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mercoledì 2 giugno 2021

Il nuovo calvario della Siria si chiama "sanzioni"

in fila al forno del pane 
 

Nonostante gli accorati appelli dei Vescovi e religiosi siriani , e delle Associazioni Caritative che operano in soccorso della popolazione stremata da 10 anni di guerra, l'Unione Europea ha rinnovato ed esteso fino al 1 giugno 2022 le sanzioni 'contro il regime' di Damasco . Il Comunicato UE afferma che sono esclusi 'cibo, medicinali, attrezzature mediche': ma, come spiega l'appello di Aiuto alla Chiesa che Soffre che riportiamo in calce, continuare a colpire le transazioni bancarie blocca di fatto ogni operazione di soccorso umanitario.

Inutilmente i Prelati mostrano che ad essere colpita da queste misure è la popolazione, e non il regime: l'UE ribadisce che lo scopo è giungere a “una soluzione politica duratura e credibile” (…. ossia in altri termini a un 'regime change' …)

Ora pro Siria  


da 'Aiuto alla Chiesa che soffre'

Secondo mons. Samir Nassar, arcivescovo maronita di Damasco, la crisi economica siriana ha condotto al caos totale. «Giorno e notte le famiglie devono mettersi in coda in una serie di file interminabili» per procurarsi il cibo. «Questa scena caotica è diventata la norma», racconta il prelato alla fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS). Per mons. Nassar le sanzioni internazionali sono uno dei principali fattori che hanno determinato l'attuale crisi. «Le leggi estere che penalizzano gli Stati e le persone che osano inviare aiuti in Siria si aggiungono alle ingiuste sanzioni e moltiplicano la carenza di beni». 

Una combinazione di fattori, tra cui sanzioni internazionali e il crollo finanziario del Libano, principale partner commerciale, ha portato a un'impennata dei prezzi alimentari. Prima dell'inizio del conflitto nel 2011, una pagnotta da 2 kg costava circa 15 lire siriane; oggi una pagnotta da 1 kg costa tra le 100 e le 500 lire siriane. Nel febbraio 2020 il governo siriano ha introdotto le "smart card" che consentono alle famiglie l'accesso, a prezzi agevolati, a quantità razionate di beni di prima necessità, tra i quali pane, riso e tè. Per ottenere questi beni devono tuttavia aspettare in lunghe file, spesso per diverse ore.

Per tutti questi motivi, prosegue il prelato, la comunità internazionale deve assumersi la sua parte di responsabilità per la situazione attuale. Mons. Samir ha spiegato anche che l'attuale situazione non consente ai siriani di iniziare a superare la guerra civile, conflitto che l'Inviato delle Nazioni Unite e della Lega Araba ha stimato abbia ucciso 400.000 persone.

I commenti dell'arcivescovo maronita fanno eco a quelli condivisi recentemente con ACS dall'arcivescovo cattolico greco-melchita di Aleppo mons. Jean-Clément Jeanbart: «Le sanzioni non hanno altro risultato che far soffrire le persone e renderle povere e miserabili. Non avranno alcun effetto sul governo e sulle sue politiche, perché il governo è lontano dagli effetti delle sanzioni». 

Dall'inizio del conflitto in Siria ACS ha assicurato aiuti di emergenza offrendo pacchi viveri, latte e medicine, e ha sostenuto costi di prima necessità, inclusi riscaldamento e illuminazione, dando la priorità ai più poveri, ai malati e agli anziani.

https://acs-italia.org/acs-notizie-dal-mondo/acs-il-nuovo-calvario-della-siria-si-chiama-sanzioni

ACS FA APPELLO A USA E UE AFFINCHÉ SIANO AGEVOLATI GLI AIUTI UMANITARI

La fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS) fa appello agli Stati Uniti e all’Unione Europea affinché siano agevolati gli aiuti umanitari a favore della nazione oggetto di sanzioni. «É nostro dovere fornire aiuto alla popolazione civile sofferente della Siria, e soprattutto alla minoranza cristiana in rapida diminuzione», dichiara Thomas Heine-Geldern, presidente esecutivo di ACS Internazionale.

Per questo la Fondazione chiede di «applicare il quadro normativo internazionale esistente, il quale consente deroghe all’embargo per ragioni umanitarie».

Gli ostacoli al trasferimento di denaro e all’importazione di beni rende impossibile qualsivoglia forma di assistenza. «Nonostante le sanzioni prevedano delle eccezioni per l’invio di fondi per aiuti umanitari, queste ultime non funzionano». Heine-Geldern spiega che il codice bancario europeo IBAN e l’americano SWIFT bloccano i trasferimenti contenenti riferimenti alla Siria e a qualsivoglia città della nazione, per cui «per le organizzazioni caritative diventa quasi impossibile trasferire fondi con finalità umanitarie».

L’invio di denaro è di importanza vitale perché le istituzioni ecclesiastiche e le ONG non sono in grado di consegnare i beni necessari per la sopravvivenza degli sfollati interni e degli altri milioni di siriani presenti nel Paese. «Per questo ordinariamente inviamo denaro affinché i nostri referenti possano acquistare sul posto cibo, cure mediche e abbigliamento», prosegue Heine-Geldern. Per tali motivi la comunità internazionale deve dare disposizioni al sistema bancario affinché sia autorizzato il trasferimento di denaro per scopi umanitari come già previsto dalle eccezioni alle sanzioni. 

Quanto alle difficoltà di importare beni in Siria, Heine-Geldern sottolinea che «per richiedere le autorizzazioni i nostri partners devono spesso superare insormontabili procedure  multilingue adottate dalle autorità sanzionatorie». Le autorizzazioni sono necessarie anche per piccole quantità di beni e implicano elevate commissioni.

É particolarmente difficile importare beni suscettibili di impieghi diversi da quelli umanitari, i cosiddetti prodotti a duplice uso. Poiché l’interpretazione di queste disposizioni è molto ampia, prosegue il presidente di ACS Internazionale, anche il latte in polvere per neonati e bambini denutriti viene ricompreso in questa categoria. Heine-Geldern chiede che siano presto adottate procedure che definiscano chiaramente ciò che è permesso e ciò che è vietato, rendendo così possibile l’attuazione di tutte le misure consentite. «Una soluzione provvisoria potrebbe fornire una licenza generale alle ONG designate». 

«A fine settembre 2019 una delegazione di Aiuto alla Chiesa che Soffre insieme all’Arcivescovo di Milano, Mons. Mario Delpini, si è recata in Siria per incontrare le comunità cristiane sofferenti», ricorda Alessandro Monteduro, direttore di ACS Italia. «Durante il viaggio ci siamo recati ad Aleppo dove abbiamo incontrato i vescovi dei nove riti cristiani, i quali ci hanno rivolto un accorato appello affinché anche ACS si battesse per la cancellazione delle sanzioni. Oggi, in occasione del decennale dell’inizio della crisi siriana, è doveroso rilanciare con determinazione quell’appello, anche perché la situazione si è progressivamente deteriorata ed è sempre più difficile per le organizzazioni caritative far giungere gli aiuti umanitari», prosegue Monteduro. 

«Grazie alla generosità dei benefattori, i quali hanno donato complessivamente oltre 40 milioni di euro, ACS ha fornito sostegno alla popolazione civile della Siria, in particolare alla minoranza cristiana, che dall’inizio del conflitto è vissuta in condizioni catastrofiche e in molti casi è stata costretta a migrare, tanto da correre il rischio di una totale estinzione», conclude Monteduro.

https://acs-italia.org/acs-notizie-dal-mondo/dieci-anni-di-conflitto-in-siria-acs-fa-appello-a-usa-e-ue-affinche-siano-agevolati-gli-aiuti-umanitari

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