di M. Marta Fagnani dal Monastero Trappista Beata Maria Fons Pacis - Azer - Siria
Carissimi,
una
news in ritardo. Meno male che ci volete bene e siete pazienti.
Questa news doveva raccontarvi i nostri 20
anni in Siria (il
14 marzo abbiamo celebrato il nostro “compleanno” comunitario);
ne parleremo nella prossima lettera. Ma sono successe molte cose, e so
che aspettate notizie sulla situazione.
In
questi tre mesi e mezzo dal cambio di governo dell’8 dicembre non
so quanti giornalisti mi hanno contattato. E tanto più ora, dopo la
strage che si è verificata nelle zone della costa della Siria. Ho
iniziato almeno tre volte a scrivere, e poi ho sospeso e non ho
risposto a nessuno. Come negli anni passati, così ora la situazione
è molto complessa, le posizioni molto differenti anche fra Cristiani
e quando si scrive si generano sempre polarizzazioni inutili e
dannose. Vi condivido qui alcune affermazioni, e tante domande. Una
cosa è certa: siamo tutti molto sospesi, c’è molta paura,
delusione, incertezza. Semplificando molto: paura tra gli Alauiti,
incertezza fra i Cristiani, delusione fra i Sunniti moderati...
Penso
sia evidente per tutti che l’attuale gruppo al governo non ha certo
conquistato la Siria con le sue forze, a colpi di clacson. Quindi,
chi ha voluto e preparato questo stato di cose dall’esterno?
Israele, Stati Uniti, Russia, Turchia, Iran? In che equilibri tra
loro? Un giorno lo sapremo. E l’Europa? Dove si pone? Quindi la
vera domanda è: che cosa si vuole ottenere? Le risposte che
circolano sono tante. Dimenticatevi
“il bene dei Siriani”, non prendiamoci in giro. E la domanda
delle domande: si vuole che la Siria diventi uno Stato islamico
fondamentalista, oppure no? I segni per una deriva fondamentalista ci
sono, e numerosi. Il pretesto di una rivolta dei fedelissimi
dell’antico governo, ha scatenato una vera pulizia etnica verso gli
Alauiti, con la morte anche di qualche Cristiano e Sunnita. Questo
fatto gravissimo riguarda e ferisce tutti i Siriani che desiderano
uno stato laico e rispettoso di tutti, senza distinzione. Francamente
risulta incomprensibile che dopo questa pulizia etnica perpetrata
dagli islamisti alleati del Governo, l’Occidente continui a
sostenere quest’ultimo senza porre alcuna condizione, o garanzia di
sicurezza per le minoranze. Già vi erano stati episodi precedenti
alle vicende della costa, ed altri episodi si stanno verificando in
questi giorni.
A
onore del vero, si deve dire che per ora il nuovo governo in generale
è molto rispettoso verso i Cristiani; noi stesse abbiamo trovato
rispetto, e aiuto in una situazione di necessità per i giovani del
nostro villaggio. Ma
come non pensare che sia una posizione di facciata, perché si ha
bisogno dell’appoggio dell’Occidente e quindi dei Cristiani? Fino
a quando durerà? In questo momento ci sono pressioni sui cristiani
di Maloula, una città simbolo per la cristianità, perché lì
ancora si parla aramaico, e già gli abitanti se ne stanno andando da
lì. I villaggi accanto a noi - villaggi alauiti - si sono svuotati,
la maggior parte è rifugiata in Libano. Ed anche qualche Cristiano.
Ma neppure nella città Sunnita dove è la Municipalità di questa
zona, che è mista, la gente è tranquilla. In circolazione ci sono
troppi gruppi indipendenti, combattenti il più delle volte
stranieri: Ceceni, Uiguri, Turkmeni..e molti sfuggono al controllo
del nuovo governo.
Il
ministro degli esteri Siriano, a Bruxelles e in Italia, pochi giorni
fa, ha parlato della volontà di creare uno Stato inclusivo… ma
contemporaneamente ha affermato che negli anni passati il problema
della Siria sono state le minoranze. Non ha detto “alcune persone
corrotte”, ma che “le minoranze l’hanno fatta da padrone”. E
che loro intendono combattere proprio questo. Nessuno gli ha posto
domande, su questa evidente contraddizione.
Qualcuno
auspica la divisione del paese, in una federazione di Stati
confessionali. Antico piano di Israele, che però potrebbe essere
oggi come oggi una soluzione possibile al totale esodo delle
minoranze. Il problema però è che Ceceni e compagnia stanno
occupando le case e diventano i nuovi abitanti delle zone Alauite che
desertificano.
Alcuni
chiedono una forza di interposizione europea o Onu... altri sono
fortemente contrari. Qualcuno attende di vedere cosa accadrà in
Turchia, perché sicuramente ci saranno ripercussioni in Siria. Ecco,
siamo qui. In un clima di totale incertezza.
Nella
liturgia Latina di questa terza domenica, ci è proposto il Vangelo
di Luca 13,1-9. Gesù parla degli avvenimenti del tempo, la torre di
Siloe caduta su 18 uomini, un gruppo di Galilei uccisi da Pilato. E
non dà spiegazioni sul mistero del dolore e della morte. Dice però
ciò che possiamo fare: occorre convertirsi, letteralmente “girarsi”
verso Dio…
Quest’anno
coincidono quasi la Quaresima Cristiana (Cattolici e Ortodossi
insieme), con il digiuno del Ramadan. Speriamo di volgerci tutti
veramente verso Dio.. Il Dio vero, amante della vita e degli uomini
-tutti- che Lui ha creato e redento. La Siria ancora una volta è
sola. Ma certo è nel cuore di Dio.