Lo
scopo della petizione ''Basta Sanzioni alla Siria'' lanciata sulla
piattaforma 'Change.org' è attirare l'attenzione dell'opinione
pubblica e della politica sul problema dell'embargo.
Le sanzioni potrebbero essere rinnovate lunedì 23 maggio quando si
riunirà il Consiglio Europeo con rappresentanti dei governi,
ministri o sottosegretari. E'
sufficiente che un solo membro si opponga al rinnovo perché le
sanzioni vengano sospese.
La
guerra e le sanzioni non lasciano altro scampo ai siriani che la
fuga. Lo spiega l'appello delle religiose e dei religiosi siriani,
impegnati ogni giorno a soccorrere le popolazioni, i superstiti di
Aleppo come i milioni di sfollati interni: essi chiedono una
possibilità dignitosa di restare nella propria terra.
Vi invitiamo dunque a
firmare e a diffondere tra tutti i vostri conoscenti la petizione, che trovate qui:
Nel 2011 l’Unione Europea, varò le sanzioni contro la Siria, presentandole come “sanzioni a personaggi del regime”, che imponevano al Paese l’embargo del petrolio, il blocco di ogni transazione finanziaria e il divieto di commerciare moltissimi beni e prodotti. Una misura che dura ancora oggi, anche se, con decisione alquanto inspiegabile, nel 2012 veniva rimosso l’embargo del petrolio dalle aree controllate dall’opposizione armata e jihadista, allo scopo di fornire risorse economiche alle cosiddette “forze rivoluzionarie e dell’opposizione”.
In questi cinque anni le sanzioni alla Siria hanno contribuito a distruggere la società siriana condannandola alla fame, alle epidemie, alla miseria, favorendo l’attivismo delle milizie combattenti integraliste e terroriste che oggi colpiscono anche in Europa. E si aggiungono a una guerra, che ha già comportato 250.000 morti e sei milioni di profughi.
La situazione in Siria è disperata. Carenza di generi alimentari, disoccupazione generalizzata, impossibilità di cure mediche, razionamento di acqua potabile, di elettricità. Non solo, l’embargo rende anche impossibile per i siriani stabilitisi all’estero già prima della guerra di spedire denaro ai loro parenti o familiari rimasti in patria. Anche le organizzazioni non governative impegnate in programmi di assistenza sono impossibilitate a spedire denaro ai loro operatori in Siria. Aziende, centrali elettriche, acquedotti, reparti ospedalieri sono costretti a chiudere per l’impossibilità di procurarsi un qualche pezzo di ricambio o benzina.
Oggi i siriani vedono la possibilità di un futuro vivibile per le loro famiglie solo scappando dalla loro terra. Ma, come si vede, anche questa soluzione incontra non poche difficoltà e causa accese controversie all’interno dell’Unione europea. Né può essere la fuga l’unica soluzione che la comunità internazionale sa proporre a questa povera gente.
Così sosteniamo tutte le iniziative umanitarie e di pace che la comunità internazionale sta attuando, in particolare attraverso i difficili negoziati di Ginevra, ma in attesa e nella speranza che tali attese trovino concreta risposta, dopo tante amare delusioni, chiediamo che le sanzioni che toccano la vita quotidiana di ogni siriano siano immediatamente tolte. L’attesa della sospirata pace non può essere disgiunta da una concreta sollecitudine per quanti oggi soffrono a causa di un embargo il cui peso ricade su un intero popolo.
Non solo: la retorica sui profughi che scappano dalla guerra siriana appare ipocrita se nello stesso tempo si continua ad affamare, impedire le cure, negare l’acqua potabile, il lavoro, la sicurezza, la dignità a chi rimane in Siria.
Così ci rivolgiamo ai parlamentari e ai sindaci di ogni Paese affinché l’iniquità delle sanzioni alla Siria sia resa nota ai cittadini dell’Unione Europea (oggi assolutamente ignari) e diventi, finalmente, oggetto di un serio dibattito e di conseguenti deliberazioni.
FIRMATARI
Padre Georges Abou Khazen – Vicario apostolico dei Latini ad Aleppo
Padre Pierbattista Pizzaballa - Emerito Custode di Terrasanta
Padre Joseph Tobji - Arcivescovo maronita di Aleppo
Padre Boutros Marayati- Vescovo armeno di Aleppo
Suore della Congregazione di San Giuseppe dell'Apparizione dell'Ospedale “Saint Louis” di Aleppo
Comunità Monache Trappiste in Siria
Dottor Nabil Antaki – Medico, ad Aleppo, dei Fratelli Maristi
Suore della Congregazione del Perpetuo Soccorso - Centro per minori e orfani sfollati di Marmarita
Padre Firas Loufti - Francescano
Monsignor Jean-Clément Jeanbart - Arcivescovo greco-cattolico di Aleppo
Monsignor Jacques Behnan Hindo – Vescovo siro-cattolico di Hassakè-Nisibi
Padre Mtanios Haddad – Archimandrita della chiesa Cattolica-Melchita e Procuratore patriarcale
Mons. Hilarion Capucci – Arcivescovo emerito della Chiesa greco-cattolico melchita
S.B. Ignace Youssef III Younan Patriarca di Antiochia dei Siri
Mgr.Georges Masri, Procuratore presso la Santa Sede della Chiesa Siro-cattolica
S.B. Gregorio III Laham – Patriarca dei Melchiti
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