30 marzo 2016
Il
feroce attentato in Pakistan,
che ha causato 72 vittime innocenti, ha oscurato la notizia della
conquista di Palmira ad
opera delle forze di Damasco. È proprio quanto si riproponevano
gli autori della strage di Pasqua, d’altronde le Agenzie del
terrore conoscono a menadito le tecniche della
propaganda e le sanno manipolare in maniera più che sofisticata,
come hanno ampiamente dimostrato in questi anni.
Già,
perché la conquista di Palmira è ormai derubricata a episodio
secondario, mentre invece ha una rilevanza geopolitica di primaria importanza, sotto diversi profili.
Anzitutto
strategici, perché ha dimostrato che nonostante la ritirata dei
russi la controffensiva di Damasco contro le milizie jihadiste, e
l’Isis in
particolare, non si è affatto conclusa e anzi continua con efficacia
(mentre in Iraq la fantomatica coalizione internazionale guidata
dagli Usa continua a latitare).
Di
immagine, perché ha strappato all’Isis una città che era
diventata simbolo della barbarie identificativa di tale movimento
terrorista, che attraverso l’odiosa quanto inutile distruzione
delle antichità archeologiche amplificava nel mondo il suo
messaggio apocalittico (altro esempio di propaganda
sofisticata).
Infine,
la riconquista di Palmira toglie all’Isis un ulteriore mezzo di
finanziamento, dal momento che il business dei reperti
archeologici,
rivenduti in Occidente ha fatto entrare nelle casse
dell’Agenzia del terrore e dei suoi capibastone milioni di euro
(nessuno degli acquirenti di tali reperti è stato ancora
identificato, nonostante le indagini in tal senso non siano affatto
impossibili) .
Il
fatto poi che Palmira sia stata riconquistata nel giorno di
Pasqua non è affatto casuale: sarebbe potuta cadere il giorno
prima o quello dopo. Invece si è scelto proprio questo giorno, per
lanciare un messaggio di speranza al mondo. Da qui anche la pronta
reazione delle forze del caos in Pakistan, che anzitutto vogliono
annichilire la speranza.
Aver
lasciato ad Assad il
merito della liberazione della città è stato un capolavoro
tattico di Putin: rafforza il presidente siriano sia in patria
che all’estero, favorendo così la chiusura dei negoziati di
Ginevra, Questi, infatti, potranno avere un esito positivo
solo se i suoi avversari internazionali capiranno che
lo spazio per un regime-change in Siria si è definitivamente
chiuso.
Il fatto
che la conquista di Palmira sia avvenuta poco dopo
gli attentati
di Bruxelles indica
chi davvero sta contrastando l’Agenzia del terrore, nonostante
tanta narrativa occidentale tesa a dipingere Assad e Putin come
dittatori sanguinari, figure pericolose per la pace del mondo.
L’Isis,
e chi lo supporta a livello internazionale, sa
invece perfettamente chi sono i suoi veri avversari.
Tanto che con la bomba in Pakistan ha inteso inviare un ulteriore
segnale: il terrorismo può
colpire in Asia e dilagare fino ai confini della Russia. Un progetto
che le agenzie del terrore coltivano da tempo .
Non
solo: il tentativo di far dilagare il caos in Pakistan punta anche a
destabilizzare il governo di Nawaz
Sharif,
che sta tentando di chiudere il decennale contrasto
con l’India attraverso la mediazione russa. Una
riconciliazione necessaria per restringere gli spazi
di manovra alle forze del caos nel cuore dell’Asia.
In
tutto questo, e nonostante tutto questo, le cancellerie occidentali
continuano a considerare Mosca un nemico più che un partner
indispensabile per porre un argine al terrore globale. Una scelta
folle, che condanna l’Europa a dispiegare un’azione di
contrasto al terrorismo totalmente inadeguata.
Urgono
correttivi, ma l’élite europea (culturale, economica e politica)
da tempo ha dimostrato una scarsa propensione alla lungimiranza.
http://piccolenote.ilgiornale.it/27950/lattentato-in-pakistan-e-la-liberazione-di-palmira
PALMIRA LIBERATA MA NON È MERITO DELL’OCCIDENTE
Danni gravissimi con stime di almeno 5 anni per ristrutturare quanto è stato distrutto secondo Maamoun Abdelkarim, responsabile per le antichità e i musei siriani.
|
di Gianandrea Gaiani
....
La liberazione di Palmira rappresenta lo specchio più nitido dell’ambiguità dell’Occidente, incapace o privo della volontà di combattere davvero lo Stato Islamico e prono di fronte alle pretese dei regimi islamisti di Turchia, Arabia Saudita, Qatar ed Emirati Arabi Uniti pretenderebbero di sostituire il regime di Assad con la dittatura della sharia.
Neppure i rapporti stilati negli ultimi dieci anni da diversi servizi d’intelligence (e resi noti da Wikileaks) che denunciano la massiccia infiltrazione di imam Salafiti in Europa ad opera dei sauditi (o dei Fratelli Musulmani finanziati da turchi e Qatar) ha indotto le cancellerie europee ad aprire gli occhi sulla natura di alcuni “alleati”.....
.... leggi l'articolo completo qui :