Forse non ci sono altre
parole più forti, più urgenti da annunciare, in questo tempo.
Viene Gesù, il Figlio di
Dio, viene ancora, viene sempre, e viene per noi.
Viene per la nostra
salvezza. Se desideriamo essere salvati, se ci rendiamo ancora conto
che abbiamo bisogno di essere salvati...
Non dalla crisi economica,
non dal virus, non dalla guerra: salvati dal Male. Quello che è in
noi, e quello che è fuori di noi. Quello che cerca di toglierci la
libertà e la grandezza che Dio ci ha dato, creandoci come suoi
figli.
Sono tempi di Apocalisse,
di ricapitolazione: molti oggi avvertono con il cuore che il tempo si
sta facendo breve, che c'è bisogno di destarsi, finché è ancora è
possibile farlo, che c'è un'oppressione che incalza e che dobbiamo
squarciare il velo, mettendo in gioco tutte le nostre risorse, per
fare strada alla Luce. E i molti si sentono pochi, perché ciò che
sta accadendo un po' dappertutto nel mondo fa sentire un po' soli,
totalmente inadeguati, esposti all'ostilità come nemici dell'umanità
vera.
Eppure il mandato era
proprio quello: “Nel mondo ma non del mondo”: come Gesù, il
Dio-Bambino, pienamente uomo, eternamente “Altro”. Cosa sta
accadendo?
Ci si sente come i fuochi
accesi sugli antichi castelli di Siria, lungo tutta la costa, che si
richiamavano gli uni gli altri avvisando del pericolo in arrivo.
Quanto alla Siria? Tanti
stanno raccontando in modo vero e accorato quanto sta accadendo, e
che non interessa quasi più a nessuno. Sanzioni disumane; guerra, in
alcune parti, e ancora distruzione; corruzione e mancanza di lavoro,
di cibo, di medicine, di gasolio, di vere scuole, di una prospettiva
per il futuro. E troppe, troppe partenze, soprattutto di giovani, e
di giovani famiglie. Si comprendono, ma sono ferite aperte.
È giusto ricordare tutto
questo, è giusto chiedere aiuto. Perché troppa gente, qui, è alla
fame, anzi lo è ancora di più che durante gli anni di guerra più
intensa.
Oggi ogni paese ha i suoi
problemi, i poveri aumenteranno in tutto il mondo: siamo solo
all'inizio. I tempi che verranno non
saranno facili per nessuno.
Dalla Siria, da ogni parte
della terra, come uomini di buona volontà, dobbiamo forse guardare
un po' più lontano, mentre lottiamo ( e dobbiamo farlo!) per la vita
di ogni giorno.
Dobbiamo farlo come
singoli, come credenti, come Chiesa.
Essere un po' meno
preoccupati del riscaldamento della terra, e un po' più preoccupati
del raffreddamento dei cuori. Desiderosi più della salvezza che
della salute...
Senza negare i problemi,
la malattia, la morte. Ma senza dimenticare neppure che noi seguiamo
il Signore della vita, che la morte l'ha già vinta, e per sempre.
Siamo figli ed eredi di
un'eternità che è davanti a noi, se acconsentiamo e la desideriamo.
Buon Natale? Sì, buon
Natale. Cristo è colui che è, che era e che viene.
Non dovrebbe dispiacergli
nascere di nuovo in Siria....: in mezzo a tanta -innegabile- miseria,
questa è una terra ricca di tanti cuori semplici, veramente umani,
ancora capaci di aprirsi allo stupore e alla vita che vengono da Dio.
Buon Natale da suor
Marta e dalle sorelle Trappiste di Siria
E BUON NATALE A TUTTI I NOSTRI AMICI E LETTORI
DA ORAPROSIRIA
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