“Aghia Sofia, dalle tue pareti hanno cacciato i santi:
Aghia Sofia, ho pregato ancora tra le tue mura.
Solitaria e attonita la Vergine regge il Bambino senza sorriso.
Così da secoli annerisce l’oro dei mosaici nel museo dei vincitori.
Sono scesa in silenzio alle cisterne d’acqua, buie cattedrali della terra,
lontano dall’impronta dei sultani che ti hanno trapassato il cuore”.
Coro: Ensemble in Canticis Solisti: Olga Chechetkina e Dmitry Zhavko Testo: Marina Valmaggi
Forse non lo sanno e pensano di aver conquistato qualcosa per Dio e per se stessi. Ma lo sappiamo bene noi che lo sperimentiamo ogni giorno crocifissi con Cristo. La nostra vita, con le difficoltà e le sofferenze, la precarietà e le consolazioni del suo amore sono Basiliche e Cattedrali infinitamente più belle di Santa Sofia. Perché nessuno potrà strapparle dalla mano di Cristo, e perché, in Lui, sono già incastonate nell'eternità dove la corruzione non potrà raggiungerle.
La Sapienza in onore della quale essa fu edificata infatti, è quella della Croce, nascosta persino agli angeli, ma rivelata ai piccoli, che risplende come una lode purissima sull'altare immacolato delle stigmate che li unisce a Cristo.
Fa soffrire vedere una Chiesa trasformata in moschea, ma Dio sa, Dio agisce misteriosamente anche negli eventi più dolorosi e difficili da comprendere e accettare. E oggi, giorno della prima preghiera islamica nella cara Santa Sofia, risuonano le Parole di Gesù che solo i cristiani conoscono, perché vive e compiute nella loro vita: "Credimi, donna, è giunto il momento in cui né su questo monte, né in Gerusalemme adorerete il Padre. Ma è giunto il momento, ed è questo, in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; perché il Padre cerca tali adoratori. Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorarlo in spirito e verità" (Gv 4, 23-24).
Che il Signore, in questo tempo difficile e gravido di persecuzione, ci conceda il dono di adorarlo in spirito e verità, per avere l'onore, la gioia e la pace di rendergli gloria con tutta la nostra vita.
don Antonello Iapicca (Fb)
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