Da
diversi mesi non ci sono più combattimenti in Siria. Tutti i
commentatori ritengono che la guerra sia finita e che lo Stato
siriano l'abbia vinta. Isis (lo stato islamico) è stato sconfitto e
resta solo una piccola sacca di territorio sotto il suo controllo
all'estremo est della Siria. Lo Stato siriano controlla ora il 70 %
del territorio di cui quasi tutte le grandi città.
Eppure
la pace non è all'orizzonte.
Da
un lato, tutti i gruppi armati ribelli sono ora raggruppati nella
provincia di Idlib. Al Nusra, ramo di Al Qaeda, riconosciuta come
gruppo terroristico da parte delle Nazioni Unite e della comunità
internazionale, sta eliminando con le armi o fagocitando tutti gli
altri gruppi, islamici come lei. Da mesi l'esercito siriano vuole
lanciare un'offensiva per liberare quest'ultima provincia dalle mani
dei terroristi, di cui 30.000 sono stranieri, ma le potenze
occidentali, con l'intermediazione della Russia e della Turchia, lo
impediscono; ragione invocata: rischio di crisi umanitaria grave; la
ragione vera, per ammissione stessa di alcuni leader occidentali: che
cosa fare di tutti questi terroristi stranieri che vorrebbero fuggire
verso l'Europa se partisse l'offensiva, e potrebbero poi terrorizzare
gli europei dopo aver seminato il terrore in Siria? Siamo ARRABBIATI
di fronte a un tale cinismo.
D'
altra parte, un'altra guerra si svolge sul nostro territorio, quella
che oppone la Turchia e la milizia curda. La prima ha invaso il
nord-Ovest della Siria con il pretesto di combattere i terroristi
curdi provocando l'esodo di 140.000 persone dalla regione di Afrin.
La seconda, sostenuta dall'esercito americano, ha approfittato della
guerra in Siria per prendere il controllo della Regione
Nord-Orientale della Siria al fine di creare una regione autonoma. La
Turchia, ovviamente, non ci sente da questo orecchio e non vuole
affatto una regione autonoma curda in Siria che incoraggi i curdi
della Turchia a fare lo stesso.
Infine,
gli americani, che hanno stabilito illegalmente 2 basi militari in un
paese sovrano, vorrebbero ritirarsi secondo la decisione del
Presidente Trump. Ma la sua amministrazione e il congresso non sono
d'accordo e stanno cercando di sabotare questa decisione. Per fare
una buona figura, il ministro degli esteri degli Stati Uniti ha
dichiarato che gli americani si ritireranno solo se la Turchia darà
garanzie di non attaccare i curdi. Questo ha messo in collera Erdogan
che vuole fare la guerra ai curdi come vuole.
Esempio
di questo guazzabuglio: la città siriana Menbij è occupata dalle
milizie curde, pattugliata da unità americane, sorvegliata da truppe
turche installate a 5 km a nord e dall'esercito siriano a 15 km a
sud.
Certo
che siamo ARRABBIATI: contro la presenza degli Stati Uniti e della
Turchia installati illegalmente in un paese sovrano, contro questa
guerra turco-curda che impedisce l'instaurazione della pace tanto
desiderata dai siriani, contro il cinismo dei governi che impediscono
la liberazione di Idlib per non dover risolvere il problema dei loro
cittadini terroristi. Scusate, cari amici e amiche per questa
introduzione che è abbastanza lunga quando l'avrei voluta breve. Ma
dovevo spiegare perchè, ora che la guerra iniziale è quasi finita,
non abbiamo ancora la pace. Ora sapete che le grandi potenze mondiali
e regionali fanno la politica (e la guerra) secondo i loro interessi
senza preoccuparsi dei paesi che invadono e dell'interesse dei loro
popoli. Siamo ARRABBIATI e, allo stesso tempo, impazienti di vedere
gli invasori tornarsene a casa loro.
Questo
stato di "né guerra né pace" impedisce la ricostruzione
del paese, i potenziali investitori vogliono investire solo una volta
che la pace sia stata instaurata. Di conseguenza, l'economia è
ferma, la povertà e la disoccupazione sono impressionanti, il costo
della vita raggiunge picchi vertiginosi e la gente continua a
soffrire. I ricchi hanno esaurito i loro risparmi, la classe media è
stata dissanguata e i poveri sono diventati ancora più poveri. Siamo
ARRABBIATI con le sanzioni imposte dall'Unione Europea e dagli Stati
Uniti contro la Siria, che non fanno altro che aggravare la
situazione umanitaria senza avere alcun impatto sulla fine delle
ostilità e sull'instaurazione della Pace.
L'
esodo dei siriani, soprattutto i cristiani, continua, anche più che
durante le ore buie della guerra. Il Nunzio Apostolico in Siria,
Monsignor Zenari, ha annunciato, durante un congresso in Ungheria,
che i cristiani rappresentano solo il 2 % della popolazione, vale a
dire mezzo milione per una popolazione di 23 milioni di cittadini. Lo
sapevamo, ma è la prima volta che questa cifra viene annunciata in
pubblico. La mia città, Aleppo, che contava tra i 150.000 e i
200.000 cristiani nel 2011 prima della guerra, ora ne conta solo tra
25.000 e 30.000. la Siria, culla del cristianesimo, si spopola dei
suoi cristiani. Negli anni precedenti, i siriani fuggivano a causa
della guerra, dei suoi rischi e delle sue sofferenze e anche per
garantire un futuro stabile e migliore ai loro figli. Dopo la fine
delle ostilità però continuano ad andarsene, sia per evitare che
vengano arruolati nell'esercito come riservisti mentre sono già
padri di famiglia, sia a causa della crisi economica e delle sue
conseguenze: la disoccupazione e la povertà.
Durante
i duri anni della guerra, i nostri programmi di soccorso miravano a
nutrire, vestire, curare e alloggiare gli sfollati e le famiglie in
necessità. Insieme ad altre associazioni locali abbiamo contribuito
alla sopravvivenza della popolazione, sostenuti in questo da
organizzazioni e associazioni internazionali. Adesso, riteniamo che
la priorità sia fornire lavoro alle persone per aiutarle a vivere
dignitosamente del frutto del loro lavoro e diventare indipendenti
dagli aiuti ricevuti per 7 anni. E poi, se uno ha un buon
sostentamento pensa meno a lasciare il paese. Per questo noi, i
Maristi blu, abbiamo creato, più di 2 anni fa, il programma dei
micro-progetti. Abbiamo già organizzato 12 sessioni di apprendimento
durante le quali insegniamo, in 48 ore, distribuite su 3 settimane, a
20 giovani (e meno giovani) adulti "come creare il proprio
business" e finanziamo i migliori progetti, quelli che riteniamo
fattibili, redditizi e sostenibili. In 2 anni abbiamo finanziato un
centinaio di micro-progetti e, in tal modo, aiutato circa 200
famiglie che possono vivere dignitosamente.
Purtroppo,
le nostre risorse sono diminuite di molto. Con la fine dei
combattimenti, le donazioni private sono diminuite notevolmente. E le
associazioni di beneficenza internazionali rifiutano, per la maggior
parte, di finanziare programmi di sviluppo e alcune propongono di
finanziare ancora programmi di soccorso. Come se si volesse che la
gente rimanga nel bisogno, nell'accattonaggio e nella dipendenza
piuttosto che ritrovare la dignità e la speranza. Che dire delle
associazioni cristiane? Molte hanno adottato lo stesso atteggiamento:
sì all'aiuto alimentare, all'assistenza medica, al restauro delle
case e delle chiese, alla pastorale. No, ai progetti di sviluppo, ai
progetti che danno lavoro alle persone. Eppure papa Francesco ha
esortato più di una volta i cristiani della Siria a non lasciare la
terra dei loro antenati, la terra delle loro radici cristiane. Ma
l'esodo continua; presto saremo rimasti solo una manciata per
riempire belle chiese restaurate ma vuote. E voi vorreste che noi non
fossimo ARRABBIATI?! Ci battiamo ogni giorno contro queste politiche
assurde e ingiuste ma forse un giorno anche noi incroceremo le
braccia e andremo a raggiungere le folle in esilio!!!
Noi
proseguiamo con gli altri progetti sempre con lo stesso entusiasmo,
amore e solidarietà con i più poveri e gli sfollati. Come sapete,
abbiamo la responsabilità delle 125 famiglie curde sfollate,
cacciate da Afrin dai turchi e installate in un campo di tende in
totale isolamento, il campo Shahba. Questo campo è situato a 3 km
dalle linee del fronte in una regione circondata dai gruppi ribelli
armati. Oltre alla distribuzione regolare degli alimenti e dei
prodotti sanitari, dei fornelli a gas, dei thermos, delle coperte
ecc., le nostre squadre si occupano dei bambini piccoli, dei più
grandi, degli e delle adolescenti e delle donne per dare, per quanto
possibile, l'istruzione, l'educazione e lo sviluppo umano.
Il
nostro nuovo progetto "Bamboo" si occupa degli adolescenti
di Aleppo che hanno sofferto per la guerra. Attraverso attività
educative e un monitoraggio personale fornito dai membri del nostro
Progetto di Seminario di supporto psicologico, stiamo cercando di
curare le ferite della guerra ed aiutarli a trovare un equilibrio e
uno sviluppo. I
nostri altri progetti educativi, "Imparare a crescere" e
"Voglio imparare" perseguono l'educazione dei bambini dai 3
ai 6 anni di famiglie sfollate o indigenti. "La goccia di latte"
distribuisce latte a 3.000 bambini ogni mese, con tuttavia molte
difficoltà per trovare sul mercato il latte speciale per lattanti.
Continuiamo ad aiutare 300 famiglie sfollate ad alloggiare pagando i
loro affitti e ad aiutare i malati nel bisogno di farsi trattare e/o
operare. Le nostre sessioni di Sviluppo della donna sono apprezzate
dalle partecipanti. Il nostro progetto Heartmade per il riciclaggio
dei vestiti va di bene in meglio.
Recentemente
abbiamo ricevuto la visita del fratello Juan Carlos, il provinciale
della provincia mediterranea dei Fratelli Maristi da cui dipende la
comunità di Aleppo, accompagnato da Koki, un responsabile marista
laico e impegnato. Hanno vissuto con noi 4 giornate molto intense,
hanno condiviso tutte le nostre attività, hanno apprezzato la nostra
missione e il nostro spirito e ci hanno offerto il loro apporto e il
loro supporto e quello di tutti i Maristi della provincia.
Abbiamo
appena aperto un account su Instagram: maristesbleus. Potete tramite
le foto seguire e condividere in solidarietà i nostri vari
programmi.
Il
nostro libro "le lettere di Aleppo" non sta andando come il
pane, ma si vende abbastanza bene. Racconta il nostro vissuto e la
nostra testimonianza durante gli anni di guerra e racconta la nostra
risposta, attraverso la nostra associazione Maristi blu, alla
sofferenza, alla miseria e alle sofferenze dei nostri connazionali.
Invitiamo i nostri amici a procurarselo a diffonderlo intorno. Lo
potete fare direttamente presso l'editore Harmattan o ordinarlo
presso la vostra libreria o online. [
N.D.T.: la nostra amica Maria Antonietta Carta sta lavorando alla
versione italiana del libro e speriamo che esso sarà pubblicato in
Italia entro l'anno. Contiamo ugualmente sul vostro aiuto alla
diffusione].
Presto sarà il 15 marzo 2019: saranno già 8 anni dall'inizio di questa guerra iniqua, assurda e atroce che ha distrutto il nostro Paese, ha ucciso 400.000 persone, ha spinto all'esilio un milione di cittadini , ha fatto 4 milioni di profughi nei paesi vicini e 8 milioni di sfollati interni che non vivono più nella loro casa.
Presto sarà il 15 marzo 2019: saranno già 8 anni dall'inizio di questa guerra iniqua, assurda e atroce che ha distrutto il nostro Paese, ha ucciso 400.000 persone, ha spinto all'esilio un milione di cittadini , ha fatto 4 milioni di profughi nei paesi vicini e 8 milioni di sfollati interni che non vivono più nella loro casa.
ARRABBIATI,
sì, lo siamo! Ma manteniamo comunque la speranza di vedere la guerra
finire e la Speranza di vedere la Pace finalmente instaurata.
Aleppo, 18 febbraio 2019
Nabil
Antaki, per i Maristi Blu
trad.
Italiana di Gb.P.
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