab Assalam) è associata alla luna, la Porta del Paradiso è associata a Mercurio, la Porta Jabiya è associata a Marte, la Porta Piccola ( Assaghir ) è associata a Giove e la Porta di Kisan è associata a Saturno.

Le sette porte di Damasco riflettono la civiltà primitiva nella più antica città abitata del mondo, e custodiscono dietro di essa una storia damascena che simula molte civiltà che attraversarono Damasco.

Dopo anni di guerra ingiusta contro la Siria e di blocchi ingiusti e soffocanti, le porte di Damasco rimarranno aperte a tutti i visitatori.

Fedaa al-Rhayiah/ Mazen Eyon  https://www.sana.sy/en/?p=307762

giovedì 18 maggio 2023

Assad va al summit della Lega araba e l'incontro Usa-Siria

 Piccole Note, 18 maggio 2023

Dopo 11 anni Assad torna a partecipare a un vertice annuale della Lega araba,  previsto per domani. Ad annunciarlo è stato il ministro degli Esteri siriano, giunto in Arabia Saudita per preparare l’evento. A nulla sono valse le pressioni americane per impedire la distensione tra i Paesi del Golfo – al tempo ingaggiati nel regime-change siriano architettato dall’Occidente – e Damasco.

Assad a Riad

Anche il Qatar, che ha buoni rapporti con i siriani residenti nella regione attualmente occupata dagli americani, ha ritirato il suo niet: nonostante tenga ferma la sua ostilità nei confronti di Assad, ha deciso di non frapporre ostacoli al reintegro di Damasco nell’ecumene araba.

Nel dare la notizia del clamoroso ritorno di Assad, The Cradle cita un interessante commento del Wall Street Journal: “La decisione di riammettere la Siria nella Lega araba rappresenta un rigetto degli interessi degli Stati Uniti nella regione e dimostra che i paesi [arabi] stanno forgiando politiche indipendenti dalle preoccupazioni occidentali“.

Gli incontri di Muscat

Ma se tale sviluppo era ormai nell’aria, come abbiamo scritto in note precedenti (anche se niente affatto scontato), è più che sorprendente un’altra rivelazione di The Cradle: una delegazione siriana e un’omologa delegazione americana si sono incontrate in segreto in Oman, a Muscat, “la città in cui si svolgono i negoziati segreti’ tra Washington e i Paesi dell’Asia occidentale”.

A rivelare a The Cradle la notizia è stata una fonte informata dei fatti, la quale ha dettagliato come nel corso dei colloqui gli americani abbiano chiesto a Damasco il rimpatrio di Austin Tice, ex marines e cronista freelance catturato in Siria nel 2012 dai terroristi anti-Assad (e filo-Usa). Gli americani sostengono che Tice sarebbe detenuto in una prigione siriana, ma i siriani dicono di non saperne nulla. Il querelle di Tice è storia vecchia, più volte gli americani ne hanno chiesto il rilascio, incontrando sempre la stessa risposta dai loro interlocutori, che si è ripetuta nell’occasione.

L’occupazione americana della Siria

A sua volta, la delegazione siriana ha chiesto il ritiro delle truppe Usa dal loro territorio sovrano, circa 2.000 soldati, posti a presidio dell’area Nord-Est del Paese (si può notare, en passant, l’ipocrisia con la quale Washington chieda ai russi di rispettare l’integrità territoriale ucraina…).

La fonte non ha rivelato altro, se non che non è stata fatta alcuna menzione delle milizie curde che gestiscono la regione siriana sotto la stretta vigilanza dei padroni d’oltreoceano. Ma è chiaro che gli incontri non si sono limitati a un dialogo tra sordi.  Lo dice la composizione delle due delegazioni. Infatti, la fonte ha riferito che “agli incontri hanno partecipato esponenti della Sicurezza di entrambi i paesi e rappresentanti dei rispettivi ministeri degli Esteri”.

Probabile che la distensione regionale abbia posto nuovi problemi alla presenza dell’US Army in Siria. Aggravati, negli ultimi tempi, da alcuni attacchi alle basi statunitensi in loco che, sebbene non abbiano causato vittime, hanno evidentemente infastidito gli occupanti.

Non sarà certo questo incontro a risolvere i drammatici problemi della Siria, devastata da un decennio di guerra, dal recente terremoto e affamata dalle durissime sanzioni internazionali, (rimaste in vigore anche dopo il terremoto!). Ma il fatto che gli Usa si siano decisi a parlare con l’odiato nemico indica che qualcosa in futuro potrebbe cambiare. Non è detto che agli Stati Uniti convenga proseguire l’occupazione a tempo indefinito, in particolare se decade la prospettiva del regime-change.

Concludiamo con l’ironica annotazione di The Cradle: “La rivelazione bomba degli incontri clandestini tra Stati Uniti e Siria giunge pochi giorni dopo le critiche della Casa Bianca alle nazioni arabe per aver ripristinato i legami con la Siria”… 

https://www.piccolenote.it/mondo/assad-va-al-summit-della-lega-araba-e-lincontro-usa-siria

mercoledì 10 maggio 2023

'Cuori e mani per la vita' ... anche nelle scuole italiane

 
Riportiamo la comunicazione della bellissima iniziativa a sostegno della popolazione siriana colpita dal terremoto, messa in atto da docenti, genitori ed alunni della Scuola Primaria Santo Stefano di Lecco. I contributi raccolti attraverso la vendita delle torte fatte dalle mamme, dei saponi di Aleppo e dei braccialetti prodotti dalle donne siriane (distribuiti in Italia per mezzo delle Monache Trappiste) sono stati inviati alle famiglie siriane bisognose: vogliamo esprimere la nostra gratitudine per la commovente mobilitazione dei bambini che hanno confezionato i biglietti di accompagnamento e delle estrose mamme e maestre tanto creative!
   OpS




 Da parecchi anni nel calendario delle attività della scuola primaria Santo Stefano si organizza la “giornata della condivisione”. A partire dall’incontro con testimoni di realtà che necessitano di aiuto , gli adulti e i bambini della scuola si mobilitano per raccogliere fondi per andare incontro alle necessità.

Quest’anno i bambini sono stati colpiti dall’evento del terremoto che ha devastato una popolazione già provata da anni di guerra e quindi è sembrato naturale dirigere le proprie attenzioni verso questa realtà.

Fiorenza, maestra in pensione che ha lavorato nella nostra scuola, da anni segue e ci tiene aggiornati sulle vicende del popolo siriano e quindi ci siamo fatti aiutare da lei per conoscere meglio la situazione attuale.

In classe quinta una mamma di origine siriana ha allestito una vera e propria lezione di geografia e cultura che ha portato a conoscenza delle bellezze di questo paese e di questo popolo.

I bambini in vista dell’incontro con padre Mauro hanno preparato le domande; la maggior parte di loro si è interrogata su come si possa vivere la quotidianità (casa, scuola..) dopo così tanti anni di prove continue.

Fiorenza e padre Mauro, da poco rientrato dalla Siria, hanno incontrato gli alunni e poi un gruppo di genitori e nonni; per tutti un incontro breve , ma ricco di quella passione e preoccupazione di aiutare persone conosciute e desiderose di fare pur nella criticità della realtà.

Questo affetto è stato contagioso e tutti si sono preparati per la giornata della condivisione di venerdi’ 28 Aprile: i bambini hanno preparato alcuni canti , gli alunni di quinta hanno colorato delle mattonelle colorate per accompagnare il sapone di Aleppo e i braccialetti provenienti dalla Siria, le mamme hanno preparato le torte e i dolcetti che sono stati venduti e condivisi nel pomeriggio.

La giornata è stata coinvolgente .... ancora oggi quasi tutti sfoggiano con orgoglio i bellissimi braccialetti e ne chiedono di altri per amici e parenti.

La condivisione è sempre contagiosa e quindi ci aspettiamo di vedere come questa esperienza evolverà nel tempo.

Maestra Franca, maggio 2023

lunedì 8 maggio 2023

La Siria è stata ufficialmente riaccolta dopo 12 anni nella Lega Araba

 The Cradle  - 7 maggio 2023

Il portavoce del ministero degli Esteri iracheno, Ahmad al-Sahhaf, ha annunciato che i ministri degli Esteri arabi riunitisi domenica a porte chiuse nella capitale egiziana Il Cairo hanno concordato il ritorno della Siria nella Lega Araba dopo quasi 12 anni di sospensione.

Fonti hanno riferito all'agenzia di stampa russa Sputnik all'inizio del 7 maggio che, dopo le consultazioni tra i ministri degli esteri, la "maggioranza" ha sostenuto il ritorno della Siria nella Lega Araba.

Secondo un anonimo diplomatico egiziano intervistato da The National ( di Abu Dhabi), il ritorno della Siria nell'organizzazione sarà “condizionato” e dovrà dipendere “dal ritorno dei profughi siriani senza ritorsioni, da un processo politico credibile che porti a elezioni e da passi per porre fine al contrabbando di stupefacenti dalla Siria nei paesi vicini".

L'agenzia di stampa libanese LBCI ha riferito che durante l'incontro è stato concordato che il Libano entrerà a far parte di un "comitato di risoluzione della crisi per la Siria", che comprende Arabia Saudita, Iraq, Giordania ed Egitto.

Il ministro degli Esteri egiziano Sameh Shoukry ha affermato durante la sessione che una soluzione politica è l'unica via percorribile. Una soluzione militare in Siria è "irrealistica", ha detto Shoukry.

Tuttavia, ha anche sottolineato l'estrema importanza di garantire "l'eliminazione del terrorismo" in Siria, che è ancora una questione importante dato il controllo di gruppi armati estremisti su alcune aree del Paese.

Venerdì, il ministro degli Esteri giordano Ayman Safadi ha affermato che la Siria ha ottenuto il numero necessario di voti dall'organismo arabo composto da 22 membri.

"Simbolicamente, sarà importante, ma questo è solo un umile inizio di quello che sarà un processo molto lungo, difficile e impegnativo, data la complessità della crisi", ha detto Safadi alla CNN.

La decisione arriva alcuni giorni dopo una riunione dei diplomatici regionali nella capitale giordana Amman, alla quale ha partecipato anche il ministro degli Esteri siriano Faisal Mekdad. L'incontro si è concentrato sull'importanza di risolvere le crisi umanitarie, politiche e di sicurezza nel Paese.

Ha anche aperto la strada alla decisione ufficiale di domenica di reintegrare Damasco nella Lega Araba.

A seguito dell'incontro a porte chiuse in Egitto – che dovrebbe essere seguito da una seduta pubblica – molti si aspettano che la Siria sarà presente al vertice della Lega Araba di questo mese (il 19 maggio) nella capitale saudita Riyadh.

Questo è l'ultimo passo nel recente abbraccio del mondo arabo alla Siria, che ha visto l'Arabia Saudita – un tempo uno dei principali sostenitori della guerra sponsorizzata dagli Stati Uniti contro il paese – guidare un'iniziativa regionale per porre fine alla crisi.

Tuttavia, Washington e alcuni stati arabi, in particolare il Qatar, continuano a opporsi alla normalizzazione con il governo di Damasco.

https://thecradle.co/article-view/24524/syria-officially-welcomed-back-into-arab-league?s=09

La Siria torna nella Lega araba nonostante la contrarietà degli Usa

Piccole Note, 8 maggio 2023

La Siria è tornata nella Lega Araba dopo esserne stata espulsa 11 anni fa a causa del feroce regime-change avviato dagli Stati Uniti e sostenuto da diversi Paesi arabi ed europei. La Siria ha retto all’aggressione grazie all’aiuto dell’Iran e dalla Russia, ma ne è uscita devastata e ridimensionata – un terzo è ancora sotto l’occupazione americana tramite i curdi –  nonché ridotta allo stremo dalle sanzioni, rimaste in vigore nonostante il recente sisma che ha distrutto il Paese.

Sulla tragica situazione in cui versa la Siria, un report delle Nazioni Unite riportato dalla CNN, ha rilevato come “i livelli di povertà e di insicurezza alimentare affrontati dai siriani non hanno precedenti. Il Programma alimentare mondiale stima che nel 2022 più di 12 milioni di siriani, più della metà della popolazione, si sono trovati in condizioni di insicurezza alimentare”. La causa di tutto ciò sono le sanzioni, ma ovviamente la CNN non può dire che il suo Paese e l’Europa stanno affamando un intero popolo…

La sconfitta degli Stati Uniti

Al di là dei particolari, resta la reintegrazione della Siria nell’ecumene araba, che è stata fortemente ostacolata dagli Stati Uniti (Jerusalem Post), ossessionati dal loro odio irriducibile verso Assad. Tanto che sabato scorso, prima del voto dell’assise araba sul punto, il Consigliere per la Sicurezza nazionale Usa Jake Sullivan si è precipitato a Riad per parlare con il principe Mohamed Bin Salman, architetto del ritorno nell’ovile arabo di Damasco.

Secondo Axios i due avrebbero parlato della pace in Yemen e di alcuni progetti infrastrutturali per collegare più strettamente i Paesi del Medio oriente e questi con l’India. Si vorrebbe creare un’alternativa all’integrazione del Medio oriente nella Via della Seta cinese, cooptando l’India – rivale della Cina – in un progetto alternativo a guida Usa, che vedrebbe l’adesione postuma di Israele. Un tentativo che potrebbe non andare in porto, anche perché, come rileva Foreign Affairs, in un articolo dal titolo: “L’errata scommessa Usa sull’India”, “Nuova Delhi non si schiererà con Washington contro Pechino”…

Non sfugge, però, la tempistica della visita di Sullivan, giunto a Riad il giorno prima della votazione fatidica sulla Siria. Evidentemente ha fatto un ultimo tentativo per evitare tale passo, ma non è riuscito. Una sconfitta della diplomazia Usa, come prova il fatto che i primi a rallegrarsi di quanto avvenuto sono state Russia e Cina, suoi antagonisti globali.

Il nuovo attivismo di Riad

Il passo è stato sofferto, come evidenzia il fatto che la riunione decisiva per il reintegro della Siria si è svolta a porte chiuse e che la decisione è stata presa a maggioranza (The Cradle accennava alla contrarietà del Qatar nell’articolo “Nemici fino alla fine”).

Il ritorno di Damasco nella Lega segna un altro punto a favore della diplomazia saudita, che l’ha fortemente voluto, esponendosi alle ritorsioni dei tanti nemici di Assad.  È un momento molto importante per Mohamed Bin Salman, il quale, da motore della destabilizzazione regionale (per conto di altri), ha assunto il ruolo di motore del nuovo ordine mediorientale, come denota anche la distensione con l’Iran. 

In tale prospettiva si colloca anche l’attivismo dispiegato nei confronti del conflitto sudanese, scoppiato alcuni giorni fa a causa della rivalità di due potenti signori della guerra locali e delle manovre neocon, che hanno alimentato le rivalità latenti.

Riad ha ospitato un summit tra le fazioni rivali (Guardian). Non c’è ancora un accordo, ma il solo fatto di aver portato i duellanti al tavolo dei negoziati è un risultato notevole. Vedremo.

mercoledì 3 maggio 2023

Grandi movimenti sulla scena mediorientale e siriana


di Steven Sahiounie, giornalista e commentatore politico

La Giordania ha ospitato il più recente incontro regionale sulla strada per il ripristino della Siria come membro del mondo arabo. Il ministro degli Esteri giordano Ayman Safadi ha incontrato privatamente il ministro degli Esteri siriano Faisal Mekdad ad Amman il 1° maggio, prima della riunione del gruppo più ampio che comprendeva i ministri degli esteri di Siria, Giordania, Egitto, Iraq e Arabia Saudita.

La Giordania ha presentato un'iniziativa per raggiungere una soluzione politica alla crisi siriana iniziata nel 2011, che fu un attacco USA-NATO alla Siria per ottenere un cambio di regime. Il piano fallì ma fu sostenuto da molti paesi arabi che sono alleati degli Stati Uniti.

Quasi tutti i membri della Lega Araba hanno deciso di riportare la Siria al suo posto nella tavola rotonda che si terrà il 19 maggio a Riyadh; tuttavia, Qatar e Kuwait restano contrari. La Siria fu sospesa nel 2011 a seguito dello scoppio del conflitto. Due settimane fa si è tenuto un incontro a Jeddah, ma non è stato possibile raggiungere un consenso sulla presenza della Siria al prossimo incontro della Lega Araba.

Gli Stati Uniti sono contrari a qualsiasi riavvicinamento con Damasco, e il Qatar e il Kuwait potrebbero segnalare che continua la loro disponibilità a seguire le direttive statunitensi del Dipartimento di Stato. 

L'incontro ha riguardato i rifugiati, le questioni idriche e la sicurezza delle frontiere, compresa la lotta contro il contrabbando dell'anfetamina Captagon, che crea forte dipendenza. La Giordania è sia un mercato che una principale via di transito verso i paesi del Golfo, ricchi di petrolio, per il Captagon. 

Progressi verso la riconciliazione

Il presidente siriano Bashar al-Assad negli ultimi mesi ha partecipato a una serie di visite sulla strada per riprendere la sua posizione legittima in Medio Oriente dopo 12 anni di isolamento dettato da Washington.  

Sia gli Emirati Arabi Uniti (UAE) che l'Arabia Saudita hanno aperto la strada nel riparare le relazioni interrotte tra la Siria e il mondo. Il presidente Assad e sua moglie hanno visitato gli Emirati Arabi Uniti e il mese scorso il ministro degli Esteri saudita, il principe Faisal bin Farhan Al Saud, ha visitato Assad a Damasco.

Un'ondata di aiuti umanitari è stata inviata in Siria in seguito al devastante terremoto del 6 febbraio che ha ucciso circa 50.000 persone, di cui circa 6.000 in Siria. Il 10 marzo, la Cina ha mediato una riconciliazione tra Arabia Saudita e Iran. Quello è stato un "terremoto" politico avvertito in tutto il Medio Oriente, che ha spianato ulteriormente la strada alla riconciliazione con Damasco.

La Siria spera che le ricche monarchie del Golfo aiutino la Siria nella sua ricostruzione dopo 12 anni di conflitto. 

La Turchia ha ucciso l'ISIS

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha rivelato che l'agenzia di intelligence turca, il MIT, ha ucciso sabato il capo dell'ISIS Abu Hasan Al-Hashimi Al-Qurashi nella provincia di Idlib. La Turchia occupa illegalmente il territorio nel nord della Siria a seguito di una serie di invasioni per allontanare i gruppi curdi dal confine turco-siriano.

Abu Hussein Al-Qurayshi è stato nominato capo dell'ISIS nell'ottobre 2022 dopo l'uccisione del precedente capo .

Questo segna tre capi ISIS tutti uccisi nella provincia di Idlib in Siria. A cominciare dall'uccisione nel 2019 di Abu Abu Bakr al-Baghdadi, ucciso in un'operazione militare statunitense ordinata dal presidente Trump.

Poi il suo successore, Abu Ibrahim al-Hashimi al-Qurayshi, che è stato ucciso in un raid simile nel febbraio 2022. 

Quest'ultimo omicidio è avvenuto a Jindires, nella provincia di Idlib, che è sotto il controllo di gruppi terroristici appoggiati dalla Turchia che seguono l'Islam radicale. Erdogan è un seguace dei Fratelli Musulmani e anche il suo partito AKP è affiliato ai Fratelli Musulmani.

Le forze democratiche siriane, SDF, sono un gruppo paramilitare curdo sostenuto dagli Stati Uniti che opera nel nord-est della Siria. Erdogan ha invaso la Siria con l'intenzione di smantellare le SDF e il loro partner comunista YPG, che è collegato al gruppo terroristico fuorilegge, il PKK, che ha ucciso 30.000 persone in tre decenni.

L'ISIS è arrivato sulla scena mondiale nel 2014 quando il suo leader Baghdadi ha dichiarato uno Stato Islamico in Iraq e Siria. In una vittoria combinata, ma combattuta separatamente dall'Esercito Arabo Siriano, dall'esercito russo, dalle forze iraniane, dalle SDF, dalle YPG e dall'esercito statunitense, l'ISIS è stato sconfitto nel marzo 2019 nella sua ultima roccaforte rimasta in Siria, al confine con l'Iraq. 

Chi controlla Idlib?

Abu Mohammad al-Julani è un siriano che ha combattuto in Iraq con Al Qaeda, poi è diventato socio del primo leader dell'ISIS, Baghdadi, poi è andato in Siria e ha formato Jibhat al-Nusra, ma quando gli USA hanno deciso di mettere fuori legge al-Nusra , si è ribattezzato Hayat Tahrir al-Sham in modo da poter continuare a essere sostenuto dalla Casa Bianca e dal Congresso. 

Julani è l'uomo che riceve tutti gli aiuti umanitari a Idlib e li distribuisce a coloro che sceglie negando gli aiuti ai suoi nemici, e gli avanzi li vende ai civili di Idlib dal suo nuovo centro commerciale a più piani, Al Hamra.

Julani si è tolto l'uniforme e il velo da terrorista, ha indossato giacca e cravatta su misura e ha rilasciato un'intervista all'emittente statunitense NPR. Si stava trasformando da radicale tagliatore di teste in uno statista moderno in grado di lavorare con il governo degli Stati Uniti, suo partner.

Nel 2020, il programma Rewards for Justice del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti ha annunciato una ricompensa fino a 10 milioni di dollari per le informazioni che portano all'identificazione o alla localizzazione di al-Julani. Non si nasconde, ogni camion di aiuti delle Nazioni Unite che arriva a Idlib dalla Turchia viene accolto da lui.

Julani ha sconvolto alcuni gruppi umanitari occidentali quando lui e i suoi terroristi hanno fatto irruzione nei loro magazzini e hanno sequestrato aiuti preziosi, e quando ha imposto che nessun programma di beneficenza dovrebbe essere incentrato sulle donne o sui diritti delle donne. La sua amministrazione di Idlib, che lui chiama Governo della Salvezza, governa secondo la rigida legge islamica. La punizione per il furto è il taglio della mano dell'imputato.

Julani si vede in una nuova posizione nel futuro governo siriano a Damasco. Questa potrebbe essere la concessione che Biden e Blinken chiedono per consentire il riconoscimento di Assad e la revoca delle sanzioni. Julani ha commesso così tanti crimini di guerra che sarebbe molto difficile per il popolo siriano accettarlo, e ancora più difficile tra i 3 milioni di ostaggi umani che governa a Idlib.

Elezioni turche il 14 maggio

Gli elettori turchi si recheranno alle urne il 14 maggio e il secondo turno è previsto per il 28 maggio. Il presidente in carica, Recep Tayyip Erdoğan, e il leader dell'opposizione Kemal Kılıçdaroğlu si contendono il sostegno dei cittadini turchi che vivono sotto l'iperinflazione , la svalutazione della moneta e le conseguenze di un terremoto considerato il "disastro del secolo".

Erdogan ha dichiarato pubblicamente la sua intenzione di ricucire i rapporti con Assad, ma Damasco preferisce aspettare prima le elezioni, e poi trattare con il vincitore.

Indipendentemente da chi vince, Damasco e Mosca chiedono ad Ankara di ritirare le sue forze di occupazione da Idlib, Afrin, Jarabulus e dall'area tra Tell Abyad e Ras al-Ain.

Entrambi i candidati promettono che se vinceranno riporteranno tutti i rifugiati siriani in patria.  I cittadini turchi vedono i quasi 4 milioni di rifugiati siriani in mezzo a loro come una fonte di instabilità e un salasso finanziario. Il Libano sta già deportando i siriani a casa con la forza e molti paesi europei aspetteranno il momento giusto per istituire i loro piani di rimpatrio.  

Israele ha nuovamente attaccato Aleppo

L'aeroporto internazionale di Aleppo è stato il principale canale di trasporto degli aiuti umanitari verso le zone della Siria nordoccidentale colpite dal terremoto. Israele ha bombardato l'aeroporto e ha bloccato tutte le consegne di aiuti.

Un soldato siriano è stato ucciso da Israele, mentre altri cinque soldati sono rimasti feriti, insieme a due civili.

A marzo, Israele ha colpito l'aeroporto di Aleppo in due diverse occasioni, mettendolo fuori uso per diversi giorni.

Israele ha condotto centinaia di attacchi contro la Siria negli ultimi anni e ancora sabato 29 aprile i raid aerei israeliani su Homs hanno ferito tre civili e una stazione di servizio civile è stata incendiata.

La Siria era efficiente dal punto di vista energetico prima dell'attacco USA-NATO del 2011, ma ora le forze di occupazione statunitensi controllano i principali giacimenti petroliferi, impedendo alla Siria di raffinare il proprio petrolio in benzina, il che ha causato una cronica carenza di benzina, con lunghe file a volte di giorni per fare il pieno a un'auto.

https://www.mideastdiscourse.com/2023/05/02/syria-takes-steady-steps-on-the-diplomatic-stage/