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domenica 27 novembre 2022

Cristiani della regione di Jazira e assiri (caldei e siriaci) si uniscono nella preghiera contro l'aggressione turca

 

 Un invito a pregare durante il tempo di Avvento, chiedendo a Gesù Salvatore che viene di portare anche la pace e la fine di sofferenze e pericoli per le popolazioni del nord-est siriano, area da tempo sottoposta a bombardamenti e incursioni militari messe in atto in quelle regioni dalle forze armate turche contro obiettivi curdi. 

E’ questa la richiesta di natura spirituale rivolta in primis alle proprie comunità sparse in Medio Oriente e nel resto del mondo dal Patriarcato armeno cattolico, mentre proseguono bombardamenti aerei, attacchi con droni e colpi d’artiglieria messe in atto su input del governo turco contro le città di Hassaké e Qamishli e contro villaggi nelle province siriane di Aleppo, Raqqa, Deir ez Zor e Hassakè. 

Gli attacchi militari – si legge tra l’altro nell’appello alla preghiera diffuso dall’ufficio di comunicazione del Patriarcato armeno cattolico – colpiscono le infrastrutture, e in questo modo provocano il blocco della fornitura di acqua e di elettricità, ai danni delle popolazioni locali. Uno scenario di dolore e sofferenze in cui – si legge nell’appello – occorre implorare nella preghiera che il Signore aiuti il ritorno della pace per quelle terre e quelle popolazioni martoriate da interminabili situazioni di conflitto. 


Le incursioni militari turche vengono giustificate con l’obiettivo di colpire combattenti curdi nel nord-est siriano, area sottratta di fatto al controllo del governo di Damasco e sottoposta alla cosiddetta Amministrazione autonoma della Siria nord-orientale, guidata di fatto dalle Forze Siriane Democratiche, (Syrian Democratic Forces-SDF), alleanza di forze e milizie a guida curda formatasi durante gli anni del conflitto siriano. 

A fare le spese dell’escalation militare sono stati anche soldati dell’esercito siriano e la popolazione civile dell’area. Da ultimo, a Hassaké l’attacco a una centrale di gas ha provocato un colossale incendio, con morti e feriti tra i lavoratori, mentre i bombardamenti turchi nell’area di Deir ez Zor hanno messo in allarme anche le postazioni militari statunitensi dislocate in quella zona. 

Dopo un bombardamento con droni sul campo di El-Hol, decine di detenuti jihadisti legati allo Stato Islamico (Daesh) sono riusciti a fuggire.
Secondo diversi analisti, l’offensiva militare turca in tutte le aree siriani poste lungo il confine potrebbe preparare il terreno a un’invasione di terra. 

Agenzia Fides 24/11/2022

lunedì 4 novembre 2019

Mentre la Turchia invade la Siria nordorientale, i cristiani sono sull'orlo del precipizio.


Benchè l'articolo rifletta la posizione di gruppi cristiani americani che contestano la decisione del ritiro dell'appoggio USA ai Curdi, lo proponiamo ai lettori di OraproSiria perchè ne condividiamo la grave preoccupazione per il destino dei Cristiani Assiri davanti all'avanzata delle milizie pro-turche, di ottomana memoria... Minacciosamente, Erdogan aveva affermato che la 'zona di sicurezza' lungo il confine turco-siriano avrebbe potuto essere 'allargata', e di fatto l'attacco degli islamisti pro-turchi sulla enclave assira Tel Tamr situata a 50 km di profondità nel territorio siriano è andato ben oltre della 'zona di pattuglia di 10 km' o della 'zona sicura di 30 km' concordate con Mosca!

di Sam Sweeney, National Review 
traduzione Gb.P. 
Dopo decenni di stallo a causa delle obiezioni della Turchia, la Camera degli Stati Uniti ha riconosciuto il genocidio del popolo cristiano Armeno da parte dell'Impero Ottomano durante la prima guerra mondiale. Nel testo della risoluzione, si fa riferimento ad altre popolazioni cristiane colpite dal genocidio: Greci, Assiri, Caldei, Siriaci, Aramei e Maroniti. Ognuna è una comunità unica con una storia unica. Anche se l'inchiostro si sta asciugando sulla risoluzione, una di quelle comunità, nel nord-est della Siria, affronta di nuovo una familiare minaccia esistenziale.
Nonostante un presunto cessate il fuoco tra Stati Uniti e Turchia e, separatamente, tra Turchia e Russia, continua l'attacco turco in Siria. Formazioni sostenute dalla Turchia si stanno spostando in una serie di villaggi, lungo il fiume Khabur, che avevano dato rifugio ai cristiani Assiri fuggiti dalla Turchia oltre cento anni fa. I loro discendenti sono a rischio di scomparsa. Il Consiglio Militare Siriaco Assiro, composto da cristiani locali, ha difeso con successo l'area dall'ultima incursione, ma quanto durerà senza il sostegno di alleati? Prima del 2011, la popolazione assira del Khabur era diffusa in oltre trenta villaggi che si estendevano da sud della città di Ras al-Ayn a Hasakah, la capitale della provincia. Al centro dei villaggi, la popolazione di Tel Tamr era prevalentemente curda e araba ma con una significativa minoranza assira.
Gli Assiri del Khabur sono quasi esclusivamente membri della Chiesa Assira d'Oriente, che ha una storia affascinante, in gran parte sconosciuta in Occidente. Sono discendenti dei cristiani dell'Impero Persiano, risalenti ai primi giorni della chiesa. Quando pensiamo alle origini del cristianesimo, tendiamo a sottolineare l'Impero Romano e il suo clima politico. Mentre la fede si stava diffondendo in tutto il Mediterraneo dell'antichità, tuttavia si stava diffondendo anche nel territorio di uno dei principali rivali di Roma, l'Impero Persiano all' est. La comunità cristiana parlava in gran parte aramaico/siriaco e lo usava come lingua liturgica. Il loro dialetto particolare della lingua madre di Gesù è ancora parlato oggi in questi villaggi lungo il fiume Khabur. Tra una settimana, potrebbe non esserlo più.
Nel 424, i cristiani dell'Impero Persiano si staccarono dal resto della Chiesa, formando la Chiesa d'Oriente. Mandarono missionari verso est e oggi la più grande concentrazione mondiale di cristiani della tradizione siriaca vive nell'India meridionale. Iscrizioni bilingue in siriaco e cinese risalgono al Medioevo. La tradizionale scrittura mongola, un adattamento dell'alfabeto siriaco, è il frutto di uno sforzo missionario cristiano che ha ricevuto scarsa attenzione qui in Occidente.
Le invasioni mongole del Medio Oriente nel 13 ° secolo furono particolarmente dannose per le comunità cristiane sopravvissute a secoli di dominio islamico. Le comunità si ridussero. Fino alla Prima Guerra Mondiale, i cristiani Assiri erano concentrati in gran parte nel sud-est della Turchia e in alcune parti dell'Iraq. Nel 1915, il collassante Impero Ottomano, dopo aver deciso che il territorio che sarebbe diventato la Turchia doveva sbarazzarsi della sua popolazione cristiana, iniziò a spianare la strada per uno stato etnico turco, in una zona che un tempo era profondamente diversa. La attuale oppressione della Turchia nei confronti della popolazione Curda è un tentativo di finire ciò che era iniziato quando ha eliminato i cristiani del Paese.
Dopo il genocidio, che ha mietuto oltre 2 milioni di vite nelle varie comunità colpite, i cristiani sono fuggiti. Molti sono finiti negli Stati Uniti. Gli Assiri fuggirono in gran parte in Iraq, ma presto incontrarono problemi anche lì. Sebbene alcuni abbiano combattuto per l'esercito britannico che allora occupava il paese, la Gran Bretagna non ha sostenuto il loro sogno di uno Stato Assiro indipendente. Dopo il massacro degli Assiri a Simele, nel nord dell'Iraq nel 1933, molti attraversarono il Tigri verso la Siria controllata dai francesi, dove si stabilirono lungo il fiume Khabur. Lì la comunità ha vissuto da allora, preservando il suo dialetto aramaico.
I cristiani Assiri in Siria sono una minoranza all'interno di una minoranza. La maggior parte dei cristiani in Siria, che erano meno del 10 per cento della popolazione del paese prima dell'attuale guerra, sono etnicamente arabi. Anche la comunità Siriaca (cugini degli Assiri) nel nord-est della Siria ha una popolazione più numerosa. I circa 15.000 Assiri che vivevano lungo il fiume Khabur prima del 2011 erano una delle maggiori concentrazioni di Assiri rimaste nel mondo.
Il 23 febbraio 2015, dopo quasi un secolo di stabilità per gli Assiri, i combattenti dell'ISIS scesero dalle montagne di Abdul Aziz a sud-ovest, presero il controllo di circa la metà dei villaggi assiri nella zona e rapirono circa 250 residenti. Tre furono uccisi in video, per inviare il messaggio che la comunità doveva pagare meglio, cosa che fece dopo aver raccolto denaro dagli Assiri di tutto il mondo. Gli ostaggi furono restituiti tranne una ragazza. I residenti pensano che a un emiro dell'ISIS sia piaciuta e l'abbia tenuta per sè. Il suo destino è ancora sconosciuto. Nei villaggi sotto il suo controllo, l'ISIS ha deliberatamente distrutto le chiese e nelle case e attività commerciali ha dipinto graffiti che esaltavano lo Stato islamico.
L'ISIS ha detenuto la riva sud-occidentale del fiume Khabur per circa tre mesi prima di essere respinto dall'YPG curdo (Unità di Difesa Popolare) e dalle milizie cristiane locali. L'YPG e queste fazioni cristiane alla fine si unirono formando le Forze Democratiche Siriane (SDF), sostenute dalla potenza aerea americana. Tra i rapimenti, i combattimenti e le minacce dell'ISIS, la maggior parte degli Assiri fuggì. L'assistenza agli Assiri del Khabur arrivava principalmente sotto forma di visti, verso nazioni come Australia, Svezia, Germania e Stati Uniti. Entro il 2019, solo circa 700 o 800 persone erano rimaste sparse in tutti i villaggi. Quelli che rimasero erano determinati a ricostruire e continuare. Dopo quattro anni di relativa stabilità, alcuni Assiri erano già tornati, almeno a tempo parziale, a piantare e raccogliere i loro raccolti di grano e orzo irrigati dal Khabur.
Negli ultimi giorni, i militanti sostenuti dalla Turchia hanno iniziato a invadere i villaggi assiri del Khabur. I residenti vedono la storia ripetersi. Continuano a emergere video di islamisti sostenuti dalla Turchia che commettono atrocità contro civili in vari posti. I cristiani sono fuggiti dalle città di Tel Abyad e Ras al-Ayn mentre i miliziani pro-turchi li prendevano d'assalto urlando Allahu akbar, sostenuti dalla potenza militare turca. A Tel Abyad, i militanti hanno filmato una scena all'interno della chiesa della città, dicendo che era stata profanata mentre era sotto il controllo curdo dell'YPG negli ultimi anni. I turchi sostengono che l'YPG ostentava lì un'immagine di Abdullah Ocalan, il leader del PKK, il Partito dei Lavoratori del Kurdistan, che ha sede in Turchia e Iraq. Penso che tale affermazione sia altamente non plausibile, dopo aver visitato una dozzina di chiese nella Siria nord-orientale nell'ultimo anno, spesso senza preavviso. Con ogni probabilità, dopo che i Cristiani Armeni hanno evacuato la città in previsione dei combattimenti, le milizie sostenute dalla Turchia hanno profanato la chiesa e poi l'hanno filmata per incolpare i loro nemici. Dal 2011 la comunità cristiana nel nord-est della Siria si è divisa tra coloro che sono rimasti aderenti al governo e quelli che hanno sostenuto l'SDF a guida curda, ma tutti sono uniti nella loro opposizione all'invasione turca e nella paura dei gruppi jihadisti siriani che la Turchia ha usato come proxy nel conflitto.
Data la storia degli ultimi cento anni, è ben comprensibile che i cristiani della Siria nord-orientale si rifiutino di vivere sotto il dominio turco. All'inizio del 2018, la Turchia ha conquistato l'area in gran parte curda di Afrin nella Siria nordoccidentale. Una comunità di ex musulmani che si era convertita al cristianesimo evangelico è fuggita a Kobani, una città al confine settentrionale della Siria con la Turchia. Le milizie sostenute dalla Turchia hanno profanato i siti religiosi yazidi e saccheggiato i siti archeologici e più recentemente una storica chiesa maronita. Non c'è motivo di pensare che i miliziani al soldo della Turchia agiranno diversamente nel nord-est, dove ora stanno invadendo i villaggi assiri del Khabur. Il riconoscimento del genocidio di un secolo fa è importante, ma non farà nulla per impedire l'attuale assalto, che potrebbe metter fine del tutto alla comunità assira del Khabur. Le truppe americane avevano impedito un simile risultato fino a quando non si sono allontanate dal confine e hanno permesso alla Turchia di entrare. Il governo siriano e la Russia hanno dichiarato che avrebbero fermato i turchi, ma i turchi continuano ad avanzare. I cristiani hanno già lasciato Tel Abyad e Ras al-Ayn. Il Khabur potrebbe essere il prossimo. Migliaia di altri cristiani, nonché curdi, yazidi e altri in tutto il nord-est della Siria affrontano la minaccia di violenza e distruzione, a meno che la Turchia non venga fermata.
https://www.nationalreview.com/2019/10/turkey-invades-northeast-syria-christians-there-are-on-the-brink/