di Maria_Saadeh
aprile 2020
Saluti dalla Siria... dal cuore della
Siria, dove regnano ancora l'amore, l'orgoglio, la dignità e la
persistenza della vita nonostante tutte le minacce di morte subite
durante nove anni di guerra.
Mi rivolgo a tutti voi come popoli di
questa madre terra, come figli dell'Oriente e dell'Occidente insieme.
Ogni giorno seguiamo ciò che accade nel nostro mondo a causa di
"Corona"... e ci incoraggiamo l'un l'altro, mano nella
mano...
Vi regaliamo tutta la PACE della Terra
della pace, della Terra delle Sante religioni, di una terra che ha
quasi 12000 anni e che ha diffuso le sue civiltà a tutta
l'umanità...
Il nostro pensiero va a tutte le
persone che ogni giorno soffrono e perdono i loro cari.
Oggi affrontiamo tutti la stessa
epidemia. E per la prima volta nella storia dell'umanità siamo
diventati uguali, il mondo intero è minacciato dallo stesso rischio
di morte che ci unisce per affrontarla.
Qui non c'è differenza tra asiatici,
africani, europei o americani. Non c'è differenza tra ricchi o
poveri... Siamo tutti minacciati da una minaccia più grande di
qualsiasi guerra che può essere fatta da Stati che si armano sotto
titoli farciti di razzismo ed estremismo.
La mia voce non è solo la voce del
popolo siriano, ma anche di tutti coloro che hanno pagato
pesantemente in guerra come martiri, o di coloro che vivono ancora la
paura della morte ogni giorno. La stessa paura che viviamo oggi...
La mia voce è la voce di Palestina,
Iraq, Libia, Yemen, Afghanistan, Giappone, Corea, Nicaragua, Cuba,
Venezuela e molti altri Paesi...
Sì, oggi siamo tutti ugualmente a
rischio, ma non abbiamo le stesse capacità nell'affrontare questa
epidemia, né siamo in grado di armarci della necessaria difesa
medica, a causa della guerra economica; la guerra dei popoli affamati
e della distruzione delle società sotto le cosiddette "Sanzioni
Economiche" che alcuni Paesi hanno imposto per punire i popoli
di altri Paesi, e che si traducono in un indebolimento delle capacità
e degli investimenti, oltre a ritardare la crescita e lo sviluppo.
Per nove anni, in Siria, queste misure
coercitive unilaterali che violano tutte le Carte e le Leggi
internazionali sono state un ostacolo non solo allo sviluppo del
settore sanitario e ospedaliero, ma anche ad assicurare le nuove
attrezzature mediche, per non parlare delle centinaia di ospedali
distrutti dalle organizzazioni terroristiche.
Anche gli imprenditori e gli
investitori sono stati puniti con il congelamento dei loro conti,
bloccando così l'economia, che è alla base dello sviluppo, e
bloccando molti progetti, compresi gli ospedali che accudiscono la
forza lavoro. Purtroppo la disoccupazione ha raggiunto il 50% della
popolazione, mentre prima della guerra era inferiore all'8%...
Tutti i segmenti della popolazione sono
stati puniti arrivando per l'83% al di sotto della soglia di povertà,
il che rende difficile applicare la quarantena per contenere il virus
e applicare i trattamenti necessari. A parte il congelamento di tutti
i tipi di transazioni con carta di credito, che faciliterebbero il
processo di confinamento e l'impegno delle persone in casa, come si
fa in altri Stati...
Inoltre, la ri-diffusione di malattie,
come la tubercolosi, indebolisce il sistema immunitario e lo rende
soggetto ad un maggior numero di infezioni.
Per non parlare dell'emorragia di
competenze e cervelli sotto la bandiera dell'Asilo Umanitario. Sì,
molti medici, giovani e produttori, addirittura circa il 70% del
settore sanitario, per non citarne altri, è partito per cercare condizioni
migliori, e nella crisi odierna rappresentano un peso per i Paesi
ospitanti e si trovano minacciati perché non avranno priorità nel
trattamento contro l'epidemia di Covid19...
Questo è proprio il caso della Siria
di oggi. È soggetta al terrorismo economico lanciato dagli Stati che
si affermano come giudici delle nazioni. Questi stessi Stati, che
dichiaravano di proteggere altri popoli e si davano il diritto di
punire altri Stati, non sono in grado di avere un numero sufficiente
di dispositivi di respirazione per proteggere i loro cittadini. E
sono gli stessi Stati che chiedevano la democrazia e dichiaravano
guerre sotto il proclama di difendere i diritti umani e le
democrazie, mentre usano il razzismo contro l'umanità intera.
Perché credo fermamente che i popoli e
le società abbiano il potere di cambiare il corso della storia e che
possano fare molto e dire la loro ultima parola al loro governo.
E perché tutti noi crediamo di essere
uguali in umanità, dove non c'è differenza tra l'Oriente e
l'Occidente se non con ciò che essi portano di valori umani.
Perché credo che oggi siamo di fronte
a un momento storico che darà vita a un nuovo ordine mondiale basato
su società in cui i popoli non possono più essere trascurati:
A nome di tutti i siriani, e a nome di
tutti i popoli che sono stati "puniti", mi unisco a coloro
che chiamano il mondo a porre fine al terrorismo economico e a
revocare le cosiddette "sanzioni economiche" applicate a
molti Paesi insieme alla Russia, all'Iran e ad altri Stati sovrani.
Oggi, siamo tutti di fronte al momento umanitario che ci tiene tutti insieme su questa terra …
Abbiamo tutti il diritto alla vita ...
Abbiamo tutti il diritto a una vita
dignitosa...
Tutti abbiamo il diritto di scegliere
il nostro destino
Per tutti coloro che credono che siamo
uguali nei nostri diritti...
E per tutti coloro che credono che
possiamo superare questo flagello ergendoci con una vera e propria
presa di posizione umanitaria con noi stessi, e di fronte ai nostri
Stati che garantiscono la nostra sicurezza ...
Uniamoci, tutti i popoli di questa
terra, con la solidarietà di fronte a tutto ciò che ostacola il
diritto di ogni essere umano ad avere una vita libera e dignitosa...
Dimostriamo al mondo intero che i
diritti umani iniziano con il rispetto del suo diritto alla vita.
Correggiamo il concetto di "Umanità"
e abbattiamo questo sistema di "sanzioni" che non si addice
più alla dignità dell'uomo, nè all'umanità che tutti noi
meritiamo.
Maria_Saadeh
Membro indipendente dell'Assemblea del popolo siriano
Membro indipendente dell'Assemblea del popolo siriano
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