Traduci

Visualizzazione post con etichetta Walid al-Moallem. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Walid al-Moallem. Mostra tutti i post

lunedì 7 ottobre 2019

Intervento di Walid al-Moallem alla 74ª sessione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite

Pubblichiamo la trascrizione effettuata da Mondialisation del video che riporta l'intera allocuzione del ministro Walid al-Moallem alla Assemblea generale delle Nazioni Unite. 
In queste ore di imminente minaccia di intervento turco in territorio siriano, è utile rileggere il quadro di sintesi dei Siriani: un atto d'accusa circostanziato riguardante questi 8 anni rivolto agli attori del conflitto, (USA, Israele e Turchia in particolare), che nel finale evidenzia come le sanzioni siano un'arma che non dovrebbe essere usata contro nessun popolo/nazione, l'uso ambiguo dei profughi e le violazioni di Israele.  
  Traduzione dal francese per OraproSiria di Gb.P.
"Certamente alcuni governi hanno danneggiato la Siria e danneggiato la sua gente. Tuttavia, non tratteremo nessuno secondo una logica di odio o di vendetta, ma piuttosto a partire dagli interessi del nostro paese e del nostro popolo, dal nostro desiderio di portare pace, stabilità e prosperità in Siria e nella regione ".

Signor Presidente, onorevoli colleghi,
Ci incontriamo oggi in un momento in cui l'immagine del mondo sembra molto desolante, dato che le basi su cui si basava l'organizzazione delle relazioni internazionali politiche, economiche, legali e di sicurezza sono esposte a un pericolo senza precedenti dalla creazione di questa organizzazione; momento in cui i conflitti e le minacce alla pace e alla sicurezza internazionali si intensificano; che le probabilità di guerra prevalgono su quelle di pace; che l'equilibrio dell'economia mondiale si sta muovendo verso l'ignoto; che la violazione delle convenzioni e dei trattati internazionali è diventata modo di agire normale e che l'uso di mezzi illegali nel diritto internazionale, come il sostegno al terrorismo e l'imposizione di blocchi economici, non suscita più proteste o condanne.
Tutto ciò contribuisce a un maggiore caos sulla scena internazionale, ci conduce poco a poco alla legge della giungla anziché allo stato di diritto; mette in pericolo il futuro dei nostri paesi e fa sì che i nostri popoli paghino il forte prezzo della loro sicurezza, del loro sangue, della loro stabilità e benessere.
Oggi siamo al crocevia di un cammino. O siamo seriamente intenzionati a costruire un mondo più libero, stabile e giusto; un mondo senza terrorismo, occupazione o dominio; un mondo basato sul diritto internazionale, la cultura del dialogo e della comprensione reciproca; o ci sediamo pigramente, lasciando andare alla deriva il futuro dei nostri popoli e delle generazioni future, abbandonando i principi e gli obiettivi fissati dai padri fondatori di questa organizzazione. Questa è la domanda, onorevoli colleghi, e la decisione è vostra.
Signor Presidente,
Il terrorismo rimane una delle minacce più importanti per la pace e la sicurezza internazionali e costituisce un grave pericolo per tutti, senza eccezioni, nonostante il nostro successo in Siria, grazie ai sacrifici e all'eroismo dell'Esercito Arabo Siriano e al sostegno di alleati e amici.
Il nostro popolo ha sopportato per oltre otto anni gli orrori di questo terrorismo, che ha ucciso selvaggiamente persone innocenti, provocato una crisi umanitaria, distrutto le infrastrutture, derubato e demolito la ricchezza del paese. Ma in cambio, la storia scriverà a lettere d'oro l'epopea eroica di questo popolo che, nella sua guerra contro il terrorismo, non solo avrà difeso i suoi, la propria patria e la propria civiltà, ma avrà anche contribuito alla difesa dell'umanità, dei valori della civiltà, della cultura della tolleranza e della convivialità di fronte all'ideologia estremista di una cultura dell'odio e della morte promossa da organizzazioni terroristiche, come Daesh e il fronte al-Nusra, e da coloro che li sponsorizzano e li supportano.
Siamo determinati a continuare la guerra contro il terrorismo, qualunque sia il nome di cui si riveste, per bonificare l'intero territorio della Siria e adotteremo tutte le misure necessarie per garantire che non possa tornare.
Tuttavia, l'eradicazione globale di questo incubo, opprimente per il mondo intero, richiede una vera volontà internazionale. Per questo, non abbiamo bisogno di reinventare la ruota. Abbiamo un vasto arsenale di risoluzioni del Consiglio di sicurezza adottate ai sensi del capitolo VII° e specifiche per la lotta al terrorismo, per il prosciugamento delle sue fonti e del suo finanziamento. Il problema è che tutte queste risoluzioni sono rimaste solo inchiostro su carta perché, disgraziatamente, la lotta al terrorismo non è ancora una priorità per alcuni Stati. Da qui il silenzio di morte di alcuni e le dichiarazioni vuote di altri, di fronte a ciò che Paesi come il mio sopportano, della mostruosità terroristica.
In effetti, ci sono sempre quelli che sfruttano il terrorismo e lo usano come strumento di pressione per imporre i loro programmi sospetti ai popoli e governi che rifiutano le imposizioni straniere e si attengono alla propria autodeterminazione nazionale. Il caso più lampante è quello della Siria, dove sono arrivate decine di migliaia di terroristi provenienti da oltre 100 paesi, grazie al supporto e alla copertura di Stati ormai noti a tutti. Il colmo è che questi stessi Stati ci contestano il diritto di difendere il nostro popolo da questi terroristi, alcuni dei quali sono descritti come "combattenti per la libertà", mentre ad altri piace chiamarli "opposizione armata siriana ". Ad essi non viene in mente che se persistessero in questa logica, il terrorismo ritornerà e minaccerà anche chi lo gestisce e chi lo protegge.
Signor Presidente,
L'esempio più significativo di ciò che ho appena sostenuto è la situazione attuale nella regione di Idlib riconosciuta da tutti, comprese le testimonianze nei rapporti dei comitati competenti del Consiglio di sicurezza, come il più grande raduno di terroristi stranieri nel mondo. Il tempo a me assegnato non mi consente di elencare tutti i loro crimini. Citerò solo il bombardamento incessante di missili e mortai sui civili nelle aree vicine, l'uso di civili presenti in Idlib come scudi umani, mentre viene loro impedito di uscire attraverso il corridoio umanitario di Abu al-Douhour aperto dal governo siriano.
Qui la domanda è: se altre nazioni avessero sopportato una situazione del genere, i loro governi avrebbero potuto rimanere inerti? Avreste rinunciato al vostro diritto e al vostro dovere di proteggere il vostro popolo e di liberare una qualsiasi delle regioni invase da terroristi indifferenti a tutto ciò che significa avere una patria?
Il governo siriano ha affrontato positivamente le iniziative politiche per risolvere la situazione in Idlib ed ha concesso loro più tempo del necessario per la loro attuazione. Pertanto, abbiamo accolto con favore il memorandum sull'istituzione di zone di de-escalation e l'accordo di Sochi sulla regione di Idlib, nella speranza che ciò contribuisse a sradicare il Fronte Al Nusra, i resti di Daesh e altre organizzazioni terroristiche presenti a Idleb con il minor numero possibile di vittime civili. D'altra parte, abbiamo dichiarato a più riprese la cessazione delle ostilità.
Ma ecco cosa è successo da allora: il regime turco non ha rispettato i suoi impegni ai sensi di questi accordi. Al contrario, ha dato il suo pieno sostegno ai terroristi, che hanno ottenuto armi ancora più sofisticate; il Fronte Al-Nosra affiliato ad Al-Qaeda ha preso il controllo di oltre il 90 per cento della regione di Idlib. I posti di osservazione turchi, stabiliti nel territorio siriano, sono diventati posti per sostenere i terroristi e prevenire l'avanzata dell'esercito siriano. E ora il regime turco, sostenuto da alcuni paesi occidentali, si sta disperatamente impegnando a proteggere i terroristi del Fronte di al-Nusra e altre organizzazioni terroristiche a Idlib, esattamente come tutte le volte che li abbiamo affrontati. Immaginate uno Stato che intervenga direttamente per proteggere il Fronte di Al-Nusra affiliato ad Al Qaeda, mentre le risoluzioni del Consiglio di sicurezza affermano che esso rappresenta una minaccia non solo per la Siria, ma anche per la pace e la sicurezza internazionale.
Signor Presidente,
Gli Stati Uniti e la Turchia continuano la loro presenza militare illegale nel nord della Siria, la loro arroganza è arrivata al punto di tenere summit e concludere accordi sulla creazione di una cosiddetta "zona di sicurezza" nel territorio siriano come se fosse territorio turco o americano. E questo, in violazione del diritto internazionale e delle disposizioni della Carta delle Nazioni Unite.
Pertanto, qualsiasi accordo raggiunto sulla situazione di qualsiasi regione siriana, senza il consenso del governo siriano, è condannato e respinto indipendentemente dalla sua sostanza e forma. Allo stesso modo, tutte le forze straniere presenti sul nostro territorio, senza invito esplicito del governo siriano, sono considerate forze di occupazione il cui ritiro deve essere immediato. Altrimenti, abbiamo il diritto di prendere tutte le misure garantite dal diritto internazionale in questo caso.
Qui dobbiamo evidenziare le pratiche terroristiche, criminali e repressive perpetrate dalle milizie separatiste designate come FDS ("Forze Democratiche Siriane", ndt) contro il popolo siriano nei governatorati di Hassake, Raqqa e Deir ez-Zor; Milizie queste, appoggiate dagli USA e dalle forze della Coalizione internazionale per imporre una nuova realtà intesa a servire i piani statunitensi e israeliani nella nostra regione e a prolungare la guerra terroristica in Siria.
Le politiche turche in Idleb e nel nord-est della Siria, così come le loro manovre che passano con il nome di procedure, minacciano di demolire tutto ciò che è stato realizzato attraverso il processo di Astana. La Turchia non può dichiarare di sostenere l'unità e l'integrità territoriale della Siria e, allo stesso tempo, essere la prima a minarle. Se, come sostiene, è impegnata nella sicurezza dei suoi confini e nell'unità della Siria, deve decidere di scegliere. O si conforma al processo di Astana, attua cioè gli accordi bilaterali sulla lotta al terrorismo per garantire la sicurezza dei suoi confini e ritira le sue forze dal territorio siriano. Oppure rimane uno Stato aggressore e una forza occupante, nel qual caso dovrà sopportarne le conseguenze. Non è possibile che un paese fondi la sicurezza dei propri confini a spese della sicurezza dei paesi vicini, della loro sovranità e della loro integrità territoriale.
Signor Presidente,
Insieme alla nostra lotta contro il terrorismo, siamo stati desiderosi di far avanzare il processo politico partecipando alle riunioni di Astana, un processo in cui sono stati raggiunti risultati tangibili sul campo. Proprio come siamo stati positivi nel trattamento dei dati della "Conferenza per il dialogo nazionale siriano a Sochi", che ha portato alla formazione di una commissione per discutere della Costituzione siriana. A questo proposito, abbiamo avviato un dialogo serio e costruttivo con l'inviato speciale delle Nazioni Unite.
È in definitiva la determinazione della Siria e l'attenzione prestata dal presidente Bashar al-Assad al minimo dettaglio riguardante la formazione della Commissione costituzionale che ha reso realtà questa impresa nazionale di grande importanza per il popolo siriano. E questo, nonostante i tentativi di ostacolare da parte di coloro che scommettevano sul terrorismo e le interferenze esterne, o coloro che cercavano di imporre condizioni preliminari per precludere alla Siria di recuperare la sua vera natura.
Durante l'ultima visita dell'inviato speciale delle Nazioni Unite a Damasco, siamo stati in grado di concordare i riferimenti e le regole procedurali di questa commissione e abbiamo concordato i principi guida, tra cui:
  • Primo: l'intero processo deve essere condotto solo sotto l'autorità e la proprietà della Siria, avendo il popolo siriano il diritto esclusivo di decidere il futuro del proprio Paese senza ingerenze esterne.
  • In secondo luogo: il principio generale di sovranità, indipendenza e unità del popolo e del territorio della Repubblica Araba Siriana non deve in alcun modo essere messo in discussione.
  • Terzo: non dovranno essere imposte condizioni o conclusioni previe ai lavori della Commissione o alle raccomandazioni risultanti. La commissione è l'autorità di se stessa e di ciò che produrrà, e certamente non è sotto la tutela di uno Stato o di un gruppo straniero come il cosiddetto "Piccolo gruppo", che si è autoproclamato protettore del popolo Siriano e ha già determinato i risultati del suo lavoro.
  • Quarto: nessuna scadenza o calendario devono essere imposti ai lavori della Commissione che deve prendere il tempo necessario per deliberare, poiché essa determinerà il futuro della Siria per le generazioni future, il che non esclude che teniamo pienamente conto dalla necessità di progredire su basi solide in linea con le aspirazioni del popolo siriano.
  • Quinto: il ruolo dell'inviato speciale in Siria è di facilitare il lavoro della Commissione e di ravvicinare i punti di vista attraverso i suoi buoni uffici, quando necessario.
È su queste basi che riaffermiamo la nostra disponibilità a lavorare efficacemente con gli Stati amici e l'Inviato speciale per avviare i lavori di questa Commissione.
Signor Presidente,
Allo stesso tempo, lo Stato siriano sta compiendo notevoli sforzi per migliorare la situazione umanitaria sul campo e ricostruire ciò che il terrorismo ha distrutto. Abbiamo fatto molta strada nonostante il blocco economico, illegale e disumano, imposto al nostro popolo da alcuni Stati; che sono arrivati al punto di vietarci le attrezzature mediche, i farmaci e i prodotti petroliferi necessari per la fornitura di elettricità, gas domestico e combustibile per riscaldamento. Gli Stati Uniti hanno persino minacciato le aziende che hanno partecipato alla Fiera internazionale di Damasco al fine di ostacolare la ripresa economica in Siria.
In effetti, quei paesi non avendo raggiunto i loro obiettivi attraverso il terrorismo militare hanno optato per un'altra forma di terrorismo non meno feroce: il terrorismo economico che consiste nell'imporre blocchi e misure economiche coercitive unilaterali.
Pertanto, chiediamo a tutti i paesi amanti della pace e sostenitori del diritto internazionale di lavorare insieme per agire contro questo fenomeno, che colpisce non solo la Siria, ma è diventato un'arma di ricatto politico ed economico contro molti altri paesi.
Su questa base, chiediamo nuovamente la revoca delle misure illegali imposte al popolo siriano e a tutti gli altri popoli indipendenti, soprattutto i popoli di Iran, Venezuela, Repubblica democratica popolare di Corea, Cuba e Bielorussia. E stiamo al fianco della Cina e della Russia di fronte alle ingiuste politiche statunitensi.
D'altra parte, abbiamo ripetutamente affermato che le porte sono aperte a tutti i rifugiati siriani perchè tornino volontariamente e in sicurezza. E, come Stato, offriamo a chi lo desidera tutti i servizi di cui ha bisogno. Stiamo lavorando alla ricostruzione e al ripristino delle strutture e delle infrastrutture pubbliche nelle loro regioni liberate dal terrorismo. Gli ostacoli sono posti dagli Stati occidentali e di alcuni Stati che li hanno accolti e nei quali vediamo uno strano capovolgimento della situazione. Infatti, mentre non smettono mai di reclamare il loro immediato ritorno in Siria, eccoli creare condizioni e falsi pretesti per impedire questo ritorno, al solo scopo di sfruttare questa questione puramente umanitaria come una pedina utile all'attuazione delle loro agende politiche.
Infine, siamo proprio di fronte a una scena del teatro dell'assurdo, tranne che qui si tratta di mettere in gioco il destino dei popoli e un'odiosa manipolazione della sofferenza umana.
Signor Presidente,
invece di tentativi di pace e stabilità nella nostra regione, abbiamo assistito a un nuovo episodio di escalation israeliana che spinge verso tensioni senza precedenti. Israele non si è accontentato di occupare territori arabi tra cui il Golan siriano, di violare il diritto internazionale quotidianamente e il diritto umanitario contro i nostri civili nei territori occupati, di sostenere il terrorismo: È arrivato al punto di compiere ripetuti attacchi alla Siria e ai paesi vicini sotto falsi pretesti, in flagrante violazione del diritto internazionale, della Carta delle Nazioni Unite e delle risoluzioni del Consiglio di sicurezza. Tante violazioni che non avrebbero potuto continuare e quindi peggiorare senza il cieco sostegno di alcuni Stati, che hanno la piena responsabilità delle conseguenze delle azioni di Israele.
Per quanto riguarda la decisione degli Stati Uniti di riconoscere la sovranità di Israele sul Golan siriano occupato, dopo aver riconosciuto Gerusalemme occupata come capitale di Israele e aver trasferito lì la loro ambasciata, nonché i loro instancabili sforzi per liquidare la questione palestinese, queste non sono altro che espressioni orribili di questo supporto, delle decisioni nulle, che testimoniano, nella massima misura, il loro disprezzo per la legittimità internazionale.
Qualcuno dovrebbe ormai capire che l'era dell'annessione dei territori altrui con la forza è finita. Inoltre, uno che pensasse che la crisi in Siria possa allontanarci di una iota dal rivendicare il nostro diritto inalienabile alla piena restituzione del Golan fino ai confini del 4 giugno 1967, con tutti i mezzi garantiti dal diritto internazionale, è un illuso. Le decisioni dell'amministrazione americana in merito alla sovranità sul Golan non possono cambiare le verità della storia, della geografia e del diritto internazionale, secondo le quali il Golan era e rimane terra siriana.
Israele deve quindi essere costretto ad attuare le pertinenti risoluzioni delle Nazioni Unite, compresa la risoluzione 497 relativa al Golan siriano occupato, a porre fine ai suoi ripetuti attacchi ai paesi della regione, a fermare gli insediamenti, a consentire al popolo palestinese di stabilire un proprio stato indipendente entro i confini del 4 giugno 1967, con Gerusalemme come capitale e il ritorno dei rifugiati palestinesi nelle loro terre.
Signor Presidente,
Il mio paese ribadisce il suo sostegno e la sua solidarietà con la Repubblica islamica dell'Iran davanti alle azioni irresponsabili degli Stati Uniti nei suoi confronti, a partire dal loro ritiro dall'Accordo sul nucleare. Mette in guardia dal pericolo di politiche volte a provocare crisi e scatenare conflitti nella regione del Golfo con falsi pretesti. Riteniamo che la sicurezza e la stabilità della regione del Golfo possano essere raggiunte solo attraverso la cooperazione e il dialogo tra i paesi rivieraschi, lontano dalle interferenze esterne, che aumenteranno solo le tensioni nella regione e non serviranno gli interessi dei suoi abitanti.
Signor Presidente, Signore e Signori,
Con l'aiuto dei suoi alleati e amici, la Siria è stata in grado di resistere al terrorismo organizzato e sostenuto dall'esterno che ha preso di mira insieme il Paese, lo Stato, il Popolo, la Civiltà. E ora che stiamo entrando in una nuova fase e stiamo per raggiungere la vittoria finale in questa guerra, aspiriamo a un futuro prospero e pacifico per il nostro popolo dopo tutto quello che ha sopportato. Ma, nonostante ciò, non abbiamo l'illusione che le sfide e tutti i tipi di difficoltà che affrontiamo oggi, o che ci aspettano domani, saranno meno feroci del terrorismo che abbiamo combattuto; salvo il fatto che siamo altrettanto determinati ad affrontarle e superarle.
Abbiamo sempre coltivato le migliori relazioni con gli altri Stati e non siamo mai stati i promotori di un clima di ostilità nei confronti di nessuno. Oggi abbiamo le mani tese per la pace, continuiamo a desiderare il dialogo e la comprensione reciproca, ma preservando le nostre costanti nazionali sulle quali non cederemo mai.
Certo, alcuni governi hanno danneggiato la Siria e danneggiato il suo popolo. Tuttavia, non tratteremo nessuno secondo una logica di odio o vendetta, ma piuttosto a partire dagli interessi del nostro Paese e del nostro popolo, dal nostro desiderio di portare pace, stabilità e prosperità in Siria e nella regione.

Gli Stati che hanno dimostrato ostilità nei confronti della Siria devono riconsiderare i loro calcoli, correggere i propri errori, uscire dalla loro negazione della realtà e trattare i fatti in modo realistico e razionale nell'interesse di tutti.
Vi ringrazio
Walid al-Mouallem , Vice Primo Ministro e Ministro siriano per gli Affari esteri e gli Espatriati  -  28/09/2019.

mercoledì 25 settembre 2019

Al-Moallem: il Comitato inizierà i lavori per la revisione della Costituzione a Ginevra il 30 ottobre

In un'intervista con la televisione di stato “Al-Suriya”, al-Moallem ha spiegato che il Comitato Costituzionale è il risultato della Conferenza sul dialogo nazionale siriano tenutasi a Sochi nel gennaio 2018 e rivedrà la Costituzione del 2012. Il vice primo ministro e ministro degli Esteri e degli emigranti Walid al-Moallem ha affermato che la Siria non accetterà dettami, pressioni o interferenze esterne nei lavori del Comitato costituzionale.
"I negoziati per formare questo Comitato sono durati 18 mesi a causa delle pressioni esterne esercitate sull'Inviato Speciale del Segretario Generale delle Nazioni Unite per ostacolare la formazione del comitato", ha detto. Il capo della diplomazia siriana ha affermato che i nomi dei membri del comitato allargato e del mini-comitato sono stati concordati con l'inviato delle Nazioni Unite, nonché le norme procedurali che regolano il lavoro del dialogo tra le parti siriane sulla revisione della Costituzione.
" Il Comitato allargato è stato accreditato formalmente a gennaio 2018, sotto la guida della Russia, e comprenderà 150 membri, 50 dei quali saranno scelti dal governo, 50 dall'opposizione e 50 dalle Nazioni Unite per includere rappresentanti della società civile. Poi verrà formato un mini-comitato composto da 45 membri, 15 di ciascuna parte".
Ha comunicato che il Comitato inizierà i suoi lavori a Ginevra il 30 del prossimo mese e che l'inviato delle Nazioni Unite, Gier Pedersen, tornerà a Damasco dopo le riunioni dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite per concordare tutti i dettagli.
"Alla luce dei progressi compiuti dal Mini-comitato e man mano che questi lavori procedono, il Comitato allargato può essere invitato a votare i suoi risultati", ha affermato Al-Moallem. Il Comitato allargato voterà su ciò che è stato concordato dal Mini-comitato che potrebbe inserire nuovi articoli o modificarli. D'altra parte, il ministro degli Esteri al-Moallem ha assicurato che Damasco rifiuta qualsiasi interferenza esterna nei lavori del Comitato e non accetterà imposizioni esterne o un programma per il suo lavoro, che resterà attivo fino alla fine dei suoi lavori.
Ha inoltre sottilineato che tutti i membri del Comitato devono riconoscere che la Repubblica Araba Siriana è uno stato sovrano e indipendente e che liberare il suo territorio dal terrorismo e dalla presenza esterna è un dovere nazionale.
Al-Moallem ha spiegato che i membri del Comitato designati dal governo siriano rappresentano tutte le province e appartengono a tutto lo spettro della società.
"Il ruolo delle Nazioni Unite nei lavori del Comitato è di facilitare il lavoro delle parti in conformità con l'accordo della sua composizione e non interferirebbe con i contenuti del dibattito", ha affermato. Ha anche dichiarato che è inaccettabile "parlare di Costituzioni pronte e che il Comitato stesso è quello che dibatte, discute, decide e vota su ciascuno degli articoli concordati.
Il ministro degli Esteri siriano ha ribadito che la Siria è determinata a liberare ogni centimetro del territorio nazionale dal terrorismo e dalla presenza straniera illegale e ha osservato che questo è un diritto della Siria garantito dal diritto internazionale e dalla Carta delle Nazioni Unite.
 "La Siria sta lavorando su tre percorsi (politico, militare e di riconciliazione) e si affida alle proprie capacità per ricostruire ciò che i terroristi hanno distrutto", ha concluso.
Fonte SANA  , trad. Gb.P.

martedì 9 ottobre 2018

Il Medio Oriente all'Onu, echi da New York. Il testo dell'allocuzione del Ministro al-Moallem.

 Nell’arena dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, al Palazzo di Vetro di New York, molti capi di Stato e di governo, o ministri degli Esteri, si sono avvicendati per l’inaugurazione della 73.ma sessione. Nei discorsi pronunciati, il tema della Terra Santa, e del Medio Oriente più in generale, è riecheggiato più volte davanti ai rappresentanti dei 193 Stati membri.
 Terrasanta .net propone un'antologia di brani di diversi oratori: Donald Trump, Hassan Rouhani, Re Abdallah di Giordania, Abdel Fattah al Sisi,  Sheikh Tamim bin Hamad Al-Thani,  Michel Aoun, Donald Tusk,  Sergey Lavrov,  Wang Yi, Walid al- Moallem,  Arcivescovo Paul Richard Gallagher . La trovate qui:

Noi proponiamo il testo integrale in inglese del discorso di Walid al-Moallem,  Ministro degli Affari Esteri e degli Espatriati della Repubblica Araba di Siria

Madam President of the 73rd session of the United Nations General Assembly, 
I would like to congratulate you and your country #Ecuador on your election as president of the current session of the General Assembly and I wish you all success. I would also like to thank your predecessor for presiding over the Assembly during the previous session. 
Madam President, ladies and gentlemen, 
Every year we arrive at this important international forum, hoping that every corner of this world has become more secure, stable, and prosperous. Today, our hope is stronger than ever, and so is our confidence that the will of the people shall eventually triumph. Our hope and confidence are the result of more than seven years of hardship, during which our people suffered from the scourge of terrorism. However, Syrians refused to compromise. They refused to succumb to #terrorist_groups and their external supporters. They stood their ground. They remained defiant, fully convinced that this was a battle for their existence, their history, and their future, and that they will ultimately emerge victorious. To the disappointment of some, here we are today, more than seven years into this dirty war against my country, announcing to the world that the situation on the ground has become more secure and stable and that our war on terror is almost over, thanks to the heroism, resolve, and unity of the people and the army, and to the support of our allies and friends. However, we will not stop at these achievements. We remain committed to fighting this sacred battle until we purge all Syrian territories from terrorist groups, regardless of their names, and from any illegal foreign presence. We will pay no heed to any attacks, external pressure, lies or allegations that seek to discourage us. This is our duty and a non-negotiable right that we have exercised as we set out to eradicate terrorism from our land. 
Madam President,
The governments of certain countries have denied us our right, under international law, and our national duty to combat terrorism and protect our people on our land and within our own borders. At the same time, these governments formed an illegitimate international coalition, led by the United States, on the pretext of combating terrorism in Syria. The so-called international coalition has done everything but fight terrorism. It has even become clear that the coalition’s goals were in perfect alignment with those of terrorist groups; sowing chaos, death and destruction in their path. The coalition destroyed the Syrian city of #Raqqa completely; it destroyed infrastructure and public services in the areas it targeted; it committed massacres against civilians, including children and women, which amount to war crimes under international law. The coalition has also provided direct military support to terrorists, on multiple occasions, as they fought against the #Syrian_army. It should have been more aptly named ‘The Coalition to Support Terrorists and War Crimes.’ 
The situation in Syria cannot be divorced from the battle raging between two camps on the world stage: one of the camps promotes peace, stability, and prosperity across the world, advocates dialogue and mutual understanding, respects international law, and upholds the principle of non-interference in the internal affairs of other states. The other camp tries to create chaos in international relations and employs colonization and hegemony as tools to further its narrow interests,  even if that meant resorting to corrupt methods, such as supporting terrorism and imposing an economic blockade, to subjugate people and governments that reject external diktats and insist on making their own decisions. 
What happened in Syria should have been a lesson to some countries but those countries refuse to learn. Instead, they choose to bury their head in the sand. This is why ladies and gentlemen we, the members of this organization, must make a clear and unequivocal choice: are we going to defend international law and the UN charter and be on the side of justice? Or are we going to submit to hegemonic tendencies and the law of the jungle that some are trying to impose on this organization and the world?
Ladies and gentlemen, 
Today, the situation on the ground is more stable and secure thanks to progress made in combating terrorism. The government continues to rehabilitate the areas destroyed by terrorists to restore normalcy. All conditions are now present for the voluntary return of Syrian refugees to the country they had to leave because of terrorism and the unilateral economic measures that targeted their daily lives and their livelihoods. Thousands of Syrian refugees abroad have indeed started their journey back home. The return of every Syrian refugee is a priority for the Syrian state. Doors are open for all Syrians abroad to return voluntarily and safely. And what applies to Syrians inside Syria also applies to Syrians abroad. No one is above the law. Thanks to the help of Russia, the Syrian government will spare no effort to facilitate the return of those refugees and meet their basic needs. A special committee was recently established to coordinate the return of refugees to their places of origin in Syria and to help them regain their lives. We have called upon the international community and humanitarian organizations to facilitate these returns. However, some western countries and in line with their dishonest behavior since the start of the war on Syria continue to prevent the return of refugees. They are spreading irrational fears among refugees; they are politicizing what should be a purely humanitarian issue, using refugees as a bargaining chip to serve their political agenda, and linking the return of refugees to the political process. 
Today, as we are about to close the last chapter in the crisis, Syrians are coming together to erase the traces of this terrorist war and to rebuild their country with their own hands, whether they stayed in Syria or were forced to leave. We welcome any assistance with reconstruction from those countries that were not part of the aggression on Syria and those that have come out clearly and explicitly against terrorism. However, the priority is for our friends that stood by us in our war on terror. As for the countries that offer only conditional assistance or continue to support terrorism, they are neither invited nor welcome to help.
Madam President, 
As we move ahead on counter-terrorism, reconstruction and the return of refugees, we remain committed to the political process without compromising on our national principles. These include preserving the sovereignty, independence, and territorial unity of the Syrian Arab Republic, protecting the exclusive right of Syrians to determine the future of their country without external interference, and eradicating terrorism from our country. We expressed time and again our readiness to respond to any initiative that would help Syrians end the crisis. We have engaged positively in the Geneva talks, the Astana process and the Syrian national dialogue in Sochi. However, it has always been the other parties that rejected dialogue and resorted to terrorism and foreign interference to achieve their goals. 
Nevertheless, we continue to implement the outcomes of the #Sochi Syrian national dialogue on the formation of a constitutional committee to review the current constitution. We presented a practical and comprehensive vision on the composition, prerogatives and working methods of the committee and submitted a list of representatives on behalf of the Syrian state. We stress that the mandate of the committee is limited to reviewing the articles of the current constitution, through a Syrian-led and Syrian-owned process that may be facilitated by the Special Envoy of the Secretary-General for Syria. No preconditions should be imposed on the committee, nor should its recommendations be prejudged. The committee must be independent since the constitution is a Syrian matter to be decided by Syrians themselves. Therefore, we will not accept any proposal that constitutes an interference in the internal affairs of Syria or leads to such interference. The Syrian people must have the final word regarding any constitutional or sovereign matter. We stand ready to work actively with our friends to convene the committee along the parameters I have just mentioned. 
In addition to these international initiatives, local reconciliation is well underway. Reconciliation agreements allowed us to stem the bloodshed and prevent destruction in many areas around Syria. They restored stability and a normal life to these areas and allowed people to return to the homes they were forced to leave because of terrorism. Reconciliation, therefore, will remain our priority. 
Ladies and gentlemen, 
The battle we fought in Syria against terrorism was not only a military one. It was also an ideological battle, between the culture of destruction, extremism, and death, and the culture of construction, tolerance, and life. Therefore, I launch an appeal from this rostrum, calling for fighting the ideology of terrorism and violent extremism, drying up its support and financial resources, and implementing relevant Security Council resolutions, notably resolution 2253. The military battle against terrorism, albeit important, is not enough. Terrorism is like an epidemic. It will return, break out, and threaten everyone without exception. 
Madam President, ladies and gentlemen, 
We fully condemn and reject the use of chemical weapons under any circumstances, wherever, whenever, and regardless of the target. This is why Syria eliminated completely its chemical program and fulfilled all its commitments as a member of the Organization for the Prohibition of Chemical Weapons (OPCW), as confirmed by numerous OPCW reports. Although some western countries are constantly trying to politicize its work, we have always cooperated with the OPCW to the largest extent possible. Unfortunately, every time we express our readiness to receive objective and professional investigative teams to investigate the alleged use of chemical weapons, these countries would block such efforts because they know that the conclusions of the investigations would not satisfy the ill-intentions they harbor against Syria. These countries have ready-made accusations and scenarios to justify an aggression on Syria. This was the case when the United States, France, and the UK launched a wanton aggression on Syria last April, claiming that chemical weapons were used without any investigation or evidence and in a flagrant violation of Syria’s sovereignty, international law and the UN charter. Meanwhile, these same countries disregarded all reliable information we provided on chemical weapons in the possession of terrorist groups that used them on multiple occasions to blame the Syrian government and justify an attack against it. The terrorist organization known as ‘the White Helmets’ was the main tool used to mislead public opinion and fabricate accusations and come up with lies on the use of chemical weapons in Syria. The White Helmets was created by British intelligence under a humanitarian cover. It has been proven however that this organization is part of the Al-Qaida-affiliated Nosra Front. Despite all allegations, we remain committed to liberating all our territory without concern for the black banners of terrorists or the theatrics of the White Helmets. 
Ladies and gentlemen, 
In another episode of the terrorist war on #Syria since 2011, suicide bombings orchestrated by ISIL rocked the governorate of Suwayda in southern Syria last July. It is worth noting that the terrorists behind that attack came from the Tanf area where US forces are present. The area has become a safe haven for ISIL remnants who are now hiding in the Rukban refugee camp on the border with Jordan, under the protection of US forces. The United States also sought to prolong the crisis in Syria by releasing terrorists from Guantanamo prison and sending them to Syria, where they became the effective leaders of the Nosra Front and other terrorist groups. Meanwhile, the Turkish regime continues to support terrorists in Syria. Since day one of the war on Syria, the Turkish regime has trained and armed terrorists, turning Turkey into a hub and a corridor for terrorists on their way to Syria. When terrorists failed to serve its agenda, the Turkish regime resorted to direct military aggression, attacking cities and towns in northern Syria. However, all these actions that undermine Syria’s sovereignty, unity, and territorial integrity and violate international law will not stop us from exercising our rights and fulfilling our duties to recover our land and purge it from terrorists, whether through military action or reconciliation agreements. We have always been open to any initiative that prevents further deaths and restores safety and security to areas affected by terrorism. That is why we welcomed the agreement on #Idlib reached in Sochi on September 17th. The agreement was the result of intensive consultations and full coordination between Syria and Russia. The agreement is timebound, includes clear deadlines, and complements the agreements on the deescalation zones reached in Astana. We hope that when the agreement is implemented, the Nosra Front and other terrorist groups will be eradicated, thus eliminating the last remnants of terrorism in Syria. Any foreign presence on Syrian territory without the consent of the Syrian government is illegal and constitutes a flagrant violation of international law and the UN charter. It is an assault on our sovereignty, which undermines counter-terrorism efforts and threatens regional peace and security. We therefore consider any forces operating on Syrian territory without an explicit request from the Syrian government, including US, French, and Turkish forces, occupying forces and will be dealt with accordingly. They must withdraw immediately and without conditions. 
Ladies and gentlemen, 
Israel continues to occupy a dear part of our land in the Syrian Golan and our people there continue to suffer because of its oppressive and aggressive policies. Israel even supported terrorist groups that operated in southern Syria, protecting them through direct military intervention and launching repeated attacks on Syria. But just as we liberated southern Syria from terrorists, we are determined to liberate fully the occupied Syrian Golan to the lines of June 4th, 1967. Syria demands that the international community put an end to all these practices and compel Israel to implement relevant UN resolutions, notably resolution 497 on the occupied Syrian Golan. The international community must also help the Palestinian people establish its own independent state, with Jerusalem as its capital, and facilitate the return of Palestine refugees to their land, pursuant to international resolutions. Any actions that undermine these rights are null and void and threaten regional peace and security, especially the Israeli racist law known as “the nation-state law” and the decision of the US administration to move the US embassy to Jerusalem and stop funding UNRWA.
Madam President, 
Syria strongly condemns the decision of the US administration to withdraw from the Iran nuclear agreement, which proves once again the United States’ disregard for international treaties and conventions. We express once again our solidarity with the leaders and people of the Islamic Republic of Iran and trust that they will overcome the effects of this irresponsible decision. We also stand with the government and people of Venezuela in the face of #US attempts to interfere in their internal affairs. We call once again for lifting the unilateral economic measures against the Syrian people and all other independent people around the world, especially the people of the DPRK, Cuba, and Belarus. 
Madam President, ladies and gentlemen, 
With the help of allies and friends, Syria will defeat terrorism. The world must never forget that and should treat us accordingly. It is time for all those detached from reality to wake up, let go of their fantasies, and come to their senses. They must realize that they will not achieve politically what they failed to achieve by force. We have never compromised on our national principles even when the war was at its peak. We will surely not do that today! At the same time, we want peace for the people of the world because we want peace for our people. We have never attacked others. We have never interfered in the affairs of others. We have never exported terrorists to other parts of the world. We have always maintained the best relations with other countries. Today, as we seek to defeat terrorism, we continue to advocate dialogue and mutual understanding to serve the interests of our people and to achieve security, stability, and prosperity for all.

martedì 22 novembre 2016

Verso la liberazione finale? No alla proposta De Mistura

Nella Conferenza Stampa, il Ministro degli Esteri siriano Al-Moallem ha sottolineato che De Mistura ha parlato di "amministrazione autonoma" nella parte orientale di Aleppo, cosa  categoricamente rifiutata dal Governo.

"In effetti, gli abbiamo detto che siamo d'accordo sulla necessità di far sì che i terroristi siano mandati fuori dalla parte orientale di Aleppo, a prescindere dalle nostre differenti valutazioni circa i loro numeri, ma non ha alcun senso  lasciare che 275.000 dei nostri concittadini rimangano ostaggi di 5- 6 o 7mila militanti. Nessun governo al mondo lo accetterebbe ", ha aggiunto al-Moallem.

"E' possibile che le Nazioni Unite vogliano premiare i terroristi che stanno continuando a sparare proiettili su Aleppo Ovest che causano la morte di migliaia di persone e il ferimento di tanti altri?" , ha detto al-Moallem.
«E oggi un missile è stato sparato sulla scuola al-Furkan , uccidendo 11 studenti . Ha senso premiarli? Inoltre, i terroristi hanno anche bombardato il Palazzo di Giustizia, la Facoltà di Giurisprudenza e al-Bassel Hospital. Quei terroristi non hanno un deterrente morale ", ha aggiunto.
Il ministro ha ribadito che l'idea di "auto-amministrazione" è totalmente respinta "perché mina la sovranità nazionale della Siria e dà un premio per il terrorismo", aggiungendo:
"La Siria ha dato tre opportunità di tregua per evacuare i residenti dai quartieri orientali di Aleppo, ma le organizzazioni terroristiche non hanno permesso loro di uscire attraverso i corridoi sicuri, e hanno bombardato i corridoi con colpi di mortaio e hanno impedito ai civili di uscire nonostante tutti i preparativi effettuati dal Governatorato di Aleppo per garantire la loro uscita in modo sicuro ".
Il ministro ha continuato dicendo che:
 "Sono state date loro più di una possibilità e non le accettano, e ora si parla di dimostrazioni locali circa magazzini alimentari che sono tenuti dai terroristi che stanno vendendo cibo sul mercato nero per la nostra gente di Aleppo orientale."
"Anche ai convogli umanitari è stato impedito di entrare dai mortai. Pertanto, credo che sia il dovere dello Stato siriano di salvare i cittadini dall' essere ostaggi ", ha detto al-Moallem.

"Quando de Mistura stava parlando di un cessate il fuoco, gli abbiamo chiesto garanzie da parte dei paesi che sostengono i terroristi, ma ha detto che non ci sono tali garanzie",  aggiungendo "Non abbiamo visto nulla che aiuti una ripresa del dialogo intra-siriano ... forse [egli] è in attesa di una nuova amministrazione degli Stati Uniti o di un nuovo segretario generale delle Nazioni Unite. " ...

Rispondendo alla domanda di SANA sulle aspettative della Siria circa una nuova amministrazione degli Stati Uniti, al-Moallem ha sottolineato che "E' troppo presto per parlare degli slogan sollevati durante la campagna elettorale ... Nessuna persona onesta che ha esaminato le politiche della scorsa Amministrazione l'ha vista correggere i suoi errori",  aggiungendo: "Quello che vogliamo dalla prossima Amministrazione non è solo di smettere di sostenere i gruppi armati , ma anche di frenare i paesi regionali noti per sostenerli. ".

Circa lo svolgimento di una conferenza che raccolga la"opposizione interna" con figure di "opposizione esterna" a Damasco, al-Moallem ha detto:
"Diamo sempre il benvenuto a qualsiasi riunione siriano-siriano, lontana da intervento straniero, al fine di tenere il dialogo sul futuro, quindi, diciamo che se questa conferenza si terrà a Damasco l'accogliamo, e se si terrà a Ginevra, diremo benvenuto."

Rispondendo ad una domanda sullo spingere i terroristi da Aleppo a Idleb, al-Moallem ha detto:
"Noi non li spingiamo a Idleb, ma il loro centro di comando è lì, ed è un governatorato che confina con la Turchia, il che significa che il loro punto di raccolta logistico e umano è in Idleb, in ogni caso, se scelgono un luogo diverso da Idleb, a noi non importa. ".

  "Non abbiamo alcun dubbio che le nostre forze armate vinceranno la battaglia di Aleppo, e la decisione della dirigenza è che la situazione in Aleppo ritorni alla normalità, e che le nostre famiglie nei quartieri orientali siano liberate da quei terroristi che prendono i civili come scudi umani ".



Una lettera ISIS nel 2013, "per informazioni, visita la nostra sede nell'ospedale dei bambini" .. in Est Aleppo! 


Verso la liberazione finale?


Qara, 18 novembre 2016 
No, non ci siamo ancora, ma ad Aleppo la "madre di tutte le battaglie" è in preparazione. Per la prima volta, dall'inizio di questa guerra ingiusta contro la Siria, possiamo chiederci: ci sarà l’attesa liberazione finale di Aleppo e di tutta la Siria?.  Il presidente Siriano sarà in grado – in un prossimo futuro - di tenere un discorso televisivo alla popolazione da Aleppo per – prima di tutto -commemorare, ringraziare e pregare per le centinaia di migliaia di martiri siriani caduti in questa guerra? Per questo, ci vuole prima la chiusura ufficiale dell'era di Hillary Clinton, cioè, la fine dell’ossessione americana per il controllo dell’intero pianeta. I paesi che la Hillary classificava come nemici, sono stati ridotti nel caos o isolati o puniti. Invece i paesi che lei classificava come amici sono stati promossi. Il 28 ottobre 2016 la Russia è stata espulsa dal Consiglio dei diritti umani dell'ONU, mentre l’Arabia Saudita ha ricevuto un secondo mandato di ufficio. Praticamente nessuno ha protestato. Il 15 novembre, la delegazione saudita per la 3 ° Commissione dell'ONU per la promozione e la tutela dei diritti umani, ha fatto una proposta per una risoluzione in cui è stato denunciata "la situazione dei diritti umani in Siria" (approvata con 116 voti a favore, 15 contrari, 49 astenuti). Ebbene, queste sono situazioni che provocheranno un giorno la caduta totale della Commissione dei diritti umani dell’ ONU, nello stesso modo che l’Americano medio ora ha protestato contro la corruzione dell’élite votando chiaramente per Trump. Al paese (l’Arabia Saudita) in cui le persone valgono meno di animali, è stata concesso - come procuratore generale sul livello venerabile mondiale – di criticare il paese (la Siria) che ha il più alto livello di sviluppo nell' intero mondo arabo anche in materia di uguaglianza e rispetto dei diritti umani. Che rimane della credibilità di tali organizzazioni internazionali? Un giorno tutto questo finirà male! 
In ogni caso, il rappresentante siriano permanente all'ONU ha espresso una risposta schiacciante.. (Bachar al-Jaafari: Quando il terrorista diventa il difensore degli diritti umani, diventa possibile che lo SI presieda le operazioni di mantenimento della pace dell' ONU..., mondialisation.ca, 17 novembre 2016. In francese: Quand le terroriste devient le défenseur des droits de l’homme, ildevient possible que l’EIIL préside les opérations de maintien dela paix de l’ONU..., mondialisation, ca.17 novembre 2016).)

Nel frattempo, la portaerei russa Admiral Kuznetsov è ancorata in Siria per aiutare la distruzione delle scorte armate, le fabbriche di armi e i laboratori di armi chimiche dei terroristi e  liberare il paese dai jihadisti. I cittadini sono pregati di evacuare questa zona e gli ospedali sono forniti di materiale extra. Martedì 15 novembre sono stati fatti bombardamenti, nelle quali sono stati eliminati una trentina di combattenti di al-Nusra, tra cui il comandante Abul Baha al-Asfari. L'intera operazione di liberazione di Aleppo è ora nelle mani della Russia, che attualmente ha installato una zona no-fly per evitare le azioni illegali dell'occidente e i loro vassalli contro la Siria.

Continuiamo a sperare, lavorare e pregare per la pace definitiva in Siria.

Padre Daniel Maes

martedì 18 febbraio 2014

"Vi saluto a nome della delegazione della Repubblica Araba Siriana ..."

CI GIUNGE DA ALCUNI AMICI RELIGIOSI DI ALEPPO LA RICHIESTA DI TRADURRE IN ITALIANO E FAR CONOSCERE IL TESTO DEL DISCORSO DI APERTURA A GINEVRA2  DEL DOTT. WALID AL-MOUALLEM , MINISTRO SIRIANO DEGLI AFFARI ESTERI, CAPO DELLA DELEGAZIONE SIRIANA AI COLLOQUI.

E' molto lungo , ma ci pare importante proporlo nella sua integralità in quanto  illuminante circa la visione del Governo riguardo alla drammatica crisi, e secondo le parole stesse dei nostri amici: "è la verità e la realtà che noi viviamo in Siria".


  

Ginevra, 22/01/2014

Signore e Signori ,

Vi saluto a nome della delegazione della Repubblica araba siriana.. "Repubblica laica" che alcuni, presenti in questa sala, hanno tentato di riportare al Medioevo ... " Repubblica araba" fieramente e saldamente radicata nel suo arabismo , nonostante le azioni di alcuni arabi ritenuti fratelli. Io vi saluto nel nome della " Siria ", la cui storia è sette volte millenaria!

Non ho conosciuto mai una situazione tanto difficile come quella di oggi. Sulle mie spalle, e quelle della delegazione siriana, pesano tutte le sofferenze patite dal mio paese da tre anni, tutto il sangue dei martiri, tutte le lacrime delle vedove, tutte le speranze delle famiglie che sopportano l'assenza di un parente rapito o scomparso, tutte le grida di ogni scolaro paralizzato dalle esplosioni che prendono di mira la sua scuola, tutte le aspettative di una generazione che vede i suoi sogni futuri in frantumi, , tutto il coraggio dei padri e delle madri che hanno inviato i loro figli a difendere il paese , tutto lo sconforto delle famiglie che hanno perduto il loro focolare e si ritrovano sfollate o rifugiate.....


Sulle nostre spalle, signore e signori, pesano le speranze del popolo siriano per gli anni a venire , il diritto di ogni bambino di andare a scuola in sicurezza , il diritto di ogni donna di poter uscire di casa senza rischiare di essere rapita o violentata e assassinata , il diritto di ogni giovane di costruire il suo futuro come meglio crede , il diritto di ogni cittadino di essere in grado di tornare a casa con serenità.

Oggi noi siamo di fronte a un momento di verità. Una verità che si è provato sistematicamente a sfigurare con la disinformazione e le menzogne, fino ad arrivare agli omicidi ed al terrorismo! Una verità che veniamo a svelare, nettamente, a tutti i giudici e censori; noi, la delegazione della Repubblica araba siriana che rappresenta il suo popolo, il suo governo, le sue istituzioni, il suo Esercito, ed il suo Presidente Bachar al-Assad.

Mi dispiace, Signore e Signori, sì mi dispiace e dispiace al popolo della " Siria che resiste" che rappresentanti di paesi che hanno il sangue siriano sulle mani siano qui presenti. Paesi che hanno esportato il terrorismo e che si pongono come distributori di indulgenze , giungendo al punto di impedire a certi fedeli di andare alla Mecca, come se Dio li avesse incaricati di aprire il paradiso a certuni e di chiuderlo ad altri...
Paesi che hanno incoraggiato i terroristi, li hanno finanziati, li hanno aiutati, hanno deciso della legittimità o no degli uni e degli altri, secondo il loro beneplacito. Non si sono mai preoccupati delle loro case di vetro incrinato, ma si sono messi a lapidare i nostri forti castelli secolari ed a darci, senza alcun senso di vergogna ,  lezioni di democrazia, di sviluppo e di progresso mentre sono immersi nell'ignoranza e all'arretratezza. Paesi che accordano, rifiutano, legittimano, negano, distribuiscono doni e gratifiche a loro modo e come loro abitudine; l'abitudine di coloro il cui paese appartiene ad un re o ad un principe che dà ciò che vuole a chi vuole, e priva chi vuole come vuole!

Hanno vilipeso la Siria civilizzata, sovrana ed indipendente. Hanno intaccato l'onore e la libertà delle sue donne e figlie , mentre essi stessi annegano nel fango delle loro discriminazioni abominevoli e della loro ignoranza. 
Hanno fatto tutto questo ... Ma ora che le maschere sono cadute , la verità del loro piano si è svelata. Quello di destabilizzare la Siria e di distruggerla esportando il loro principale prodotto nazionale: il terrorismo! Coi loro petrodollari, hanno acquistato le armi, reclutato i mercenari, inondato lo spazio mediatico delle loro menzogne, per dissimulare la ferocia di ciò che fanno sotto un velo che hanno finito per chiamare " La Rivoluzione siriana voluta dal popolo siriano" !

Che cosa tutto ciò ha a che vedere con ciò che accade in Siria? Come un terrorista ceceno, afgano, saudita, turco, francese o britannico potrebbe rispondere alle aspirazioni del popolo siriano? Come? Con l'installazione di uno stato islamico che non sa nulla di Islam , ma si nutre della devianza dell'ideologia wahhabita ?
 Chi vi ha detto, e chi ha detto loro, che il popolo siriano cercherebbe di ritornare indietro migliaia di anni ?

In Siria, Signore e Signori , le donne incinte sono sventrate ed i frutti delle loro viscere sono assassinati, le donne sono violentate prima e dopo essere state uccise, secondo un rituale vergognoso ed osceno che non è è ispirato che dagli esportatori di quella ideologia!

 
In Siria, Signore e Signori, i padri sono decapitati con i coltelli davanti ai loro bambini in nome della "rivoluzione". Peggio ancora, proprio i figli di coloro che decapitano, che pretendono di rispondere così alle nostre aspirazioni di siriani, strillano e danzano.
In Siria, si divora il cuore dei siriani, così pretendendo di realizzare l'ambizione delle vittime: l'ambizione di una vita libera, prospera, tranquilla e democratica! Quale assurdità è questa? E di chi ci si prende gioco?

In nome di una pretesa " gloriosa rivoluzione siriana", si massacrano civili tra i vecchi, le donne ed i bambini . Si polverizzano le infrastrutture e le istituzioni senza stare a preoccuparsi dell'orientamento politico, ideologico o intellettuale delle proprie vittime. Si bruciano i libri e le biblioteche. Si fruga nelle tombe . Si rubano le reliquie e i tesori archeologici.
In nome della "rivoluzione" , i bambini vengono uccisi nelle loro scuole e gli studenti nelle loro università. Ci si arroga il diritto di disonorare le donna attraverso ogni tipo di " fatwa perversa " legittimando il Jihad sessuale, l'incesto o altre proibizioni. Si bombardano le moschee mentre i fedeli sono in preghiera . Si tagliano le teste e si esibiscono nelle vie. Si arrostiscono persone ancora vive, in un vero olocausto che la storia tratterrà e che molti paesi poi denunceranno, ma senza parlare mai di antisemitismo!
Sempre in nome della " rivoluzione", un padre è ridotto a farsi esplodere con moglie e figli per sfuggire agli stranieri che gli sono entrati in casa. Degli stranieri che pretendono essere venuti ad offrirgli la democrazia e liberarlo dal giogo e dall'oppressione " del regime" !?
 
Signore e Signori; voi di cui la maggior parte siete genitori, immaginate i sentimenti che spingono un padre ad uccidere la sua famiglia, con le proprie mani, per sottrarli ai mostri travestiti da esseri umani e che dicono di combattere per la libertà! È ciò che è accaduto ad Adra ... Adra dove questi stranieri hanno fatto irruzione nella città e hanno ucciso, saccheggiato, impiccato , decapitato, bruciato gente ancora viva .

Non avete sentito parlare forse di Adra, ma avete sentito parlare certamente di altre città dove hanno commesso gli stessi orrori dirigendo le loro dita accusatorie, sgocciolanti del sangue degli innocenti, verso lo Stato e l'Esercito siriano. Questa è la volta in cui la loro menzogna insensata non ha più potuto convincere, e che per questo hanno smesso di raccontare!


In ciò, questi mostri hanno eseguito quello che gli era stato ordinato di fare da parte di Stati diventati oggi la punta della lancia che smembra il corpo siriano. Stati che sono arrivati finalmente al proscenio, dopo avere messo da parte altri Stati; altri Stati hanno provato, mediante il sangue dei siriani, di imporsi come potenze regionali, acquistando coscienze e influenze, finanziando questi mostri dall'apparenza umana; mostri impregnati della detestabile ideologia wahhabita prima di essere lanciati all'assalto di tutto il territorio siriano.

Ma io sono qui in questo forum per dirvi che sapete, come me, che essi non si accontenteranno di restare in Siria, sebbene sappiamo che alcuni partecipanti a questa assemblea non vogliono né comprendere, né sentire!


Signore e signori, tutto ciò che è accaduto non sarebbe stato possibile se, approfittando della crisi, i confinanti della Siria non avessero derogato dalle relazioni di buon vicinato. Quello del Nord l'ha accoltellata alla schiena. Quelli dell'Ovest sono rimasti spettatori se hanno taciuto la verità. Quelli del Sud hanno dovuto ubbidire agli ordini perché deboli. Mentre quello dell'Est è lui stesso spossato da tutto ciò che è stato programmato contro lui da lunghi anni, per distruggerlo, prima di distruggere la Siria!

Tutto questo non sarebbe stato possibile se " il governo Erdogan" non avesse usato il territorio turco per accogliere, addestrare, armare, poi inviare i terroristi verso la Siria. E' un governo che ha rifiutato di prevedere che la magia avrebbe finito per ritorcersi contro il mago. Ma eccolo che comincia ad assaggiare il calice di amarezza, perché il terrorismo non ha religione ed è fedele solamente a se stesso. Eccolo passato da zero problemi con i vicini , a zero in politica estera , in diplomazia internazionale , in credibilità politica e in tutto , il che non gli impedisce di persistere sempre nella sua ignobile aggressione.


E questo , perché il governo Erdogan ha immaginato che il sogno storico di Al- Qutb e del suo predecessore , Mohamed Abdel Wahab , stava per essere realizzato. Da qui la sua offensiva che semina la corruzione dalla Tunisia, fino in Libia, in Egitto ed in Siria, con la ferma decisione di realizzare una chimera che esiste solamente nel suo cervello malato. Un governo che, malgrado l'insuccesso e la nullità delle sue ambizioni, persiste e sottoscrive. Altrettanti comportamenti che non possono ragionevolmente essere misurati che in termini di stupidità ... Colui che non impara le lezioni della storia perderà il presente. .. Colui che accende il fuoco a casa del suo vicino non può sperare di rimanere al sicuro !



Altri vicini hanno contribuito ad accendere il fuoco, alcuni addirittura fino ad importare i terroristi dal mondo intero. Ma ecco, è apparso uno strano paradosso, anche dei più iniqui. Ottantatre nazionalità si battono in Siria, senza che nessuno se ne lamenti, non denunci, modifichi il suo sguardo, smetta di parlare sfacciatamente di " la gloriosa rivoluzione siriana" ; mentre quando alcune decine dei giovani combattenti della Resistenza si sono unite all'esercito siriano per difendere certe zone, questo "piccolo mondo" si è trovato disorientato e ha parlato di "intervento straniero " ed esigito l'uscita di quelli che ha qualificato " truppe straniere" che sono venute a violare "la sovranità della Siria" !
Riguardo la sovranità siriana, vi assicuro che la Siria , paese libero e indipendente , farà tutto il necessario che esige la propria difesa con ogni mezzo che riterrà necessario. Questa è una decisione rigorosamente siriana, e tale resterà!

Malgrado quanto ho detto, il popolo siriano resiste. Resiste, malgrado le sanzioni destinate a farlo piegare prendendo dl mira il suo pane quotidiano ed il latte dei suoi bambini. Resiste, malgrado i saccheggi, le distruzioni ed i sabotaggi del suo cibo, delle sue fabbriche di medicinali, dei suoi ospedali, delle sue cliniche, delle sue ferrovie, delle sue linee elettriche... Perfino i suoi luoghi di culto, cristiani e musulmani, non sono stati risparmiati dalle orde terroristiche!

 
Ma hanno fallito . Ed è a partire dal momento in cui hanno constatato il loro insuccesso che gli Stati Uniti hanno brandito la loro minaccia di attaccare la Siria. Con quelli che in Occidente e tra gli arabi condividono le loro brame, hanno fabbricato di sana pianta la storia che ci accusa di avere utilizzato armi chimiche; storia che non ha convinto il loro proprio popolo, non più di quanto non ha convinto il nostro.