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sabato 10 luglio 2021

Emergenza luce: cala il buio sulla Siria

Diamo troppo spesso per scontato la possibilità di schiacciare un interruttore. La prossima volta che accenderete una luce, pensate di accenderla in Siria, per la Siria. 

La luce, un bene essenziale quasi scontato

In Siria l’energia pubblica c’è un paio d’ore al giorno. Per il resto della giornata i cittadini devono arrangiarsi. Per le vie di Aleppo, ci sono migliaia di fili intrecciati per le strade collegati ad alcuni generatori privati disposti in alcuni punti della città. Chi vuole, ma soprattutto chi può permetterselo, si attacca al generatore e gli viene erogata una certa quantità di corrente elettrica. I costi sono esorbitanti.

Noi nelle nostre case (qui in Italia) siamo abituati alla luce, alla corrente elettrica come un bene scontato e indispensabile. Lo standard in Italia si aggira intorno ai dieci ampere.  Lì il costo per uno o due ampere di corrente elettrica è davvero alto. Con un ampere accendi due o tre lampadine, con due ampere tiene accese quattro lampadine ,  ma un solo ampere costa 1 euro per settimana. 

Due ore al giorno di elettricità. Due Ampere a settimana per un totale di 2€, 3.000 Lire Siriane. Con l’elettricità pubblica si riescono a tenere 4 lampadine accese o una lampadina e, forse, un frigorifero sempre per due ore al giorno, di solito verso mezzogiorno e alla sera.

Poi sulla Siria cala il buio della notte e della crisi energetica che continua a imperversare sul Paese dall’imposizione dei dazi sul petrolio da parte di Stati Uniti ed Europa. E la popolazione è sempre più in ginocchio.  

Crisi economica ed emergenza luce 

A causa della crisi, la disoccupazione in Siria è dilagante. Chi ancora lavora e percepisce uno stipendio che, mediamente, si attesta a 650.000 Lire Siriane al mese, poco meno di 500€, ha risparmiato e comprato un generatore alimentato a benzina. 

Dopo pazienti code ai distributori, un’attesa per una tanica che può durare una giornata, i più fortunati riescono ad accendere i generatori per qualche ora ancora. Chi non è riuscito a fare benzina non può fare altro che comprarne al mercato nero a prezzi folli. 

Famiglie e palazzi si sono addirittura organizzati per avere in casa due quadri elettrici: uno normale e uno alimentato dai generatori che scatta quando salta l’elettricità. Se però una delle famiglie non riesce a saldare il conto mensile, l’energia non c’è per nessuno. 

Gli ospedali sono forse gli unici edifici che hanno una continuità nell’alimentazione mentre nelle case private e negli uffici, elettrodomestici e computer possono essere accesi per pochi minuti e tutti insieme, rischiando un sovraccarico e un blackout. 

Quando la vita ruota attorno ad una lampadina accesa 

L’intera vita dei siriani, lavorativa e privata, ruota attorno a quelle poche ore in cui l’elettricità, miracolosamente, c’è. I più colpiti rimangono i bambini in età scolastica: la mancanza cronica di elettricità ha impedito di portare avanti la didattica a distanza. 

Lo Stato ha deciso così di terminare l’anno scolastico con mesi di anticipo. L’abbandono degli studi ha subito un’impennata improvvisa e il lavoro minorile è tornato ad essere una triste realtà. 

Nel mondo del lavoro regolare, soprattutto nel settore secondario e terziario, per quanti sono sopravvissuti a una tremenda ondata di licenziamenti rimane una routine completamente capovolta.  

Rete elettrica e rete solidale 

Dove manca la rete elettrica, è però nata un’altra tipologia di rete, quella della solidarietà fra famiglie e singoli. I Siriani hanno affrontato l’ennesima crisi con una nuova consapevolezza: solo nell’unità si può trovare una soluzione

È così che i palazzi, i quartieri, hanno ricominciato ad essere piccole comunità dove la condivisione di quelle poche risorse che rimangono diventa fondamentale per la sopravvivenza di tutti. 

È grazie a questa spinta dal basso, grazie agli sforzi dello staff locale di Pro Terra Sancta e grazie all’aiuto dei nostri sostenitori che siamo riusciti a sfruttare questo già esistente network solidale per aiutare più di 300 famiglie da febbraio 2020.  

Con piccoli aiuti economici riusciamo ad aiutare una famiglia ad acquistare il gasolio necessario per avere la corrente elettrica necessaria per un mese. Ma i numeri di richieste aumentano e le famiglie che si rivolgono a noi sono arrivate ad essere più di 3000

La risposta di Pro Terra Sancta a l’emergenza luce 

Pro Terra Sancta vuole ora sviluppare un progetto che risponda ad un’esigenza immediata: avere il minimo indispensabile in termini energetici, e ad un piano a lungo termine, ossia trovare fonti di energia alternative che garantiscano un rifornimento costante di elettricità. 

https://www.proterrasancta.org/it/luce-siria/#dona


Quella che per la maggior parte di noi sarebbe una situazione insostenibile, per Ayham, che lavora con Pro Terra Sancta a Damasco, è la realtà quotidiana: “Non potete immaginare l’impatto negativo che la mancanza di elettricità ha sulla nostra vita”, ci dice.

A causa di guerra, dazi ed embarghi, l’emergenza luce va avanti ormai da 10 anni ma, dopo le ulteriori sanzioni imposte da USA e UE sulla Siria, il Covid e l’aggravarsi della crisi economica, l’elettricità è diventata un lusso che in pochi si possono permettere. 

Batterie scariche e strade buie: “è molto deprimente qui” 

“Per mantenere carica la batteria di laptop e cellulare fino a fine giornata, bisogna seguire una vera e propria strategia”, continua a spiegare Ayham. Caricabatterie e batterie, poi, sono venduti a prezzi altissimi. La speculazione sugli apparecchi elettronici è fuori controllo. 

Quando cala la sera, le strade rimangono buie. Chi può permettersi di fare benzina e spostarsi in auto cerca di farlo con la luce perché non ci sono lampioni e semafori in funzione: guidare è pericolosissimo. 

Negozi, case e uffici sono al buio, compreso l’ufficio di Pro Terra Sancta a Damasco che rimane senza elettricità per 15 ore ogni giorno: non c’è la benzina per attivare i generatori per computer e stampanti, è meglio tenerla per gli ambulatori. 

L’impatto della mancanza di elettricità sul lavoro di Ayham e dei suoi colleghi è molto negativo. “Ogni giorno lavoro da casa e poi, quando c’è l’elettricità, alle cinque vado in ufficio per finire il mio lavoro”. 

Tagrid, la nostra Wonder Woman 

Nello stesso ufficio lavora anche Tagrid che fa le pulizie in tutto l’edificio e in altri uffici vicino a dove vive. Tagrid è anche una delle beneficiare del progetto di housing finanziato dalla nostra Associazione: nonostante faccia tre lavori riesce a coprire solo metà delle spese mensili della sua famiglia

Il marito è gravemente ammalato e non lavora e Tagrid cerca qualunque lavoro possibile per avere un’entrata extra e aiutare il suo unico figlio a pagare le tasse dell’Università. 

La sua generosità e resilienza le ha conquistato l’affetto di tutto il personale di Pro Terra Sancta di Damasco: “ogni giorno, dopo essere andata a comprare il pane per la sua famiglia, passa in ufficio per distribuirlo a tutti noi”, racconta Ayham. 

Quando non c’è luce, la strada diventa una pericolosa scuola di vita 

La categoria più colpita dalla mancanza di energia elettrica però rimane quella dei bambini. Il Coronavirus ha causato la chiusura anticipata delle scuole e i bambini si sono riversati nelle strade per cercare luce, vita e giocare.

“Però è un grande pericolo: sappiamo tutti che cosa possono imparare per strada”, dice Ayham che, come capo scout, ha una grande esperienza nel campo dell’educazione.

È per questo che, già due anni fa, nel Franciscan Care centre è stato attivato un programma di educazione musicale rivolto ai più giovani, per cercare di tenerli lontani dai pericoli della strada e per farli continuare a studiare. 

Nonostante la fatica nel continuare a fare il loro lavoro, Ayham e lo staff di Damasco, come la squadra ad Aleppo, sono affiatati e altamente motivati a continuare ad aiutare la loro comunità.

L’emergenza luce aggrava ulteriormente una situazione critica per la crisi economica e le sanzioni internazionali. “Frodi, ladri, fame, povertà sono ovunque”, conclude amaramente Ayham “ma non possiamo arrenderci a questa condizione. Un futuro più luminoso è possibile!”.

La quotidiana maratona di Eva contro il buio

Seduta alla sua scrivania nell’ufficio di Pro Terra Sancta a Latakia, la nostra segretaria Eva batte furiosamente sulla tastiera del computer. Sta correndo una maratona contro il tempo: presto la batteria del laptop sarà scarica ma l’email va mandata. 

Per lei, il nostro staff e l’intera popolazione siriana è importante far sapere al mondo che cosa sta succedendo, in che condizioni vivono e lavorano a causa di una crisi energetica senza precedenti. 

A causa delle sanzioni non c’è più elettricità, non c’è più luce. La vita di tutti è stata capovolta: “l’80% della popolazione ha rinunciato a tutto pur di sopravvivere”, scrive Eva. 

NON SOLO EMERGENZA LUCE: MANCANO ACQUA E GAS 

La mancanza di luce e l’impossibilità di usare gli elettrodomestici porta con sé altri gravissimi problemi: “la cosa più importante che ci manca a causa dell’elettricità è l’acqua”, continua Eva. Ci spiega che ogni notte stanno svegli per tenere attiva la pompa che porta l’acqua in casa. 

A volte deve aspettare due ore prima di vedere le prime gocce e, se l’acqua arriva, sa già che verrà usata per riempire la vasca in cui a turno i membri della famiglia faranno il bagno, per l’igiene giornaliera e per lavare a mano i vestiti. Altre volte l’acqua non arriva per 4 giorni. 

La dieta ha subito un cambio altrettanto drastico: le bombole di gas sono rarissime e vendute a caro prezzo e bisogna aspettare che ci sia l’elettricità per usare i fornelli ad induzione e il bollitore. 

Serve un’intera giornata per cucinare un semplice piatto tradizionale”, scrive Eva, “e bisogna cercare di consumarlo in fretta perché non possiamo accendere il frigorifero, che ora usiamo come se fosse una dispensa”.  

SOLITUDINE E DEPRESSIONE: GLI EFFETTI COLLATERALI DEL BUIO

Poi c’è il buio. Pochissimi possono permettersi di comprare una piccola batteria per illuminare una stanza. Gli effetti fisici e psicologici della mancanza di luce stanno iniziando a manifestarsi in tutta la loro potenza e negatività. 

La mia mamma anziana ha iniziato a prendere gli antidepressivi”, confessa Eva, “ha difficoltà a muoversi e passa molto tempo in casa da sola. Ora non ha più la radio e la TV a tenerle compagnia. Tante persone, soprattutto le casalinghe, soffrono della stessa condizione”. 

La figlia di Eva è un’adolescente e, dato che le scuole sono state chiuse con grande anticipo, passa le sue giornate a leggere e a dipingere. A causa del buio, però, la sua vista è diventata debolissima

I suoi quadri, poi, sono tutti in bianco e nero. Non esistono più i colori nella vita di questa giovane donna

LAVORARE SENZA ELETTRICITÀ 

La parte più frustrante della nuova routine quotidiana di Eva è il lavoro. Da quando mette piede in ufficio alle 7, Eva ha mezz’ora per ricaricare telefono e laptop poi, fino alle 12, non c’è elettricità. 

Stampare, fare fotocopie e inviare email sono operazioni che devono essere svolte in sole 2 ore. Dalle 2 di pomeriggio alle 6 e mezza di sera non è più possibile lavorare. 

I frati non riescono più a comprare la benzina che potrebbe alimentare il generatore per convento e ufficio. Ci si può affidare solamente alla rete elettrica nazionale e ciò, per Eva e i suoi colleghi, significa dover rimanere in ufficio dopo le 7 e nei weekend. 

UNA MARATONA CONTRO IL TEMPO

Stiamo vivendo una vita caotica. Stiamo perdendo coraggio, gioia e futuro. Ogni pensiero è rivolto ai momenti in cui potremo avere acqua, scaldare il cibo, ricaricare le batterie, accendere la lavatrice magari…”. 

Cucinare e fare la lavatrice. Eva non desidera altro che fare quei lavori domestici che invece tanti di noi considerano fastidiosi. 

“La batteria del mio computer è quasi del tutto scarica. Devo andare ora”, scrive Eva. La sua mail potrebbe benissimo essere firmata “Siria”: un’intera popolazione ha la batteria scarica ed è relegata al buio. 

Basterebbe solo alzare un interruttore. Basterebbe solo accendere una luce in Siria


https://www.proterrasancta.org/it/luce-siria/

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