Sono passati già alcuni
giorni dalla sua morte… ma oggi, celebrando la festa di tutti i
Santi, questa solennità che apre il nostro orizzonte e ci fa
comprendere a quale speranza siamo chiamati, ed anzi, qual è la
realtà di comunione che è già presente, che già viviamo con
quelli che ci hanno preceduto ed anche con chi verrà dopo di noi,
non possiamo non avere nel cuore Mons. Giuseppe Nazzaro.
“Cara sorella, siamo
alla fine” ... “Noi la ricordiamo sempre, e preghiamo per lei…”
“grazie, grazie”..
Ecco, l’ultimo saluto,
al telefono, una quindicina di giorni fa… Un saluto cordiale,
reciprocamente fraterno, come è stato fra il nostro vescovo e la sua
piccola comunità di trappiste in tutti questi anni di vita in Siria.
Il primo incontro, è
stato in verità piuttosto severo: Padre Giuseppe ha messo subito
alla prova il nostro desiderio; come suggerisce San Benedetto, ha
scrutato gli animi… “Siete proprio sicure di volere venire qui?
Che cosa vi aspettate? “. Ma la sua franchezza, la sua chiarezza
senza finzioni, invece di scoraggiarci è stata la base che ci ha
fatto decidere positivamente...
“Ed è stato subito
padre”. Sì, perché dopo averci messe alla prova, per così dire,
poi ci ha sempre seguite, incoraggiate, sostenute.. Con lui, di lui,
abbiamo moltissimi bei ricordi. I tanti consigli, le delicatezze,
l’aiuto per comprendere le situazioni. E’ lui che ci ha spinte da
subito a cercare un terreno per il monastero, che ci ha seguite
nell’acquisto, che ha partecipato insieme al vescovo maronita al
primo “segno” importante della nostra fondazione, l’impianto
della Croce sul terreno di Azer, e ad altre tappe successive. Con lui
e con le suore Dorotee, che ci ospitavano al Midan, con le
Focolarine, abbiamo condiviso qualche cena di festa, a Pasqua, a
Natale, durante l’anno… Con semplicità, momenti di condivisione
di gioie, preoccupazioni, speranze, sforzi…
Le fatiche dell’arabo.
Le gioie dei tortellini italiani fatti in casa…
Qualche celebrazione
liturgica, persino le vigilie e la Messa di Natale (un po’ in
gregoriano, un po’ in arabo, un po’ in italiano.. come si poteva)
nel nuovo Vescovado di Aleppo, con le Suore e i padri del Verbo
Incarnato…
Ma soprattutto abbiamo
condiviso l’amore per questa terra, per i popoli che la abitano.
L’amore per la Chiesa di Cristo… e la speranza per il futuro.
I suoi modi a volte
potevano sembrare sbrigativi, un po’ rudi, ma quale cuore buono in
lui! E ci pare che il suo cuore, e il suo amore per la Siria, sia
diventato ancora più evidente alla fine del suo mandato come Vicario
Apostolico della Siria, e all’inizio del suo consumarsi come amico
della Siria, amico vero…
Non ha smesso di darsi,
per far comprendere, per raccontare, per aprire gli occhi, le
coscienze, le menti, per condividere la SUA ESPERIENZA della Siria e
del Medio Oriente. A volte la sua posizione ha creato
reazioni..”troppo di parte !”. Ma chi l’ha conosciuto sa che
Mons. Giuseppe non era, non è certo un ingenuo… eppure si è
giocato la faccia pur di dirci che non possiamo accontentarci dei
luoghi comuni di un certo giornalismo “di altra parte”.
In ogni caso, ora siamo
certe che, senza rischio di fraintendimenti, può fare ancora di più
per la Siria, e certamente lo sta facendo…
Senza canonizzare nessuno
(non è necessario, perché la comunione dei santi è fatta da tutti
noi, battezzati e peccatori e però figli di Dio) ci piace pensare,
come un’amica ci ha suggerito, che mentre Padre Giuseppe entrava in
agonia, la parrocchia di Azizieh, ad Aleppo, era sotto bombardamento…
e che non ci sono stati morti… e che è un piccolo segno che una
vita donata con tutto il cuore partecipa di grandi cose...
Insomma, il nostro alla
fine vuol essere un GRANDE GRAZIE a Mons. Nazzaro.. con tutto il
cuore!
Le sorelle di AZEIR
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