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mercoledì 14 febbraio 2024

La Quaresima nello sguardo dei patriarchi del Medio Oriente


 In un mondo sempre più “avvolto nelle tenebre” della guerra, delle violenze confessionali, dell’egoismo il tempo di digiuno e preghiera che precede la Pasqua indica alle nostre vite “un nuovo orizzonte” ed invita a “lasciare che lo Spirito Santo ci cambi dall’interno”. È il monito lanciato dal card. Louis Raphael Sako, patriarca di Baghdad dei caldei, in occasione della lettera pastorale per il tempo di Quaresima che inizia oggi e inviata per conoscenza ad AsiaNews. Il porporato sottolinea come oggi, dalla Terra Santa all’Ucraina, la situazione sembra essere “eccezionalmente più complicata” e in peggioramento “soprattutto nella nostra regione. A causa dell’abbandono dei valori umani e religiosi, il nostro mondo - avverte - è in uno stato di caos, squilibrio, instabilità”. Sono “divisioni interne per potere e denaro” accompagnate da “interventi esterni per interessi politici ed economici” che finiscono per alimentare “guerre devastanti”.

Di fronte a una escalation che colpisce cuori e menti, crea turbamento e alimenta ansia e paura, che rischia di trasformarsi in conflitto globale, il periodo di Quaresima diventa occasione di preghiera e di riflessione: “Il digiuno - ricorda il card. Sako - non è solo digiuno dal cibo, ma anche dal peccato. È un tempo di conversione e pentimento” ed è “tempo dell’applicazione pratica del comandamento dell’amore e della misericordia”. “Dobbiamo tornare alla nostra autenticità, dare un esempio meraviglioso alle nostre parrocchie, famiglie e società, convertendoci e affrontando con decisione - conclude - i comportamenti malvagi, prima che avvenga il disastro” per “raggiungere la pace” in un “mondo avvolto nelle tenebre”. 

 Mons. Paolo Martinelli, vicario apostolico dell’Arabia meridionale (Emirati Arabi Uniti, Oman e Yemen), sottolinea come la Quaresima sia “un cammino di speranza perché Dio vuole la nostra salvezza e ci offre il suo abbondante perdono e la sua misericordia”. Nel messaggio ai fedeli il prelato richiama quello di papa Francesco, con la riflessione sul “deserto” attraverso il quale “Dio ci conduce alla libertà”. “Vi invito a meditarlo” esorta mons. Martinelli, perché “l’immagine del deserto ci è familiare. Siamo chiamati a passare dalla schiavitù del peccato alla Libertà di essere figli di Dio: alla conversione, a un profondo cambiamento di vita”. Infine, il prelato invita a vivere questo tempo di preparazione alla Pasqua “dedicando più tempo alla preghiera, al digiuno e all’elemosina. Il digiuno (non solo dal cibo ma da tante cose inutili che ci rendono vittime del consumismo) ci aiuta a liberarci dai vizi e dagli idoli. L’elemosina ci spinge alla carità e all’amore verso gli altri. Troviamo occasioni - conclude - per aiutare qualcuno in difficoltà. Dio ama chi dona con gioia” e che “il cammino quaresimale vi porti frutti di gioia e di autentica Libertà”.

 Un invito al digiuno e alla riconciliazione è espresso dal patriarca maronita Beshara Raï: nel messaggio per la Quaresima ispirato alle parole del profeta Gioele e intitolato “Ritornate a Dio con tutto il cuore” egli invita a tendere “una mano in aiuto fisico, spirituale e morale” attraverso uno “spirito di pentimento e di austerità”. Per il porporato il dovere più importante della Chiesa, dei suoi pastori, figli e figlie, è quello di “dare l’esempio nel vivere la riconciliazione” tra loro e con le persone che formano la comunità “soprattutto nei casi di abuso e di male”. “La riconciliazione nasce - spiega - dalla misericordia che impariamo da Dio” il quale è “ricco di misericordia”.
A seguire, il patriarca Raï richiama la situazione della società libanese in generale e quella politica del Paese dei cedri che soffre “di divisioni, conflitti, odio e malizia” il cui prezzo è pagato “dal popolo libanese a tutti i livelli: sociale, politico, costituzionale, finanziario e di riforma”. Per questo è “dovere di tutti noi, insieme a tutte le persone di buona volontà, lavorare per porre fine alle differenze, rimuoverne le cause, rafforzare il rispetto reciproco e ripristinare la fiducia perduta tra le componenti della nazione”. “Viviamo così il tempo della Grande Quaresima, conosciuto come tempo della riconciliazione, a partire dalla famiglia, passando per la società, fino ad arrivare ai partiti e ai gruppi politici. Una volta raggiunte la riconciliazione e la fiducia, potremo cooperare - conclude il porporato - per ricostruire lo Stato e le sue istituzioni, rilanciare la sua economia, stimolare il suo commercio e rilanciare le sue banche e l’attività finanziaria”.

 Per il patriarca siro-cattolico di Antiochia Ignatius Joseph III Younan, il tempo di digiuno diventa “un processo di pentimento attraverso lo Spirito Santo”. Il tempo della Quaresima, spiega il primate nel suo messaggio, è “un cammino di pentimento, cioè un ritorno spirituale pieno di rimorso a Dio, attraverso lo Spirito Santo” durante il quale “ascoltiamo le sue parole vivificanti” perché “la sua luce risplenda nella nostra vita”. Intitolato “Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto” con riferimento all’evangelista Luca, il testo richiama lo Spirito Santo che ha condotto Gesù “nel deserto perché digiunasse 40 giorni tentato dal diavolo” finendo “con la meravigliosa vittoria sul tentatore”. “Lo Spirito guida la Chiesa nel tempo, ci accompagna e guida i nostri passi nel deserto di questo mondo, soprattutto nel tempo della Quaresima, affinché possiamo sperimentare - conclude il patriarca - con Cristo la nostra carenza e debolezza, e il nostro bisogno di pentimento e di rinnovamento”.

FONTE: asianews.it

martedì 25 aprile 2023

“Radicati nella speranza”: la presenza, l’eredità, la testimonianza e soprattutto la fede dei cristiani del Medio Oriente

Si è chiuso ieri (dal 20), a Nicosia (Cipro), il simposio “Radicati nella speranza”, promosso dalla Roaco (Riunione delle Opere di Aiuto alle Chiese Orientali), per celebrare i 10 anni dell’Esortazione apostolica postsinodale “Ecclesia in Medio Oriente”. Le conclusioni del prefetto del Dicastero per le Chiese orientali, mons. Claudio Gugerotti.
“Noi occidentali abbiamo pesanti responsabilità nella destabilizzazione delle condizioni del Medio Oriente con la nostra tendenza a esportare la nostra cultura e a chiedere ai suoi popoli di conformare a questa le loro vite. Come cattolici occidentali ci scusiamo per aver supportato questa visione miope. Rendiamo omaggio ai vostri sforzi eroici di essere testimoni della nostra comune fede nelle difficoltà di ogni tipo”.

 da AGENSIR, 24 aprile 2023

(Nicosia) “Un evento che non deve restare isolato, ma diventare uno stile. In questi giorni ci siamo esercitati a sentire e ad ascoltare con rispetto, accettazione, tranquillità, amore reciproco come veri fratelli e sorelle. Questa è la Chiesa”. Con queste parole il prefetto del Dicastero per le Chiese orientali, mons. Claudio Gugerotti, ha chiuso ieri (dal 20), a Nicosia (Cipro), il simposio “Radicati nella speranza”, promosso dalla Roaco (Riunione delle Opere di Aiuto alle Chiese Orientali), per celebrare i 10 anni dell’Esortazione apostolica postsinodale “Ecclesia in Medio Oriente” firmata da Benedetto XVI ad Harissa (Libano) il 14 settembre 2012. Quattro giorni di lavori durante i quali oltre 250 rappresentanti delle Chiese cattoliche del Medio Oriente, patriarchi, vescovi, sacerdoti e esponenti di istituti religiosi e movimenti laici, hanno riletto il documento – definito dal patriarca latino di Gerusalemme, Pierbattista Pizzaballa, “una sorta di testamento consegnato alle Chiese del Medio Oriente” – alla luce dei fatti salienti che hanno segnato gli ultimi 13 anni e riflettuto sui possibili orientamenti e percorsi da intraprendere nel futuro.

Chiese forti e vibranti. Mons. Gugerotti, nelle sue conclusioni, ha parlato di Chiese di “una grande vitalità, vive e forti che vogliono essere sante, testimoni, libere, attive e vibranti. Sono così vicine a Gesù e al suo modo di parlare. Trasmettono il suo stesso respiro. La storia delle vostre chiese è una storia di miracoli. La vostra liturgia è uno di questi miracoli”. Gli eventi epocali accaduti, in particolare, negli anni successivi alla pubblicazione dell’Esortazione hanno visto le comunità cristiane pagare un prezzo alto ma, è stato il monito del Prefetto, “smettiamo di lamentarci. I vostri antenati – ha detto rivolgendosi ai presenti – hanno percorso la Via Crucis, cantando inni di lode al Signore. Gli stessi inni che cantate voi oggi. Sono il dono della fede dei vostri padri e delle vostre madri. Il Vangelo è la ragione del nostro esistere e per questo non va dato per scontato perché il rischio è quello di dimenticarlo”. Altro punto “importante” evidenziato da mons. Gugerotti è stato il contributo dei giovani: “abbiamo sentito dai giovani che tutto questo non deve essere un museo, ma una fonte di acqua pura, anche se scintilla nel deserto. Lasciamoci commuovere dal desiderio dei vostri giovani di lavorare insieme. Vescovi, sacerdoti e popolo, insieme ai disabili e ai poveri per evangelizzare. Alcuni di voi – ha aggiunto – hanno affermato che non è importante conservare i nostri privilegi o quelli di coloro che sono privilegiati tra noi. È importante mantenere i nostri cuori giovani, perché gli occhi giovani sono capaci di guardare i miracoli della fedeltà, del coraggio e delle scelte coraggiose dei nostri giorni”. Dal Prefetto anche l’invito a promuovere “la lode nelle vostre famiglie” e “a fare di tutto per mantenere la preghiera sulle labbra dei vostri migranti. Essi saranno fedeli a Gesù e alla sua Chiesa e voi non li perderete. Come cristiani saranno il seme buono per la società in cui vivono”.

Aiuto economico. Nel suo intervento mons. Gugerotti ha toccato anche il tema dell’aiuto economico alle Chiese orientali esortandole a “dividere con giustizia il denaro ricevuto, a creare fondi comuni, amministrati e distribuiti onestamente e a fare del vostro meglio per essere almeno il più possibile autosufficienti” ma “non mendicanti perché questo compromette la dignità che appartiene alla vostra storia e di cui voi e noi siamo orgogliosi”.

La cittadinanza. Circa il ‘nodo’ della cittadinanza, presente nell’Esortazione e richiamata spesso durante il Simposio, mons. Gugerotti ha ribadito “il pieno sostegno della Santa Sede” alla legittima richiesta delle Chiese locali di vedere “i cristiani riconosciuti come cittadini a pieno titolo. Si tratta di uno sforzo è assolutamente giusto. La Santa Sede lavora per questo, ma il nostro stile è spesso silenzioso. Molti ci rimproverano di non fare nulla. Il fatto che non gridiamo nelle piazze non significa che non lavoriamo. Non vogliamo essere popolari. Vogliamo essere efficaci. Dobbiamo parlare con le persone giuste e nel modo giusto. Quindi, se non diciamo tutto quello che vorreste sentire, non è perché non siamo coraggiosi. È perché vogliamo essere efficaci. Il nostro incontro inizia ora – ha concluso – cerchiamo di essere fedeli a ciò che diciamo e facciamo del nostro meglio, tutti insieme, perché diventi realtà”.

Testo (in inglese) dell'intervento del Patriarca Pizzaballa all'apertura del convegno 'La Chiesa in Medio Oriente : 

https://en.abouna.org/content/text-patriarch-pizzaballas-address-opening-session-conference-church-middle-east

sabato 3 dicembre 2022

MECC: “l'invito ai cristiani d'Oriente, specialmente ai giovani, che sono la luce del mondo e il sale di questa terra , a restare fedeli alla loro terra"

Riportiamo il documento conclusivo della  riunione del Comitato Esecutivo del MECC in cui sono espresse decisioni e raccomandazioni che toccano le tribolazioni prevalenti nella regione, nella speranza di riportare l'attenzione sulle situazioni di sofferenza in Medio Oriente, al fine di trovare soluzioni urgenti e pratiche. Tra i punti salienti delle raccomandazioni adottate c'è “l'invito ai cristiani d'Oriente, specialmente ai giovani, che sono la  luce del mondo e il sale di questa terra , a restare fedeli alla loro terra e a non cadere nella trappola delle tentazioni dell'emigrazione, che fa loro perdere la loro identità e fa perdere a questo Oriente una componente importante delle sue componenti e del suo tessuto sociale ”

The final statement of the Executive Committee meeting of the Middle East Council of Churches. November 28 and 29, Notre-Dame du Puits Monastery - Lebanon

Beirut, November 29, 2022

The Executive Committee of the Middle East Council of Churches held a face-to-face meeting, for the first time after the end of the Corona pandemic, on Monday 28 and Tuesday 29 November 2022 at the Monastery of Notre-Dame du Puits Monastery in Bkennaya, Lebanon. The meeting was chaired by His Eminence Anba Anthonios, Metropolitan of Jerusalem and the Near East for the Coptic Orthodox  and the President of the MECC for the Eastern Orthodox Family, His Beatitude Patriarch John X, Greek Orthodox Patriarch of Antioch and All the East, and the President of the MECC for the Orthodox Family, represented by His Eminence Metropolitan Saba Esber, Metropolitan of Busra Houran and Jabal Al-Arab,  His Eminence Rev. Dr. Paul Haidostian, President of the Federation of Armenian Evangelical Churches in the Near East and President of the MECC for the Evangelical Family, His Beatitude Patriarch Raphael Bedros XXI Minassian, Catholicos of the House of Cilicia for the Armenian Catholics and President of the MECC for the Catholic Family, with the participation of members of the Executive Committee from Lebanon Syria, Iraq, Egypt, Jordan and Cyprus, representing 21 churches of the Middle East, the Secretary-General of the MECC Dr. Michel Abs, the two Associate General Secretaries Reverend Refaat Fikry and Father Nicolas Bustros, the Executive Secretary of the Association of Theology Institutes in the Middle East (ATIME), Reverend Michael Kanbar, in addition to the General Secretariat team of department directors and administrators.

The meeting also hosted a group of young people from Egypt, Iraq, Jordan, Palestine and Syria, in addition to Lebanon. They participated in the meeting as representatives of various churches and youth movements in a consultative dialogue session, in which they expressed their worries, shared their challenges, concerns and aspirations, and presented proposals that they see as ensuring a better future for them and for the Christian role in the region.

On the first day, the conferees observed a minute of silence and prayer for the Late Chrysostomos II, Archbishop of Cyprus, blessed be His memory, and recalled His ecumenical spirit, his solidarity with the issues of the region, and his permanent support for the Middle East Council of Churches. After the opening prayer and verification of the legal quorum, the agenda of the meeting was approved, the minutes of the previous Executive Committee meeting held on June 27, 2022 were approved, and the final statement drafting committee was appointed.

Then, an evaluation was made of the activities of the MECC’s twelfth general assembly, which was held in Egypt last May, and the results of this ecumenical event, which is held every 4 years, and which slogan was "Take courage! It is I. Do not be afraid!" (Matthew 14:27).

There was also a follow-up on the recommendations of the Assembly Working Groups that were approved in the General Assembly, the election of Ms. Seta Hadeshian as Associate Secretary-General for the Eastern Orthodox Family and the re-election of the two former Associate Secretary-Generals, Rev. Refaat Fikri for the Evangelical Family and Father Nicolas Bustros for the Catholic Family.

Members of the Central Committee of the Department of Service to Palestinian Refugees were also elected, and a committee was appointed to follow up the work of the MECC’s 50th jubilee, which falls on the year 2024.

The relations between the Middle East Council of Churches, the World Council of Churches, the ACT Alliance and international partners were presented, with an examination of the future prospects for this cooperation.

On the second day, a session of the Youth's Expectations was held, then there was a presentation and discussion of the financial situation and the sustainability of the MECC in the  light of the difficult and oppressive economic conditions that the region and the world are going through, and the future of cooperation with the international partners. It was also agreed to activate the work of the committees in the council and to appoint new committees for the various departments and programs after consulting with the heads of the council.

The Executive Committee concluded its meetings with a series of decisions and recommendations, through which the conferees emphasized the following:

First: Raising prayers for the cessation of wars and conflicts that exhaust the world, disrupt its security and stability, and impoverish its people, and ask all conflicting parties to return to dialogue because the language of violence and fire leads to nowhere. The meeting also shared the suffering of the Lebanese people, which has been prolonged at all levels, and called on the Lebanese officials to take a stand of conscience and find solutions to end this suffering in all available ways. They called on the members of Parliament to expedite the election of a president for the republic who guarantees the sovereignty of Lebanon and the dignity of its people and restores this country's pioneering role in the region and restores its cycle of democratic life to normal.

Second: Calling for an end to the suffering of the Syrian people, bringing peace to all the Syrian territory, as well as securing a dignified and safe return of the displaced to their homeland. Moreover, the meeting expressed its solidarity with Iraq, which is striving to restore its strength, supporting those who are steadfast in their land, and the return of those who were displaced to their homes and properties, while guaranteeing their civil and human rights on an equal basis and fair citizenship. On the International Day in Support of the Palestinian People, the conferees demand the implementation of international resolutions that achieve justice, guarantee the right of return for Palestinian refugees, guarantee their national identity, and protect the various societal and religious components in the Holy Land, especially the Christian ones.

Third: Calling Christians in the East, especially the youth, who are the light of the world and the salt of this land, to stick to their land and not fall into the trap of temptations to emigration, which makes them lose their identity and makes this East miss a major component of its components and social fabric.

Fourth: A special conference shall be held on the issue of the kidnapped and forcibly disappeared, an issue that still deepens pain and sadness in the hearts of many, coinciding with the ten years of the kidnapping of Bishops Boulos Al Yazigi and Youhanna Ibrahim.

Fifth: The committee listened with great interest to the concerns and aspirations of the youth and discussed them in depth, out of concern for their basic role in the present and future of the church and decided to raise these concerns and aspirations to the heads of churches and to activate the participation of youth in the work of the MECC in order to follow up on them.

Sixth: The conferees stressed the need to move forward in dialogue in order to seek to unify the date of Easter, which is a pressing demand from the various parishes of churches in the Middle East and which does not negate the spirit of richness in diversity.

Seventh: The Executive Committee Recommended the convening of an extraordinary general assembly of the Middle East Council of Churches on the 50th anniversary of its founding, paving the way for it with a series of activities that embody the values of the Council and its mission, which is based on building bridges and spreading the ecumenical spirit, love, peace, social justice and the language of dialogue.

In conclusion, the conferees praised the work of the MECC’s General Secretariat team and the tremendous service performed by the Service and Relief Department – Diakonia, especially in Syria and the restoration of churches and religious institutions in various governorates. They also thanked the department for the efforts made to provide relief to those affected by the Beirut port explosion, in addition to rehabilitation programs in Jordan.

Finally, everyone prayed so that the MECC remains a prophetic voice in this East, renewing their hope in the Lord that their joint testimony be for Jesus Christ alone, in solidarity with their churches and parishes that bear witness to the Lord Jesus despite all the challenges, in application of the Sermon on the Mount:  14 “You are the light of the world. A town built on a hill cannot be hidden. 15 Neither do people light a lamp and put it under a bowl. Instead they put it on its stand, and it gives light to everyone in the house. 16 In the same way, let your light shine before others, that they may see your good deeds and glorify your Father in heaven” (Matthew 5:14-16)

Middle East Council of Churches - General Secretariat

https://www.mecc.org/mecc/2022/11/30/-3-ate8x


La sintesi in italiano del documento finale si può leggere anche sui siti di

FIDES: http://www.fides.org/it/news/73120-ASIA_LIBANO_Il_Consiglio_delle_Chiese_del_Medio_Oriente_ai_giovani_cristiani_rimanete_fedeli_alla_vostra_terra

e di ASIANEWS: https://www.asianews.it/notizie-it/Chiese-del-Medio-oriente:-pace-e-futuro-per-i-giovani-nella-loro-terra-57235.html