Prendo
una notizia da Repubblica. Potrei riprenderla da qualunque giornale,
tanto tutti gli articoli sono in fotocopia: dipendono da rilanci
d’agenzie, mica hanno una squadra di giornalisti sul posto.
«Un
nuovo attacco aereo a Douma con armi chimiche provoca almeno 100
morti e mille feriti. Continua una guerra diplomatica Usa-Russia, con
Washington che chiede ai russi di abbandonare Assad e Trump denuncia
“l'insensato attacco chimico” con un tweet in cui punta il dito
contro il presidente Putin: “La Russia e l'Iran sono responsabili
per il sostegno all'Animale Assad. Ci sarà un alto prezzo da
pagare”. Una fonte dell'amministrazione fa sapere che la Casa
Bianca non esclude la rappresaglia contro Assad: un raid missilistico
contro obiettivi del regime siriano. “Non escluderei” alcuna
opzione, ha affermato alla Abc Thomas Bossert, consigliere di Trump
per la sicurezza nazionale e l'antiterrorismo, in contatto con Trump
da sabato sera per valutare una risposta. “Quelle foto sono
orribili - ha aggiunto -, in questo momento stiamo esaminando
l'attacco”».
Che
pena. Già il dire “quelle foto sono orribili” indicano che
Bossert si fida delle foto. Di quelle foto, ovviamente, non sappiamo
(1) quando sono state scattate (2) dove sono state scattate (3) da
chi sono state scattate (4) perché sono state scattate.
Ad
esempio, avete già visto la povera bimba che chiude gli occhi alla
sua bambola per non vedere gli orrori della guerra? Ce l’hanno già
propinata come bimba di Gaza anno 2014, bimba siriana anno 2016,
bimba siriana anno 2018. Pare che sia semplicemente una bimba turca
2007 che sta giocando, ma anche questo non ha importanza. L’unica
cosa certa è che una foto non è nulla e da una foto non si può
dedurre nulla.
Per
sapere (1) SE sono state usate armi chimiche (2) QUALI armi chimiche
sono state usate (3) DA CHI sono state usate (4) PERCHE’ sono state
usate, occorre ovviamente una lunga inchiesta indipendente e
realizzata sul posto. Quanto può durare un’inchiesta simile?
Diversi mesi, sicuramente. Se gli Stati Uniti partono in tromba per
bombardare, significa solo che volevano bombardare, punto e basta; e
le armi chimiche sono il solito pretesto.
Si
accoda Macron, ovviamente: «Il presidente Macron ha detto che la
Francia deciderà nei prossimi giorni con gli alleati Usa e Gb come
rispondere al regime siriano sul presunto attacco con armi chimiche
nella Ghouta. Eventuali raid degli aerei francesi avrebbero come
obiettivo le “capacità chimiche” del regime siriano».
Rispondere a un “presunto” attacco. Che pena.
Naturalmente
si accodano anche i politici locali (Trump è brutto sporco cattivo;
ma diventa un bravo ragazzo se si mette a bombardare Assad). Il
neo-capogruppo PD al Senato Andrea Marcucci ha detto che «ciò che
sta accadendo in Siria è inaccettabile. L'utilizzo delle armi
chimiche va condannato, così come gli autori e mandanti di tale
scellerati azioni. Nessuna attenuante per tale cieca violenza che ci
ricorda le stragi nazifasciste della fine della seconda guerra
mondiale». Anche Marcucci, ovviamente, per fare queste affermazioni
perentorie, non sa niente di più di quello che sa Trump. Ossia
nulla.
Vi
ricordate la “madre di tutte le fake news” siriane? Si cominciò
con il rapimento della bella Amina, la ragazza lesbica di Damasco che
“combatteva” il regime di Assad. In realtà la bella Amina era
Tom McMaster, un americano che scriveva da Edimburgo. Ma se andate a
rivedervi l’articolo di Repubblica del 9 giugno 2011 troverete non
solo la inesistente Amina «fermata
da tre agenti in borghese armati e costretta a entrare nella loro
auto nei pressi della piazza degli Abbasidi della capitale siriana»,
ma troverete addirittura «la sua partner Sandra Bagaria,
intervistata in Canada dal New York Times».
E’
una noia, ormai. Mentre la verità è così semplice: l’occidente
vuole distruggere la Siria dopo aver distrutto Afghanistan, Iraq e
Libia. E prima di distruggere l’Iran.
Come
è stato distrutto l’Afghanistan? Imputando ai Talebani la
copertura di Osama Bin Laden, autore dell’attacco alle Torri
Gemelli. I Talebani hanno sempre negato di c’entrare qualcosa con
la vicenda dell’11 settembre. Ma i media li detengono gli USA, non
i Talebani.
Come
è stato distrutto l’Iraq? Imputando a Saddam le inesistenti “armi
di distruzione di massa”.
Come
è stato distrutta la Libia? Accusando Gheddafi di “bombardare il
suo popolo”. Il suo popolo: il popolo più ricco dell’Africa, con
il massimo livello ISU (Indice di Sviluppo Umano), senza debito,
senza emigrazione, senza disoccupazione.
Come
distruggono la Siria? Imputando ad Assad la “repressione di un
movimento pacifico”, movimento che in realtà è stato da subito
una guerra civile finanziata dall’esterno, dove più dell’80% dei
“ribelli” sono miliziani non siriani.
La
realtà della Siria era questa.
(1)
Un paese senza debito. E si sa che “un paese senza debito fa rabbia
agli usurai”. Assad aveva portato una grande prosperità in Siria;
e paradossalmente le sanzioni avevano costretto la Siria a fare da sé
i prodotti di consumo, finendo addirittura per esportarli.
(2)
Un presidente amato. La gente ha la vaga idea che la Siria sia uno
stato musulmano. In realtà è uno stato laico, dove tutte le
religioni sono rispettate, compresa la minoranza cristiana. Era un
paese “democratico”? Assad rispose una volta «Dipende con chi mi
confrontate. La Francia è più democratica di noi. Ma noi siamo
certamente più democratici dei vostri alleati della Penisola
Arabica.» Assad è l’uomo giusto per imporre il pugno di ferro
sull’islamismo radicale.
(3)
Un paese dove tutti i “fondamentali” erano garantiti. Pace,
benessere, convivenza tra le minoranze, possibilità di mangiare,
curarsi, lavorare, studiare, viaggiare, pregare. Nessuna necessità
di emigrare.
Ogni
volta che i media iniziano a parlare di armi chimiche, significa una
sola cosa: che l'esercito siriano ha appena ottenuto una vittoria
importante. Assad vince a Ghouta, liberandola dai miliziani invasori
(e Ghouta è la porta di Damasco) e prontamente gli USA e i loro
media tirano fuori la notizia delle armi chimiche per aver la scusa
di bombardare.
Scrivevo
il 27 aprile 2017 un articolo sulla Siria intitolato “Gli sceneggiatori sono stanchi”. Oggi sono ancora più stanchi, perché
la Hollywood della guerra ripropone sempre la solita solfa e la
solita conclusione: Assad è cattivo e arrivano i missili USA a
esportare democrazia. Trump in Siria come Obama in Libia. E io, con
quest’articolo, vado a ripetere le stesse cose di un anno fa.
Ad
rivum eundem lupus et agnus venerant, siti compulsi.
«Cur
- inquit - turbulentam fecisti mihi aquam bibenti?»
«Qui
possum facere quod quereris, lupe? A te decurrit ad meos haustus
liquor.»
«Ante
hos sex menses male - ait - dixisti mihi».
«Equidem
natus non eram!»
«Pater,
hercle, tuus male dixit mihi!»
Atque
ita correptum lacerat iniusta nece.
Come
dite? Che paragonare Assad a un agnello è eccessivo? Niente di
eccessivo. Chi non ha accesso ai media è sempre e comunque
l’agnello. Verrà divorato dal lupo nell’applauso generale:
l’Aquila americana colpisce il dittatore! Ma non c’è dittatore
peggiore di chi usa i media per i propri scopi. Chi ci ha mentito su
Afghanistan, Iraq, Libia, potrà mai dirci la verità sulla Siria?
Di
fronte a questa situazione c’è ormai una sola possibilità:
invocare San Charbel Makhluf, santo libanese, santo del Medio
Oriente, di fermare gli americani e di salvare Assad e la Siria. Se
potete condire la preghiera con un po’ di digiuno, viene meglio.
Giovanni
Lazzaretti
Taglio
Laser, la Voce di Reggio, 14 aprile 2018