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giovedì 5 settembre 2013

"E' molto difficile accettare che un Paese che si considera cristiano in una situazione di conflitto non possa concepire altro che l'azione militare"

  "Credo che l'intervento militare che si sta preparando costituisca un abuso di potere"

Intervista al Padre Generale della Compagnia di Gesù, Adolfo Nicolás, sulla drammatica situazione in Siria, le prospettive di un intervento straniero e la promozione della pace. 


Il Santo Padre ha lanciato un appello fuori del comune a favore della pace in Siria. Qual è la sua opinione in proposito?  Non ho l'abitudine di fare commenti su questioni di carattere internazionale o politico. Ma in questo caso siamo di fronte a una situazione umanitaria che va oltre i limiti che normalmente mi farebbero restare in silenzio. Devo ammettere che non capisco che diritto abbiano gli Stati Uniti o la Francia ad agire contro un Paese in un modo che senza dubbio aumenterà le sofferenze di una popolazione che ha già sofferto abbastanza. La violenza o le azioni violente, come quella che si sta preparando, sono giustificabili unicamente come ultimo tentativo e in modo tale che solamente i colpevoli ne subiscano il danno. Nel caso di un Paese ciò è chiaramente impossibile e quindi mi sembra completamente inaccettabile. Noi gesuiti appoggiamo al 100% l'azione del Santo Padre e ci auguriamo con tutto il cuore che l'annunciato attacco contro la Siria non abbia luogo.

Ma il mondo non ha la responsabilità di fare qualcosa contro chi abusa del potere contro il suo stesso popolo, come nel caso di un governo che in un conflitto usa armi chimiche? Qui si tratta di tre diversi aspetti, che conviene separare con chiarezza. Il primo ha a che fare con il fatto che ogni abuso di potere deve essere condannato e rifiutato. E, con tutto il rispetto per il popolo degli Stati Uniti, credo che l'intervento militare che si sta preparando costituisca un abuso di potere. Gli Stati Uniti d'America devono smettere di comportarsi e reagire come il fratello maggiore del quartiere del mondo.  Questo porta inevitabilmente all'abuso, molestia e bullismo sui membri più deboli della comunità.
Il secondo è che se c'è stato l'uso di armi chimiche abbiamo comunque l'obbligo di mostrare chiaramente al mondo intero che un gruppo del conflitto e non l'altro le ha usate. Non è sufficiente che qualche membro del governo del Paese che intende intervenire emetta un verdetto di colpevolezza. Bisogna che dimostrino al mondo che è così, senza dubbi, affinché il mondo possa fidarsi di loro.  Questa fiducia oggi non c'è e sono già iniziate le speculazioni su altri motivi degli Stati Uniti per il previsto intervento.
E il terzo è che i mezzi considerati adeguati per punire l'abuso non danneggino le stesse vittime del primo abuso, una volta dimostrato che esso sia avvenuto. L'esperienza passata ci insegna che questo è praticamente impossibile (anche se chiamiamo le vittime con l'eufemismo di "danno collaterale") e il risultato è l'aumento delle sofferenze per il popolo innocente e estraneo al conflitto.  Tutti sappiamo che la grande preoccupazione dei Saggi e dei Fondatori Religiosi di tutte le tradizioni e culture era "come ridurre la sofferenza umana"? E' molto preoccupante che in nome della giustizia si pianifichi un attacco che aumenterà la sofferenza delle vittime.

Non è troppo duro con gli Stati Uniti? Non credo. Non ho mai avuto pregiudizi verso questo grande Paese e attualmente lavoro con alcuni gesuiti statunitensi la cui opinione e collaborazione tengo in grande considerazione. Mai ho avuto sentimenti negativi verso gli Stati Uniti, un Paese che ammiro molto per diversi motivi, tra cui l'impegno, la spiritualità e il pensiero. Ciò che più mi preoccupa è che proprio questo Paese, che io ammiro sinceramente, sta sul punto di commettere un grande errore. E potrei dire lo stesso della Francia: un Paese che è stato un vero leader in spirito, intelligenza, che ha contribuito notevolmente alla civilizzazione e alla cultura e che ora è tentato di condurre di nuovo l'umanità verso la barbarie, in aperta contraddizione con tutto quello che esso ha significato per molte generazioni. Che questi due Paesi si uniscano adesso per una decisione così oltraggiosa che suscita la rabbia di tanti Paesi nel mondo.  Non abbiamo paura dell'attacco, ci spaventa la barbarie verso cui siamo condotti.

Perché parlare così adesso? Perché il pericolo è adesso.  Perché il Santo Padre sta prendendo provvedimenti straordinari per renderci consapevoli dell'urgenza del momento.  L'aver dichiarato il sette settembre giorno di digiuno per la pace in Siria è una misura straordinaria e noi vogliamo unirci a lui.  Possiamo ricordare che in un passaggio del Vangelo quando i discepoli non riescono a liberare un giovane da uno spirito malvagio, Gesù gli dice: "Questa specie di spirito si può cacciare solo con la preghiera e il digiuno". Per me è molto difficile accettare che un Paese che si considera, almeno nominalmente, cristiano in una situazione di conflitto non possa concepire altro che l'azione militare e con essa portare il mondo nuovamente alla legge della giungla.

Gregorio III : un attacco e per noi sarà la fine


da Il Sussidiario - 3 settembre '13
INT. di Pietro Vernizzi

“Ma più la guerra! Mai più la guerra!”. Ha esordito così ieri mattina il Papa Francesco sul suo account di Twitter, mentre monsignor Mario Toso, responsabile del dicastero Giustizia e Pace del Vaticano, sottolineava: “La via di soluzione dei problemi della Siria non può essere l’intervento armato. La violenza non ne verrebbe diminuita. C’è, anzi, il rischio che deflagri e si estenda ad altri Paesi. Il conflitto in Siria contiene tutti gli ingredienti per esplodere in una guerra di dimensioni mondiali”. Un appello che non ha per ora trovato ascolto Oltralpe, dove il premier francese Jean-Marc Ayrault ha annunciato che presenterà in Parlamento i documenti riservati dei servizi segreti che dimostrerebbero le responsabilità di Assad nell’utilizzo delle armi chimiche contro i civili. Ma per il patriarca cattolico di Antiochia con sede a Damasco, Gregorio III Laham, “da due anni e mezzo la Siria sta attraversando una tragedia umanitaria senza fine: quasi 100mila vittime, 2 milioni di bambini senza una casa, 450mila cristiani in fuga, 8 milioni di rifugiati. Il Paese è già un inferno e un intervento occidentale peggiorerà ulteriormente la situazione”.

Che cosa ne pensa dell’opzione militare verso cui starebbe propendendo Barack Obama?
Sono del tutto contrario, così come mi oppongo a qualsiasi violenza, a qualsiasi utilizzo delle armi e a qualsiasi conflitto. Non posso che unirmi all’appello del Santo Padre, che ha ribadito: “Mai più guerra”. L’Europa si adoperi per risolvere i problemi della Palestina, anziché creare ancora più scompiglio in Siria. Noi siriani siamo già vittime e il Paese è già un inferno, senza bisogno di un intervento che peggiorerebbe ancora la situazione.

Che cosa accadrà quindi se Obama metterà in atto i suoi piani?
Ci saranno ancora più vittime e avremo una guerra regionale che coinvolgerà anche il Libano, dove si contano già milioni di rifugiati siriani. Per non parlare dell’eccidio dei cristiani arabi, cui oggi ad Amman sarà dedicato un congresso con il Re di Giordania, Abdallah II. Anche in Iraq di recente si sono verificati diversi attentati, insomma l’intero Medio Oriente è in fiamme e si è trasformato in un inferno.

Obama ha dichiarato che intende intervenire per mettere fine alle uccisioni di civili
Obama può rimanere a casa sua. La Siria è uno Stato indipendente, non siamo i vassalli dell’America. Se l’Occidente e gli altri Paesi stranieri smetteranno di interferire con le nostre questioni interne, la situazione tornerà a migliorare. In Siria cristiani e musulmani, sciiti e sunniti, sono vissuti insieme in modo pacifico per oltre 1.400 anni.

Oggi però quella convivenza pacifica sembra un sogno lontano…
Il motivo è che ogni giorno Regno Unito, Francia e Belgio finanziano le bande armate che scorrazzano nel nostro Paese, mentre basterebbe che le potenze straniere smettessero di dividere il popolo siriano. Il vero problema sono i finanziamenti che non finiscono alle opposizioni politiche, ma ai banditi e ai criminali del mondo intero che sono venuti in Siria per fare la guerra.

Se la guerra non è la soluzione, quale via d’uscita vede per il conflitto siriano?
Il mondo intero organizzi una grande campagna per preparare la Conferenza di Ginevra II, in modo da trovare insieme una soluzione che si basi su pace, riconciliazione e dialogo. Il Santo Padre ha sottolineato chiaramente che è questa l’unica strada da seguire. La Conferenza era prevista per lo scorso giugno, ma è stata rimandata di mese in mese. Il mondo gioca con la Siria mentre qui si continua a morire.

La Conferenza di Ginevra II non si è tenuta perché Assad sta vincendo la guerra, e quindi non ha voluto sedersi al tavolo delle trattative …
Non è vero. Il governo siriano è pronto in ogni momento a dialogare e a partecipare alla Conferenza di Ginevra. Il motivo per cui i colloqui non si sono tenuti è che manca un’opposizione unita e con un programma chiaro. Le bande armate hanno preso il sopravvento su qualsiasi altra forma di dissenso, e firmare un accordo di pace con Al Qaeda sarebbe impossibile per qualsiasi governo.

Il Papa ha indetto una giornata di digiuno per sabato 7 settembre. Come valuta questa iniziativa?
Si tratta di un’iniziativa magnifica. Il mio Patriarcato sta preparando una lettera per i fedeli greco-cattolici di tutto il mondo per chiedere loro di partecipare alla preghiera e al digiuno indetti dal Papa. Tutte le Chiese siriane sono chiamate a unire i loro sforzi e ad accogliere i fedeli dalle 19 alla mezzanotte, consentendo loro di pregare e di cantare per la pace.

http://www.ilsussidiario.net/News/Esteri/2013/9/3/SIRIA-Gregorio-III-patriarca-cattolico-un-attacco-e-per-noi-sara-la-fine/423896/


Mgr Grégoire III : Stoppez les livraisons d’armes en Syrie !

Le patriarche Grégoire III Laham d’Antioche, primat de l’Eglise melkite catholique de Syrie fustige toutes les nations qui livrent des armes à son pays. Il confie dans un communiqué adressé à l’AED que, selon lui, les conséquences de ces livraisons d’équipements militaires sont « largement plus dangereuses » que la mise en œuvre d’armes chimiques.
http://www.aed-france.org/actualite/mgr-gregoire-iii-stoppez-les-livraisons-darmes-en-syrie/


 "Ci chiediamo come siamo riusciti in Siria ad attraversare la "linea rossa" ...

No to foreign military intervention in Syria

Appeal of H.B. Gregorios III Patriarch of the Melkite Greek Catholic Church
President of the Assembly of the Catholic Hierarchy in Syria

http://www.pgc-lb.org/eng/gregorios/view/No-to-foreign-military-intervention-in-Syria

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