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domenica 6 dicembre 2015

"L’Isis non si sconfigge con i raid": Patriarca Younan. Magari non schierarsi con i suoi finanzieri e strateghi ...


AGGIORNAMENTO 7 DICEMBRE: LA GUERRA MONDIALE INCOMBE, PREGHIAMO!
La coalizione guidata dagli Usa bombarda un campo dell’esercito siriano      http://www.asianews.it/index.php?art=36073&l=it
La Siria dichiara di essere pronta ad abbattere gli aerei NATO che violino la sua  sovranità 
 http://m.sputniknews.com/columnists/20151206/1031325664/syria-nato-planes-cunningham.html#ixzz3tYHI5QIN



Il patriarca della Chiesa siro-cattolica Mar Ignace Youssif III Younan 
di Rafic Greiche
direttore de “Le Messager” organo di stampa della Chiesa cattolica in Egitto e portavoce della Chiesa cattolica egiziana
Il capo della Chiesa siro-cattolica, Mar Ignace Youssif III Younan, accusa i governi dell’Ovest di mantenere un “conflitto infinito in Siria” per una volontà egemonica. I terroristi che usano l’islam come pretesto per la violenza “sono già infiltrati in Europa, sostenuti dai soldi di Arabia Saudita e Paesi del Golfo sotto la supervisione dei governi occidentali”. Papa Francesco “vero difensore della giustizia, è pieno di dolore per quanto sta accadendo in Siria e Iraq”.

AsiaNews, novembre 2015

Beatitudine, qual è la situazione dei siriani, e in modo particolare dei cristiani?
Al momento la situazione in Iraq e Siria è drammatica, e tutto il popolo siriano vive nel dolore. Noi, come pastori, dobbiamo essere vicini al nostro popolo e aiutarli al massimo delle nostre possibilità. I siro-cattolici (così come le altre chiese tipo i caldei, gli assiri e i siro-ortodossi) hanno vissuto per secoli nella parte orientale della Siria, nei pressi del fiume Rafi Din. Ma non ci eravamo mai spostati nella parte occidentale o in Libano come in questi giorni. La nostra presenza andava anzi verso Iran, Afghanistan e India. Le colline afghane note come Tora Bora prendono il nome da un termine siriano che significa ‘le colline più scure’.
Oggi siamo intrappolati in una situazione terribile: sciiti e sunniti, problemi settari ed etnici, gang criminali chiamate Isis e altri gruppi terroristici che usano l’islam come un pretesto per “purificare” in nome della religione le aree sotto il loro controllo, e studiosi musulmani che ci dicono che l’islam è estraneo a questi fatti.
Noi cristiani non siamo in grado di vivere in questo caos che produce milizie, bande armate, gruppi terroristi e partiti islamici. Ma quando manteniamo una posizione ferma contro questi fenomeni, allora l’Occidente ci accusa di essere dittatoriali. Eppure nella storia non importa se vi è un califfo, un re, un emiro, un principe o un presidente della Repubblica; almeno fino a quando questi garantisce pace e sicurezza alle minoranze.
Quando il caos è scoppiato, dopo l’invasione dell’Iraq nel 2003 fino a oggi, abbiamo capito l’orrore di questa situazione. Le democrazie occidentali che hanno cospirato contro la Siria hanno prodotto la distruzione dell’infrastruttura della nazione, la demolizione di case, città, villaggi, monumenti e siti archeologici. Questo è il risultato di una politica non saggia e di una cospirazione, con il pretesto di portare la democrazia nella regione.
Le nostre nazioni non accettano con facilità la democrazia perché non esiste una reale separazione della religione dallo Stato. Le minoranze implorano per avere una rappresentanza davanti alla maggioranza musulmana, e si sentono come immigrati in terra straniera. Noi cristiani siamo in queste terre da migliaia di anni, molto prima dell’islam. I politici dell’Occidente – e in particolare quelli di Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia – sono in favore di un conflitto senza fine in Siria e Iraq. Questo ha prodotto gruppi di terroristi e di ‘takfiriin’ [coloro che condannano gli altri per apostasia-ndr] e i media occidentali rimangono in silenzio, in modo complice e codardo. Non si tratta di difendere la verità e la giustizia: si inginocchiano davanti a chi paga e restano zitti.
Tutti i patriarchi orientali, me compreso, hanno parlato con chiarezza all’Occidente sin dall’inizio: “State attenti, la situazione della Siria non è come quella egiziana, tunisina o libica. È molto più complessa, e un conflitto creerà soltanto caos e guerra civile”. Non hanno ascoltato e hanno risposto: “No, il regime degli Assad cadrà in pochi mesi”. Cosa che non è accaduta, come avevo predetto. E cinque anni dopo un popolo innocente, e in modo particolare i cristiani, non trova più nessuno per sostenerlo. L’Occidente ci ha traditi.

Come legge la questione del flusso di migranti verso l’Europa?
Più di due mesi fa, il mondo si commosse davanti alla fotografia del piccolo Aylan, morto sulle coste turche con la sorella e la madre. Ma i governi occidentali hanno un’altra agenda, in particolare la Turchia che ha cambiato la sua politica nei confronti dei migranti quando ha capito che le Nazioni Unite e l’Unione Europea non l’avrebbero aiutata in modo sufficiente. E quando la signora Merkel ha annunciato che la Germania avrebbe accettato 800mila migranti.
In questo modo il flusso di migranti è aumentato, così come sono aumentati coloro che viaggiano con documenti falsi o in altri modi illegali per raggiungere la Germania o le altre nazioni europee. Non si tratta soltanto di siriani: sono aumentati anche coloro che provengono da altre nazioni.
Oggi le varie parti del mondo sono divenute molto più vicine le une alle altre. Non si può pensare di sconfiggere Daesh con i raid aerei: questa è una grande bugia. Perché i loro sostenitori sono infiltrati nella popolazione, dove sono finanziati e ottengono armi e indottrinamento religioso. Per anni questi gruppi terroristici sono stati foraggiati dall’Arabia Saudita e dalle Nazioni del Golfo sotto la supervisione dell’Occidente.
Ora i siriani chiedono alla Russia di intervenire, sulla base di un accordo di coordinamento militare. Il governo siriano è il governo legittimo, riconosciuto dalle Nazioni Unite. Dobbiamo essere pratici: soltanto l’1% dei cittadini iracheni è ormai di religione cristiana. Se scappano anche questi, la nostra presenza svanirà. Non abbiamo bisogno di parole ma di atti.
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La Turchia, l'Occidente e il petrolio dell'ISIS 

footage contrabbando del petrolio siriano in Turchia 
Piccole Note, 3 dicembre 2015

La Turchia fa affari con l’Isis. Un’accusa devastante, relativamente offuscata nei media dalla strage avvenuta ieri in California (14 morti in un centro disabili), ma che pure è riuscita a filtrare e a imporsi su altre.
Un’accusa comprovata da immagini satellitari e aeree di migliaia di camion che attraversano indisturbati la frontiera turca provenienti dalla Siria. «Le foto e le prove presentate da Mosca inchiodano la Turchia», scrive Nicola Lombradozzi sulla Repubblica di oggi.

Un affare di famiglia,  accusano i russi, dal momento che il figlio di Erdogan è «a capo della più grande compagnia energetica del Paese» e suo genero è «stato nominato ministro dell’Energia», come ha spiegato ieri il vice-ministro della Difesa russo Anatoli Antonov.
Da tempo tali circostanze erano note. Cenni e notizie rimbalzavano da giornale in giornale e convergevano in questa direzione. Un segreto noto, che ieri è stato disvelato in tutta la sua drammaticità a tutto il mondo.
Intervistato da Lettera 43, anche l’ex amministratore delegato dell’Eni Paolo Scaroni ha affermato: «Le accuse di Mosca a Erdogan, figlio e genero sono tutte da dimostrare, ma sul fatto che la Turchia chiuda un occhio su migliaia e migliaia di barili di petrolio che ogni giorno passano la frontiera con la Siria e che sono raffinati negli stabilimenti turchi non c’è il minimo dubbio. E non da oggi».

Al di là delle cautele del caso sulla famiglia presidenziale, le parole di Scaroni sono pesanti. Né è possibile che i figli di Erdogan, per i posti che occupano, possano ignorare i traffici che avvengono nel territorio anatolico, dal momento che i porti nei quali viene smerciato il petrolio “Made in Isis” sono quelli che smerciano il petrolio prodotto in Turchia.

Non solo petrolio: ieri Mosca ha anche spiegato come dalla frontiera turca passano armi e rifornimenti per l’Isis, che in territorio turco esistono campi di addestramento per miliziani e che solo nell’ultima settimana da qui sono arrivati in Siria 2000 combattenti. Anche in questo caso si parla di fatti notori: basti pensare a tutti i foreign fighters europei che, secondo le cronache dei giornali, per raggiungere la Siria sono passati dalla Turchia.

Insomma, quel che è stato disvelato ieri da Mosca non è che il segreto di Pulcinella, noto a tutte le cancellerie occidentali, eppure obliato in nome dell’appartenenza di Ankara all’Alleanza Atlantica. Una omertà dovuta anche alla paura che questa sveli gli acquirenti finali di questo traffico. Già, perchè qualcuno questo petrolio lo deve pur comprare dai turchi. Lasciamo all’intelligenza dei lettori provare a indovinare dove va a finire…

Tutto questo sarebbe, tra l’altro, materia di indagine da parte delle varie magistrature delle nazioni europee verso le quali sono rivolte le minacce dell’Isis e dove i suoi agenti hanno versato sangue innocente.   Magistrature solerti a indagare su tangenti e altro, ma stranamente inerti di fronte a crimini tanto più gravi.

Così il vero scandalo che si sta consumando in questi giorni non riguarda tanto la Turchia, ma quel che sta avvenendo in Occidente. Che ha scelto di schierarsi con chi sta lucrando grazie all’Isis piuttosto che con chi lo sta combattendo.
Una scelta devastante per quella che viene chiamata, ormai solo nei proclami dall’Isis e di quanti a parole dicono di volerla contrastare, civiltà occidentale. Deriva tragica, foriera di ulteriori tragedie.