"Svegliamoci, sono impazziti!"
19 febbraio 2018Tribuna libera di Michel Raimbaud
Da
ormai sette anni, la Siria è in guerra. Questo paese amichevole,
tollerante e altamente civilizzato, che nemmeno i suoi detrattori
potrebbero negare essere bello e accattivante, sta già affrontando
una sfida formidabile, quella del dopoguerra. Gli assalitori barbari
di cento paesi, sia atlantisti che islamisti, hanno combattuto
duramente per distruggere le sue ricchezze, le infrastrutture, le sue
capacità, i monumenti e le bellezze naturali, al fine di cancellarle
dalle mappe. Ma hanno anche e soprattutto cercato di schiacciare il
popolo siriano, di cancellare la sua memoria e la sua identità per
annientarlo.
Con
la complicità di una sedicente "comunità internazionale"
ingannatrice, ora stanno lavorando per privarlo, per quanto
possibile, di ogni prospettiva del futuro, defraudandolo dei suoi
diritti imprescrittibili: di disporre di se stesso, di decidere,
senza interferenze straniere, il suo destino e il suo sistema
politico. Senza pudore né vergogna, gli stessi invasori non
nascondono le loro velleità di cambiarne il futuro, inclusa la
costituzione, con una Siria sotto la "tutela delle Nazioni
Unite", cioè sotto mandato, ossia sotto il giogo coloniale.
Per
cancellare l'impronta geografica di una Siria madre della civiltà
(compresa la nostra), può esserci un modo più efficace che
disperdere un popolo e soprattutto di sbriciolare uno Stato che ha
commesso il crimine di lesa maestà? In effetti, alla fine,
l'impresa si propone di trasformare quella che una volta era una
grande Siria in un arcipelago di mini-entità, e la sua gente in un
mosaico tribalizzato destinato a essere vaporizzato in una vasta
diaspora: a un primo approccio, questo crimine inqualificabile merita
la doppia caratterizzazione di 'politicidio' (la
dissoluzione di uno Stato che disturba) e di 'etnocidio' -
l'annientamento di un popolo che resiste. Questo è ciò che è
inscritto nel 'grande disegno' neoconservatore.
Quest'ultimo, notiamo di sfuggita, equivarrebbe a infliggere alla
Siria il destino riservato da 70 anni alla Palestina, pezzo di terra
rubato sotto l'egida del colonialismo trionfante. Il destino dei
Siriani potrebbe quindi assomigliare a quello dei Palestinesi,
irrimediabilmente spogliati nel nome di una 'missione divina'.
Il sinistro destino dei popoli amerindi, eliminati dalla storia, è
lì per ricordare ciò di cui sono capaci i coloni venuti da fuori.
Le
distruzioni sono immense, pari a centinaia di miliardi di dollari, a
cui vanno aggiunti - ma è un loro problema - i milioni, bilioni o
trilioni spesi dalle 'potenze' assalitrici per condurre le loro
battaglie 'per la democratizzazione' .
Non
serve a nulla invocare i valori della moralità, naturale o
religiosa, il diritto internazionale e la legalità delle Nazioni
Unite, o addirittura la semplice decenza, di fronte ad aggressori
senza legge e senza fede. Non possiamo aspettarci una qualsiasi
logica da Stati che si erigono a gendarmi del pianeta mentre si
comportano come regimi criminali. È paradossale, dopo tutto questo
tempo, dopo questi orrori, questi massacri, questi atti da selvaggi,
questa barbarie, che si trovino ancora nel grande Occidente
'democratico' così tanti difensori dell'indifendibile, così tanti
ammiratori dei jihadisti presentati come democratici o 'moderati'. Gli intellettuali sono intrappolati dalla loro iniziale cecità, i
media sono sigillati dall'omertà, i politici sono ostaggi della loro
doxa neoconservatrice, nell'Esagono (la Francia n.d.t.) come in tutto
il mondo giudeo-cristiano.
Perché
un tale accanimento, una tale ostinazione nel mentire? La Siria è
stata a lungo nel mirino di America, Gran Bretagna e Israele. La
Siria storica è il centro di gravità del Medio Oriente, il luogo di
nascita delle tre religioni rivelate, il cuore pulsante
dell'arabismo, simbolo dell'Islam moderno e tollerante, sede dei
primi califfi: un'eredità molto pesante da portare ma che ha
assicurato a questo 'faro dell'Oriente' un innegabile prestigio tra
gli Arabi e un'aura di simpatia tra i Musulmani.
Tollerante,
multiconfessionale, moderna, repubblicana, forte della sua identità
e della sua consapevolezza storica, essa rappresenta ciò che gli
estremisti di ogni versante aborriscono sopra ogni altra cosa.
Dalla
sua indipendenza e dalla creazione di Israele, la Siria ha continuato
a fornire un sostegno costante alla causa palestinese ed è sempre
apparsa come uno Stato ribelle all'ordine israelo-atlantico. Di
fronte alla rovina del mondo arabo, la Siria si è iscritta nell'asse
della resistenza ed essa resiste. Il suo esercito nazionale ha
combattuto da solo contro tutti per quattro anni, poi, aiutato dai
suoi alleati, ha iniziato la riconquista, affermandosi come il
principale artefice dell'eradicazione del Daesh (ISIS), malgrado le
bugie e le pretese degli usurpatori fanfaroni. Lo Stato siriano
controlla ormai i quattro quinti del territorio nazionale, avendo
dato scacco, con la sua resilienza, ai piani degli aggressori.
Per
questi, la Siria del 2018, dopo tante battaglie e così tanti
progetti finiti male, costituisce una realtà impensabile e
intollerabile. Bisogna dunque farla sparire dalle mappe, come se non
fosse mai esistita. È necessario per questo delegittimare lo Stato sistematicamente presentandolo come un 'regime', le sue istituzioni,
la sua costituzione, il suo governo, demonizzare il suo Presidente,
ignorare la volontà del suo popolo, i successi del suo esercito
attribuendoli ai suoi alleati, quando non ai suoi nemici.
Si
deve negare al suo Presidente e al suo entourage ogni potere,
qualsiasi ruolo futuro, ogni autonomia decisionale, e assicurare che
non ci possa essere una soluzione politica 'siriana' risultante da un
dialogo nazionale, sotto gli auspici dei suoi alleati e dei suoi
amici. Al contrario, il suo destino deve essere deciso dai suoi
nemici, dalla "comunità internazionale" in agguato, da tre
Stati che rappresentano 470 milioni di persone ( il 6 - 7%
dell'umanità) che protestano di non poter più imporre la loro legge
in seno al Consiglio di Sicurezza dell'ONU.
Decisamente,
il mondo è uscito di testa poiché non c'è più legalità
internazionale, più nessun rispetto del diritto delle Nazioni Unite,
che dovrebbe essere la bibbia dei diplomatici. I falsi gendarmi del
mondo che ne sono i fautori di disordine, i ladri che gridano al
furto, i violentatori della legalità che gridano al suo stupro, gli
aggressori della Siria che si indignano per le aggressioni
dell'esercito siriano, i maestri delle ingerenze illegali indignati
per l'intervento legale degli alleati e dei partner dello Stato,
tutto questo bel mondo si agita e manovra alla luce del giorno!
Uscite
dallo schermo le comparse e le forze sicarie, ecco che i mandanti e i
veri sponsor si sono tolti la maschera e stanno lavorando per
realizzare apertamente ciò che non erano riusciti a fare per delega
in sette anni. Israele al sud, gli USA e i suoi fidati partners
europei nel nord-est a sostegno delle forze curde messe a nudo, la
Turchia nel nord-ovest contro i progetti dei Curdi, e tutti contro
Bashar al-Assad. Il pretesto della lotta contro Daesh e il terrorismo
ora appare per quello che era, un mega imbroglio che difende i nemici
della Siria legale e al quale solo gli sciocchi credono ancora.
Jean-Yves
Le Drian chiede (sic): "il ritiro di tutti quelli che non
hanno niente a che fare con la Siria". Lui osa. Ma
indovinate chi sono quelli che non hanno niente da fare in Siria? Sì, avete indovinato: l'Iran il nuovo diavolo di moda, Hezbollah
il terrore di Israele, la Russia, le forze 'sciite' dell'Iraq.
Per
contro ora sapete quali paesi 'vi hanno a che fare': i tre
ossessionati dai bombardamenti umanitari, quelli che possiedono armi
di distruzione di massa, violano sistematicamente il diritto
internazionale, quelli che sostengono il terrorismo quando non lo
hanno creato, quelli che vogliono depredare tranquillamente le
risorse di petrolio e gas della Siria e della regione: in altre
parole, l'America e i suoi accoliti. Per buona misura, aggiungiamo
Israele, amico delle 'rivoluzioni arabe' che distruggono gli Stati
con lo stesso nome; l'Arabia Saudita, una grande democrazia davanti
all'eterno e specialista in costituzioni, in diritti umani e delle
donne, e nella tolleranza religiosa; la Turchia membro di spicco
della NATO, nemica dei Turchi delle montagne, ma amica dei
separatisti curdi della Siria o dell'Iraq e sponsor dei jihadisti; il
Qatar, a condizione che continui a comprare di tutto e non importa
cosa nel nostro Paese in difficoltà.
Per
il resto, la Siria ha resistito per molti anni, il suo esercito è in
grado di sostenere gli assalti di Israele e abbattere gli aerei che
lo attaccano. È saldamente ancorata a un asse di resistenza risoluta
e ben coordinata, sostenuta da alleati affidabili, a partire dalla
Russia. La Siria non è una comparsa, è al CENTRO di una guerra
globale. Quanti Stati avrebbero resistito come lei?
Signori
'amici della Siria', nemici del suo 'regime' e del suo Presidente,
avete continuato a sostenere la fiction di una rivolta popolare
contro un 'tiranno massacratore'. In cosa ciò vi preoccupa? Voi
avete sbagliato tutto e lo sapete bene perché in realtà il Paese
che vi ossessiona è principalmente vittima di una guerra di
aggressione che mette in pericolo la sua esistenza.
Lo
Stato siriano ha sicuramente il diritto di guidare i negoziati che
decideranno il suo futuro e di respingere qualsiasi interferenza
degli aggressori. Ha il diritto di rifiutare le vostre ingerenze, i
vostri programmi di spartizione e i vostri progetti contorti. Le
guerre di Siria sono state a lungo le componenti di una guerra
universale in vista di diventare una guerra 'mondiale'. Se questa
aggressione riguarda la "comunità internazionale" è
secondo i criteri del diritto internazionale, codificati dalla Carta
delle Nazioni Unite, che deve essere considerata! Allora, si capirà
molto bene che questo approccio, l'unico possibile, vi pone un
piccolo problema: questo problema non è quello del paese aggredito;
ma degli aggressori che siete voi che trattate la Siria come un
'paese aperto' a tutte le avventure e a tutte le iniziative ostili.
Signori
aggressori, non dimenticate mai che la vostra presenza in Siria è
illegittima e illegale, compresi i vostri barbuti, i vostri
consiglieri speciali o le vostre forze di terra. E se c'è una
presenza legittima per eccellenza, non è la vostra: è quella dello
Stato siriano, quella dei suoi alleati e dei partner del governo di
Bashar al-Assad, del quale pretendete la partenza. Se c'è un ritiro
imposto dal rispetto del diritto internazionale, è quello dei Paesi
che non hanno niente a che fare con la Siria: i vostri Paesi!
Michel
Raimbaud
Ex
ambasciatore. Professore e conferenziere.
(traduzione dal francese di G.b. P.)https://www.iveris.eu/list/tribunes_libres/312-reveillonsnous_ils_sont_devenus_fous_
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