Carissimi,
davanti
a questa Quaresima e questa Pasqua, scrivere un augurio… a partire
da cosa? Dalla nostra situazione in Siria? Parlare ancora una volta
di tutto il sistema di manipolazione dell’informazione, delle
contraddizioni tra il voler aiutare un popolo e sottoporlo ancora
-anche con l’epidemia- a sanzioni?
Parlare
delle difficoltà della vita, ora che il dollaro si cambia a 1300
lire, ora che il Libano è crollato e con esso i risparmi di molti
siriani, ora che questa cosiddetta pandemia sta bloccando tutto anche
qui come ovunque nel mondo ?
In
questo tempo siamo stati aiutati, grazie a Dio, da molte riflessioni
a dare un valore profondo a quanto sta accadendo, a cogliere
l’occasione, l’invito, ad una Quaresima più profonda, che si
ponga davvero davanti alla domanda essenziale. La solitudine forzata,
la precarietà dell’esistenza, ci mettono davanti alla domanda: se
si muore così in fretta, così all’improvviso, allora cos’è la
vita? E come viverla “bene”, approfittando di ogni attimo, di
ogni possibilità?
Non
si può rispondere a questa domanda se non si accetta la precarietà
dell’esistenza. Accettare che questa vita non è infinita può
farci incontrare l’esperienza che la morte è un portale su una
vita più piena, più totale, eterna.
Tra
la nostra gente siriana, questo senso dell’esistenza in Dio - vita
e morte - lo abbiamo sentito così vitale, così semplice, così senza
bisogno di parole: “Siamo nelle mani di Dio”, è la frase comune.
Altrimenti,
come accettare la morte di tanti figli? E continuare con forza a
vivere?
Sapienza
di vita, che è ben diversa dalla rassegnazione passiva, e per noi
cristiani ancora di più.
Perché
nessuna 'commissione per le fake news' potrà bannarci l’annuncio
più importante. C’è una news che nessuno potrà cancellare più,
per quanto incredibile possa sembrare: “Al Masih qam ! haqqan qam!” “Il Signore è risorto, è veramente risorto !”.
“Ecco,
bene, allora consoliamoci…stiamo tranquilli. Accettiamo tutto”....
No, niente affatto. La Resurrezione di Cristo ci sveglia, ci rende
desti, ci sospinge sulle strade del mondo (anche quando siamo in un
monastero, sì). E’
ora di svegliare le coscienze, di destarci.. Giorni gravi si stanno
preparando, “sono” già qui...Ce ne accorgiamo?
Apriamo
gli occhi, perché la Risurrezione di Cristo ce ne dà la forza.
Tanti
ci scrivono che in questa situazione forzata comprendono meglio le
'risorse' di una vita nascosta, della scelta monastica. Certamente,
ma poiché i monaci sono 'coloro che vegliano', ebbene, destiamoci.
Con
serietà, con responsabilità. Ma anche con speranza. C’è già chi
ha vinto il mondo e le forze del male…
Ecco
la Buona Pasqua, nel Signore Gesù Cristo.
Le
vostre sorelle trappiste di Azeir
P.S.
una piccola nota di cronaca. Dopo tanti mesi senza cappellano e con
'Messa precaria', dalla fine di febbraio abbiamo con noi un sacerdote
siriano che per tanti anni ha vissuto in Italia, Padre Massimo.
Ora
che molti ne sono privati, noi possiamo così celebrare tutta la
liturgia della Settimana Santa e della Pasqua. Non abbiamo i mezzi
per condividerlo sulla rete, però vorremmo dirvi che ogni giorno
portiamo tutti con noi nella preghiera, le nostre comunità, i nostri
amici, le nostre famiglie, le persone che sono nella sofferenza... e
tutti gli altri, conosciuti e sconosciuti. Non è solo un modo di
dire, siete veramente presenti.
Ai nostri lettori e amici auguriamo buona e Santa Pasqua,affidando con fiducia al Signore che per noi dà la vitaogni preoccupazione e domanda di bene.
Ora pro Siria
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