Oggi
l`arca santa e vivente del Dio vivo, colei che portò in seno il suo
stesso Creatore, riposa nel tempio del Signore, non costruito da mano
d`uomo. Davide, suo antenato e progenitore di Dio, trasale di gioia;
gli angeli danzano in festa, gli arcangeli applaudono e le potenze
del cielo cantano gloria... Colei che fece scaturire per tutti
la vera vita, come avrebbe potuto essere soggetta alla morte? E`
vero: anch`essa si piega alla legge promulgata dal proprio figlio e,
come figlia del vecchio Adamo, subisce la sentenza emessa contro il
padre, poiché neppure suo Figlio, che è la Vita stessa, vi si è
sottratto. Ma, come madre del Dio vivente, è giusto che sia portata
presso di lui.
Perché,
se Dio ha detto, a proposito del primo uomo creato: Che
ora non stenda la sua mano per cogliere il frutto dell`albero della
vita e, gustandolo, non viva in eterno
(Gen 3,22), colei che ha ricevuto in sé la Vita stessa, infinita e
illimitata, la Vita che non conosce né inizio né termine, come non
sarebbe viva per tutta l`eternità?
Un tempo, il Signore Dio
aveva scacciato dal paradiso dell`Eden e mandato in esilio i
progenitori della nostra razza mortale, che erano come inebriati dal
vino della disobbedienza, avevano gli occhi del cuore appesantiti
dall`ebbrezza della trasgressione, lo sguardo dello spirito oppresso
dallo stordimento della colpa, ed erano addormentati nel sonno della
morte. Ma ora, il paradiso non riceverà forse colei che ha infranto
in sé l`impeto delle passioni e ha portato alla luce il germoglio
dell`obbedienza a Dio e al Padre, dando inizio alla vita di tutto il
genere umano? Il cielo non le aprirà forse con gioia le sue
porte?...
Se Cristo, che è la Vita e la Verità, ha detto: Dove
sono io, là sarà anche il mio servo
(Gv 12,26), a maggior ragione, come non abiterà con lui sua
madre?... Poiché il corpo santo e puro che in lei si era unito al
Verbo divino, si levò dal sepolcro il terzo giorno, bisognava che
anche lei fosse strappata alla tomba e che la madre fosse assunta
presso il Figlio.
Egli
era sceso verso di lei: così essa, la creatura amata sopra ogni
altra, doveva essere elevata in una dimora più grande e più
perfetta, nel cielo stesso (cf. Eb 9,11.24). Era giusto che colei che
aveva ospitato nel suo grembo il Verbo divino si stabilisse nella
dimora del suo Figlio. E come il Signore disse che egli doveva essere
nella casa del Padre (cf. Lc 2,49), così era necessario che la Madre
abitasse nella dimora regale di suo Figlio, nella
casa del Signore, negli atri del nostro Dio
(Sal 134,2). Perché, se lì è la dimora di tutti quelli che sono
nella gioia, dove mai dovrebbe risiedere colei che è la causa stessa
della gioia?
Giovanni
Damasceno, Homilia
II in dormitionem B.V.M.