Traduci

mercoledì 4 ottobre 2023

Il genocidio armeno e il silenzio (complice) dell’Occidente


Fonte:
CulturaCattolica.it

Supplica ai nostri uomini politici [non solo di San Marino] e a tutti gli «uomini di buona volontà»

Siamo invasi dal nulla. Immersi in una cultura del potere che non sa più vedere la realtà e i suoi drammi, le sue tragedie. Una cultura che si diffonde per imposizione, sostenuta da élites che non sanno parlare al cuore dell’uomo, e che impongono i loro slogans e i loro schemi calpestando le menti e i cuori degli uomini, e stuprando, letteralmente, la bellezza dei più piccoli: ecco l’esempio di questa pelosa informazione  [ Da Linee di indirizzo per la comunicazione del personale sanitario con i/le pazienti LGBT+ ] : «L’orientamento sessuale lesbico/gay/bisessuale/asessuale come quello eterosessuale è una variante naturale della sessualità umana. Vista la tua giovane età hai avuto esperienze sociali negative circa il tuo orientamento sessuale? Se hai dubbi che vuoi risolvere e desideri avere più chiarezza potrebbe essere utile che tu ti rivolga ad associazioni LGBT+ sul territorio.».

Oppure si solleva un polverone sul bellissimo spot della Esselunga, che mostra attraverso gli occhi di una bambina, la sofferenza per lo sfascio della propria famiglia.

E si chiudono gli occhi sulle tragedie che investono migliaia di uomini, donne, anziani e bambini cacciati dalla loro patria, spesso seviziati e uccisi in maniera peggio che bestiale, affermando con vile linguaggio (lo scrive la Commissione Europea) «che gli armeni hanno “scelto di andarsene”».

Raccolgo sinteticamente dall’articolo di Giulio Meotti questa descrizione di quanto sta accadendo: «La fine dell’Artsakh: 120.000 sfollati, privati della loro patria, che era da oltre tre decenni una repubblica democratica, anche se autoproclamata, resasi indipendente dall’Unione Sovietica (non dall’Azerbaijan) nel 1991. Questo significherà inoltre la perdita di una democrazia – la piccola repubblica che nei giornali occidentali appariva come ‘separatista’, un tentativo di stroncarla sul nascere, naturalmente per gli interessi energetici, perché all’Occidente interessano più il gas e il petrolio... Insomma, significa la sconfitta vergognosa del mondo democratico e il trionfo assoluto delle ‘gasocrazie’ asservite e soprattutto di due dittature feroci – Turchia e il suo satrapo chiamato Azerbaigian – assistiti dalla Russia di Putin che – ricordiamoci – un mese prima dell’aggressione all’Ucraina aveva firmato un accordo di collaborazione con l’Azerbaigian appunto per avere un transito del suo gas e aggirare le imminenti sanzioni occidentali.
La fine dell’Artsakh significa, inoltre, l’espatrio o la pulizia etnica del popolo dell’Artsakh – un popolo cristiano, autoctono del territorio, che parla un proprio dialetto armeno. Sradicarlo dalla propria terra e costringerlo ad abbandonarla completamente, per mezzo della fame, l’isolamento totale e poi anche manu militari, con un’aggressione terroristica, è senza dubbio un crimine contro l’umanità – un attentato a un popolo intero che nello stesso Azerbaijan ha ormai visto decine di massacri, compresi i pogrom di Sumgayit e Baku degli anni 1988-1990.»

Certo dobbiamo intervenire, con tutti i mezzi.
La nostra «Antica terra della libertà»  (San Marino ndt) può e penso saprà portare il suo contributo, memore della epopea di accoglienza dell’ultima guerra, perché si ponga termine a questa ingiustizia. La voce della verità ha certamente più forza della potenza delle armi, purché sia gridata senza paura e senza connivenze. Il popolo sammarinese può chiedere al mondo (e se ne facciano carico i nostri uomini politici, di ogni schieramento) di non voltarsi dall’altra parte. Già gli ebrei sono stati accolti durante la tragedia nazifascista, e questo ci dà i titoli per continuare ad agire. Sappiamo camminare a testa alta.

Ancora Meotti: «Ciò che sta accadendo in Armenia è spregevole e avviene con la complicità dell’Unione Europea. L’Azerbaijan sta attuando una pulizia etnico-religiosa. Tutte queste dichiarazioni dei leader europei - come Charles Michel o Ursula Von Der Leyen - non dicono nulla e sono orgogliosi di raddoppiare le importazioni di gas dall’Azerbaijan. Azerbaijan che sta spendendo ingenti somme per corrompere i leader europei. Hanno approfittato di questa diplomazia del caviale che consiste nel fare regali. L’Europa è completamente assente. Perché abbandoniamo gli armeni?».

Vogliamo entrare in una Europa in cui non ci dovremo nascondere par la vergogna e per la complicità del male.

Fratelli tutti, tutti, tutti. A partire dai più fragili e indifesi.

don Gabriele Mangiarotti

Nessun commento:

Posta un commento

Invia alla redazione il tuo commento. Lo vaglieremo per la sua pubblicazione. Grazie

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.