Reuters
segnala che mercoledì gli Stati Uniti hanno imposto nuove sanzioni
"per tagliare i fondi per il governo del presidente siriano
Bashar al-Assad" e hanno avvertito che chiunque
intrattenga rapporti commerciali con Damasco rischia di essere
inserito nella lista nera. Si distingue il grottesco inserimento nelle sanzioni anche del figlio adolescente di Assad, Hafez, di altre 4 persone e 10
entità, tra cui un'unità dell'esercito siriano.
In
realtà sono gli stessi siriani ad affrontare il peso delle sanzioni
e della crisi economica che impedisce la ricostruzione delle
infrastrutture e il mantenimento dei posti di lavoro.
Per
questo ci sembra molto interessante il racconto della coraggiosa
iniziativa di intrapresa 'dal basso' qui raccontata.
OpS
Conferenza
delle piccole imprese
per combattere le sanzioni
e la 'Caesar Act
USA'
di
Vanessa Beeley . Traduzione Gb.P. OraproSiria
Due
settimane fa, ho partecipato a una conferenza di due giorni a
Damasco, in Siria. L'iniziativa nasce da un'idea di un uomo d'affari
e imprenditore siriano, il dott. Hani Barakat, che ha riunito un
gruppo di uomini d'affari giovani e intraprendenti per discutere gli
ostacoli che devono affrontare i giovani siriani quando provano a
intraprendere qualsiasi tipo di iniziativa commerciale.
Il
loro percorso verso il successo è stato duramente influenzato dalle
sanzioni illegali della Coalizione degli Stati Uniti (e le precedenti
sanzioni contro la Siria del 1979) e ulteriormente influenzato dalla
recente e punitiva Legge Cesare - una svolta barbara delle sanzioni
economiche da parte degli Stati Uniti sulla base di un rapporto
fraudolento di "tortura nelle carceri siriane".
Durante
i due giorni, gli ostacoli logistici e burocratici sono stati
discussi apertamente. Le critiche al governo e agli elementi
all'interno del settore commerciale sono state ascoltate ed esaminate
e analizzate in modo costruttivo. Alla fine delle due giornate, il
team guidato dal dott. Barakat ha redatto un riassunto completo delle
problematiche sollevate ed ha proposto soluzioni per accelerare
l'avviamento delle piccole imprese.
Il
dott. Barakat intende portare la conferenza in tutte le principali
città della Siria per approntare una relazione riguardo alle
problematiche per regione e per settore. Il contingente di Aleppo
era presente a Damasco ed è in attesa dell'incontro di Aleppo che
seguirà nei prossimi mesi.
Il dott. Hani Barakat alla conferenza di Damasco "Sfidare Cesare". Foto: Vanessa Beeley |
Durante il discorso introduttivo il dott. Barakat, ha toccato anche i seguenti punti:
“Sarebbe
meglio regalare tutto piuttosto che svendere il Paese come hanno
fatto alcuni. Se potete aiutare questo Paese, non dovreste esitare a
farlo. La vittoria in campo economico significa sicurezza e stabilità
per tutti nel Paese ".
“ Voi
(la piccola comunità imprenditoriale) siete la nostra speranza,
siete l'esercito siriano contro il terrorismo economico. L'eroica
vittoria dell'Esercito Arabo Siriano contro il terrorismo militare è
la nostra vittoria, ma è anche una vittoria per il mondo intero.
Abbiamo tutti un debito enorme nei confronti dell'Esercito arabo
siriano il cui sacro sangue è stato versato per difendere la Siria e
il suo grande popolo. Siete un popolo con pazienza, dignità, onore
e resistenza. Il mondo intero vi è stato contro ma non vi siete
arresi. Ora non è il momento di arrendersi alla paura e
all'illusione seminate dalla quinta colonna, specialmente sui social
media. "
“Il
nostro comandante, il presidente Bashar Al Assad, ha guidato il Paese
in salvo dopo gli attacchi alla nostra gente. Non abbiamo mai
abbandonato il Paese durante i periodi più bui e non lo faremo ora.
Combatteremo la guerra economica con lo stesso coraggio.
Questa
organizzazione si paga tutto da sola, non c'è corruzione, solo
etica, morale e scienze politiche. C'è gente che sta ostacolando
questa iniziativa perché intendo combattere la corruzione.
Il
motivo principale per cui ho avviato questa iniziativa è per ridurre
la sofferenza del popolo siriano. Voglio offrire reali opportunità
di lavoro e incoraggiare attivisti e giovani a creare le proprie
piccole imprese. Siamo una candela in un tunnel molto buio ma ci sono
persone che tornano da fuori della Siria per aiutare a ricostruire.
Voglio che la prossima generazione possa guardare indietro e
ringraziare questa generazione per non aver abbandonato questo Paese
nel momento del bisogno. Se l'esperimento funziona qui a Damasco,
trasferiremo in ogni altra grande città della Siria lo stesso
concetto.”
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